giovedì 26 novembre 2009

SMANTELLATI ALTRI TRE CAMPI ABUSIVI IN RIVA ALL'ADIGE

da L'Arena Giovedì 26 Novembre pagina 32

Nemmeno il tempo di abbatterle che le baracche abusive, costruite ed abitate da stranieri in riva all’Adige, sono rispuntate a poche decine di metri dall’alveo del fiume. Questa volta, addirittura in tre punti diversi della golena, trasformati con materiali di fortuna in altrettanti «campeggi della disperazione», sommersi dalla sporcizia e in condizioni igieniche disperate.
A poco più di un mese dall’operazione che li aveva portati a smantellare due accampamenti individuati a Porto, i vigili urbani di Legnago hanno scoperto e demolito un’altra tendopoli allestita in uno scenario di povertà e di estremo degrado. Sempre in località Ca’ Mula, in una zona impervia raggiungibile a fatica alle spalle dell’ex area Riello. E sempre in mezzo ad una fitta vegetazione dove i quattro agenti coordinati dal comandante Carlo Lodola si sono imbattuti in materassi lerci, cumuli di plastica, avanzi di cibo e quintali di altri rifiuti recepurati poi da tre operatori della Sive. I quali, di lì a qualche ora, hanno provveduto a bonificare anche gli altri due «camping» a filo d’acqua ricavati dagli immigrati in destra Adige: il primo nei pressi del ponte della ferrovia; l’altro all’altezza dell’ospedale. «Questo triplice sgombero», sottolinea il sindaco Roberto Rettondini, «rientra tra gli interventi programmati non solo per garantire il controllo costante del territorio e la sicurezza dei cittadini. Ma anche per tutelare questi poveri disgraziati, che nella golena rischiano la vita, specie d’inverno». S.N.

giovedì 19 novembre 2009

Un foro telematico in sala consiliare


CONFERENZA. Collegamento video che vale crediti per gli avvocati


da L'Arena Giovedì 19 Novembre 2009, pagina 33

La sala consiliare del municipio di Legnago diventerà, d’ora in avanti, una sorta di «foro telematico». Gli avvocati e i patrocinatori del capoluogo della Bassa potranno, infatti, acquisire crediti per la formazione continua dei legali senza spostarsi dalla città. E questo grazie al progetto sperimentale messo a punto dall’ordine degli avvocati scaligero, che domani dalle 15 alle 18 trasmetterà in videoconferenza a palazzo de’ Stefani un convegno organizzato, al centro congressi della Banca Popolare, dalla Fondazione veronese di studi giuridici e dalla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Verona. Argomenti del collegamento, che è stato promosso dal tesoriere dell’ordine Francesco Mafficini e che darà diritto a tre crediti, saranno «La responsabilità del professionista» e «I processi dichiarativi semplificati». «Si tratta di un importante test senza precedenti nella nostra provincia», spiega l’assessore Paolo Longhi, «che consentirà di saggiare un sistema volto a favorire l’adesione dei professionisti del territorio alle iniziative in programma». S.N.

domenica 15 novembre 2009

UNO SCUDO SUL TRIBUNALE CONTRO L'ASSEDIO DEI PICCIONI



da L'Arena, Domenica 15 Novembre 2009 PROVINCIA, pagina 42

LEGNAGO. Ultimo stratagemma per allontanare i colombi, che sporcano il palazzo di giustizia di piazza San Martino



Stefano Nicoli

una specie di «scudo spaziale», ma contro i colombi. Dopo decine di stratagemmi per allontanare i colombi dal tribunale, decisamente l’edificio della città più tartassato dal guano di questi uccelli, adesso arriva l’ultima soluzione. E si spera che sia quella buona. Uno speciale scudo anti-guano renderà, d’ora in avanti, la vita difficile ai piccioni che da anni bombardano il Palazzo di giustizia, creando non pochi rischi di natura igienico-sanitaria per i dipendenti. D’estate l’aria è addirittura irrespirabile per le deizioni degli uccelli che hanno eletto a loro rifugio preferito i cornicioni, i davanzali e soprattutto il cavedio vetrato situato all’interno dell’edificio. Inconvenienti di lunga data che il Comune, proprietario dell’ottocentesco edificio affacciato su piazzetta di San Martino, ha pensato ora di risolvere con un radicale intervento di bonifica affidato ad una ditta di Rovereto sulla Secchia (Modena). Gli specialisti, a fronte di una spesa di 2.800 euro, hanno provveduto ad installare nei giorni scorsi una speciale rete anti-intrusione in nylon a maglia quadrata di cinque metri per cinque, trattata con i raggi UV ed ancorata alla cornice di gronda tramite cavetti in acciaio, che dovrebbe allontanare definitivamente le frotte di piccioni stazionanti sul Palazzaccio.
«Dopo i risultati deludenti ottenuti con i tradizionali dissuasori posati in passato», spiega Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «con questo sistema innovativo contiamo di ridurre il continuo deturpamento dell’edificio, dovuto al consistente accumulo di guano, di piume e di scheletri di volatili. Permettendo così al personale, ai magistrati e ai cittadini di frequentare con tranquillità il tribunale e anche di affacciarsi sul cavedio senza alcun pericolo». Del guano dei piccioni del nostro palazzo di giustizia si era occupato persino il ministero della Giustizia che, a febbraio di quest’anno, aveva inviato un ispettore il quale aveva individuato come «una delle principali carenze» del palazzo, proprio la sporcizia provocata dai volatili. L’ispettore aveva equiparato, insomma, il problema del guano alle altre pecche, strutturali e di aerazione, disagio che poi è stato risolto con l’acquisto di climatizzatori portatili.
«Il prossimo passo», annuncia Longhi, «riguarderà la sistemazione del tetto, minato da infiltrazioni ed in condizioni sempre più critiche. Un intervento già inserito nel piano delle opere pubbliche». Nel frattempo l’amministrazione si sta confrontando con il presidente del tribunale scaligero Gianfranco Gilardi per risolvere, attraverso la stipula di una convenzione per la gestione dei posti auto, anche l’insufficienza dei parcheggi riservati per i dipendenti e per i magistrati.

sabato 7 novembre 2009

Cimitero di Vigo e Vangadizza: l'ampliamento nel progarmma triennale LLPP

LEGNAGO. Il cimitero di Vangadizza non ha più cellette ossario libere. Venti casse in attesa


Sabato 07 Novembre 2009 PROVINCIAL'Arena


Tempi duri per il caro estinto nel cimitero di Vangadizza. L’emergenza sepolture, che era stata risolta all’inizio dell’anno a Canove con la consegna dei nuovi loculi, ha investito ora il camposanto di destra Adige che serve anche la vicina frazione di Vigo per un totale di quasi 3.600 residenti: due volte quelli di Bonavigo.
Tant’è che, essendo esaurite le cellette ossario, una ventina di cassette zincate con i resti di altrettanti defunti dei due quartieri sono state collocate nei giorni scorsi in un locale, chiuso a chiave, a ridosso della chiesetta fintantochè non si troverà una sistemazione definitiva. E, se per le inumazioni ci sono ancora una cinquantina di posti nella nuda terra, per quanto concerne i loculi non va di certo meglio: quelli liberi si contano ormai sulle dita di una mano. A lanciare l’allarme sulla risicata disponibilità di «alloggi per l’eterno riposo» nella struttura di via Olmo ci ha pensato, con una serie di lettere spedite in municipio, il consigliere della Lega nord Lucio Martinelli sempre più calato nei panni di difensore civico della sua Vangadizza. «I cittadini di entrambe le frazioni», sottolinea l’esponente del Carroccio, «sono seriamente preoccupati per la situazione con cui devono fare i conti. Ecco perchè ho sollecitato l’amministrazione di cui faccio parte a farsi carico di questa esigenza pressante iniziando quanto prima i lavori di ampliamento». «La carenza effettivamente c’è e faremo il possibile», assicura Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «per placarla al più presto compatibilmente con le risorse disponibili. Non a caso abbiamo inserito il progetto tra le opere pubbliche programmate per il 2010 con una spesa di 1,4 milioni di euro in cui sono compresi anche interventi di manutenzione».Nel frattempo il sindaco Roberto Rettondini apre ai defunti di Vigo-Vangadizza i cancelli degli altri cimiteri cittadini: «Se nella frazione non c’è più spazio i morti saranno accolti provvisoriamente in altre strutture a partire dal capoluogo dove c’è ancora una discreta quantità di loculi». «L’importante», aggiunge, «è garantire ai nostri defunti una sepoltura dignitosa all’interno delle mura cittadine».

La caserma più insicura del Veneto diventa priorità per la Regione

LEGNAGO. Sopralluogo dell’assessore Massimo Giorgetti alla sede del comando dei Carabinieri



Martedì 03 Novembre 2009 L'Arena


Sarà la volta buona? Non è ancora detto, ma ci si riprova e con qualche speranza in più, come la destinazione di parte del fondo regionale destinato alle forze dell’ordine, secondo un programma ministeriale rinnovato di recente dal ministro Roberto Maroni. Stiamo parlando della nuova caserma del carabinieri di Legnago, progetto di cui si parlò già 25 anni fa e di cui si riparlò durante l’amministrazione Flangini e poi quella di Gandini, quando si decise la destinazione dell’area dell’ex zuccherificio. Fino ad ora, però, nulla di fatto. Allora ci si riprova, dicevamo, con in più la promessa dell’assessore regionale alla Sicurezza Massimo Giorgetti di segnalare come «priorità» il finanziamento per costruirla «perché non esiste in Veneto una situazione così grave». C’è da sperare che questa promessa vada a buon fine, perché la caserma del comando di via Verdi è strutturalmente inadeguata negli spazi, nella disposizione e nel numero degli uffici, ma è anche parzialmente inagibile - da un anno e mezzo i garage sono inutilizzabili e tenuti in piedi da puntelli - e ha seri problemi di sicurezza.
Oltre la Regione, anche il Comune dice di voler fare la sua parte per risolvere il problema: «Abbiamo inserito la costruzione della caserma nel piano opere pubbliche per i primi mesi del 2010», ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi presente al sopralluogo ieri, insieme al coordinatore del Pdl Roberto Groppello. Per fare la nuova sede - sempre area ex zuccherificio - servono 4 milioni e mezzo. Un milione dalla Regione e il resto da privati, alienazione dell’edificio di via Verdi e con fondi da reperire vendendo altri beni pubblici. All’incontro erano presenti, oltre che il capitano Francesco Provvidenza, anche il tenente colonnello Vincenzo Tallarico. D.A.