martedì 23 febbraio 2010

21 MARZO, PULIZIE DI PRIMAVERA SULL'ARGINE

L'ARENA, Martedì 23 Febbraio 2010


Sarà «La Verbena» ad occuparsi dell’area racchiusa, sull’argine destro dell’Adige, tra ponte Limoni e i confini con Villabartolomea. Mentre sono in dirittura d’arrivo i lavori per la riqualificazione del sito realizzati dal Comune con il consorzio Valli Grandi, la Giunta ha affidato all’associazione ambientalista guidata da Maurizio Antoniazzi la gestione dei 200mila metri quadrati di golena strappati ad incuria e degrado. L’obiettivo dei 400 soci aderenti al sodalizio, che ha già ricavato un orto botanico nella zona arginale alle spalle dell’ospedale, è quello «di dare vita ad uno dei più grandi parchi naturali del basso Adige». «A questo proposito», informa Antoniazzi, «abbiamo già programmato per il 21 marzo la seconda edizione di PriVerbena, una giornata ecologica in cui coinvolgeremo i cittadini, ed in particolare i ragazzi, nella pulizia della golena che attrezzeremo con bacheche impiegando una parte dei 30mila euro concessi dalla Regione». S.N.




Nel frattempo si moltiplicano gli incontri sul tema "Le piante officinali della bassa tra poteri e mito" con relatore il nostro Maurizio Antoniazzi.

Martedì 23 Febbraio ore 15.00 - Castelmassa università del tempo libero.

Venerdì 26 febbraio ore 20.30 - sala comunale di Bonavigo ( VR)

Lunedì 1 Marzo ore 15.00 - Zimella ( VR ) università del tempo libero.

venerdì 19 febbraio 2010

ACCENTRAMENTO A VERONA DEI PROCESSI PENALI. IL COMUNE DICE NO

«Il Comune si opporrà
a questa grave perdita»


DA L'ARENA Venerdì 19 Febbraio 2010

«L’accentramento a Verona dei processi penali di competenza della sezione distaccata di Legnago rappresenterebbe una grossa perdita per la nostra città e per gli altri Comuni della Bassa. Perciò, ci opporemo in tutti i modi contro un trasferimento che di fatto penalizzerà i cittadini del territorio privandoli di un’importante funzione come si è già verificato a Soave». L’assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi, nella doppia veste di amministratore e avvocato, è fermamente contrario al prospettato accorpamento, che incontra forti resistenze anche da parte del sindaco Roberto Rettondini e del resto della Giunta. Tant’è che, «in attesa di esaminare la questione nel prossimo consiglio», ha inviato una lettera al presidente del tribunale scaligero Gianfranco Gilardi e a quello dell’ordine degli avvocati Bruno Piazzola «per esprimere il parere negativo dell’amministrazione sulla proposta in discussione» ed invitarli «a risolvere unitariamente e in maniera alternativa il problema». «Pur nella consapevolezza delle difficoltà relative alla scarsità di organico», scrive l’assessore, «Legnago non merita questa perdita e non è pertanto disposta a vedersi ridurre l’offerta di giustizia. Tanto più a fronte dei forti investimenti programmati e già attuati per la manutenzione del Palazzo di giustizia». Quindi Longhi passa a snocciolare i lavori eseguiti di recente dal Comune nell’ottocentesco stabile di piazza San Martino «per la pulitura del cavedio, l’acquisto di una speciale rete anti-intrusione contro l’assedio dei colombi, e per la sistemazione del parcheggio antistante riservato agli uffici». Interventi che, entro la fine dell’anno, saranno completati da un cantiere da 250mila euro appena licenziato dalla Giunta in cui sono previsti il rifacimento del tetto e l’installazione di un impianto di climatizzazione centralizzato. S.N.

mercoledì 17 febbraio 2010

VARATA LA COMMISSIONE ANTITRUFFA

LEGNAGO. Dopo il buco milionario causato dall’ex economo, il Consiglio ha istituito un organismo di vigilanza sulla gestione interna dell’ente


Stefano Nicoli

Il team è incaricato di controllare le procedure e i sistemi operativi in collaborazione con i tecnici Lo guiderà l’ex sindaco Gandini

Mercoledì 17 Febbraio 2010 L'ARENA


Il Comune corre ai ripari per sorvegliare, con un team «anti-truffa», le finanze e le procedure tecnico-amministrative dell’ente. Dopo essere stata scottata dal buco milionario causato da Claudio Ziviani - l’ex economo del municipio accusato di aver sottratto dalle casse municipali 553mila euro in quattro anni con un ingegnoso sistema di bonifici e liquidazioni - la Giunta ha deciso di avvalersi di un’opportunità concessa dallo statuto comunale ma rimasta finora lettera morta. Forse perchè fino allo scorso settembre, quando è venuto a galla l’ingente ammanco, non se n’era ravvisata la necessità.
Il consiglio, dopo il via libera della conferenza dei capigruppo, ha istituito una commissione consiliare di vigilanza sulla gestione economica interna. Con l’obiettivo, almeno nella fase iniziale, «di monitorare le modalità operative con cui si estrinseca l’organizzazione di palazzo de’ Stefani in stretta collaborazione con gli organismi tecnici e gli uffici preposti a garantire la regolarità amministrativa e contabile». Tutto ciò tramite «una ricognizione generale dei sistemi di controllo previsti dalla normativa e sulla loro applicazione». Oltre che «suggerendo verifiche gestionali in modo da assicurare un’attività efficiente, adeguata e al tempo stesso snella». Il che, tradotto nella pratica, significa che il nuovo organismo dovrà tenere gli occhi ben aperti ed accertarsi che la macchina operativa non si inceppi per scongiurare altri «prelievi» illeciti dai forzieri municipali. «Non si tratta perciò», ha sottolineato Paolo Longhi, assessore allo Statuto e ai regolamenti interni, «di una commissione speciale d’inchiesta finalizzata a far luce sulla vicende dell’ex economo di cui si sta occupando la magistratura. Bensì di un organismo permanente, che va ad aggiungersi alle quattro commissioni consiliari già in funzione per tutelare gli interessi del Comune e dei cittadini». «Il tutto», ha aggiunto, «mantendo ben distinta la funzione politico-amministrativa dalle competenze tecniche».
Per sveltire il lavoro della commissione, il consiglio ha ristretto a tre il numero dei componenti contro i nove delle altre. Ma non solo. Malgrado lo statuto non lo preveda, su proposta del presidente del consiglio Maurizio Raganà la maggioranza ha riservato la presidenza all’opposizione. «Con l’intento», ha ribadito Longhi, «di conseguire la massima trasparenza e di dare così maggior risalto alle finalità, comunque di indagine, perseguite dall’organismo».
E così l’assemblea ha eletto all’unanimità, con scheda bloccata, la terna di commissari, che sarà guidata dall’ex sindaco del Pd Silvio Gandini, affiancato dal leghista Nicola Scapini e da Riccardo Bariani del Pdl. In assenza dei titolari saranno tre supplenti ad assicurare il funzionamento della commissione: il capogruppo de «La Rosa» Damiano Ambrosini, il segretario della Lega Andrea Grazio ed il capogruppo del Pdl Alessandro Rettondini.
Nel frattempo, la giustizia sta facendo il suo corso. Il Comune dovrà però attendere ancora parecchi mesi per conoscere l’esito del procedimento penale aperto a carico del 57enne ex capo unità, che comparirà a luglio davanti al giudice Giuliana Franciosi per rispondere del reato di truffa e falso in atto pubblico. Lo scorso 5 febbraio, nell’udienza in cui l’ente si è costituito parte civile, il gup Guido Taramelli ha disposto infatti il rinvio a giudizio di Ziviani respingendo la richiesta di patteggiamento a tre anni avanzata dal suo legale.

lunedì 15 febbraio 2010



Rinasce l’«Edificio 13» Il padrino è Piccinato



Stefano Nicoli

Dopo un restauro di quattro anni l’ex insediamento industriale tornerà a vivere con la cerimonia allestita da Comune e Regione

Sabato 13 Febbraio 2010 L'Arena


Una grande firma del passato per battezzare un’operazione di archeologia industriale che ha contribuito a riqualificare l’ingresso ovest della città. Sarà il grande architetto Luigi Piccinato - uno dei legnaghesi più celebri, che nel secolo scorso ha segnato con i suoi lavori una memorabile stagione dell’urbanistica moderna - a tagliare simbolicamente il nastro, questa mattina alle 10 con l’omonimo premio intitolatogli nel 2005 dalla Regione, dell’Edificio 13: la raffineria dell’ex zuccherificio di via Mantova, riconvertita e riaperta al pubblico grazie ad un restauro conservativo avviato nel 2006 nell’ambito del piano particolareggiato da cui ha già preso forma il centro commerciale «Galassia».
L’ex opificio, di cui erano rimasti in piedi solo i muri perimetrali, è ritornato a nuova vita dopo un restyling che ha consegnato al Comune un imponente «contenitore» dal destino ancora incerto. Anche se la riqualificazione appena completata, assemblando materiali d’epoca con ferro, acciaio e vetro, era stata concepita inizialmente per ospitare servizi a supporto delle imprese. In attesa di vedere se i 2.600 metri quadrati in questione verranno occupati o meno dalla «Città della conoscenza» italo-indiana che a quest’ora avrebbe già dovuto aprire i battenti, l’amministrazione ha pensato di sfruttare l’Edificio 13 per allestire il «Premio per l’urbanistica e la pianificazione territoriale Luigi Piccinato »: il prestigioso riconoscimento istituito per ricordare la figura e l’opera dell’urbanista nato sotto il Torrione nel 1899, che firmò i piani regolatori di numerose città, da Padova a Roma alla stessa Legnago. E così stamane la cerimonia, ambientata dapprima al museo archeologico e poi al teatro Salieri, è stata trasferita nell’ex insediamento industriale dove si terrà un convegno con la partecipazione di architetti, docenti universitari e dell’assessore regionale alle Politiche per il territorio Renzo Marangon. «Questa cornice», sottolinea Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «ci è parsa particolarmente evocativa per rafforzare il legame tra la città di ieri e quella di domani. Piccinato ha infatti progettato il piano che ha di fatto contrassegnato, con le tre varianti successive, l’organizzazione del territorio fino ai giorni nostri. L’ex raffineria si inserisce invece in un nuovo scenario extraurbano che amplia i confini tracciati dall’insigne urbanista con scelte lungimiranti da calare nel futuro Pat». Sull’onda di questa staffetta tra passato e futuro, la giuria premierà i vincitori delle sue sezioni prima di inaugurare la mostra con tutti gli elaborati in concorso: il Comune di San Donà di Piave per le amministrazioni; e l’architetto Libero Carlo Palazzolo per i progettisti.

mercoledì 10 febbraio 2010

CITTA' A MISURA DI DISABILI

LEGNAGO. La Giunta ha approvato un nuovo progetto per abbattere gli ostacoli architettonici

Otto vie senza barriere

Stefano Nicoli

I cantieri apriranno entro l’estate e prevedono la messa a norma di marciapiedi in centro e a Porto La spesa sarà di 200mila euro


Da L'Arena Mercoledì 10 Febbraio 2010

Altri due chilometri di marciapiedi ad ostacoli, stretti ed impraticabili, saranno adeguati a misura di disabili, invalidi ed anziani. E per chi è costretto a spostarsi in sedia a rotelle, o comunque ha difficoltà a muoversi a causa dell’età o della malattia, diventerà perciò più agevole spostarsi autonomamente tra il capoluogo e le frazioni.
La Giunta ha approvato un progetto, che prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche in otto vie della città dove entro l’estate partiranno i lavori necessari a sistemare altrettanti tratti pedonali resi ora off-limits da scalini impervi, asfalti colabrodo ed una larghezza insufficiente. Il tutto con una spesa di 200mila euro coperta dal 10 per cento degli oneri di urbanizzazione accantonati nell’ultimo triennio. I cantieri, che prevedono l’abbassamento dei livelli, la creazione di passi carrai e l’ampliamento dei marciapiedi fino ad un metro e mezzo, interesseranno quattro strade del centro: entrambi i lati di via Corridoni, via Toti e via Cavalcaselle, mentre in via Verdi sarà messa a norma la parte sinistra. L’altra metà degli adeguamenti licenziati dall’esecutivo, che includono anche il rinnovo della segnaletica e dell’illuminazione, riguarderà invece Porto: in sinistra Adige le gru entreranno in azione su entrambi i lati di via Foscolo e via Pellico, sul lato destro di via Giordano Bruno e su un tratto di 70 metri di via Principe Umberto. «La nuova tranche di interventi è stata programmata», ha spiegato ieri Alessandro Rettondini, delegato per Una città senza barriere, presentando il progetto con Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «secondo una scaletta di priorità definita in base alle richieste avanzate negli ultimi anni dal tribunale del malato e da altre associazioni oltre che dai residenti e dai cittadini costretti a misurarsi con percorsi dissestati e costellati di ostacoli. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita a Legnago andando incontro in primo luogo alle esigenze delle fasce deboli della popolazione».
Tuttavia, la battaglia anti-barriere, che da anni vede in prima linea l’imprenditore di San Vito Werther Masolini, non è terminata in quanto rimangono ancora diversi impedimenti da eliminare. «Il prossimo passo», annuncia Rettondini, «sarà quello di ampliare i posti auto per disabili soprattutto in centro e nei pressi di chiese, scuole ed uffici pubblici. Contestualmente, le forze dell’ordine incrementeranno i controlli per scongiurare parcheggi selvaggi e multare i furbetti che posteggiano nelle piazzole riservate agli invalidi pur non avendone diritto».

Il Primo del malaugurio

Da quando a Legnago c’è l’amministrazione Rettondini il pessimismo cosmico si è impossessato di un noto quindicinale.
Mi riferisco a Primo Giornale.
Non me ne voglia l’ottimo direttore Massimo Rossignati, è davvero sorprendente comparare il suo periodico nei numeri usciti in quest’ultimo periodo e in quelli pubblicati in era gandiniana.
Prendete il numero 3 anno 16.
A pagina 7 si campeggia il titolo “Il Paraboloide in cambio della caserma”. L’articolo correttamente relaziona sulle trattative che stanno intercorrendo tra il Comune ed il soggetto attuatore del Piruea “Ponte Fior di Rosa”.
Una delle vie per raggiungere l’obiettivo di avere una nuova caserma per l’Arma e non perdere il Comando della Compagnia dei carabinieri a Legnago sarebbe quella di barattare il fatiscente Paraboloide con la realizzazione della caserma.
Per gli alloggi dei carabinieri ci penserebbe il Comune, forte dell’assegnone di 1milione di euro a fondo perduto portato in dote dall’assessore massimo Giorgetti.
Una buona notizia attesa da tutti. Incontrovertibilmente buona: seguendo tale via, infatti, la realizzazione del nuovo centro per la sicurezza procederebbe assai più spedita senza caricare eccessivamente le casse municipali.
Inoltre non si perderebbe la possibilità di veder realizzata una multisala a Legnago. Anzi, tale ipotesi si farebbe più concreta di quanto già fosse in precedenza.
Infatti, secondo quanto era già stato statuito dal centro sinistra la multisala avrebbe, semmai, dovuto sorgere all’interno del paraboloide. Un luogo non certo specificatamente dedicato allo scopo.
Va poi evidenziato che la partita per l’ottenimento di una multisala era tutt’altro che terminata e vinta.
Il Comune avrebbe in ogni caso dovuto mettere in relazione due soggetti privati.
Cosa che dovrà fare tuttora qualora seguisse la c.d.“via del baratto”.
Il giornalista di Primo nell’ultima colonna del pezzo dà contezza di una mia dichiarazione in tal senso.
Non si capisce dunque come mai l’articolo inizi con il solito pessimismo cosmico Rossignatiano “la rinuncia alla proprietà del paraboloide potrebbe essere la chiave per avere la nuova caserma dei carabinieri. A patto, però, di mettere al momento nel cassetto l’idea di regalare a Legnago in tempi brevi una multisala cinematografica, espostiva e teatrale”
Bah…
Ampio spazio viene poi regalato al capogruppo della minoranza Damiano Ambrosini che deve aver mangiato dei funghi velenosi prima di chiedersi “perché non si cercano finanziamenti regionali e statali ben più cospicui?” . Il finanziamento regionale è stato il più alto di tutto il Veneto: 1 milione di euro sui 3 complessivi.
E sapete in questi anni quanti contributi ha racimolato la sinistra per realizzare la nuova caserma? Nessuno. Nemmeno il becco di un quattrino.

lunedì 8 febbraio 2010

"VARIANTINA DI SAN VITO". POSATA LA PRIMA PIETRA


Sabato 6 febbraio alle ore 10.30 nei pressi dell’officina meccanica Piva, in Via Padana inferiore est, c.n. 64, è stata posata la prima pietra della c.d. “variantina di san Vito”.
Si tratta di un intervento infrastrutturale assai significativo inserito nel piano di adeguamento della rete viaria regionale e richiesto a gran voce dall’intero consiglio comunale legnaghese a fronte dei numerosi incidenti - anche mortali - avvenuti lungo l’attuale sedime della regionale 10 che attraversa il centro abitato della frazione di San Vito.
Il nuovo tracciato stradale, che costerà 13milioni di euro, si estenderà per una lunghezza pari 2,5Km: vedrà quale suo punto di inizio l’attuale intersezione tra la SR10 e la bretella di collegamento alla SS434 Transpolesana mentre terminerà ove la strada regionale interseca il dimesso sedime ferroviario della linea Legnago – Treviso, a circa 300 mt. ad est dell’incrocio con Via Cavalcanti/ Via Pasubio.
Il tratto di SR10 che attraversa San Vito è andato nel tempo caratterizzandosi dall’affacciarsi di una molteplicità di accessi a fondi agricoli e a case. La forte presenza di traffico e le velocità sostenute hanno purtroppo favorito numerosi incidenti.
Attraverso quest’opera si otterrà l’eliminazione della commistione tra traffico locale – che continuerà ad insistere sull’attuale tracciato – e quello di attraversamento, che potrà invece riversarsi sulla nuova arteria, peraltro totalmente compatibile con le previsioni infrastrutturali di completamento dell’itinerario est- ovest della nuova S.R. 10.
Importante sottolineare come, su mandato unitario di tutte le forze politiche consiliari, il Comune abbia ottenuto da parte di Veneto Strade l’inserimento di due sottopassi: uno carrabile (relativo a Via Gattina) ed uno di tipo ciclopedonale (relativo a Via Fosse Ardeatine).
Ancora, per lenire i disagi dei residenti saranno realizzate barriere acustiche fonoassorbenti ed inserite siepi arboreo-arbustive.
La posa della prima pietra della variante, cui hanno preso parte il sottoscritto, il Sindaco, l'assessore provinciale Samuele campedelli, il consigliere regionale Vittorino cenci, gli assessori regionali Massimo Giorgetti e Giancarlo conta, è stata seguita dalla benedizione di Don James della parrocchia di san Vito.