martedì 30 settembre 2008

Campo di San Pietro. La regione Veneto contribuisce per 226.577 euro.

Ho sempre sostenuto che il campo di calcio a San Pietro, costo - 510mila euro, non fosse un buon investimento.
Troppe le spese per l’acquisizione del terreno agricolo: 350mila euro.
E si tenga conto che:
a) il nuovo campo non sarà dotato di impianto di illuminazione;
b) il campo non sarà direttamente servito da spogliatoi.
c) Forse sarebbe stato più opportuno sistemare il terreno di gioco già esistente in San Pietro – per gli allenamenti e le partite dei più giovani - e dotare contestualmente la zona stadio di Via Olimpia (distanza da San pietro 1,57 Km)di un nuovo campo regolare ove anche la Sampietrina avrebbe potuto disputare le eventuali partite di terza categoria.
Ora, malgrado tutte le obiezioni – che ritengo ancora valide – va detto che l’importante finanziamento regionale coprirà per circa la metà i costi complessivi dell’operazione nuovo campo di san Pietro, grazie all’intervento dell’assessore Massimo Giorgetti, assessore allo Sport e ai LLPP.
A questo punto spero che il comune possa almeno garantire la costruzione degli spogliatoi.
Vista la quantità di soldi legnaghesi e veneti spesi, quantomeno vengano spesi bene!

SUPERSONDAGGIONE: ZULIANI DEVE TAGLIARSI IL PIZZO DIABOLICO

Mai c'era stata tanta certezza nei super sondaggi di questo blog. Ebbene, il 100% dei visitatori ha decretato che Federico Chava Zuliani debba tagliarsi il suo mefistofelico pizzetto.
Da notare che il buon Chava, da vero liberale qual è, non ha partecipato al sondaggio, rimettendosi così alla clemenza dei visitatori. Che non c'è stata.

venerdì 26 settembre 2008

CONFERENZA: LA COMPAGNIA, L'ANELLO, IL POTERE

l'opera di J.R.R. Tolkien–autore de il Signore degli Anelli –vista sotto l'aspetto simbolico,filologico,
letterario e come fenomeno sociale e politico

Interventi
-Dott.Mauro Fecchio -Assessore alle Politiche Giovanili della Provincia di Padova
-Prof.Adolfo Morganti-Editore- saggista


Sabato 11 ottobre 2008–ore 18:00
presso la SalaF.Bazzi,
viaEuganeaTrepontin.36,TrepontidiTeolo(PD)

Pannella celebra a Londra la breccia di Porta Pia (articolo giunto via mail)

Giacinto Pannella e un gruppetto di radicali hanno celebrato a Londra
l'annuale anniversario del XX settembre e della breccia di Porta Pia. Scelta
(lo dico senza ironia) azzeccatissima. Non per nulla qualcuno (non ricordo chi)
ha osservato che in fondo l'unificazione dell'Italia è stata un episodio della
politica coloniale inglese. Affermazione forse provocatoria, ma non priva di un
fondo di verità. Come ormai tutti sanno (anche se in genere si sorvola), senza
i finanziamenti inglesi la spedizione dei Mille non sarebbe nemmeno partita, e
senza la protezione dei vascelli “Argus” e “Intrepid” al momento dello sbarco
in Sicilia sarebbe fallita (lo stesso Garibaldi ricorda nelle sue “Memorie” di
avere tirato un sospiro di sollievo quando dopo avere a lungo scrutato
l'orizzonte scorse salire sui pennoni delle navi alla fonda la “nobile bandiera
di Albione”).

In realtà l'Inghilterra aveva più di una ragione per desiderare un radicale
sovvertimento dell'assetto della penisola italiana. Anzitutto creare à coté
della Francia, la sua tradizionale avversaria, uno Stato di mezza tacca, ma
abbastanza forte per non subirne, a differenza del piccolo Piemonte,
l'influenza e da costituire invece una potenziale minaccia per i legami di
gratitudine con la sua madrina. Poi, forse ancora più importante, la volontà di
non perdere il controllo delle zolfatare siciliane. Queste coprivano quasi il
90% della produzione mondiale di zolfo, una sostanza all'epoca indispensabile
per il processo di industrializzazione tanto da essere definita “il
lubrificante del motore dell'imperialismo, soprattutto di quello inglese”. Fino
a tutto il quinto decennio del XIX secolo lo sfruttamento delle zolfatare
siciliane era stato appaltato dal governo borbonico ad imprese inglesi, ma
verso il 1860 re Ferdinando si mostrava incline a non rinnovare la concessione
e trattava sia coi russi sia – e soprattutto – con i francesi.

Non per nulla la Francia, attaccata dalla politica britannica su due fronti,
protestò ufficialmente per l'appoggio di Londra all'operazione di conquista
delle Due Sicilie

Vi era comunque anche una terza ragione, se si vuole meno concreta, ma forse
ancora più determinante: la lotta al papismo, la distruzione del cattolicesimo.
Le simpatie per Mazzini e, ancor più, le trionfali accoglienze riservate a
Garibaldi dal governo britannico (ma non dalla regina Vittoria, che anzi ne
sollecitò la partenza) e dalla popolazione si fondavano in massima parte sulla
loro fama di campioni della lotta al cattolicesimo.

E' noto che subito dopo i bersaglieri per la breccia di Porta Pia entrò nella
Roma ormai non più papalina un carretto trainato da un cane, ribattezzato Pio
IX, carico di bibbie protestanti. Forse meno noto che i cosiddetti
rappresentanti del popolo italiano (“cosiddetti” perché appena il 2% dei
cittadini godeva del diritto di voto) erano perfettamente consapevoli di quello
che ci si aspettava da loro e, pur mancando allora l'obiettivo, fecero del loro
meglio per mantenere gli impegni assunti. Già in una delle prime sedute del
regio parlamento italico (20 luglio 1862) provvide a ricordarlo ai colleghi il
deputato Ferdinando Petrucelli della Gattina: “Fare la guerra alla
preponderanza cattolica nel mondo, per tutto, con tutti i mezzi, questa la
nostra politica avvenire. Noi vediamo che questo cattolicesimo è un istrumento
di dissidio, di sventura e dobbiamo distruggerlo!”. Di rincalzo il quotidiano
“Il Diritto”, vicino al futuro presidente del consiglio e inventore del
trasformismo Agostino Depretis: “Quand'anche tutti gli uomini che hanno
autorità sulle cose d'Italia e tutti i partiti che li secondano, fossero
concordi nel volere, a dispetto della civiltà, mantenere intatto l'edificio
della Chiesa cattolica la nostra rivoluzione tende a distruggerlo e deve
distruggerlo e non può non distruggerlo senza pericolo. Nazionalità, unità,
libertà politica sono mezzi a quel fine; mezzi che eventualmente sono grandi e
solenni benefici per noi, ma che pure sono, rispetto all'umanità, null'altro
che mezzi per conseguire quel fine, che a lei sta sommamente a cuore, della
totale distruzione del medioevo nell'ultima sua forma: il cattolicesimo”.

Da ultimo l'Inghilterra, funestata, oltre che dalla crisi economica, dalla
conversione al cattolicesimo di Tony Blair, sembrava dimentica dei suoi antichi
progetti. Giacinto Pannella detto Marco e i suoi adepti sono andati a Londra
per ricordarglieli.

giovedì 25 settembre 2008

Articolo di Franco Cardini (giunto via mail)

Credo che in questo paese si debba ancora imparare a discutere e magari a
polemizzare: ma con serenità e, possibilmente, anche con qualche argomento che
vada al di là delle pillole di conformismo e di politically correct.
Non riesco per esempio a capire perché nella nostra opinione pubblica e nei
relativi mass media si debba sempre e per forza gridare allo scandalo ogni
volta che qualcuno azzarda pareri dietro i quali sia sospettabile la presenza
di di tesi o anche solo di proposte che appena appena escano dai solchi ben
collaudati delle idées données e delle Verità Inconfutabili garantite dai
manuali di scuola media e ripetute dai poligrafi travestiti da ricercatori che
impestano le nostre librerie con best sellers regolarmente scopiazzati da
vecchi libri di storia. Quelli col Barbarossa cattivo e i lombardi buoni, col
Radetzky feroce e i bravi Tamburini Sardi, col “Mamma li Turchi” e col meno-
male-che-c’è-stata-Lepanto. Insomma, con la storia detta, ripetuta, collaudata
e ribadita sul metro di quei geniali maĩtres-à-penser che molti decenni or
sono, mossi a pietà degli studenti pigri, redassero i manualetti noti come
“Bignami”. E, se ci si oppone al Bignami, ci si becca la condanna secca come
una mannaia: “revisionisti!”.
Ora, premesso che “revisionismo” è parola che dalla storia della politica sé
Internazionale” per poi dilagare nel mondo della semistoria e della
pseudostoria, è necessario sia chiaro che il lavoro degli storici, intendo
di quelli veri, consiste sempre e inevitabilmente, in gran parte, nella
revisione delle tesi e delle letture dei fatti quali gli sono state confidate
da chi ha lavorato prima di lui. Non esiste quindi nessuna pagina di storia che
sia stata scritta una volta sola e per sempre. La storia è una fatica di
Sisifo.
Ecco perché è stata obiettivamente ridicola, al di là di qualunque posizione
si voglia difendere, la polemica scatenata dall’orazione del generale Antonio
Torre che, commemorando ufficialmente il 20 settembre scorso il 138°
anniversario della Breccia di Porta Pia, si è particolarmente soffermato sui 19
caduti dell’esercito pontificio sorvolando su quelli italiani; e che il sindaco
di Roma Gianni Alemanno non abbia dal canto suo provveduto a rimediare alla
gaffe dell’alto ufficiale: sempre che – ha commentato qualcuno – solo di gaffe
si sia trattato e non, orrore, di “scelta di campo” o peggio, raccapriccio, di
“revisionismo”.
Ora, va da sé che in una sede ufficiale e paludata, per sua natura retorica e
convenzionale, come quella di una commemorazione pubblica, non è mai il caso di
lasciarsi andare a discussioni storiografiche: il che del resto non era senza
dubbio nelle intenzioni e forse nemmeno nelle possibilità obiettive del
generale Torre, che fa il militare e non lo storico.
Quel che però non mi meraviglia affatto – ormai so da tempo che cos’è l’
Italia -, ma comunque continua a indignarmi, è la desolante piattezza del coro,
praticamente unanime, di giornalisti, di politici e perfino (e ciò m’è
dispiaciuto) di qualche storico serio: tutti allineati e coperti nello
stigmatizzare il silenzio di Alemanno o comunque la sua scarsa energia nel
difendere, a scanso di equivoci, la tesi ufficiale della quale egli, in quanto
sindaco, viene considerato una specie di garante e di custode (e a dire il vero
non se ne capisce il perché).
Insomma. Perché mai non si dovrebbe cominciar a dire che in realtà la storia
del nostro Risorgimento, così come si svolse tra 1848 e 1870, non andò affatto
come andò perché non avrebbe mai potuto andare altrimenti; e tanto meno che non
andò per nulla nel migliore dei modi possibili? E, badate, qui ucronia e
fantastoria non c’entrano per niente. Il dogma che la storia non si possa
scrivere “al condizionale”, “con i se e con i ma”, è una fesseria che nessuno
storico serio – a parte un manipolo di paleostoricisti convinti – non dice più
da molto tempo. E non sono io ad affermarlo: bensì uno dei più grandi studiosi
viventi, David S. Landes.
La discussione non è affatto oziosa: e tanto meno lo sarebbe al livello
politico, se non vivessimo in un paese dominato, fra le altre cose, da una
disinvolta schizofrenia e da un’impudica ostentazione d’incoerenze. Vorrei
proprio che qualcuno mi spiegasse perché, nei nostri manuali scolastici,
continua tuttora a trionfare una visione del Risorgimento degna del libro Cuore
e delle Maestrine dalla Penna Rossa – alcuni epigoni delle quali sembrano oggi
sedere sugli scranni del governo – mentre quel governo stesso si regge con l’
appoggio determinante d’una forza, la Lega Nord, che se fosse un po’ meno
bécera dovrebbe pur sviluppare, appunto nel quadro di quanto essa stessa
sostiene, anche un serio discorso critico sulle scelte che condussero al
processo d’unità nazionale, sui metodi che furono adottati per conseguirle,
sulle conseguenze a cui condussero. Perché la soluzione unitaria e centralista,
voluta dalla monarchia sabauda che mirava all’espansionismo del suo potere
dinastico e dai dottrinari “neogiacobini” che seguivano Mazzini e Garibaldi (e
una parte dei quali sacrificò al dogma dell’ “unità indivisibile” i suoi
stessi ideali repubblicani), non solo per lungo tempo non era stata l’unica
possibile, ma era stata quella considerata, anche a livello internazionale, la
più avventuristica e pericolosa.
L’unità proclamata nel 1861 e coronata dalla presa di Roma del 1870 andava
direttamente contro un millennio di storia italiana, ch’è e sempre stata per
sua natura policentrica, municipalistica, regionale e cittadina; e i capi degli
stati italiani preunitari, a cominciare dal papa, si erano tutti – sia pur in
diversa misura – adattati ad accettare una formula di unità federale, su un
modello non lontano da quello che (essa sì in coerenza con al sua storia) fu
adottata dalla Germania proprio in quello stesso 1870. E in tale senso, anche
se con accentuazioni diverse, si erano espressi gli ingegni migliori e più
equilibrati del nostro Risorgimento, dal Gioberti al D’Azeglio al Cattaneo.
Ma il governo piemontese, guidato dal Cavour e dai suoi successori, scelse –
fino a un certo punto in accordo con Napoleone III, poi addirittura senza e
contro di lui – la politica delle provocazioni, dei colpi di mano e dell’
alternanza di menzogne e di atti di violenza per giungere, contro il diritto e
la legittimità internazionali, alla violazione patente dei diritti dello stato
pontificio. Che oggi tutti, anche senza sapere di che cosa si trattava, si
sbracciano a qualificare di “corrotto”, di “incapace”, di “antistorico”, mentre
la realtà del tempo non presenta per nulla tale quadro. Né si capisce perché si
continui a far finta di non ricordare che la presa di Roma poté compiersi,
proditoriamente da parte italiana, non appena, in conseguenza della sconfitta
di Sedan, la protezione dell’imperatore dei francesi a Pio IX venne meno. O
perché molti abbiano rimproverato il generale Torre per il suo omaggio –da
soldato, se non altro – agli zuavi e in genere ai volontari che accorsero
soprattutto dalla Francia a difendere il papa che aveva tutto il diritto a non
venire attaccato su quel territorio che egli legittimamente governava.
E sarebbe poi stata con certezza peggiore, per esempio, un’Italia federale,
di quanto sia stata l’Italietta unitaria che determinò la questione del
Mezzogiorno, provocò scandali finanziari gravissimi a ripetizione, inventò
infamie fiscali come la “tassa sul macinato” ch’era una vera e propria tassa
sulla miseria, coniò “leggi internazionali” e massacrò contadini siciliani
(Bronte) e operai (i cannoni ad “alzo zero” del Bava Beccaris, decorato dal “Re
Buono”), fu incapace di rimediare al flusso continuo di poveracci che
abbandonavano il paese per disperazione e si dimenticò del destino degli
emigrati, infine ci gettò inutilmente – e con opportunistica furbizia – nel
grande macello della prima guerra mondiale, da cui sarebbero appunto usciti i
tanto detestati comunismo e fascismo? Aveva davvero proprio tutti i torti, l’
“infame” Franti?
Così è, se vi pare. Perché non proviamo a discuterne pacatamente, invece di
stracciarci le vesti ogni volta che qualcuno prova a commettere l’indicibile
peccato consistente di cercar di rimetterci in moto le meningi? E chiamatelo,
se volete, “Revisionismo”.

Franco
Cardini

La Lav cerca volontari. (giunta via mail)

La scorsa settimana un paio di ragazzini con del filo di ferro hanno legato un gattino di pochi mesi che sino a quel momento s’era sempre avvicinato fiducioso alle persone perché riceveva del cibo. Purtroppo quel giorno le cose sono andate in modo diverso.
Il gattino sofferente, legato, impedito nei movimenti s’è rifugiato nel vicino boschetto dove è impossibile addentrarsi per poterlo prendere, liberare e curare.
Il veterinario contattato per cercare d’addormentarlo ritiene che il suo intervento non potrà dare i risultati voluti, poiché il micio avrà tutto il tempo per allontanarsi prima che il sonnifero faccia effetto ma, nel frattempo il ferro s’incarnerà di più ed aumenterà l’infezione.

L’animale viveva con altri mici nella colonia felina di via vescovi, a san pietro di legnago, che è seguita oltre che dai residenti anche da alcuni volontari della lav.
Erano state predisposte delle cucce per dare agli animali un riparo, due volte al giorno veniva portato loro il cibo, si teneva pulita l’area e non v’erano mai stati problemi.

Da via vescovi tra gli altri provengono la piccola momi, una gattina priva d’entrambi gli occhi, sissel trovato con la testa morsa, ginetta pochi giorni di vita e tutta pelle ed ossa e tanti altri piccoli con problemi molto più grandi di loro.
Noi tutti continueremo, ogni giorno, nella ricerca di una soluzione a queste sofferenze.
Animali che in fondo hanno una sola colpa: sono nati. Questa in fondo è una piccola cosa.

L’aiuto maggiore e di questo siamo molto grati è giunto dai Vigili del Fuoco guidati dal caposquadra signor Cesare, nonostante l’impossibilità anche per loro di risolvere il problema, la sensibilità e la disponibilità offerte sono state notevoli pur davanti ad una piccola cosa e ciò fa loro onore.

Da dieci anni la strategia di sterilizzazione messa in atto dal settore veterinario dell’als 21 di legnago non sembra aver raggiunto gli scopi prefissati, già nell’agosto del 2006 s’era chiesto al responsabile delle sterilizzazioni d’intervenire per questa colonia, nessuna risposta, neppure dalle istituzioni (asl, comune) cosa chiedevamo: una piccola cosa.

L’amarezza per chi ogni giorno si trova ad affrontare il problema delle colonie è tanta, i controlli sulle sterilizzazioni fatte avvengono controllando schede e fatture, ma bisogna uscire, girare per le colonie, controllare gli animali. Ma anche i controlli ormai sono una piccola cosa.

Un anno e mezzo fa avevamo richiesto al sindaco il riconoscimento della colonia di via vescovi, nessuna risposta, per carità era solo una piccola cosa.

Il gesto commesso dai ragazzini, una stupida crudeltà inutile, da alcuni viene definito una piccola cosa.

Se non si vede soffrire un animale, se non si riesce a condividere questi dolori, queste piccole cose, siamo anche noi degli esseri piccoli piccoli……….

Per i volontari che seguono la colonia
Martini Fiorella
Violate le regole del Blog. Quando la polemica, anche accesa - che è la benvenuta - si trasforma in insulto, debbo, mio malgrado censurare. Il pericolo è che tutta la discussione venga incentrata su battibecchi triviali tra ospiti. C'è in particolare un "anonimo" che adora insultare gli altri ospiti. Questo - come sapete - non è tollerato.
Informata la pol. postale per risalire all'IP si procederà alla denuncia penale.

martedì 23 settembre 2008

ALBERTO GIORGETTI: NON VOGLIO MORIRE PADANO

DAL GAZZETTINO

Cortina
NOSTRO INVIATO

«Non voglio morire padano». Poche parole del coordinatore di An del Veneto e sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti che sintetizzano l'umore del partito di destra della coalizione Pdl. Giorgetti lo ha declinato apertamente, dal palco del convegno di Forza Italia a Cortina. Sulla stessa linea d'onda del comune sentire del Pdl, ritiene che non sia utile «lasciare solo alla Lega la bandiera del federalismo fiscale». Il Popolo della Libertà «ha vocazione di maggioranza assoluta in Veneto» e allora piuttosto che inseguire il Carroccio, è più salutare intraprendere una competizione vera «dicendo chiaro e tondo che è il Pdl garanzia per tutti».

Di qui l'invito di Giorgetti a cambiare passo, a considerare che l'alleanza di centrodestra si basa su due pilastri quello di Fi-An e quello della Lega. E da destra, è il primo che va consolidato affinché l'unione tra i due possa realizzarsi. Dunque, bene la precisazione di Galan sulla nascita di un partito federale, non federato, che possa avere voce in capitolo sulla scelta delle candidature. Poi, però si guardi all'alleanza che deve avere regole chiare e certe evitando che «qualcuno si metta in testa di fare combutta con liste e listine civiche (riferimento al caso di Padova dove sono all'orizzonte tre liste del Pdl pronte a giocarsi il Comune) con l'obiettivo di fregare gli altri. Se fosse così, auguri e vinca il migliore».

Per l'esponente di An la partita si gioca sui programmi e sui forti richiami alla coalizione «che noi di An mai abbiamo abbandonato e mai lo faremo». A patto che «si cambi il passo». Perché finora, «non ultimo il convegno di Cortina» nulla lascia intravvedere il cambiamento. Giorgetti parla di atteggiamento, «di forma che diventa sostanza». Cioé? «C'é sempre qualcuno che si ritiene di serie A considerando gli altri di serie inferiore. Anche nelle piccole cosa come l'averci riservato, a Cortina, un posto in seconda fila... E poi, posso essere il peggiore al mondo ma ho fatto il mio intervento senza un padrone di casa ad ascoltare: Brunetta e Sacconi non c'erano; Galan era ancora per strada. Aggiungo: sabato all'inangurazione del gassificatore si sono trovati Berlusconi-Galan-Ghedini. Avanti così». Il coordinatore la butta sul reciproco riconoscimento, sulla importanza paritaria, al di là del bottino elettorale, dei soci del patto ricordando che «An è la forza politica più radicata in Veneto rispetto a Forza Italia». E se Fi impegna il suo tempo nel confronto muscolare sulla leadership, «noi penseremo a costruire la politica, la competizione giorno per giorno. Forza Italia continua a parlare di competizione con la Lega, ma solo a parole. Si sentono in posizione di superiorità? Sbagliano e rischiano di grosso: nella competizione con la Lega hanno bisogno di un Pdl compatto, condizione che richiamiamo costantemente, ma che nei fatti resta assente. Qui non c'é il primo della classe. E in questa logica Fi rischia di diventare una palla al piede...».

Gi. Ga.

CONTRO L'ORDINE DI SERVIZIO TRENITALIA: TUTELIAMO I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE

Ordine di servizio di Trenitalia: sarà vietato il trasporto sui treni di cani di media e grossa taglia. E possibile quello dei cani di piccola taglia solo in gabbie.
Perché? Per evitare diffusione di zecche.
A mio avviso le zecche e la sporcizia dei nostri treni non dipendono dai cani. Ma dal fatto che si pulisce poco/male.
Ho frequentato treni per qualche anno ai tempi dell'università e questa è l'impressione che mi sono fatto.
Chi volesse dimostrare il propri disaccordo con Trenitalia - fanno presente gli amici della Lav di Legnago - può farlo inviando una nota critica a http://reclami-e-suggerimenti.trenitalia.com/Area_Clienti/It/RecAnagrafica.aspx
Anche il Presidente PDL al Senato, Maurizio Gasparri è contrario all'ordine Trenitalia:''Ci auguriamo che Trenitalia torni sui suoi passi - dice Gasparri - e che si tenga un incontro immediato tra l'amministratore delegato ed il governo per ripensare le condizioni di trasporto degli animali. Il Pdl al Senato sosterra' comunque sin da ora ogni iniziativa perche' il possesso di un cane possa essere sempre piu' una scelta da tutelare e non una discriminante che renda disagevole anche l'utilizzo dei mezzi pubblici''.

lunedì 22 settembre 2008

LA VERBENA CI RIPORTA ALLA PREISTORIA

In occasione della Festa della Preistoria che verrà organizzata al Museo Archeologico di S.Anna d'Alfaedo per il prossimo 5 Ottobre, La Verbena dell'Adige propone di trascorrere una giornata diversa dal solito, all'insegna della storia e della natura.
Si parte da Legnago alle 8:00 al piazzale delle corriere... Per info. www.laverbenadelladige.it

venerdì 19 settembre 2008

CENTRO COMMERCIALE, TRAFFICO INFERNALE

Via Mantova, 18:30 di sera. La porta di accesso ovest della città del salieri è completamente invasa da auto incolonnate che si spostano di qualche metro dopo minuti di attesa.
E pensate che il centro commerciale non è ancora stato aperto.
Più volte abbiamo sottolineato da questo blog la contrarietà a tale centro di grande distribuzione.
Non da ultimo, tra i tanti motivi, c'è da tener conto del traffico. Basterà la nuova strada di collegamento con la ss434, finanziata da provincia e regione, a garantire il collegamento con S. Pietro e Cerea? A sentire L'Arena sembrerebbe di si. Ma si sa... L'Arena a Legnago dà per scontato che la sinistra abbia sempre ragione.. e sul quotidiano è assai improbabile che il centrodestra abbia "diritto di tribuna".
Si tenga poi conto di alcune cose:
1) Il piano di accettabilità del centro commerciale è stato pressoché pagato per l'intero dal pubblico..I denari del privato erano insufficienti. Morale della favola: il mostro l'abbiamo pagato noi cittadini (leggi stanziamenti comunali, provinciali e regionali); anche quei poveri commercianti cui toccherà di chiuder bottega. Cornuti e mazziati!
2) Analisi inquinamento suolo. La fortuna è cieca...Pensate che, su tutta l'area oggetto di interventi, materiali inquinanti nel suolo si trovano solo sul lato stradale, per cui della bonifica dovrà farsi carico esclusivamente il Comune!!!!
3) I forti disagi sostenuti per una viabilità fortemente rallentata avrebbero potuto trovare parziale risarcimento nell'applicazione di uno sconto sui prodotti durante il primo giorno di apertura del centro commerciale.
Tale proposta, avanzaa da Alleanza Nazionale, e supportata da FI, Lega e Popolari Liberali, è stata bocciata dalla maggioranza. Non sia mai che si chieda un euro in più al Benefattore della Rosa.
PAGA LEGNAGHESE POLENTON!!!!!!!!!

giovedì 18 settembre 2008

Via Lenin arrivano altri nomadi

In Via Lenin a Casette, (poco distante da Via Togliatti, sic!) sono arrivate due carovane di zingari. Questi ultimi si sono ivi stanziati da circa due settimane e - a quanto mi riportano alcuni residenti - sarebbero particolarmente maleducati.
Al di là di tale aspetto mi pare del tutto evidente che tali "nomadi" non abbiano alcun diritto a fermarsi nel piazzale con le proprie carovane. Ho presentato pertanto un'interpellanza per capire come mai non si sia ancora preso alcun provvedimento di sgombero.

mercoledì 17 settembre 2008

Polizia locale. A novembre un nuovo comandante. Longhi: sinistra irresponsabile.

Il comando di polizia locale perderà a novembre il comandante dott. Gianni Paganin.
Una perdita importante. La sinistra ha una bella responsabilità. Avviata la convenzione con comuni contermini per migliorare l’azione della polizia locale, non ci si lasciano sfuggire certe professionalità.
In bocca al lupo al comandante uscente e a tutti i nostri agenti che, come sempre, sapranno meravigliosamente portare a termine quanto già iniziato.

Rialzati LEGA go

Mi chiedo come mai gli unici a sapere delle mosse leghiste fossero gli esponenti di Rialzati LegnaGO…
Avete un’idea?

martedì 16 settembre 2008

TORRIONE MERLATO: I LETTORI BOCCIANO IL RESTYLING

Il sondaggio sul restyling del Torrione non lascia alcun dubbio. Il 70% dei votanti ritiene sbagliato aver rialzato torre di Piazza Libertà.
In particolare vi segnalo l'intervento dell'Arch Prof. Antonio Marchiori (mio stimatissimo professore di Storia dell'Arte al liceo)pubblicato su IlNuovo Giornale.

DALLA REGIONE 25MILA EURO PER LA SCUOLA DON TRECCA

La giunta regionale - grazie anche alla sensibilità dell'assessore Massimo Giorgetti - è intervenuta per finanziare la pavimentazione della scuola elementare don Trecca. Un altro importante risultato concreto di Alleanza Nazionale!

LA CIVICA LEGHISTA RUBA IL NOME AL POLO

Sapete come si chiamerà la civica leghista che accompagnerà la corsa elettorale del Carroccio a sostegno di Roberto Andrea Rettondini? Legnago Protagonista.
Ebbene, tale nome ha contraddistinto la campagna del Polo (allora FI, AN, UDC) nel 2004.
Questi nostri cari amici della Lega potrebbero almeno avere un po' di fantasia. Ci hanno copiato: l'idea dei filmati sulla sicurezza, gli aperitivi con i politici e tante altre cose. Ora ci copiano pure uno slogan trasferendolo a titolo di una lista civica! Ci copieranno anche l'idea della fiaccolata sulla sicurezza?
Mah.. Sta di fatto che, per fare meno fatica a copiare, gli amanuensi padani fanno a gara per ingaggiare gli uomini e le donne di alleanza nazionale.

lunedì 15 settembre 2008

LEGA NORD PRESENTA IL CANDIDATO SINDACO: ROBERTO RETTONDINI

A sorpresa la Lega Nord ha presentato il proprio candidato Sindaco nella persona di Roberto Rettondini. La sorpresa non è tanto nel nome quanto nei modi. Occorre infatti avvertire il lettore che la segretereria del Carroccio aveva preso tempo, ancor prima di giugno per concordare con gli alleati tempi e modi per la campagna elettorale e soprattutto per la designazione del candidato.
Si tratta evidentemente di una mossa imposta dai vertici provinciali della Lega. Lo si desume anche dal fatto che il Carroccio legnaghese ha preso le distanze dal movimento Rialzati LegnaGO, movimento che, in un primo momento era guardato con simpatia dal gruppo padano.
In bocca al lupo allora all'Amico Rettondini. Ma se il buon giorno si vede dal mattino si prospettano fulmini e saette nel cielo del centrodestra. Almeno una telefonata di cortesia per avvertire gli alleati del passaggio politico l'attendevo. Pazienza. Buon viaggio Amici miei.. E tanti tanti AUGURI!

Atreyu 2008 il pagellone

Organizzazione bungalow campeggio Fabulous: la prima sera entriamo in una camera onta ma che più onta non si può! Bottiglie, mozziconi di sigarette, coperte sporche. Ci lamentiamo con la direzione che il giorno seguente ci dice che la pulizia non è affar loro! Per la notte seguente avremmo prenotato 2 bungalow. Ma ce ne danno solo uno! E ci dicono che siamo fortunati e che non ci daranno indietro i soldi perché questo bungalow costa molto di più. Peccato che sia un bungalow da tre persone e non da cinque. Più piccolo ancora di quello della sera prima e con le coperte ancora più onte tanto che sono addirittura sporche di SANGUE!!!!!! Delittuoso, solo il camping Fabulous riesce a far peggio di Gianfranco Fini. Voto 2.

Gianfranco Fini: il giorno prima del suo intervento riceviamo il dictat di non fischiarlo. Qualsiasi cosa avrà da dire. Dal lontano Atreyu 2001 Gianfranco non partecipa a nulla se non riesce a fare una notizia.
Fini quest’anno esordisce con un sillogismo: libertà, democrazia, uguaglianza sociale sono valori pienamente condivisi anche da noi. Se i ragazzi di Salò combatterono – pur in buona fede – contro i portabandiera di questi valori (“ma non tutti gli antifascisti erano democratici” fa notare il Nostro) allora significa che militarono dalla parte sbagliata. E il fascismo è da condannare, nel suo complesso, come male assoluto.
Sinceramente non sentivo la necessità di queste affermazioni. E non perché io mi senta un nostalgico. Ma perché ritengo:
1) che non siano da legittimare i retori della resistenza che oramai non hanno più alcun consenso né in termini di voto né in termini di ricostruzione storica. Dei loro attestati di stima non mi importa nulla (notate che non scrivo “me ne frego”).
2) Vicino al parco del Celio, dove si tenevano le conferenze, c’è l’arco di Costantino. Quest’ultimo imperatore vinse una guerra civile contro Massenzio sul ponte Milvio. Il suo arco trionfale è un crogiuolo di opere tratte dall’età aureliana e da quella adrianea: ed è un’opera che celebrando la vittoria delle milizie costantiniane celebra la forza dei valorosi nemici.
Anche gli americani - che spesso guardiamo dall’alto in basso come a dei potenti barbari – ci insegnano qualcosa: hanno alle spalle una sanguinosissima guerra di secessione. Eppure malgrado l’affermazione nordista nessuno ha mai pensato di sputare in faccia ai sudisti del generale Lee.
Anzi gli States hanno da sempre riconosciuto l’onore delle armi agli sconfitti; anche con recenti pellicole.
In Italia non è così. I repubblicani di Salò persero la guerra civile. La persero contro l’esercito “alleato” non certo contro i partigiani. Da qui la necessità per gli eredi di questi ultimi di ricostruire un’immagine falsata della storia per poter evocare la vittoria del Comitato di Liberazione Nazionale, dominato dalla presenza partigiana comunista, che si macchiò dei più atroci delitti dopo la fine delle ostilità belliche.
Dico che è ora di finirla con le favole della resistenza partigiana eroica e con la demonizzazione del fascismo.
Il fascismo è un esperienza di certo infelice. Si rese corresponsabile delle leggi razziali e della limitazione della libertà. E basta questo per far passare in secondo luogo le tante cose buone che fece per l’Italia, in primo luogo costruendo quei piloni sociali che mancavano nello Stato liberale.
Ma c’è un dato di fatto. Mentre a destra non c’è n’è uno che pensi a rifondare il Partito Nazionale Fascista (cosa che peraltro è vietata dalla Costituzione) a sinistra non si pongono problemi a creare numerose sigle che richiamano la falce ed il martello del comunismo, ancora intrisi del sangue di milioni di vittime.
Dobbiamo ringraziare la Chiesa Cattolica per aver chiamato al voto milioni di italiani nel ’48. Essa ci salvò dalla dittatura comunista.
I tanti soloni comunisti che oggi danno buone pagelle a Gianfranco Fini, attribuendogli l’attestato di antifascista, sono quelli che legittimavano le uccisioni dei suoi camerati negli anni settanta. Imparino questi signori a chiedere scusa. VEDREMO NOI SE LEGITTIMARLI! (voto per Fini: 5 di simpatia e perché il camping Fabulous fa sembrare tutto più bello e giusto a confronto).

GIORGIA MELONI: Leader meravigliosa. È allo stesso tempo la prima dei militanti. Cosa dire di più? (9+)

IL RITORNO DI TRICHECO: Sono raggiante per il ritorno del leader della comunità di Latina (10).

mercoledì 10 settembre 2008

Legnago. I rumors politici sulle amministrative

Radio corridoio ha diffuso queste ultime news sulla situazione politica legnaghese.
Ovviamente a riferirci tutto è stata una persona informatissima, ovvero l’amico del cognato del suocero del panettiere che fornisce le paste fresche all’idraulico che aggiusta i rubinetti di Palazzo de’ Stefani.
Quindi le notizie sono “sicuramente fondate”….
In casa centrosinistra, contrariamente a quanto si pensava la partita sul candidato Sindaco non è ancora stata chiusa.
Certo, Clara Scapin ha effettivamente qualche chanche in più di Damiano Ambrosini. Ma quest’ultimo non molla e rilancia le proprie quotazioni, supportato pare – ci informa sempre il personaggio di cui sopra – dalla civica Nuova Città.
La Lega Nord scenderà in campo con due liste. Quella padana doc e la lista Tosi, che tanto bene ha fatto in quel di Verona. A guidare la compagine del Carroccio sarà Roberto Rettondini?
Anche quella che a distanza di mesi sarebbe parsa come una domanda retorica ora non lo è più.
La Lega Nord si sta guardando intorno alla ricerca di possibili alternative. Ma non basta.
La Lega intende legittimare il comitato “Rialzati Legnago” - guidato dal brancheriano Massimo Venturato – formalmente nato con lo spirito di riunificate il centrodestra ma, nella sostanza, cresciuto nel fine di creare qualche mal di pancia al Popolo della Libertà.
Infine il centrodestra. An, Fi e Popolari Liberali sono uniti e compatti. Ma accerchiati. E debbono sbrigarsi a scegliere un candidato sindaco.
Il PDL deve al più presto capire le reali intenzioni del Carroccio e formalizzare l’assetto della squadra. Altrimenti anche quest’anno il ballottaggio sarà una chimera.

REPUBBLICA DI SALO'. QUANTO E' INDIETRO LA SINISTRA!

Incredibile ma vero.
Dieci anni fa, alcuni campioni del centrosinistra sostenevano questo:
Oscar Luigi Scalfaro: «Dobbiamo ricordare tutti quelli che hanno pagato quell'alto prezzo. Anche quelli che si batterono per ideali che non condividiamo. Solo il leale rispetto della verità può essere la base di una vera pacificazione».Luciano Violante: "Bisogna sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per cui migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto si schierarono dalla parte di Salò e non di quella dei diritti e delle libertà.
Oggi, il povero Veltroni, che parrebbe anche un tipo intelligente, se ne inventa una per colore per condannare con forza le dichiarazioni di Alemanno «Per il sottoscritto comprendere la complessità storica del fenomeno totalitario in Italia e rendere omaggio a quanti si batterono e morirono su quel fronte in buona fede, non significa non condannare senza esitazione l'esito liberticida e antidemocratico di quel regime». e La Russa Farei un torto alla mia coscienza - ha detto La Russa - se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia».
La sinistra è come un gambero: cammina all'indietro, è rossa; infesta i fiumi!

martedì 9 settembre 2008

CRONACHE DI UN'ESTATE DA PROTAGONISTI

Gli organizzatori la definiscono «una goliardata », ma anche un modo «per mandare segnali di distensione». Domenica il campo di battaglia sarà il parco comunale di Legnago: da una parte venti “fascisti”, dall’altra altrettanti “comunisti”, divisi da magliette nere e rosse, che si faranno la guerra. A colpi di palloncini d’acqua. Una sorta di palla-prigioniera, con “prigionieri politici” veri e propri, divisi da un nastro e dalle rispettive idee. Ma uniti dalla voglia di divertirsi. «Vogliamo rompere quegli stereotipi - spiega Paolo Longhi, consigliere comunale di An - che creano catalogazioni tra i ragazzi e che purtroppo spesso sfociano in scontri assurdi. Vedi quello che è successo alla Sapienza. Si può fare politica senza arrivare allo scontro. Ho avuto questa idea insieme ad alcuni amici dei circoli Arci, dei Comunisti Italiani e della Lega. Siamo divisi dalla politica, ma uniti dall’amicizia. Così dovrebbe essere per tutti, sempre ».

L’ESTREMISTA DI CENTRO. L’arbitro sarà Edy Zamperlin, educatore. «Sarò l’estremista di centro, vestito con una maglietta con la faccia di Buttiglione. E la bandiera dell’Udc. Sono l’immortale e deciderò io, con una pistola d’acqua, le penitenze». La giornata si concluderà con un aperitivo “bipartisan”. «Sperando - conclude Longhi - che non arrivi qualche “mona” a rovinarci la giornata ». (Marco Bresolin)

venerdì partenza per Roma. Atreyu 2008

Venerdì mattina parto per Roma con l'amico Alberto Patergnani. Chi vuol partecipare me lo faccia sapere al più presto. Questo di seguito il programma. Bisognerebbe prenotare l'alloggio (Chi sta cercando alloggio nei giorni della Festa può rivolgersi allo 06/92014404. Ne approfittiamo per ricordare che il campeggio convenzionato è collegato alla Festa da un servizio navetta gratuito e continuato).



ore 17:00
Una festa a lungo attesa
Inaugurazione di Atreju ‘08
Saluti: Simone Pelosi, Cesare Giardina
Partecipano: Roberta Angelilli, Francesco Lollobrigida, Roberto Menia, Marco Scurria, Denis Verdini
Modera: Marco Perissa
ore 18:00
Ti chiamerò Futuro
Alla ricerca del difficile equilibrio tra flessibilità e precariato
Si confrontano: Maurizio Sacconi, Federica Guidi, Renata Polverini, Tiziano Treu
Modera: Federico Iadicicco
ore 19:30
Tempi moderni
La sfida italiana nell’era globale
10 domande a Giulio Tremonti
Modera: Alessandro Sansoni
ore 20.30
Premio Atreju 2008 a Clemente Russo
Partecipano: Franco Falcinelli, Claudio Barbaro, Riccardo Andriani
Presenta: Ulderico de Laurentis
ore 21:00
All In! Torneo di Texas Hold’em per beneficenza
Tra i partecipanti anche: Pupo, Fabio e Maurizio Caressa, Marco Mazzocchi, Gianluca Ansanelli e Katia Ricciarelli
ore 21.30
“Come se fosse”
Il cabaret di Pablo e Pedro
giovedì 11 settembre 2008
ore 11.00
I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
ore 13.00
La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
ore 15.00
Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
ore 17.00
Per chi suona il campanile
Mille Federalismi, Una sola Italia
Si confrontano: Gianni Alemanno, Flavio Tosi, Sergio Cofferati
Modera: Carlo Fidanza
ore 18:30
Il Cavaliere che fece l’impresa?
Idee, suggestioni e concretezza: quale politica per lasciare il segno
SILVIO BERLUSCONI a confronto con i giovani del Popolo della Libertà
Introduce: Giorgia Meloni
ore 20:00 Premio Atreju 08 a Jitka Frantova Pelikanova, moglie di Jiri Pelikan, direttore della tv cecoslovacca all’epoca della Primavera di Praga, perseguitato dai sovietici, esule in Italia
Partecipa: Andrea Ronchi
Presenta: Vittorio Pesato
ore 21:30
La Compagnia dell’Anello in concerto
ore 23.00
Lunatrash in “Eccezzziunali… veramente! Tour 2008”
venerdì 12 settembre 2008
ore 10:00
I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
ore 11:00
Assemblea rappresentanti CNSU
Modera: Andrea Volpi
ore 13.00
La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
ore 15.00
Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
ore 16.00
Premio Atreju 2008 al dott. Mario Melazzini
Presenta: Michele Barcaiuolo
ore 17:00
Piccolo Mondo Moderno
I nuovi bisogni tra progresso, qualità della vita e sicurezza sociale
Si confrontano: Fabio Rampelli, Angelo Bonelli, Folco Quilici, Carlo Ripa di Meana, Mario Tozzi
Modera: Francesco Fera
ore 18:30
Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulla storia d’Italia ma non avete mai osato chiedere
La scatola nera 10 domande a Francesco Cossiga
Modera: Antonio Tisci
ore 19:30
Salvate il soldato Rossi
Interesse nazionale e impegno umanitario nell’era post-ideologica
Si confrontano: Ignazio La Russa, Roberta Pinotti, Carlo Jean, Lucia Annunziata
Modera: Giovanni Donzelli
ore 21:30
Finley in concerto
sabato 13 settembre 2008
ore 10:30
Dove Nietzsche e Marx si davano la mano
Destra, sinistra, centro: la politica, i giovani e le istituzioni 40 anni dopo il ’68.
GIANFRANCO FINIa confronto con i rappresentanti dei principali movimenti politici giovanili
Partecipano: Giorgia Meloni, Paolo Grimoldi, Piersante Morandini, Francesco Pasquali, Pina Picierno, Fausto Raciti
ore 13.00
La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
ore 15.00
Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
ore 15:00
Io speriamo che me la cavo
Gli studenti a confronto con Maria Stella Gelmini sul futuro della scuola italiana
Interviene: Laura Marsilio
Modera: Michele Pigliucci
ore 17:00
C’era una volta in Italia
L’identità nazionale come risorsa culturale del centrodestra.
Si confrontano: Sandro Bondi, Ernesto Galli della Loggia, Gennaro Malgieri
Modera: Mauro La Mantia
ore 18.30
La strada
Valori, percorso e futuro della destra italiana
10 domande a Maurizio Gasparri
Modera: Francesco Grillo
ore 19:30
Và dove ti porta il merito
Analisi e proposte per una rivoluzione meritocratica
Si confrontano: Renato Brunetta, Roger Abravanel, Giovanni Floris, Enrico Letta, Paolo Corsini
Modera: Alberto Spampinato
ore 21:30
Edoardo Bennato in concerto
ore 23.30
Festa in piscina “Ballo senza sballo”
domenica 14 settembre 2008
ore 10.00
I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
ore 12.00
Conclusioni



Programma Hobbiville
giovedì 11 settembre 2008
ore 15.00
Spazio Tocqueville: Presentazione del libro “Note alternative” di Cristina Di Giorgi.
Partecipano: Gabriele Marconi, Flavio Nardi.
Modera: Anton Luca Romano
ore 16:00
Area dibattiti: Incontro sul tema “Il volontariato internazionale, una missione di pace.”
A cura del MODAVI Onlus.
Partecipa: dott. Giovanni Corbo resp esteri MODAVI
Modera: Arturo Governa
Spazio Tocqueville: Presentazione del libro “Le lance spezzate” di Salvatore Santangelo,
Partecipano: Aldo Di Lello, Marco Cochi, Luciano Arcella, Gabriele Natalizia.
Modera: Alessandro Amorese
venerdì 12 settembre 2008
ore 15.00
Spazio Tocqueville: Presentazione del libro “La fiaccola Tricolore” di Fabrizio Tatarella.
Partecipa Alessandro Campi.
Modera: Alberto Locatelli
Spazio ASI Ciao: Incontro dal titolo “Giovani autori a confronto”
Partecipano: Leonardo Petrillo, Giuliano Compagno, Francesco Antonelli.
Modera: Alberto Patergnani
sabato 13 settembre 2008
ore 15.00
Spazio Tocqueville: Incontro sui “Graphic Novel”, romanzi a fumetti. A cura della Casa editrice Tunue
Partecipano: Emanuele Di Giorgi, Roberto Genovesi, Cristiano Silvi, Luca Russo.
Modera: Ilias Tsilividis
ore 16:00
Stand Fare Verde: Incontro sul tema “Nuovi orizzonti energetici per l’Italia che amiamo”.
Partecipano: Massimo di Maio, Maurizio Pallante.
Modera: Massimo Fragola
Spazio ASI CIAO: Presentazione del libro: “La casa dei sette gatti” di Paolo Paron.
Partecipano: Francesco Quintiliani, Maria Scorza.
Modera: Thomas Tonucci
Laboratorio artistico: Incontro sul tema “L’evoluzione dell’arte nel rapporto con le giovani generazioni”.
Partecipano: Gino Agnese e Pasquale Ruju
Modera: Gianmario Mariniello

lunedì 8 settembre 2008

IL TORRIONE TRASFORMATO NEL CASTELLO DI DRACULA!

A Gardaland hanno tolto l'ormai datata attrazione del castello di Dracula. Poco male. La torre eburnea dell'Impalatore rumeno è stata ricostruita in perfetto stile transilvanico in quel di Legnago.
Mi riferisco alla costruzione più identitaria della città: il Torrione.
Finanziato il restauro anche con il danaro regionale nell'ambito degli interventi a tutela delle città murate, l'amministrazione non si è limitata a ripulire i muri e a rinsaldare i laterizi. No. Troppo semplice. Si è così pensato di prolungare in altezza il manufatto aggiungendo qualche mattoncino, di guisa da formare una sorta di merlatura assai strana.
La gente è incazzata. Ovviamente nessun giornale lo scrive. Ovviamente la sovraintendenza non è intervenuta a fermare quello che per quanto mi riguarda è uno scempio. Ma - ed è altrettanto ovvio - ora che sono tornato la protesta non tarderà a farsi sentire!

IL BLOG RIAPRE I BATTENTI

Dunque, dove eravamo rimasti?
Rubo la battuta al grande Enzo Tortora per farmi perdonare della lunga assenza.
Avevo chiuso bottega a fine giugno data l'incombenza dell'esame di Stato, superato nella mattinata di giovedì 4 settembre.
Nel riprendere i lavori devo ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicino; so che in questi due mesi la mia compagnia non dev'essere stata particolarmente piacevole (per quei pochi minuti alla settimana in cui assaporavo la libertà). Grazie di cuore!
Paolo