venerdì 27 febbraio 2009

La corsa dei magnifici sette? Per adesso i sicuri sono ancora tre (da L'Arena 27.02.09)

È un puzzle politico ancora incompleto, e che nelle prossime settimane potrebbe coinvolgere altri quattro «giocatori» accanto ai tre già ufficializzati, quello che a cento giorni dal rinnovo del consiglio si trovano di fronte i 21.626 elettori legnaghesi. All’appello mancano, infatti, ancora alcune tessere decisive, che rendono incerto il numero dei pretendenti alla successione di Silvio Gandini. E le incognite riguardano - oltre alla sinistra alternativa che cinque anni fa aveva schierato «legnago democratica» e che non ha ancora svelato i suoi progetti - soprattutto il centrodestra dove l’imminente assemblea costituente del Pdl ha impedito finora ad An, Forza Italia e Popolari liberali di calare le loro carte. Fatta eccezione per l’accordo siglato in solitaria dal coordinatore dei forzisti Claudio Persona con la Lega nord, che è stato però subito sconfessato dai vertici del Popolo della libertà.
In attesa di conoscere le mosse dei tre segretari del Pdl, incaricati martedì dal tavolo comunale del partito a trattare comunque con il Carroccio, per il momento ai nastri di partenza ci sono solo tre candidati sindaci ed una lista - quella di «Nuova Città», la civica tenuta a battesimo dall’accoppiata Massaron-Zanferrari - ancora senza timoniere ma ormai in procinto di sciogliere le riserve. Il primo a scendere in campo era stato, a settembre, il capogruppo della Lega Roberto Rettondini, che al suo terzo tentativo potrebbe avere questa volta le chance per approdare al ballottaggio. E quindi per contendere al fotofinish la fascia tricolore alla Rosa trainata dall’assessore Damiano Ambrosini, scelto dalla maggioranza per conquistare il terzo mandato con il sostegno di tre liste convergenti. Della partita sarà anche Dante Faccenda alla guida di Destra Veneta, che nel 2004 si era fermato a 298 voti. Ora si attende la decisione del Pdl, oltre a quella dell’Udc, che il commissario Giampietro Valentini annuncia però tra i protagonisti della sfida elettorale.S.N.

giovedì 26 febbraio 2009

Patto Formigoni-Galan: sì al nucleare (Corriere della Sera 26.02.09)

MILANO - Formigoni e Galan uniti anche sul nucleare. I governatori di Lombardia e Veneto ieri, dopo aver siglato un patto di collaborazione su Expo, logistica-trasporti e sviluppo sostenibile, si sono spesi per la causa del ritorno al nucleare. «Nessun pregiudizio, sono favorevole alla decisione del Governo, perché il nucleare libera il paese dalla dipendenza dal gas e dal petrolio», ha detto Roberto Formigoni. Sui siti dove collocare le centrali, «attendiamo le proposte ma intanto monitoriamo il nostro territorio».

Un dato farebbe pendere la bilancia verso il nucleare: Lombardia e Veneto sono le due regioni più «energivore» d'Italia. E Giancarlo Galan gli ha fatto eco: «Non abbiamo pregiudizi. Il nucleare è la sola via percorribile e sicura. Siamo disposti a parlarne. Senza ipocrisie». Un invito a nozze per gli ambientalisti che sfidano Formigoni ad un confronto pubblico. E a oltre mezzo secolo dalla 1˚ Conferenza di Ginevra (Atoms for Peace) che ufficializzò la nascita dell'energia nucleare da fissione per usi civili, l'atomo torna a dividere. «L'energia atomica non è conveniente né sicura e non è vero che non sia impattante, perché il ciclo di estrazione e produzione dell'uranio produce alte emissioni di gas serra», ribatte Carlo Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi. E Mario Agostinelli, del Prc, ironizza: «Se ci credono davvero, fuori i nomi dei siti prima delle elezioni».

E sono solo le prime schermaglie di una nuova guerra fredda, a 22 anni dal referendum che mise in pensione tra gli altri anche "Arturo", come venne ribattezzato dalla popolazione l'impianto di Caorso che si affaccia sul fiume Po. Un dato è certo: il fabbisogno di energia cresce del 2,5 per cento all'anno. E per ogni lombardo ogni anno vengono bruciate 2,68 tonnellate di petrolio. La Lombardia con il suo parco impiantistico (200 di produzione termoe-lettrica, 334 gli impianti idroelettrici) ha finora assicurato l'80 per cento del fabbisogno elettrico (70.512 GWh). C'è un deficit tra consumo e produzione del 26%. E il gap tra l'utilizzo di fonti rinnovabili e quello di materia prima importata (gas, petrolio) è comunque alto e ciò che si brucia per produrre energia butta nell'aria 76 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.

A dire che la Lombardia è «autosufficiente» fu la Regione stessa, lo scorso novembre, consegnando al ministro Scajola il parere negativo circa la realizzazione di una nuova centrale termoelettrica nel bresciano. Conferma l'assessore all'Energia, Massimo Buscemi. Che, però, aggiunge: «Doveva funzionare importando gas, aumentando la dipendenza da paesi terzi. Un insediamento nucleare è altra cosa, servirebbe il Paese intero. Ma è presto per parlare di siti». Il direttore del settore Energia della Provincia, Sergio Zabot, fa notare come «con il repowering delle centrali la Lombardia ha fatto grandi passi verso la riduzione del deficit energetico e la strada da percorrere è il risparmio energetico. Solo la raccolta del vetro e dell'alluminio di un anno in Italia ha portato ad un risparmio di energia pari a tre centrali da mille Megawatt».

Paola D'Amico
26 febbraio 2009

mercoledì 25 febbraio 2009

REGIONE, BANCHE E NOTAI, ALLEANZA CONTRO LA CRISI da L'Arena 21.02.09

Giorgia Cozzolino

Sottoscritto un protocollo d’intesa per erogare 25 milioni di contributi alle famiglie in difficoltà per la prima casa

Regione, banche e notai uniscono le forze per aiutare le famiglie in difficoltà. Ieri, nella sede del Genio civile, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra Regione Veneto, la commissione regionale Abi (Associazione banche italiane) e l’Ordine dei notai che permetterà di destinare i 25 milioni di euro messi a disposizione da palazzo Ferro Fini per le famiglie che fanno fatica a pagare le rate del mutuo o per quelle coppie che vogliono stipularne uno per comprare la prima casa.
La Regione infatti riaprirà a breve due bandi di concorso, il primo di 14 milioni di euro, per l’erogazione di contributi o agevolazioni hai cittadini che hanno contratto un mutuo d’acquisto dell’abitazione di residenza e, non riuscendo più a far fronte alla rata, sono in procinto di subire il pignoramento e l’escussione dell’abitazione; il secondo di 6 milioni di euro, stanziati nel 2008, e rimpolpato di altri 5 milioni di euro con l’ultima Finanziaria regionale, per accedere ai contributi sui mutui per l’acquisto e la costruzione della prima casa.
«Chi accede a questi procedimenti deve necessariamente avvalersi dei servizi bancari e notarili», spiega Giorgetti, «ecco perché quindi questo accordo che consente la creazione di una sinergia a vantaggio del cittadino in difficoltà».
Il denaro assegnato alle famiglie nella graduatoria sarà quindi consegnato dalla Regione alle banche (quasi cinquanta banche del territorio hanno aderito all’iniziativa) che li utilizzeranno per abbattere il debito residuo e rimodulare il piano di ammortamento rendendo così più sostenibile la rata mensile in relazione al reddito famigliare. «La durata dei mutui così rinegoziati potrà essere allungata fino ad ulteriori dieci anni e per le annualità residue le banche praticheranno un tasso fisso agevolato parametrato Irs», spiega Ferdinando Brandi, presidente della commissione regionale Abi Veneto, «le banche inoltre si impegnano a corrispondere direttamente al notaio gli oneri relativi alla stipula di eventuale mutuo aggiuntivo, aggiungendo tali oneri, senza ulteriori spese, al capitale da rimborsare. Tutto ciò senza applicare al rapporto di mutuo altri compensi o spese». Dal canto loro, precisa Ernesto Marciano, presidente del comitato interregionale dei Consigli notarili del Triveneto, «i notai diminuiranno il loro compenso del 50 per cento, che sarà corrisposto appunto dagli istituti di credito».
Massimo Giorgetti spiega: «Questo accordo dà concretezza all’impegno che la Regione ha assunto negli anni per agevolare i cittadini che si trovano momentaneamente in difficoltà o per aiutare famiglie e giovani coppie ad acquistare casa». E prosegue: «I due bandi si sono già chiusi e hanno presentato la domanda circa 4mila famiglie, ma ci siamo resi conto che è necessario riaprirli per dare più tempo alle persone di accedervi.
Per questo ora li riavvieremo dandone la massima diffusione in tutti gli enti pubblici e nelle banche che hanno aderito al protocollo». Secondo le stime dell’assessorato, ai richiedenti andrà in media un contributo di 20mila euro, vale a dire che almeno 1.250 famiglie troveranno un aiuto concreto.

giuntami via mail

Caro Paolo,
Premesso che è detestabile (e di matrice illuminista)il gergo integrazione
(io preferisco Identificazione) e tolleranza "si tollerano i selvaggi, gli
incivili"..che brutto termine razzista- Rousseniano (infatti nella mitica e
democratica epopea dei lumi vanno rintracciati i primi capisaldi del razzismo);
purtoppo si è fallito con l'integrazione. In Italia non esiste integrazione
tantomeno uno stato di Welfare e quando non ci si integra questi sono i
drammatici risultati. Il modello d'identificazione a cui faccio riferimento è
quello della mitica Felix Austria Asburgica, stato multietnico, davvero "inter-
europeo", dall'impeccabile amministrazione (ancora spesso rimpianta dagli ex-
sudditi), dalla giustizia rigorosa e che aveva mostrato, tra l'altro, uno
straordinario vigore culturale. Smembrata in nome di un astratto principio di
nazionalità che avrebbe dovuto assicurare felicità e pace e preparò invece
un'altra guerra ancora più feroce, oltre a guerre civili negli Stati "liberati
dall'oppressione asburgica". Sotto i colpi delle forze della "modernità" finiva
un laboratorio di quella possibile unità europea che oggi si cerca di
ricostruire.
Infatti Sino ad allora, nel cuore del Continente, continuava ad esistere una
realtà politico-culturale che in qualche modo testimoniava dell'unità perduta
(non a caso era considerata l'ultimo brandello del Sacro Romano Impero). Sotto
lo scettro di Francesco Giuseppe, imperatore d'Asburgo, convivevano decine di
milioni di uomini delle tre etnìe, delle tre culture principali nella storia
europea: germani, slavi, latini. A differenza di quanto sosteneva una
propaganda esterna massonica-liberista-giacobina-anticlericale, laicista, non
era affatto una convivenza imposta dalla forza. Lo mostrarono quattro anni di
guerra in cui le armate dell'Impero multinazionale combatterono vigorosamente,
sino all'ultimo, senza sfasciarsi per mancanza di coesione interna. Che quelle
armate si sarebbero ammutinate al primo urto in nome del principio nazionale
era l'illusione dell'Italia del 1915.
E' indubbio che proprio le forze "democratiche", "progressiste", mirarono a
distruggere sin dalle fondamenta l'Impero Austro-Ungarico.
Una prova dell'efficiente integrazione nella Felix Imperiale e Gagliardamente
Cattolica viene fornita dagli Ebrei, da sempre cacciati in quasi tutta Europa
mentre nella Felix trovarono un sicuro porto di arrivo. Franz Kafka, Joseph
Roth, Karl Popper, immigrati innamorati del loro Paese d'identificazione che
scrissero queste parole: «Vienna era davvero una città incredibile,
caratterizzata da una creatività ineguagliabile. Era una mistura feconda di
quasi tutte le culture europee: il regime favoriva la libera espressione e
l'incontro di queste diverse tradizioni. Inoltre, diversamente da altri luoghi
dove culture disparate convivono - poniamo la New York di oggi - nell'Austria
degli Asburgo non c'era violenza».
W L'AUSTRIA CATTOLICA ASBURGICA esempio di perfetta sinfonia tra popoli e
moderno stato di welfare ABBASSO QUESTI MODERNI E PROGRESSISTI LAICISTI STATI
"DEMOCRATICI" Con tanto di virgolette visto che di democratico non hanno un bel
niente!
Un saluto,

martedì 24 febbraio 2009

Longhi: modifichiamo l'ordinanza antiaccattoni (L'Arena 22.02.09 pag. 38)

Il Comune di Legnago inasprisce il tiro contro i mendicanti che chiedono l’elemosina nei parcheggi e agli incroci della città. Ieri mattina una pattuglia della polizia locale, impegnata in un’operazione anti-accattonaggio tra i banchi del mercato settimanale, ha sorpreso tre romeni senza fissa dimora ad importunare i passanti, «in maniera insistente e con modi discutibili», per convincerli ad aprire il portafogli. I vigili, prima di allontanarli, hanno provveduto perciò a sanzionare i tre giovani, rispettivamente di 26, 21 e 16 anni e tutti in possesso di documenti regolari, con una multa da 50 euro. Così prescrive l’ordinanza firmata lo scorso agosto dal sindaco Silvio Gandini «per contrastare un fenomeno che è in continuo aumento in città e di cui fanno le spese soprattutto gli anziani spesso intimiditi dai questuanti anche con offese e minacce».
«Ogni settimana», confermano dal comando dei vigili, «riceviamo diverse segnalazioni e proteste da parte di persone prese di mira dai mendicanti nei dintorni dell’ospedale e nei mercati di Legnago e Porto. Tant’è che si è reso necessario intensificare i controlli». Nel frattempo, il capogruppo di An paolo longhi ha protocollato una mozione, da discutere nel prossimo consiglio, dove invita il sindaco «a modificare l’ordinanza comprendendo tra i comportamenti sanzionabili anche quelli di coloro che turbano il libero utilizzo degli spazi pubblici o ne rendono difficoltoso l’accesso». S.N.

lunedì 23 febbraio 2009

LEGNAGO CAFONAL II Claudio, il vice sceriffo


Domani, all'alba, i vigili di Legnago andranno a smobilitare un accampamento rom abusivo sorto sulle rive dell'adige.
Purtroppo, per l'ennesima, volta dovranno farsi carico di difendere anche il Vice Sindaco Marconi che, per rafforzare la propria corsa elettorale, li accompagnerà sul luogo.
Inutile sostenere che la presenza serva per scopi sociali o ad altro; non si capirebbe - diversamente - il motivo per cui sia stata già prontamente informata la stampa dell' ultima impresa del vice sceriffo rosso.

venerdì 20 febbraio 2009

MI DIMETTO DAL TAVOLO LEGNAGHESE DEL PDL

Con la presente sono a rassegnare irrevocabilmente le mie dimissioni dal tavolo locale del Popolo della Libertà.

Com’è noto, gli accordi tra il coordinatore legnaghese di Forza Italia, Claudio Persona, e la sezione locale del Carroccio per l’appoggio alla candidatura a sindaco del leghista Rettondini – patti stretti all’oscuro degli alleati A.N. e Popolari Liberali – sono stati stigmatizzati duramente dai vertici provinciali e regionali del Popolo della Libertà.

D’altra parte, a condire il tutto, erano state intere settimane di silenzio: il coordinatore azzurro non aveva mai risposto alle telefonate degli alleati – intenzionati a condurre una politica unitaria - per poi accusarli pubblicamente di attendismo.

Nell’ultima riunione del PDL, tenutasi martedì 17 nella sede di Via Duomo, ci si aspettava, quantomeno, che il signor Persona volesse scusarsi per l’accaduto con gli altri convenuti del tavolo politico.

Lungi da ciò, Persona ha quasi preteso che gli alleati lo ringraziassero “per aver smosso le acque”, ha evidenziato di essere stato male interpretato dai giornalisti, ha negato di aver concluso un qualsivoglia accordo teso a legittimare la candidatura di Roberto Rettondini e ha ribadito di avere il telefono cellulare rotto.

Il tutto con il supporto dei consiglieri Loris Bisighin e Maurizio Raganà, nonché del tutor Gianluca Dall’Oglio, i quali – peraltro - hanno proposto di inserire il proprio segretario all’interno del coordinamento ristretto che sarà delegato a trattare con il Carroccio.

È da troppo tempo che assisto gratuitamente a questo spettacolino comico e grottesco. E non voglio approfittare di questo privilegio.

Pertanto, confidando in altrettanto fortunate repliche dell’esilarante tour forzista - atteso che nel PDL nessuno prende provvedimenti sanzionatori seri nei confronti di queste persone- lascio il mio posto in platea a qualche altro fortunato.

Ad ogni modo, in altre sedi, continuerò con trasparenza, lealtà e coraggio, a battermi per un centrodestra forte, unito e serio che può e deve vincere queste elezioni.

Il consigliere comunale
Avv. Paolo Longhi

giovedì 19 febbraio 2009

Su "Legnago Cafonal" ci scrive il Vice Sindaco



(immagine tratta dal sito del Comune di Legnago)

Caro Paolo,
Non intervengo mai nel Tuo blog ma stavolta mi permetto di esprimere la mia opinione.
Anzitutto mi fa piacere che Tu dia spazio ad una iniziativa che riguarda il sostegno al ruolo educativo dei Genitori. Anche se il tono è critico per ovvie ragioni di contrapposizione politica , è lo stesso importante che si parli di una argomento che a me sta particolarmente a cuore.
Essere genitori è sempre più difficile e questa mia iniziativa vuole portare un contributo per riaffermare il valore del Ruolo Edutativo dei Padri e delle Madri.
Anzi Vorrei lanciare un dibattito tra i lettori del Tuo Blog su questi Temi ed invitarli a partecipare alle serate della Scuola Genitori.
Ovviamente l'invito vale anche per Te che ancora genitore non sei ma ti auguro di diventarlo e di poter avere la possibilità di cimentarti nel difficile ma bellissimo ruolo di Padre.
Solo un osservazione sulle tue critiche . Nel ruolo di nonna avevo invitato Silvia Veggetti Finzi che ha appena scritto un libro su questo Tema ma purtroppo non poteva venire . Ho allora pensato ad una persona che potesse essere testimone ed allo stesso tempo sufficentemente nota per richiamare un poco di attenzione e quindi ho chiesto a Clara e ti diro un poco mi stava trattenendo la coincidenza con il periodo elettorale ma poi ho pensato che non essendo candidato Sindaco poteva andare. Riguardo poi alla presenza di mia moglie, per altro come quella di Clara assolutamente volontaria, non è la prima Volta , avendo ha già partecipato alla prima edizione. Ques'anno ho chiesto la sua disponibilità perchè aveva Trattato lo stesso Tema su invito del Comune di Roverchiara ( come è noto governato da un monocolore di rifondazione comunista) ed era stato un successo per l'assoluta attualità del Tema oltre che per la Competenza della Relatrice che come sai opera da molti anni nei servizi della Azienda ULSS 21 deve anche Tu stai facendo una bella esperienza con una borsa di Studio.
Infine per quanto mi riguarda sono ben altri i temi oggetto di dibattito e propaganda politica..Essere Genitori è una faccenda Umana e non Politica.
Cordialemente Claudio Marconi


Caro Claudio,
come sai sul mio blog sei il benvenuto.
E ti ringrazio per aver espresso la tua opinione.
Sono d'accordo con la Tua nota finale: sono ben altri temi oggetto di propaganda politica. Proprio per questo, con la simpatia e la trasparenza che contraddistingue il nostro rapporto, Ti invito a riflettere: ma quante nonne esistono a Legnago?

GRATIS SU INTERNET L'OPERA DI DALLA VALLE

L'ultima fatica di Giovanni Dalla Valle, vedi sotto, è - almeno per ora - accessibile gratuitamente al seguente indirizzo:
l'ultimo favore: informa i lettori del tuo blog che il testo e' accessibile gratuitamente (almeno per adesso) alla pagina:

http://condedepremioreal.homestead.com/DallaValle.html

"Il profitto può attendere - ci fa sapere l'autore - ciò che conta ora e' che i Cristiani si risvegliono e ritrovino il coraggio e la forza".

mercoledì 18 febbraio 2009

LA CROCE DEL RUBINO




Pubblicato anche in Italia il nuovo romanzo di Giovanni Dalla Valle.

La Croce del Rubino è un romanzo storico ambientato nella Spagna dell’VIII secolo, agli inizi dell’invasione islamica.

La storia è quella di un padre e un figlio , il primo pagano, il secondo cristiano, coinvolti loro malgrado nelle vicende che seguirono lo sbarco del generale berbero Tariq presso l’odierna Gibilterra nel 711 D.C. e la sconfitta dell’esercito di Roderico, ultimo re dei Visigoti, sulle rive del Guadalete.

Il tema centrale è quello della prima resistenza cristiana che negli anni successivi si formò tra le montagne delle Asturie sotto il comando del nobile Pelayo e che portò alla leggendaria battaglia di Covadonga.

Le ispirazioni secondarie vengono dagli scontri di mentalità e costumi fra i vari personaggi di una societa’ alquanto confusa, dove gli elementi pagani non sono ancora scomparsi del tutto, il cristianesimo si consolida tra incessanti diatribe teologiche e l’islamismo scalpita alle porte.

Sullo sfondo c’è l’eterna lotta tra il Bene e il Male, qui incarnata dai dodici apostoli e da dodici demoni che si scontrano per dodici volte fino ai giorni nostri.

Ciascuno dei dodici eventi è contrassegnato da una croce e da una gemma. Se i demoni troveranno le croci, riusciranno a deviare il corso della storia in favore del Male. San Giacomo ( chi altri se non Santiago per la Spagna?) guida gli apostoli per il Terzo Evento, quello della Croce del Rubino, che verte, appunto, sul mito di Covadonga.

La saga intera consisterà dunque di una serie di almeno dieci libri ( due eventi, la conversione di Costantino e la sconfitta di Attila, sono già accaduti) e si concluderà con l’ultima croce (al momento segreta), nel XXI secolo. Il prossimo della serie sara’ la Croce dello Smeraldo che inizierà nell’Islanda del IX secolo e trattera’ di Franchi e Vichinghi e della salvezza della Parigi cristiana, assediata nell’887.

Per la Croce del Rubino, Giovanni Dalla-Valle ha pazientemente studiato circa sessanta testi di storia e saggi specifici, centinaia di websites , riviste specializzate, mappe e atlanti storici. L’autore ha visitato di persona le biblioteche di Toledo , Madrid e Llanes ( Asturie) e ha letto e riletto sia codici cristiani che fonti islamiche. Il libro è finzione, naturalmente, ma sarà corredato di un glossario e di alcune appendici sulle cronologie della storia visigota e della monarchia asturiana, nonche’ sulle controversie attorno alla fine di re Roderico e alle vicende di Covadonga, di per sè veri e propri romanzi a parte.

A causa della collocazione del periodo, la linguistica è stata un punto do controversie. Alla fine , dopo suggerimenti di professori e ricercatori dell’Università di Oviedo e Madrid, l’autore ha optato per la modernizzazione della toponomia e dell’antroponomia, come secondo convenzione castigliana, ma ha deliberatamente tenuto alcuni nomi in latino e ha scelto forme arcaiche come, per esempio, Petro ( da Petrus) anzichè Pedro, immaginando bene che il latino fosse ancora lingua vivissima a quel tempo. Mappe tratte da atlanti storici aiuteranno l’orientamento.

Come afferma l’autore stesso: “Lo scopo di quest’opera è veramente quello di appassionare qualsiasi lettore ami il romanzo storico e, ancor di piu’, quelli di formazione cattolica , con lo specifico intento di promuovere, attraverso l’elaborazione narrativa degli eventi più cruciali della storia della nostra Chiesa, un’azione educativa che possa controbattere il crescente numero di pubblicazioni anti-cattoliche e riportare in primo piano l’identità di dottrina e le origini della nostra splendida e ineguagliabile fede”.

ANSA. VELTRONI SI E' DIMESSO


ROMA - La "nuova stagione" di Walter Veltroni, cominciata 20 mesi al Lingotto di Torino, si infrange davanti al tonfo delle elezioni sarde e stritolata da mesi di tensioni, smarcamenti e polemiche più o meno sotterranee. Spiazzando tutti i big del partito, il primo segretario del Pd si dimette ed esce di scena. "Mi assumo le responsabilità mie e non, per molti il problema sono io, mi dimetto per salvare il progetto", annuncia di primo mattino Veltroni; e poi conferma più tardi nonostante l'insistenza di tutti, critici e sfidanti inclusi, affinché resti almeno fino alle europee. Il Pd esce terremotato dal voto sardo e apre ora una fase al buio, che con molta probabilità porterà l'assemblea nazionale ad eleggere Dario Franceschini segretario di transizione fino al congresso che difficilmente, viste le difficoltà del tesseramento, potrà essere anticipato a subito dopo le europee rispetto ad ottobre. Per allora si faranno i giochi veri per ridisegnare i nuovi equilibri del partito ed il nuovo leader visto che tutti danno per certo che Pier Luigi Bersani non resterà l'unico candidato a correre per la leadership.

A questi giochi Veltroni non parteciperà perché, avrebbe spiegato oggi motivando le sue dimissioni, "non ho intenzione di fare il capobastone", ovvero incarnare quello contro cui ha combattuto per mesi nel nome del rinnovamento. Veltroni avrebbe deciso da solo le dimissioni, ignorando le proposte, avanzate dal fedelissimo Giorgio Tonini, di andare alla 'conta' del congresso anticipato per sfidare gli avversari. Ma anche il pressing, arrivato pure da Bersani, per ritirare le dimissioni e cercare di risollevare in modo unitario le sorti del Pd in vista delle europee, rispettando il timing congressuale già previsto. "Basta farsi del male, io ho le mie responsabilità, ma non ho intenzione di andare avanti per fare logorare me e soprattutto la possibilità del Pd di esistere", ha tirato dritto il leader, che dopo aver riflettuto sulle osservazioni del coordinamento e su varie ipotesi di mediazione, é tornato alla riunione, ha confermato la decisione e poi ha lasciato la stanza. Un discorso nobile, descrivono i presenti, ma molto determinato nel quale Veltroni ha ricordato la "via crucis" e i "bastoni tra le ruote" messi in questi mesi lungo la sua strada. E mentre l'ormai ex segretario era nella sua stanza a ricevere telefonate, tra le quali anche quella del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il gotha del partito è rimasto un po' spaesato a valutare scenari futuri, resi ancora più confusi dalle difficoltà del tesseramento, del radicamento sul territorio e di regole statutarie pensate per una stagione all'insegna di un partito nuovo.

La strada più probabile, anche se c'é chi come Goffredo Bettini spinge per il congresso subito, è che ora il testimone passi al vicesegretario Dario Franceschini per gestire un passaggio che comprende le elezioni di giugno, il tesseramento del partito e la fase congressuale probabilmente fino ad ottobre. Una gestione che, almeno fino alle europee, non potrà che essere collegiale per cercare di non distruggere del tutto un partito già in crisi. Oggi Bettini ha proposto una "moratoria" delle candidature alla segreteria almeno fino a giugno, ma in molti ritengono difficile che non si apra una lunga fase congressuale, fatta di riunioni di correnti e discese in campo "con il rischio - denuncia un dirigente - di polverizzare del tutto un consenso già ai minimi". Allora Veltroni sarà uscito di scena, dopo aver spiegato, domani, le ragioni del suo addio.

martedì 17 febbraio 2009

LEGNAGO CAFONAL


Apre oggi questa rubrica che vuole sottolineare tutta la voracità elettoralistica del centrosinistra legnaghese.
I nostri avversari sembrano infatti avere imposto ai legnaghesi – con il placet della stampa - un primo comandamento del tipo: non avere altri punti di riferimento al di fuori di noi.
Ed ecco allora comparire sul quotidiano locale una notizia legata alla riapertura di un ciclo di otto incontri formativi per i genitori della città del Salieri.
A presentare l’iniziativa è il buon Claudio marconi, assessore alle Politiche Sociali e beniamino de L’Arena.

Ma ecco gli ospiti: “Si proseguirà quindi il martedì successivo con un incontro incentrato da Luigina Zappon, psicoterapeuta dell’Ulss 21, su «Internet e telefonini, rischi ed opportunità dei nuovi media»”.

Luigina è la moglie di Claudio Marconi.

Ma, dulcis in fundo, “La rassegna si chiuderà il 6 aprile con una serata intitolata «Da genitore a nonno»: il caposervizio dell’Arena Bruno Fabris intervisterà l’assessore alla Cultura Clara Scapin nell’insolita veste di nonna”.

Peccato non intervenga anche Ambrosini nell’insolita veste di essere umano.

LEGNAGO CERCA UN PRINCIPE PER LIBERARLA... DAL SOLITO GRUPPO DI LESTOFANTI!


Ricevo e volentieri pubblico una mail giuntami da Londra. E' dell'amico Giovanni Dalla Valle stimato professionista, emigrato all'estero, amante della storia e del futurismo e come tale autore di alcune opere letterarie.
E' salito alla ribalta della cronaca, durante le ultime elezioni, scrivendo un editoriale molto critico sul PDL, pubblicato da Libero e dal blog di Beppe Grillo.




Carissimo Paolo,
Ecco dunque il mio editoriale. Cominciamo con un titolo alla Macchiavelli: cercasi un principe per un regno in balia dei soliti lestofanti.
Quando nel 2002 assieme a te corrispondevo per il foglietto commerciale Il Nuovo Giornale, diretto da Giuliano Lunardi, mi accorsi che Legnago aveva gia’ immense potenzialita’ per divenire una vera e propria citta’.
Un’ospedale avanzato ed efficiente, una rete di ottime scuole, negozi da fare invidia a Verona, imprese conosciute all’estero (persino nomi nell’associazione industriale nazionale), un settore bancario potente, una magistratura sana , un corpo di polizia e guardia di finanza capillare, circoli artistici effervescenti, un bel teatro ( di fama nazionale), una comunita’ cattolica talmente pura e devota da dare addirittura un vescovo a Vittorio Veneto e poi a Verona ( il mio amico Don Zenti).
Ricordo quindi che nelle mie consuete ricerche d’informazioni per prepararmi meglio alle interviste con i vari imprenditori e politici locali, scoprivo che la provincia di Verona rappresentava il 25% dell’intera produzione veneta ( dati che ottenni dalla camera di commercio e da pubblicazioni di Telenuovo Veronese).
Pero’ gran parte era dovuta all’apporto di Verona e citta’ limitrofe. La Bassa e Legnago, sua tradizionale capitale, contribuivano solo per il 5%.
E allora mi chiedevo. Come mai, con tanto ben di Dio, Legnago non riusciva mai a volare, mai a farsi luce da sola, mai a essere il faro che meritava di essere?
La risposta la trovavo sistematicamente parlando con i locali rappresentanti politici, a volte nei loro studi, a volte nei bar, a volte semplicemente per strada.
Erano quelle creature totalmente estranee all’anima piu’ effervescente di Legnago. Personaggi da bar Sport, con curricula impresentabili, spesso senza titoli formali, ignoranti come somari da maestrina con la penna rossa, a volte persino paranoidi ( affetti da manie di persecuzione) come spesso capita a chi si trova a fare con cose piu’ grandi di lui. A peggiorare l’interazione umana, era la totale mancanza di doti di comunicazione. No, non mi aspettevo che parlassero cinque lingue come me, ne’ un minimo di Inglese . Nel migliore dei casi, parlavano il dialetto locale, un veneto musicalmente molto brutto, dalla sintassi sgraziata e i suoni molto volgari, conditi con bestemmie di vario tipo.
Mi dici tu come si poteva abbinare quelle povere creature ungulate ai progetti di chi , in silenzio, lavorava per una civilta’ piu’ ricca e rappresentata anche di fuori dei limiti delle frazioni di San Vito o Vangadizza?
Ecco dunque l’illuminazione che ebbi sulla mia via di Damasco. Ma al contrario del buon San Paolo o del futuro emulo Cartesio, la luce mi porto’ a capire che c’era ben poco da sperare in un paese dove gente molto brava e laboriosa era costretta a rimanere succube di quattro cafoni con le pezze al culo. Piu’ che un cogito ergo sum, si trattava di un coitus interruptus, ergo una mezza-sega! Perche’ quello erano le creature che conobbi: mezze seghe.
E allora capii qual’e’ il problema di Legnago. Ha sufficienti ossa per stare in piedi da sola, muscoli per andare avanti e mille cuori pulsanti. Pero’ gli manca un cervello, ossia un coordinator, un “principe” capace di far tesoro di tutte quelle potenzialita’, e , tramite un rigoroso gioco di squadra ( e di punizione contro gli individualisti), farsi carico di una bandiera e urlare al mondo un orgoglio che fosse di tutta una citta’ , non solo dei suoi vassalli.
Legnago putroppo non vede tale principe da troppi anni. Perche’? Bene, tanto per cominciare Legnago e’ tuttora traumatizzata nell’inconscio storico collettivo da un doppio stupro.
Il primo stupro lo soffri’ con la distruzione delle mura del castello veneziano che le tolsero l’identita’ di fortezza sull’Adige e la lasciarono in balia ai signori (latifondisti) di campagna che mai ebbero a cuore gli interessi dei suoi cittadini. La civilta’ contadina, orrida fonte di bestemmie e incestuose pratiche mentali (talora anche fisiche), ebbe presto man forte nel violentare un borgo che era noto per i suoi progressi commerciali ed artistici ( basti pensare alla Scuola di Musica, al primo Ginnasio, all’antica prefettura).
Il secondo stupro avvenne nel 1944-45, sotto i bombardamenti americani che disintegrarono in pochi giorni un gioiello architettonico come lo era Legnago ai primi del Novecento ( palazzi rinascimentali e neoclassici , case a schiera ottecentesche, ville liberty). Certo i piu’ vecchi si ricorderanno di quanto bella fosse Legnago prima della Guerra.
Gli anni cinquanta furono la fucina politica e culturale della Legnago di adesso. Un magna-magna caotico di contadini-arricchiti che investirono in edilizia e urbanistica, portando voti alla DC e poi anche ai partiti collaterali.
In sostanza, gente delle campagne, che poco aveva a che fare con gli antichi cittadini di Legnago.
E arrivarono cosi’ i primi clans, dorotei, morotei, poi craxiani e infine berlusconiani.
Ma nessuno che avesse davvero a cuore la risurrezione di una citta’, un tempo luminosa , nella sua dimensione mercantile, artistica e religiosa.
Gente che a stento parla un italiano corretto ma che maneggia oggi milioni di euro: palazzinari, faccendieri, massari, commendatori e cosi’ via.
Tutti a fare affari e tirar su clientele per la propria panza.
Non certamente per Legnago.
E quei feudi esistono ancora, purtroppo. E lo sai benissimo.
Ora dunque la domanda: chi dovrebbe essere il nuovo principe?
Io credo dovrebbe essere innanzitutto molto giovane, per evitare di essere incatenato dai ricatti della gerontocrazia vigente a Legnago. E certamente dovrebbe cirondarsi di giovani.
Dovrebbe aver rispetto per la comunita’ Cristiana locale, che e’ molto bella ma ha ancora pochissima voce, nonostante gli eccellenti risultati a livello pastorale.
Poi dovrebbe essere preparato giuridicamente, allo scopo di far piazza pulita, anche tramite arresto, di tutti i faccendieri che ancora circolano nella politica di quel povero paese.
Poi dovrebbe essere laureato e sensibile alle avanguardie scientifiche ed artistiche che stanno scalpitando alle porte di quella comunita’.
Poi dovrebbe capire di economia e saper parlare agli imprenditori locali e spronarli a imparare l’inglese e a intensificare il loro livello di globalizzazione, che richiede regole chiare e doti di comunicazione eccellenti.
Poi dovrebbe ripulire il paese dalla tolleranza idiota verso immigrazioni violente e anti-cristiane, che tanto in tutto il mondo ormai s’e’ capito che un’integrazione basata sull’annichilamento dei valori locali a favore di latitudini religiose e culturali distanti anni luce e’ solo un’ulteriore forma di stupro culturale, psicologico e morale , non e’ affatto un’arricchimento e non ha nulla a che fare con la tolleranza di Gesu’ o di Voltaire.
Poi dovrebbe essere pronto a chiudere senza scrupoli magna-magna come la casa di riposo o la fondazione Fioroni, nate con scope nobili e finite ad essere circoli per raccomandati.
Dovrebbe essere paladino degli anziani bisognosi , dei genitori single, degli studenti che arrivano in citta’ dai paesi limitrofi, degli operai e lavoratori delle tante imprese di Legnago.
Dovrebbe essere fedele alleato dei magistrati e della polizia locale e feroce persecutore dei criminali che ogni giorno infangano quell territorio. Dovrebbe cacciare come indesiderati tutti gli spacciatori di droga, far pulizia della prostituzione in strada, ma anche mazziare senza pieta’ gli evasori fiscali e i tangentari.
Dovrebbe promuovere piani d’incentivazione di energie alternative, come il solare, l’eolico , il voltaico ecc, e anche il riciclaggio organizzato.
Legnago e’ in pianura ed e’ circondata di verde e di acqua : gia’ questo la rende un laboratorio prezioso per i progetti ecologici.
Dovrebbe perseguitare senza pieta’ nepotismi, familismi e clientelismi .
Dovrebbe parlare un italiano corretto e senza accento, perche’ la forma conta, eccome! Alla fin fine siamo quello che “diciamo” e se uno mi parla come un somaro, i miei voti non li avra’ mai.
Oggettivamente la sinistra ha fatto molto per Legnago in alcuni dei punti suddetti. Purtroppo anch’essa e’ priva di una testa, di un cervello, di un principe che le faccia luce e vi faccia luce.
Il buon Gandini ha ottenuto risultati strabilianti solo facendosi portavoce di altre teste, ma nemmeno lui e’ riuscito a rappresentare l’idea di un leader che coalizza, unisce e fa crescere tutti.
Il suo feudo e’ altrattanto fragile e frammentato come lo sono i feudi di centro e di destra.
Ora tocca a te, Paolo. Datti da fare.
Io non amo Legnago, non l’ho mai amata. Ma la rispetto e so che merita di meglio dell’attuale classe politica e dei suoi piccoli feudatari da strapazzo.
Pensa a quello che pensano i legnaghesi che lavorano in silenzio e non hanno tempo per andare in piazza a parlare di sciocchezze e speculazioni.
Pensa al popolo che lavora sul serio.
Quello e’ il segreto per arrivare al successo elettorale. Che e’ solo il primo passo. Poi devi rimanerci in contatto con quel popolo silenzioso , capirne l’umore e i dissensi, ma alla fine renderlo piu’ libero, sicuro e ottimista.
Quello lo sa fare solo un bravo principe.
Buona fortuna e che il Cielo ti protegga!
il tuo vecchio compagno d’armi: Aramis.

Novità


Da oggi non sarà più possibile trincerarsi dietro l'anonimato.

Nel pomeriggio sarà pubblicato un interessante editoriale dell'amico Giovanni Dalla Valle.

domenica 15 febbraio 2009


Lettera aperta a Claudio Persona

Caro Claudio,
ho letto che avresti in buona fede stretto un’alleanza con la lega Nord.
Affermi al giornalista, che ti chiede lumi in ordine al tuo operato dopo la sconfessione da parte dei vertici del PDL, che avresti agito “per il bene di Legnago e (…) su pressione dei nostri elettori ormai sfiduciati da un tira e molla interno che aveva bisogno di una sferzata”.
Su una cosa hai ragione. È vero che i nostri elettori ci chiedono unità. Ma è forse negandosi al telefono – come hai fatto tu – e prendendo accordi separati e invalidi – come hai fatto tu - che si ottiene l’unificazione del centrodestra?
Ho taciuto quando uno dei tuoi pretoriani avvertì L’Arena dei malumori tra la Tua componente azzurra e le altre anime del PDL; ho sempre pensato che i panni sporchi debbano lavarsi in casa. Come del resto ha fatto il centrosinistra legnaghese. Perché – come sanno gli addetti ai lavori (ma su di loro guai a scriver male) – anche la scelta del loro candidato è stata tutt’altro che facile.
Lo sai che ho taciuto, quando su un verbale del Tuo gruppo politico ho trovato scritto: “Longhi e Giorgetti fanno leva (sic) contro la nascita del PDL” (FALSO); sai bene che il motivo per cui vi avevamo chiesto una riflessione (e non avevamo affatto rotto il tavolo) non era la scelta del candidato Sindaco, ma la scelta della sede e la costituzione di un gruppo di lavoro unico del PDL, scelte che tu e i tuoi fedelissimi (e non tutta Forza Italia) continuavate a rimandare.
E ancora sai bene che, malgrado tutto, da parte mia c’è sempre stata la massima collaborazione nelle iniziative pubbliche fatte come gruppi consiliari di An e FI.
Questo il Tuo ringraziamento: non hai perso occasione per raccontare le cose ai giornali secondo un Tuo personale senso della verità.
Ora non accetto di fare la figura di quello che fa l’attendista o che blocca la corsa del PDL.
La gente deve sapere, caro Claudio, della responsabilità che avete avuto Tu e la Tua componente nel tirare il freno a mano del PDL.
Alleanza Nazionale non deve pagare per essere stata ai patti, per non aver ceduto alle lusinghe di altri movimenti politici pur di trovare un accordo unitario con tutto il PDL, per aver cercato, alla luce del sole, di darsi da fare nel segno del nuovo partito e soprattutto dell'onestà.
Spero che gli amici di Forza Italia Filippini e Castagna riescano a far capire a tutto il coordinamento azzurro le gravi responsabilità che hai avuto sino ad oggi nella guida del partito.
Se non farai un passo indietro riconoscendo i Tuoi gravi errori non vinceremo mai.

Il Pdl stoppa l’accordo con il Carroccio. (Da L'Arena 15.02.09)

VERSO LE ELEZIONI. I vertici scaligeri di An e Forza Italia sconfessano l’intesa elettorale siglata con la Lega nord dal coordinatore cittadino di FI Claudio Persona


Nel direttivo degli azzurri fissato per giovedì Filippini e Castagna chiederanno le dimissioni del segretario


Nemmeno il tempo di annunciarlo che è già diventato carta straccia l’accordo elettorale siglato dalla segreteria cittadina di Forza Italia con la Lega nord in vista delle amministrative di giugno. A quanto pare Claudio Persona - riconfermato nel 2007 alla guida dei forzisti legnaghesi - ha ufficializzato il sostegno del suo partito alla candidatura a sindaco del leghista Roberto Rettondini senza fare i conti con l’oste. Ovvero gli stati maggiori del costituendo Popolo della liberta che - in occasione del vertice convocato venerdì a Padova dal coordinatore regionale di An Alberto Giorgetti e da quello di Forza Italia Niccolò Ghedini per esaminare il quadro politico veronese a quattro mesi dal voto - ha messo sul tavolo anche il «caso legnago». Arrivando a sconfessare nel corso della riunione - dov’erano presenti il presidente provinciale di An Massimo Giorgetti ed i rappresentanti scaligeri di FI Enrico Pianetta, Raffaele Bazzoni, Tiziano Zigiotto e Giancarlo Conta - l’intesa con il Carroccio stretta dal coordinatore locale all’insaputa degli alleati.
Tant’è che, in comunicato stampa congiunto hanno «stigmatizzato e considerato estranea al Popolo della libertà ogni iniziativa volta ad ostacolare il percorso di costituzione di una lista del Pdl, che presenti una propria proposta programmatica e politica autonoma per il governo di legnago». «Solo successivamente», prosegue la nota, «si potrà aprire il confronto con i leghisti e valutare, in un quadro unitario e complessivo, le possibilità di convergenza sui candidati e i programmi presentati a livello locale da Pdl e Lega». La frenata uscita dal tavolo padovano non ha mancato di scatenare reazioni in città.
E se il segretario del Carroccio Maurizio De Lorenzi non ha nulla da rimproverarsi «avendo siglato un patto d’intenti, avulso da qualsiasi spartizione di poltrone, con il referente ufficiale dei forzisti condividendo la necessità di stringere i tempi per non riconsegnare la città al centrosinistra», in casa degli azzurri soffia aria di tempesta. «Persona ha agito di sua spontanea iniziativa e senza l’avvallo dei vertici del Pdl: perciò nella riunione convocata giovedì a Porto chiederemo le sue dimissioni e quelle del capogruppo consiliare Loris Bisighin», hanno annunciato ieri Lorianna Filippini, componente del direttivo di FI, ed il consigliere comunale Paolo Castagna.
Dal canto suo il coordinatore finito nella polvere per aver bruciato le tappe non è pentito delle sue mosse. «Ho agito in buona fede per il bene di legnago e l’ho fatto su pressione dei nostri elettori ormai sfiduciati da un tira e molla interno che aveva bisogno di una sferzata», confida Persona. «È ora di smetterla», aggiunge, «con le imposizioni dall’alto altrimenti faremo la fine del 2004. Quindi, se entro una settimana il Pdl non si deciderà ci saranno delle sorprese». S.N

venerdì 13 febbraio 2009

La Lega fa gli accordi con la civica PERSONAlista. Martedì il direttivo PDL.


(Foto L'Arena)

Oggi appare su L’Arena un pezzo che racconta del patto tra il Carroccio ed il coordinatore di Forza Italia, signor Claudio Persona.
Non ci risulta che il signor Persona abbia titolo per trattare utilizzando il simbolo di Forza Italia.
Diversamente ci pare di poter affermare con una certa sicurezza che, per quanto riguarda il centrodestra, il Popolo della Libertà è l’unica entità politica di respiro nazionale che potrà schierare il proprio simbolo nell’imminente agone elettorale legnaghese.
Dispiace molto, dunque, perdere un elemento come il signor Persona. Tutta colpa del suo telefono: ultimamente rifiutava le chiamate dei colleghi del PDL, funzionava solo per ricevere ed effettuare telefonate leghiste.
Preferiva i numeri verdi. Sono gratuiti.

giovedì 12 febbraio 2009

DOMENICA LA VERBENA INAUGURA GLI "INCONTRI SULL'ERBA"


Domenica 15 Febbraio 2009 – ore 16:00 (Sala Civica B – Palazzo di Vetro a Legnago)
M.Grazia Gambuzzi, educatrice e guida ambientale, parlerà con noi su come osservare l’ambiente circostante prima di impiantare un orto o un giardino.
Moderatore: avv. Paolo Longhi

Domenica 1 Marzo 2009 – ore 16:00 (Sala Civica B – Palazzo di Vetro a Legnago)
M.Grazia Gambuzzi, educatrice e guida ambientale, affronterà il tema “il giardino e l’orto secondo natura: piante e animali, insieme per ricreare un habitat naturale e in equilibrio”.
Moderatore: avv. Paolo Longhi

Sabato 28 Marzo 2009 - PriVERBENA: la giornata ecologica della pulizia di primavera!
Cerchiamo volontari per pulire una parte di Bussé vicino a Torretta (VR); se vuoi unirti a noi, ti aspettiamo il 28/03 alle 8:30 sul piazzale davanti alla Chiesa di Torretta

mercoledì 11 febbraio 2009

10 FEBBRAIO: GIORNO DEL RICORDO



Ricordiamo le vittime dell'odio comunista anti italiano, i morti nelle foibe e gli esuli istriano giuliano dalmati


La Russa applaudito alla Direzione nazionale di An: "Orgoglioso della legge"


"Questa giornata serve per ricordare e lavorare sulla memoria condivisa, per infrangere le barriere del negazionismo che esistono ancora sulla vicenda delle foibe". E' quanto ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno al termine della cerimonia della deposizione della corona di fiori sull'Altare della Patria, in occasione della Giornata del ricordo per le foibe.
"Ci sono ancora molti testi scolastici che non parlano di questa tragedia -ha proseguito Alemanno- C'è una ricostruzione storica che ancora salta il dramma di tutti gli esuli. Noi dobbiamo invece ricordare questo dramma perche' fa parte della nostra storia nazionale e della storia d'Europa". "Serve grande attenzione e grande rispetto -ha proseguito Alemanno- per fare in modo che questi esuli vengano aiutati a superare il dramma anche dal punto di vista degli affetti, dal punto di vista economico e sociale. Il dramma delle foibe - ha proseguito il sindaco di Roma - non fa ancora parte del patrimonio del nostro Paese. Non c'è dubbio che tutte le forze politiche partecipano oggi alla Giornata del ricordo. C'è un atteggiamento di grande commozione attorno a tutti gli esuli - ha ricordato Alemanno - e ai parenti delle vittime".

Le parole del reggente di An e ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante la Direzione nazionale del partito, sono state accolte con un forte applauso. "Per 60 anni - ha detto La Russa - uno Stato patrigno ha dimenticato, ha fatto finta che non esistessero" le vittime dell'esodo dall'Istria e dalla Dalmazia e nelle foibe, "colpevoli solo di essere italiani", puntando l'indice contro "la colpevole assenza" della storia degli infoibati nei libri di testo.
La Russa, comunque, si dice orgoglioso di avere fortemente voluto - insieme a Roberto Menia - la legge istitutiva della Giornata del Ricordo e plaude ai presidenti della Repubblica, prima Carlo Azeglio Ciampi e ora Napolitano, che da cinque anni ricordano in modo solenne il 10 febbraio.

Per il ministro Andrea Ronchi "è importante mantenere sempre vivo il ricordo e far sì che le generazioni future non ricadano negli stessi errori del passato". "Per troppo tempo - ha sottolineato - il nostro Paese ha dimenticato l'eccidio etnico-politico commesso in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia. Per troppo tempo una tragedia è stata colpevolmente rimossa e ancora oggi, in alcuni ambienti, resistono assurde sacche di negazionismo". "Naturalmente - ha aggiunto Ronchi - il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano, rappresenta un momento importante per restituire giusta dignità alle migliaia di connazionali che perdettero la vita dopo essere stati barbaramente gettati nelle foibe. Ma molto ancora resta da fare".

Ciao Eddy



Questa mattina il mio caro Amico Eddy Zamperlin ha lasciato Legnago e l'Italia.
Come operatore dell'ONG "Amici dei Bambini", Eddy ha deciso di offrire il proprio importante contributo professionale ed umano per aiutare i minori abbandonati.
Lavorerà in Congo per due anni.
In bocca al lupo Eddy!

martedì 10 febbraio 2009

Il vice sceriffo rosso e i questuanti dell'ospedale


Sabato 7 febbraio L’Arena dava conto dell’irruzione di due pattuglie della polizia locale in una palazzina di via Celeri, a due passi dall’ospedale. Obiettivo: cinque rumeni che vivevano in condizioni igieniche disperate e sbarcavano il lunario chiedendo l’elemosina davanti al Mater salutis.
A coordinare le operazioni, nell’improbabile veste di vicesindaco sceriffo, il buon Claudio Marconi.
Bene… A distanza di qualche giorno ecco qual è la situazione nei viali pedonali che conducono al nostro nosocomio. I questuanti e soprattutto i petulanti ambasciatori di chissà quale onlus continuano indisturbati a rompere le scatole alla gente.
E la gente giustamente non ne può più.
Ecco perché per il prossimo consiglio comunale ho pronto un ordine del giorno per rafforzare i controlli e far ottemperare l’ordinanza sindacale emanata a pochi giorni dal varo del pacchetto sicurezza.

sabato 7 febbraio 2009

PROCEDURA APERTA PER LA GESTIONE DEL CENTRO AMBIENTALE ARCHEOLOGICO DI LEGNAGO. Altre due estate con l'ARCI


PROCEDURA APERTA PER LA GESTIONE DEL "CENTRO AMBIENTALE ARCHEOLOGICO DELLA PIANURA DI LEGNAGO - MUSEO CIVICO" - PERIODO DAL 1° APRILE 2009 AL 30 GIUGNO 2014

Scadenza del bando: 16/03/2009 12:30
AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Comune di Legnago

PER INFORMAZIONI: Ufficio Cultura (tel. 0442/634969, fax 0442/634803, e-mail: giovanni.grassi@comune.legnago.vr.it) oppure Ufficio Appalti-Contratti (tel. 0442/634805-634829, e-mail: ufficiocontratti@comune.legnago.vr.it )

DATA INVIO G.U.U.E.: 30 gennaio 2009


Una curiosità, l'amministrazione ha specificato nel bando che è in corso una convenzione con un’associazione locale (non lo ha specificato ma l'associazione è l'ARCI)per la gestione del punto di ristoro fino al 30 settembre 2010.
Il concessionario dovrà quindi garantire la prosecuzione del
rapporto con tale associazione, alle condizioni previste dalla suddetta convenzione fino alla citata scadenza del 30 settembre 2010.

Centro natatorio comunale. L'attuale convenzione per la gestione scade il 30 giugno 2010

Avendo perduto il recapito della gentile signora Nadia Lanza che mi aveva contattato per conoscere la data di scadenza della convenzione tra Comune e Consorzio Acquaviva 2001 per la gestione del centro natatorio, la informo che detta è fissata - stanti gli accordi intervenuti il 07.11.05 - alla data del 30.06.10.
Una nota di colore: la convenzione prevede che il Comune corrisponda al Consorzio, a finanziamento dei lavori in oggetto, un contributo complessivo di 100mila €, al netto di eventuali oneri fiscali.
E che detto contributo venga erogato in cinque rate annuali di 20mila € ciascuna, sempre al netto di eventuali oneri fiscali; prima rata da corrispondersi entro sessanta giorni dalla presentazione del certificato di regolare esecuzione da parte del direttore dei lavori, ovvero, all'esito poitivo del collaudo delle opere eseguito dall'Amministrazione.
Bene, i lavori in oggetto - con grave ritardo - sono stati completati solo l'anno scorso. Da qui una considerazione: dobbiamo ancora pagare gli altri 80mila euro?

venerdì 6 febbraio 2009

martedì 3 febbraio 2009

Quando la condivisione diventa vendetta


Sabato mattina a Legnago è giorno di mercato ma anche di gazebo del movimento dei sindaci per il 20% dell'Irpef. Il movimento è bipartisan e, accanto a consiglieri del centrosinistra locale, ci sono anch'io.
Mi metto a chiaccherare con il candidato sindaco del centrosinistra. "Mi sa che ci saranno dei problemi al vostro interno, dopo il ritiro della delibera di giovedì scorso" mi dice sorridente Damiano.
"Bah, non credo", gli replico sorpreso, non avendo partecipato alla discussione del punto in questione.
Fatte le opportune ricerche, gli amici mi spiegano trattarsi di una deliberazione relativa alla zona peep di Porto.
A questo punto mi riaffiorano ala mente i chiarimenti dell'assessore Bologna in sede di commissione consultiva.
Certo, qualche perplessità c'era, tanto che in sede di preconsiglio i gruppi della vecchia Casa delle Libdertà avevano concordato di astenersi dalla votazione...Ma niente di particolarmente oscuro.
Accade poi che in consiglio comunale, evidenziati nuovamente i punti critici bisognosi di approfondimento, l'assessore ai Lavori Pubblici si alzi di scatto e raggiunga il capo gruppo leghista durante l'intervento del collega Bisighin.
Rettondini mi fa sapere che gli avrebbe riferito l'intenzione di provvedere al ritiro dell'atto.
E così accade, l'assessore afferma di condividere i dubbi sollevati dall'opposizione.
Gli stessi dubbi che aveva ritenuto privi di fondamento in sede di esame consultivo.
Apriti cielo, che novità: mai nessuno in questi anni, anche alla luce di critiche dure, aveva sentito l'assessore proporre il ritiro dell'atto.
Ma c'è un però.
Con il sorrisetto beffardo, gli amici del centrosinistra comunicano poi agli avversari che il progettista è un iscritto del Carroccio.
Vendetta? Ma no... Come vi viene in mente? E' semplice condivisione...Di dubbi!