domenica 26 dicembre 2010

dalla vigilia operativa la connessione internet gratuita in centro

Dalla vigilia di Natale, grazie alla SCT di Alassio ed in particolar modo ad Alessandro Righetti, è attiva la rete wifi gratuita per le vie del centro di Legnago. Specificatamente si tratta di Via Roma (e un pezzo di Via Cavour), Via Bezzecca, Via XX Settembre, Via Marsala.
Accedere è semplice, come spiegano anche al link dedicato su face book, http://www.facebook.com/progetto.luna.
1. Recarsi in una delle zone coperte dalla rete @FREE_LUNA
2. Verificare con il proprio dispositivo WiFi se si vede la rete ed eventualmente connettersi (non viene richiesta nessuna password).
3. Una volta che la connessione è stabilita (solo in quel caso), aprire il browser internet che utilizza (Internet Explorer, FireFox, ecc). Si verrà automaticamente rediretti al nostro portale di accesso.
4. Sul portale LUNA troverà il link "Registrati ed inizia ad utilizzare la rete WiFi gratuitamente".
5. Sulla videata successiva sarà necessario scegliere quale opzione di registrazione si intende seguire (gratuita in caso di possesso di una SIM card telefonica italiana)
6. Compilare la scheda di registrazione con tutti i dati, compreso il proprio numero di cellulare. Accettare i termini di contratto e privacy e proseguire alla scheda successiva
7. Verificare nella pagina di riepilogo tutti i dati inseriti. In caso i dati siano corretti proseguire con il tasto "Conferma".
8. Si riceverà ora un SMS sul proprio cellulare, contenente username (scelto dall'utente durante la registrazione) e password (assegnata da Futur3).
9. A questo punto basterà inserire le proprie credenziali all'interno dei campi "Username" e "Password" ed accedere al servizio gratuito tramite il pulsante "Accedi".
10.In seguito potrai sia accedere ai numerosi servizi interattivi della rete @FREE_LUNA, che navigare liberamente in internet.

sabato 25 dicembre 2010

Piscina. Chiare, fresche et dolci acque sotto l’Albero

Durante l’ultima seduta consiliare i gruppi politici hanno trovato un compromesso relativamente alla gara bandita dal Comune per la gestione del centro natatorio.
Al centro delle polemiche era finita la mancata previsione nel disciplinare dell’assunzione dei lavoratori attualmente in forza al Consorzio Acquaviva2001 da parte dell’eventuale diverso gestore che dovesse aggiudicarsi il bando.
L’opposizione, che in punto aveva presentato emendamenti, ha operato una scelta assai matura nel ritirarli quando ha capito che la loro proposizione avrebbe ulteriormente fatto slittare l’aggiudicazione.
Da tutti è stato condiviso l’emendamento sottoscritto da Zamperlin, Bariani e Menini che – senza intaccare la tempistica della procedura di gara – impegna “Il Sindaco e la Giunta a sensibilizzare il nuovo aggiudicatario nel verificare la professionalità del personale dipendente e nel favorire, in caso di esito positivo di detta verifica, la continuazione dei relativi rapporti di lavoro”.
Durante la discussione molti interventi hanno evidenziato come sia generalmente condivisa la necessità di garantire i posti di lavoro pur senza modificare in tal senso il bando di gara, regalando un sensibile vantaggio all’attuale gestore; invero questi è già in pole position in quanto un qualunque altro diverso aggiudicatario gli dovrà versare – in forza dei maggiori lavori eseguiti – la somma di 275mila euro.
È utile a tal proposito un flashback in ordine all’annosa vicenda legata alla gestione del centro natatorio.
Il primo governo Gandini, a metà mandato, acclarata la necessità di operare lavori di straordinaria manutenzione presso gli impianti di Via Olimpia, si accorge che la cooperativa che li gestisce non ha le potenzialità economiche per la mission in parola.
Nel 2002 vien dato luogo ad una cessione del contratto per la gestione del centro natatorio che passa sotto l’egida del neonato consorzio Acquaviva2001.
Nel 2005, con l’impianto coperto oggetto di lavori di straordinaria manutenzione, il nuovo gestore propone di realizzare la copertura della piscina esterna; lavori che avrebbe effettuato in soli due mesi per calmierare il disagio economico dato dall’inutilizzabilità nel periodo invernale delle piscine coperte.
A fronte di ciò propone ed ottiene di prolungare il contratto di gestione di un anno e mezzo oltre ad un contributo economico di 100mila euro.
I lavori tuttavia, durano più di un anno. E durante gli stessi vengono apportate, rispetto al progetto originario convenuto con l’amministrazione, due varianti.
Sul punto il gestore sostiene che a richiederle fosse stata la stessa Amministrazione Gandini che, in effetti non fa valere alcuna rimostranza per i ritardi e sana l’anomalia approvando, a cose fatte, le due varianti.
Nel luglio 2009, insediatasi la Giunta Rettondini, il gestore evidenzia che queste due varianti gli hanno comportato un maggior esborso rispetto a quanto inizialmente preventivato e pattuito pari a 275mila euro.
Il gestore, atteso tale suo maggior investimento, richiede che l’Amministrazione provveda al pagamento della somma in parola ovvero a prolungare di qualche anno il contratto.
I giuristi di Palazzo De Stefani si oppongono a tale ultima pretesa per motivi di ordine legale.
Le pretese del gestore nel frattempo lievitano a 400mila euro (ma su questa somma non c’è stato alcun riconoscimento da parte degli uffici comunali). E vista l’impossibilità di prolungare la durata del contratto, chiede il pagamento della summenzionata somma, dichiarandosi diversamente disponibile a portarsi via le affermate maggiori opere.
Il Comune acconsente a tale ultima opportunità offerta dal gestore. Ma questi, in un secondo momento, riferisce che si trattava di una provocazione e la ritira.
Tutte queste difficoltà hanno impedito all’Amministrazione di procedere con la gara subito dopo la data del 30 giugno 2010, termine finale della convenzione con l’attuale gestore del centro natatorio.
I molti lavori ancora rimasti da eseguire e relativi soprattutto agli spogliatoi e al fondale della piscina olimpionica esterna hanno fissato la cosiddetta asticella di gara ad un’altezza assai rilevante.
Nella speranza che ci siano competitori interessati a questa gara… Buon Natale a tutti!

giovedì 23 dicembre 2010

Piano opere. Guerra preventiva contro gli emendamenti “Emmenthal” del centrosinistra

















Ieri sera la nostra maggioranza ha approvato il piano triennale dei lavori pubblici.
Come ho avuto modo di ricordare anche dopo l’approvazione giuntale del provvedimento questa è una programmazione “tagli e sogni” che risente del contributo richiesto da Tremonti alla correzione dei conti pubblici.
All’ombra del Torrione le centinaia di migliaia di euro in meno di trasferimenti erariali dallo Stato si fanno sentire.
Le parole chiave del piano opere sono: manutenzioni al primo posto; perequazione per dare risposte a ciascuna frazione; sinergia, per determinare la priorità sulla scorta di contributi da Regione, Fondazione Cariverona ed altri enti; infine via libera ai mutui ma con parsimonia e discernimento.
Ho invocato infine guerra preventiva contro gli emendamenti della sinistra che, oltre ad esser scritti su carta da formaggio, presentano evidenti buchi, ovvero incongruenze, amministrative e politiche.
Per questo ho regalato al capogruppo del centrosinistra Damiano Ambrosini una fetta di Emmenthal infiocchettata.
Sinceramente a farmi decidere per una linea dura contro l’atteggiamento degli avversari del centrosinistra è stato un volantino rosso con il logo di Liberinsieme, distribuito a Canove la scorsa settimana da Donatella Ramorino.
A mio avviso ha il torto di denigrare l’azione del GAL (Gruppo di Azione Locale) della Pianura Veronese, il sodalizio di matrice comunitaria guidato dalla Provincia con lo scopo di distribuire fondi europei per i settori agricolo e turistico.
Uno degli emendamenti recupera il contenuto del volantino nell’intento di sostituire con un mutuo parte delle voci di finanziamento della ciclabile di Via Mosche ascrivibili al contributo del GAL.
Oggi, nell’intento di contenere la fuga in avanti della sinistra radicale, anche i moderati del centrosinistra che hanno governato la Città fino a ieri, decidendo nel 2008 di aderire al Gal, hanno di fatto denigrato tale istituzione smentendo sé stessi

lunedì 20 dicembre 2010

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE, PROVE GENERALI PER IL POLLICINO DAY


L'amministrazione di centrodestra ha ritenuto di dover confermare il servizio pubblico locale detto Pollicino.
E se si è considerato opportuno non lasciare allora ancor più importante mi è parso - nella mia qualità di assessore ai trasporti - rilanciare.
Ecco dunque uno dei mezzi utili al rilancio: la palina informativa.
Ce ne sono due, una nei pressi della stazione ferroviaria, l'altra vicino all'ospedale.
Entreranno in servizio a breve.

venerdì 17 dicembre 2010

Beni comunali all'asta Sarà ceduta l'ex Italgas

LEGNAGO. Il Consiglio ha stabilito di alienare l'area di viale dei Caduti adibita a parcheggio

Stefano Nicoli

Di fatto verrà venduta ai vicini solo la potenzialità edificatoria del sito e saranno conservati i posti auto L'ente incasserà 1,1 milioni di euro


Da L'Arena, Venerdì 17 Dicembre 2010,pagina 38

La coperta è sempre più corta anche a Palazzo de' Stefani dove la crisi di liquidità si fa sempre più sentire. E così l'amministrazione, per poter riempire il serbatoio di una macchina ormai in piena riserva, ha pensato di disfarsi dell'area ex Italgas, uno dei più importanti gioielli di famiglia tanto più trattandosi del maggiore parcheggio pubblico del centro storico. Con l'intento di recuperare fondi preziosi per migliorare il patrimonio comunale e riuscire a coprire una parte di quei 14 milioni di euro necessari ad aprire i 19 cantieri inseriti dalla Giunta nel piano delle opere pubbliche.
Il via libera all'alienazione dei 2.304 metri quadrati, dislocati tra via Gramsci e viale dei Caduti, è arrivato lunedì scorso dal Consiglio quando si erano fatte le sei di mattina. Malgrado la maggioranza fosse ormai stremata dall'eccezionale prova di forza dell'opposizione, che per otto ore ha cercato di intralciare l'adozione del nuovo regolamento consiliare sparando una raffica di 132 emendamenti, l'occasione era troppo ghiotta per andarsene a dormire. L'operazione - licenziata all'alba da Lega e Pdl, mentre il capogruppo del centrosinistra Damiano Ambrosini non ha votato la delibera pur restando in aula al pari dei colleghi Claudio Marconi, Silvio Gandini e Bruno Tagliaferro - porterà infatti nelle rinsecchite casse municipali un milione e 152mila euro. Almeno stando al prezzo a base d'asta equivalente a 500 euro per metro quadrato e sempre che vi sia un acquirente interessato.
Il vantaggio della vendita non si riduce tuttavia all'aspetto economico. Chi si aggiudicherà l'ex Italgas sarà infatti obbligato al mantenimento ad uso pubblico del parcheggio con posti auto non inferiori alle 80 piazzole attuali. Inoltre, dovrà accollarsi l'impegno convenzionale assunto dal Comune nel 2002 con la ditta «Bovolone srl». Ovvero quello di garantire, fino al 23 ottobre 2022, la quota di stalli riservati ai clienti dell'attività commerciale svolta in via Matteotti dalal società in questione. Dove sta dunque la convenienza dell'acquisto di un parcheggio che dovrà restare tale?
«Di fatto, grazie ad un'attenta ricostruzione urbanistica e giuridica», ha spiegato ad un'assemblea assonnata Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «andiamo a cedere unicamente la potenzialità edificatoria dell'area in questione stabilita dalle norme tecniche di attuazione del Prg in 6.912 metri cubi. Dando così l'opportunità ai proprietari confinanti, una decina in tutto, di ampliare edifici esistenti con sopraelevazioni di altezza superiore anche al limite di zona di 16,50 metri, con una quantità di posti auto privati nel rapporto di 1,5 volte il numero dei futuri alloggi».
Pendolari e residenti non corrono perciò il rischio di dover rinunciare al parking a sosta libera. Anzi, grazie ad emendamento presentato dallo stesso Longhi, l'amministrazione godrà di un diritto di superficie e potrà realizzare anche un'area di sosta multipiano.

mercoledì 15 dicembre 2010

Nuova casa di riposo. La sinistra smemorata si scava la fossa da sola… Con la Vanga – dizza.




Su iniziativa del Presidente della I Commissione consultiva, Riccardo Bariani, ha avuto luogo in sala consiliare un incontro tra i vari gruppi politici avente ad oggetto: eventuali progettualità relative alla dislocazione della Casa di Riposo.
Il Presidente dell’Ente, Roberto Groppello, ha relazionato sulle problematiche e sulle prospettive del tema in parola.
In particolare ha riferito che l’attuale sede della Casa di riposo, di mq 7.700, è insufficiente sia rispetto alla domanda di accesso, sia in ordine agli standard regionali.
Per far fronte alle attuali esigenze servirebbero quantomeno ulteriori 12mila mq.
Se poi si volessero aggiungere posti e servizi relativi al nucleo “Alzheimer”, al nucleo “vegetativo”, a quello “malati terminali” e al “riabilitativo”, uniti all’implemento delle strutture per accrescere i servizi a domicilio (riabilitativi, infermieristici e legati ai pasti), la struttura – va da sé - dovrebbe essere necessariamente ancora più grande.
Ciò anche in considerazione del fatto che l’ambiente di vita dei malati di Alzheimer deve essere modellato su di un tipo capace di sostenere i programmi terapeutici legati alla “horticultural therapy”.
La nuova struttura della Casa di Riposo, comprensiva delle specifiche di cui sopra, dovrebbe poter contare su 200 posti.
E la realizzazione di un singolo posto letto – anche in considerazione del fatto che la Regione non tollera più che vi siano camere con più di due ospiti – ha un costo di circa 120mila euro.
Ci si interroga se sia più giusto costruire una Casa di Riposo che possa aspirare alle qualità superiormente citate dietro l’ospedale – in terreni già di proprietà – ovvero a Vangadizza, nei pressi di Via Garbo e quindi dei realizzandi casello autostradale e bretella di collegamento Vangadizza – nosocomio.
Il terreno retrostante al Mater Salutis misura 35mila mq; a Vangadizza, invece, il fondo messo a disposizione dell’Amministrazione comunale consterebbe di 80mila mq.
Il quadro economico studiato dalla precedente amministrazione della Casa di riposo per realizzare la nuova struttura dietro l’ospedale necessitava di un contributo regionale pari a 15milioni di euro.
“In Regione si sono messia ridere davanti ad una simile richiesta” ha affermato Groppello evidenziando che le risorse regionali per questo tipo di investimento ammontato complessivamente a circa 21milioni di euro per tutto il territorio veneto.
Quindi, in un modo o nell’altro, anche se si decidesse di perseguire la via di edificare la nuova struttura dietro l’ospedale, occorrerà rivedere il piano finanziario.
Il Cda guidato da Groppello ha previsto di limitare la richiesta di finanziamento regionale a 5milioni di euro, affrontando gli ulteriori costi attraverso una permuta riguardate gli edifici retrostanti all’attuale Casa di Riposo la quale, conserverebbe il più antico edificio che si affaccia su Corso della Vittoria da far interagire con il restaurato palazzo ex Mutuo Soccorso.
Il Sindaco, premendo sull’importanza di una discussione pubblica sui temi de quibus - mai prima d’ora trattati quando in sella era la precedente Amministrazione - ha evidenziato come ad oggi la maggioranza da lui guidata non abbia ancora preso alcuna decisione sul luogo che sarà occupato dalla nuova struttura “essendoci pro e contro in ciascuna delle ipotesi attualmente sul tavolo”.
Assai brevemente la soluzione di Vangadizza porterebbe alla costruzione di una struttura più grande e di contro ad una forte incidenza sulle potenzialità del mercato immobiliare. Costruire dietro l’ospedale avrebbe invece dalla sua che non obbligherebbe il Comune ad alcun compromesso sulla volumetria edificabile; ma l’area più piccola costringerebbe a sviluppare la nuova struttura in altezza con maggiore difficoltà per chi presta servizi agli anziani e l’impossibilità di sviluppare appieno le nuove cure per i malati di Alzheimer. Inoltre rappresenterebbe di fatto un muro, un blocco, alla possibile espansione dell’ospedale.
Tra i tanti interventi sortiti dagli esponenti della minoranza da segnalare quelli di Gandini che, palesando il proprio ostracismo sull’ipotesi Vangadizza, ha parlato di “scarsa raggiungibilità” dei luoghi e di “marginalità” degli stessi”.
Sul punto è utile rammentare che durante il mandato amministrativo di Gandini, gli stessi privati che oggi propongono al centrodestra - ai sensi della legge regionale 35/01 – un accordo di programma, avevano proposto ed ottenuto una variante urbanistica relativamente ad una parte della loro area di Vangadizza pari a mq 47.540mq per destinarla a casa di riposo privata.
La variante (delibera consiliare n. 124 del 25/10/2005) fu adottata all’unanimità dal Consiglio comunale proprio perché vi era la previsione di un diritto di prelazione sulla nuova struttura, da realizzarsi a Vangadizza, in favore della Casa di Riposo.
In particolare l’art. 2.1.4 degli accordi detta: “la Casa di Riposo di Legnago ha diritto di prelazione per la gestione del Centro anziani, da esercitare entro il termine di sessanta giorni dal ricevimento della corrispondente comunicazione”.
Nel momento in cui ho fatto presente questo strano revirement del centrosinistra, Ambrosini e Gandini – seguiti a ruota dal fido Tagliaferro – hanno abbandonato stizziti l’aula.
In particolare l’iracondo cardinale, nel lasciare il temenos della democrazia legnaghese, ha chiosato con dispetto: “non ci interessa quello che ha da dire l’assessore, ci basta aver sentito il Sindaco, le cose che dice l’assessore non contano nulla”.
La mossa, fatta ad arte per far mancare il numero legale alla commissione e quindi per provocare l’abbandono dell’aula anche da parte del consigliere Lucio Martinelli, non è però andata a buon fine.
Lucio è rimasto ad ascoltare la mia relazione e, convinto, al termine della stessa ha riconosciuto l’artificiosità delle ragioni oggi opposte dalla sinistra per impedire la realizzazione della nuova Casa di riposo a Vangadizza.
Insomma, la sinistra – che da tempo corteggia Martinelli – si è scavata la fossa da sola… Con la Vanga – dizza

Terranegra über alles

SCUOLA:
Nell'ambito dell'adeguamento degli edifici scolastici alle norme di sicurezza deciso dalla Giunta comunale la materna-elementare di TERRANEGRA ha ricevuto dalla Regione del Veneto, su proposta di Massimo Giorgetti, 21.384 euro per la sostituzione di corpi illuminanti.

PARCO GIOCHI:
Nei giardini della frazione arriverà la toilette
Da L'Arena,Martedì 14 Dicembre 2010, pagina 32

Le mamme di TERRANEGRA hanno vinto la loro battaglia. E, tempo di perfezionare l'iter tecnico, potranno frequentare così il parco della frazione con maggiore tranquillità visto che non saranno più costrette a precipitarsi a casa o in qualche bar della zona di fronte ai bisogni impellenti dei loro piccoli. Sempre che non preferiscano scambiare giostrine, alberi e panchine per vespasiani a cielo aperto.
La Giunta ha dato infatti il via libera alla posa di una toilette chimica nei giardini di destra Adige. Quindi, complice con tutta probabilità la presenza nell'esecutivo di ben quattro amministratori di TERRANEGRA - il vicesindaco Loris Bisighin e gli assessori Paolo Longhi, Nicola Negri ed Erika Ferraresi - ha stabilito di stralciare 41mila euro dal progetto di manutenzione straordinaria del parco centrale e delle altre aree verdi cittadine per appaltare la fornitura e l'installazione di un servizio igienico prefabbricato. Con l'intento di offrire agli utenti lo stesso servizio, che nel 2008 era stato garantito in via sperimentale nel parco giochi di via Scarsellini a Porto. «Con quest'opera», sottolinea l'assessore Longhi, «si è voluto dare un piccolo ma importante segnale di attenzione alle frazioni mettendo fine ai disagi lamentati da molti genitori». «Il nuovo bagno», aggiunge Ferraresi, «sarà mantenuto in ordine da un operatore, che verrà incaricato tramite una borsa lavoro istituita dai Servizi sociali». S.N.

Il Consiglio ha fatto l'alba // Presidente castigamatti e parola agli assessori

LEGNAGO. La discussione sulle modifiche all'ordinamento consiliare è finita alle sei di mattina

Regolamento, è scontro


di Stefano Nicoli


L'opposizione ha presentato 132 emendamenti, votati solo per metà per contestare la revisione dei tempi di intervento tagliati di 5 minuti


Da L'Arena, Mercoledì 15 Dicembre 2010,pagina 39

Incollati per nove ore sui banchi del Consiglio, dall'ora di cena alle prime di luci dell'alba, per approvare il nuovo regolamento dell'assemblea comunale. Con l'unico conforto, almeno per Lega e Pdl, di spuntini a base di pizza, panini con la mortadella e caffè antisonno, forniti senza sosta dal presidente leghista del collegio dei revisori Luciano Giarola, calato sino alle sei del mattino nel ruolo di vivandiere del centrodestra, stremato dall'eccezionale prova di forza degli avversari.
Maggioranza ed opposizione non dimenticheranno facilmente la Santa Lucia 2010, che l'altra notte le ha impegnate, tra sbadigli e palpebre abbassate, in un'estenuante discussione, senza precedenti almeno negli ultimi tre mandati. Complice l'alzata di scudi inscenata dall'opposizione, che ha tentato fino all'ultimo di stoppare la revisione dell'ordinamento risalente al 1994, intravedendovi «un bavaglio ed un atto politico di prepotenza per costringere al silenzio la voce dei cittadini». Tanto da produrre, uno di seguito all'altro, 132 emendamenti di cui alla fine ne sono stati discussi e votati soltanto 65. E solo perchè il capogruppo del centrosinistra Damiano Ambrosini - resistito fino all'ultimo in aula con l'ex leghista Lucio Martinelli ed i colleghi Silvio Gandini, Claudio Marconi e Bruno Tagliaferro - ha ritenuto opportuno gettare la spugna. Anche perchè mettere ai voti i 47 emendamenti mancanti ancora all'appello avrebbe significato soltanto prolungare un supplizio, che ha costretto ugualmente molti consiglieri a passare direttamente dal municipio all'ufficio. La maggioranza, ricompattatasi per l'occasione con il Pdl rientrato nei ranghi, non dava infatti segni di resa. Anzi, intorno a mezzanotte, ha chiamato addirittura in rinforzo un febbricitante Nicola Scapini nel timore di non riuscire a licenziare la delibera che, trattandosi di regolamento, richiedeva la maggioranza qualificata.
Ad andare di traverso all'opposizione è stata, soprattutto, la riduzione dei tempi d'intervento decisa da Lega e Pdl «per razionalizzare e dare ordine ai lavori evitando inutili sermoni nell'interesse pubblico, in linea con quanto avviene nella maggior parte delle assemblee», come ha precisato Paolo Longhi, assessore alle Riforme». Solo il pensiero di dover troncare da 15 a 10 minuti gli interventi ha spinto però la minoranza sul piede di guerra con un ostruzionismo senza ricordi. «C'è la volontà scientifica di metterci a tacere perchè diamo fastidio e questa sfilza di emendamenti sono il modo di esprimere il nostro profondo dissenso per una scelta che va a danno dell'intero Consiglio», ha tuonato l'ex sindaco Gandini.
«È un atto di arroganza del tutto ingiustificato visto che non abbiamo mai bloccato le delibere ed i lavori sono saltati solo perchè il Pdl ha fatto mancare il numero legale», ha alzato il tiro Ambrosini. Tutto inutile. Il regolamento è passato poco prima delle sei mentre Giarola distribuiva panini con l'uva appena sfornati.


Presidente castigamatti
e parola agli assessori


Da L'Arena, Mercoledì 15 Dicembre 2010,pagina 39

La riforma del regolamento consiliare, che l'altra sera ha costretto l'assemblea a fare le ore piccole, si può sintetizzare in sei punti. Oltre alla cura dimagrante dei tempi previsti finora per la discussione, la dichiarazione di voto, gli interventi per fatto personale, l'illustrazione di ordini del giorno ed altre istanze dei consiglieri - tutti ridotti di cinque minuti - la prima novità riguarda il ricorso agli strumenti informatici. D'ora in avanti, l'avviso di convocazione delle sedute verrà infatti notificato mediante invio all'indirizzo di posta elettronica anzichè tramite il messo del municipio, che verrà incaricato solo su esplicita richiesta del consigliere. «In questo modo», ha sottolineato Paolo Longhi, assessore alle Riforme statutarie e regolamentari, «si potrà impiegare il personale per altre mansioni e si eviteranno sprechi di carta e denaro, che in questo periodo di magra non possiamo più permetterci». Un'altra modifica, che ha fatto andare su tutte le furie l'opposizione, interessa poi gli assessori. I quali, oltre a conservare la funzione di relatori su proposte di delibera, avranno l'opportunità di intervenire una sola volta nella trattazione di qualsiasi argomento. Con l'unica condizione di non superare i 10 minuti. Di pari passo, Lega e Pdl hanno pensato di garantire, all'occorrenza, la bacchetta di «castigamatti» al presidente del Consiglio Maurizio Raganà, finito a più riprese nel mirino della minoranza con pesanti attacchi al limite dell'offesa personale.
Qualora consiglieri ed assessori - ai quali è precluso tra l'altro qualsiasi riferimento alla vita privata - dovessero turbare l'ordine della seduta interrompendo i colleghi, pronunciando parole sconvenienti o lesive dell'onorabilità delle persone, il timoniere dell'assembla potrà infatti estrarre, nell'ordine, cartellini gialli e rossi. Ovvero richiamare il «discolo» di turno per arrivare poi a togliergli la parola e ad espellerlo dall'aula. Per l'occasione, è stata eliminata alla radice anche la facoltà di protrarre ad oltranza le sedute come si è verificato lunedì: l'articolo 61 non ammette infatti «emendamenti emulativi o seriali con l'evidente finalità di ostacolare i lavori del Consiglio». Infine, nel caso dovessero sorgere nel dibattito dubbi interpretativi, il presidente potrà interrompere i lavori e riunire la conferenza dei capigruppo per adottare le necessarie decisioni. S.N.

martedì 14 dicembre 2010

Maratona oratoria per cambiare il regolamento consiliare.




Nicolino Scapini, febbricitante, col suo esempio dà la carica al centrodestra per resistere fino all’alba all’assalto dei sinistri emendamenti



















Solo all’alba il centrosinistra ha mollato la presa. Finita l’ora dedicata ad interpellanze, mozioni ed odg, il consiglio di Palazzo De Stefani è stato occupato - complice l’ostruzionismo dell’opposizione - per 7 ore abbondanti sulla delibera che ha introdotto alcune semplici modifiche al regolamento dell’aula.
A parte qualche adeguamento normativo e la positivizzazione di alcune consuetudini consiliari, si trattava di varare una “riformetta” per:

1)risparmiare carta e soldi al Comune, con la notifica telematica delle delibere.

2)conferire alla conferenza dei capigruppo il potere di decidere i dubbi interpretativi che dovessero sorgere nel dibattito.

3)attribuire al Presidente del Consiglio comunale cartellini gialli e rossi per ammonire ed espellere i consiglieri o gli assessori che si comportino male.

4)Parlare tutti, parlare meno.
a)Parleranno gli assessori ma con parsimonia: una sola volta, per dieci minuti sugli argomenti in discussione. Così risolvendo una volta per tutte l’annoso (nel senso che dura da un anno circa, durante il precedente mandato amministrativo parlavano a ruota libera) dubbio interpretativo sull’art. 16.
b)chiediamo a tutti meno sermoni più stringatezza; In linea con quanto accade nella maggior parte delle assemblee degli enti locali.

5)fermare gli emendamenti carogna. Ovvero quelli seriali o emulativi, fatti al solo scopo di nuocere al razionale svolgimento del dibattito.

Proprio su quest’ultimo punto la sinistra ¬ che evidentemente trova la propria sintesi solo nel livore verso il centrodestra – è stata capace di dimostrarci quanto fossero giuste correzioni regolamentari.
Infatti Ambrosini, Ramorino, Tagliaferro e Gandini hanno prodotto insieme circa 150 emendamenti.
Solo alle 5.15 Ambrosini, giunto al quarto dei suoi 51 emendamenti, ha gettato le armi.
Prima di lui, Ramorino, Marconi (che per la stanchezza rischia di approvare la delibera), con un semplice taglia-incolla e qualche aggiustatina ad una virgola o ad una congiunzione a loro emendamenti, hanno bloccato i lavori ciarlando del nulla per ore ed ore.
Grande prova di responsabilità del centrodestra. Complice il defilarsi del buon Lucio Martinelli – in serata astensionismo – e l’assenza per questioni lavorative del leghista Andrea Grazio, tutti hanno dovuto restare nei ranghi e sorbirsi le sinistre litanie.
Anche il febbricitante Nicolino Scapini, ribattezzato dallo stesso Ambrosini come “il nuovo Enrico Toti del centrodestra”.
La riuscita resistenza all’assedio degli emendamenti è anche merito delle leccornie portate in sala Giunta da assessori, consiglieri e revisori contabili di PDL e Lega.
La seduta è poi proseguita su punti di minor interesse politico sino alle 6.00.

Nelle foto, dall'alto: l'opposizione in gran spolvero, Il presidente "castigamatti" con Nicola Scapini "moribondo" e un ritratto elettorale di quest'ultimo

venerdì 10 dicembre 2010

Gatto e topo in società



Fratelli Grimm



Un gatto aveva fatto conoscenza con un topo e gli aveva tanto vantato il grande amore e l’amicizia che gli portava, che alla fine il topo acconsentì ad abitare con lui; avrebbero governato insieme la casa. “Ma per l’inverno dobbiamo provvedere, altrimenti patiremo al fame,” disse il gatto, “e tu, topolino, non puoi arrischiarti dappertutto sennò finirai col cadermi in trappola!” Il buon consiglio fu seguito e comprarono un pentolino di strutto. Ma non sapevano dove metterlo; finalmente, pensa e ripensa, il gatto disse: “Non so dove potrebbe essere più al sicuro che in chiesa; là nessuno osa commettere un furto: lo mettiamo sotto l’altare e non lo tocchiamo prima di averne bisogno.” Il pentolino fu messo al sicuro ma il gatto non tardò ad avere voglia di strutto, e disse al topo: “Volevo dirti, topolino, che mia cugina mi ha pregato di farle da compare: ha partorito un piccolo, bianco con macchie brune, e devo tenerloa battesimo. Lasciami uscire oggi e sbriga da solo le faccende di casa.” - “Va bene,” rispose il topo, “va pure e se mangi qualcosa di buono pensa a me: un goccio di quel rosso vino puerperale lo berrei volentieri anch’io!” Ma non c’era niente di vero: il gatto non aveva cugine nè l’avevano richiesto come padrino. Andò dritto in chiesa, si avvicino quatto quatto al pentolino di strutto, si mise a lecccare e lecco via la pellicola di grasso. Poi se ne andò a zonzo per i tetti della città per tutto il resto della giornata: si guardò intorno, si mise steso al sole e continuava a leccarsi i baffi ogni qualvolta pensava al pentolino. Non ritornò a casa che alla sera. “Eccoti qua,” disse il topo, “hai di certo passato una giornata allegra. Che nome hanno messo al piccolo?” - “Pellepappata,” rispose il gatto tutto d’un fiato. “Che strano nome,” disse il topo, “è frequente nella vostra famiglia?” - “Che c’è di strano,” rispose il gatto, “non è certo peggio di Rubabriciole, il nome dei tuoi figliocci!”

Poco tempo dopo al gatto tornò la voglia di strutto. Così disse al topo: “Devi farmi un’altra volta il piacere di badare alla casa da solo; mi vogliono di nuovo come padrino e siccome il piccolo stavolta ha un cerchio bianco intorno al collo, non posso rifiutare.” Ancora una volta il topo acconsentì, e di nuovo il gatto corse di soppiatto fino alla chiesa e finì col divorare metà del contenuto del pentolino. “E’ proprio vero: nulla è più gustoso di quello che si mangia da soli” ed era tutto contento della sua giornata quando al tramonto rientrò a casa. Il topo gli chiese della giornata appena trascorsa e poi: “Questo piccolo qui come l’avete chiamato?” - “Mezzopappato,” si lasciò scappare il gatto. “Mezzopappato! che razza di nome,” esclamò il topo, “sono sicuro che non esiste nemmeno sul calendario!”

Ben presto al gatto tornò l’acquolina in bocca e, poichè non c’è due senza tre, disse al topo: “Devo fare di nuovo il padrino. Questa volta il piccolo è tutto nero e ha solo le zampe bianche: in tutto il resto del corpo non ha un solo pelo bianco. Questo capita solo una volta ogni due anni: mi lasci andare?” - “Pellepappata e Mezzopappato,” rimuginò il topo a voce alta, “sono nomi che mi impensieriscono!” - “Tu te ne stai col tuo giubbone grigio scuro e la tua lunga coda tappato in casa, e va a finire che ti monti la testa! Succede così quando non si esce mai!” disse il gatto risentito e uscì. Quel golosone del gatto arrivò in chiesa e ovviamente divorò utto il pentolone di strutto: “Solo quando si è finito tutto si sta in pace!” disse a se stesso e tornò a casa solo a notte fonda e ben pasciuto. Il topo, che nel frattempo aveva sbrigato tutte le faccende e rimesso in ordine la casa, anche questa volta gli chiese che nome avessero dato al terzo piccino. “Beh, non ti piacerà di certo,” disse il gatto, “si chiama Tuttopappato!” - “Tuttopappato, certo che è proprio un nome bizzarro, io non l’ho mai visto scritto. Che vorra mai dire?” ma poichè era stanco scosse il capo, si acciambellò e si addormentò.

Da allora più nessuno chiese al gatto di fare da padrino. Giunto l’inverno, quando ormai fuori non si trovavapiù nulla, il topo si ricordo della loro provvista di strutto e disse: “Vieni gatto, andiamo dove abbiamo messo in serbo il nostro pentolino di grasso, ce la godremo.” - “Certo,” rispose il gatto aggiungendo tra sè e sè “te la godrai come a mangiar aria fritta!” Si missero in cammino e quando arrivarono la pentola era ancora al suo posto, ma completamente vuota. “Ah,” esclamò il topo, “ora capisco quel che è successo, ora mi è tutto chiaro. Bell’amico che sei! Hai divorato tutto quando hai fatto da compare: prima pellepappata, poi mezzopappato poi...” - “Vuoi tacere,” disse il gatto, “ancora una parola e ti mangio!”

“Tuttopappato,” finì di dire in quell’istante il topo. Così il gatto con un balzo l’afferrò e ne fece un sol boccone. Vedi, così va il mondo.

IUAV E COMUNE SI CONFRONTANO CON I TECNICI

da l'Arena Venerdì 10 Dicembre 2010,pagina 38

Il Piano di assetto del territorio (Pat), che plasmerà la Legnago del futuro, sta prendendo lentamente forma sulla scorta delle indicazioni fornite dai cittadini e dalle associazioni del territorio. In questa direzione, dopo la riunione apripista organizzata la scorsa settimana a Canove dove è iniziato il confronto con le frazioni, oggi alle 15 l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi incontrerà in sala consiliare, con il team accademico della facoltà Iuav di Venezia incaricato di formare il Pat, geometri, architetti ed ingegneri operanti in città. Sempre allo scopo «di acquisire conoscenze e suggestioni utili alla redazione concertata del nuovo strumento urbanistico». Nel frattempo, la Giunta ha adottato il documento preliminare del Piano, contenente gli obiettivi generali da perseguire in base ai suggerimenti dei consiglieri comunali. Il tutto corredato del relativo rapporto ambientale e dello schema di accordo di pianificazione da sottoscrivere con Provincia e Regione. S.N.

mercoledì 8 dicembre 2010

Due cantieri a Porto e Casette

Da L'Arena, Mercoledì 08 Dicembre 2010,pagina 37

Altre due scuole di Legnago diventeranno più sicure e funzionali. Proseguendo sulla strada tracciata dall'ex amministrazione Gandini, che aveva investito oltre 10 milioni di euro per ristrutturare e mettere a norma il patrimonio scolastico comunale, la Giunta ha approvato due nuovi progetti per l'adeguamento di altrettanti plessi delle frazioni. Il primo intervento riguarda le elementari «Bruno Tosi» di Casette dove verranno spesi 105mila euro, 41mila dei quali coperti da un contributo regionale. L'importo servirà a sostituire tutti i serramenti interni ed esterni in modo da eliminare ogni pericolo per gli alunni ed il personale. L'altro cantiere interesserà, invece, le medie «Cavalcaselle» di Porto dove il 20 marzo 2001, mentre erano in corso alcuni lavori, divampò un terribile incendio in cui morì la 14enne di Boschi Sant'Anna Laura Agnora. «Una tragedia», afferma paolo longhi, assessore ai Lavori pubblici, «che non va dimenticata e che ci sprona a privilegiare, tra le opere pubbliche, proprio gli interventi a sostegno della sicurezza nelle scuole». Cosa che accadrà, al termine delle lezioni, anche alle «Cavalcaselle» con la posa di moderni infissi esterni. Il tutto a fronte di un investimento di 265mila euro, 150mila dei quali finanziati dalla Fondazione Cariverona. S.N.

Look nuovo e più sicuro per piazza Garibaldi

LEGNAGO. La Giunta ha approvato il progetto di riqualificazione del «salotto buono» della città


L'intervento da 200mila euro era in lista d'attesa da quasi tre anni I cantieri per il rinnovo della pavimentazione apriranno a febbraio


Da L'Arena, Mercoledì 08 Dicembre 2010,pagina 37


Stefano Nicoli

Sotto l'albero di Natale i legnaghesi troveranno una strenna già preannunciata tre anni fa ma slittata finora per la carenza di fondi con cui deve fare i conti anche il municipio di Legnago: la riqualificazione di piazza Garibaldi.
A febbraio partirà infatti l'atteso restyling del salotto buono della città, che abbinerà estetica e funzionalità. Mettendo fine alla sfilza di disagi ed inconvenienti tecnici, che si sono susseguiti negli ultimi anni a causa di una pavimentazione ormai consunta e dissestata in più punti. A sbloccare un intervento, che garantirà in primo luogo la sicurezza dei pedoni scongiurando cadute e fratture, ci ha pensato la Giunta approvando lunedì il progetto esecutivo del riordino. Non prima però di aver individuato, tra le pieghe di un bilancio sempre più striminzito, i 50mila euro che mancavano ancora all'appello per coprire un investimento quattro volte superiore e già finanziato al 70 per cento dalla Regione. Vale a dire lo stesso importo, che aveva impedito all'amministrazione Gandini di mandare in porto la sistemazione deliberata ancora nel 2007 avendo dovuto impiegare la somma in questione per sostenere i maggiori costi di riscaldamento degli edifici comunali.
Un particolare che, in occasione dell'assestamento generale al bilancio di previsione in cui sono stati reperiti i fondi mancanti, ha indotto Damiano Ambrosini, capogruppo del centrosinistra, a rivendicare la paternità del progetto accusando il centrodestra «di vivere di rendita». «L'attuale opposizione», ha replicato paolo longhi, assessore ai Lavori pubblici, «si attribuisce a torto questo risultato. In realtà, andrebbe ringraziata solo per le buone intenzioni che, in assenza della copertura economica, non hanno però consentito di iniziare i lavori».
Al di là delle polemiche, quel che più conta è ora l'avvio dei cantieri, che comprenderanno il rinnovo dei sottoservizi, la posa di una soletta in cemento ora inesistente ed il completo rifacimento della pavimentazione con tozzetti di porfido, più larghi di quelli attuali, inframezzati da pietra bianca di Prun. «Tutto ciò», assicura longhi, «durante l'inverno per non prolungare il blocco della piazza centrale».


«L'inferno è lastricato di buone intenzioni.»

Samuel Johnson

lunedì 6 dicembre 2010

GIOVANI. La Città con la Comunità europea

L'Europa a portata di mano per ragazzi dai 13 ai 30 anni

Si possono presentare progetti di interscambio in ogni campo

Da L'Arena, Domenica 05 Dicembre 2010,pagina 46


Una Legnago sempre più vicina all'Europa e ai suoi giovani. A fare da ponte tra i ragazzi del Legnaghese ed il cuore della Comunità europea non poteva che essere l'assessorato comunale alle Politiche giovanili. Il quale, proprio per favorire alcuni progetti europei a sostegno dei ragazzi, ha aderito formalmente a «Gioventù in azione»: un programma della Commissione Europea, direzione generale Istruzione e Cultura, concepito come azione di promozione di progetti europei di mobilità giovanile internazionale di gruppo o individuale. Il tutto, grazie ad attività di scambio e di volontariato in paesi europei volti ad una conoscenza e ad un approfondimento di tipo interculturale. La novità dell'iniziativa non sta solo nel fatto che vi potranno partecipare ragazzi e ragazze di una fascia di età molto ampia - dai 13 ai 30 anni - ma anche che non è previsto alcun obbligo di votazioni scolastiche elevate. Inoltre, ogni anno ci sono cinque scadenze per presentare i bandi. Nell'eventualità di una bocciatura del proprio progetto è quindi possibile ripresentarlo dopo appena due mesi. Vantaggio non da poco è anche l'anticipo da parte dell'Agenzia dell'80 per cento della spesa complessiva.
A presentare ufficialmente il progetto, sostenuti dalla Commissione Europea con 6 milioni di euro, sono stati l'assessore alle Politiche giovanili Maurizio De Lorenzi, il direttore dell'Agenzia nazionale giovani (ente attuatore dell'iniziativa) Paolo Di Caro, il vicepresidente del coordinamento Politiche giovanili della Provincia Andrea Poli e l'assessore Paolo Longhi.
«I programmi vengono divisi in distinte azioni», ha spiegato Di Caro, «e le aree interessate riguardano l'accrescimento della mobilità giovanile sostenendo gli scambi tra ragazzi, il servizio volontario europeo, dai 18 ai 30 anni, per un'esperienza interculturale in vari settori come la cultura, lo sport, l'assistenza sociale o la protezione civile. Altri progetti si legano all'animazione giovanile o a strutture di sostegno per i ragazzi». «Gioventù in azione» è stato presentato anche a diverse associazioni giovanili del territorio all'interno della Red Rum di The White Rabbit.E.P.

LEGNAGO VERSO IL PAT 3 CANOVE

Per formare il proprio Pat (piano di assetto del Territorio) La Città di Legnago ha scelto la procedura concertata.
E concertazione vuole essere non solo con Regione e Provincia, ma anche e soprattutto con le associazioni economiche e sociali del nostro territorio.
Queste trovano radicamento anche nelle frazioni. E così è per Canove che è ravvivata dall’azione del Comitato Sant’Agostino, presieduto dall’amico Lucio Ferrari, e dall’associazione Canoviva, guidata da Vittorio Mantovani.
Il 3 dicembre, alle ore 20:45, presso i locali del Circolo Noi, l’Amministrazione con il sottoscritto, il Vice Sindaco Bisighin e gli assessori Negri e De Lorenzi, ha incontrato i due sodalizi unitamente ad altri residenti.
Ad adiuvandum, ovviamente, c’erano anche i tecnici, vale a dire l’Urbanista Dott. Bonfante e due architetti dello Iuav.
Canove, ci raccontano gli abitanti storici, contava sino a vent’anni fa circa 1300 residenti, cifra oggi dimezzata.
La frazione si è svuotata di abitanti malgrado le amministrazioni succedutesi al timone di palazzo De Stefani qualche investimento l’abbiano fatto, in particolare per migliorare l’offerta sportiva con la piastra polivalente che – ammettono – non risulta poi molto fruita dai pochi ragazzini del posto.
Caratteristiche di Canove che saltano agli occhi sono la lontananza con il centro di Legnago, le distese di campi che si affiancano all’abitato che si estende su stradelli curvi.
A nord Via Stella, che abbracciando la viabilità di Porto (Via Mosche) conduce a Terrazzo o a Boschi; il cuore lo incontri attraversando un ponticello, appena dopo una curva che ricorda l’innesto della vena cava superiore nell’atrio destro dell’apparato cardiocircolatorio. È Piazza Don Vittorio Galvani: una chiesa con un piccolo sagrato in asfalto che si congiunge ai locali del Circolo Noi e a lato il parcheggio della scuola d’infanzia.
Dalla Piazza, seguendo il percorso principale, la viabilità si dirama tra Via Ocara e Via Pisa; mentre giusto dietro la chiesetta è la popolosa Via Borghetto.
I residenti chiedono a gran voce una pista ciclabile che colleghi con i servizi lungo via Mosche.
L’opera da anni è inserita nei piani annuali delle opere pubbliche. Così è quest’anno, malgrado il primo tratto partirà da Porto per congiungersi a Canove e non viceversa (purtroppo) in modo da adempiere alle prescrizioni previste in un bando del GAL della Pianura veronese.
Altrettanto forte la richiesta per abbellire Piazza Don Galvani, pur non volendo i residenti rinunciare ai parcheggi che sono funzionali per l’accesso all’edificio scolastico e alla chiesa.
In particolare a Canove ci si lamenta per la piaga dell’abbandono dei rifiuti. Non solo i cassonetti della piazza vengono utilizzati male – e su questo potrebbe essere spostata in loco la telecamera mobile per la sorveglianza – ma sacchi di immondizia vengono lasciati lungo Via Ocara e Via Livello nell’approssimarsi all’argine dell’Adige.
Si è discusso poi – non con grande entusiasmo a dire il vero - del possibile potenziamento della zona sportiva che potrebbe quindi ospitare anche le strutture della sagra (o meglio delle tante sagre, Canove è campionessa in questo) spostandole da Piazza Don Galvani. Forse pesa il rischio di perdita di centralità della Piazza Don Galvani che in effetti, se un’identità architettonica vera e propria non ce l’ha, è tuttavia da sempre epicentro delle più rilevanti attività sociali.
Quanto al recupero demografico è evidente che vale la regola: qualità della vita declinata in servizi e offerta lavoro = più abitanti.
L’Amministrazione ha quindi il dovere, a mio avviso, di ripensare a Canove come un borgo, dotato di quelle sue belle e caratteristiche abitazioni, immerso nella sua natura e nelle tradizioni genuine ma capace di attrarre nuovi insediamenti da definire nell’ambito nel nuovo processo di pianificazione e di offrire servizi,
A tal riguardo alcuni abitanti hanno sottolineato l’importanza di un accesso ad internet più veloce di quello attuale, importando il sistema di copertura del segnale ADSL wireless adottato per alcune zone del vicino Comune di Terrazzo.

domenica 5 dicembre 2010

LEGNAGO VERSO IL PAT 2: INCONTRO SULLA "NOGARA - MARE"


La deliberazione del CIPE pubblicata in G.U. recepisce tutte le richieste avanzate dal Comune di Legnago, da ultimo nella riunione in Regione Veneto del 3/7/09 e quindi, in particolare, la salvaguardia della località Casoni, ottenuta con un percorso alternativo a quello originariamente previsto
Ora le sfide riguardano: 1) il collegamento tra il casello di Vangadizza e Casette (Via Almerini); 2) se e come realizzare un tracciato per unire la realtà di Villa Bartolomea al casello e “bypassare” l’abitato di Vigo con possibile perdita di ulteriore centralità per la frazione; 3) realizzazione di fasce verdi lungo il tracciato e l’acquisizione di fonti di energia pulita.
Il work in progress prevede che a febbraio dell’anno prossimo sia bandita l’ulteriore progettazione, l’esecuzione dell’opera e la gestione della stessa per quarant’anni.
Tra i vincoli – che potranno solo essere migliorati attraverso la gara- vi è quello legato al mancato pagamento del pedaggio nell’arco di 15 km e per 15 anni.
Sul punto è ipotizzabile ed auspicabile che si prenda esempio dal sistema canadese di pedaggio free flow, ovvero a flusso libero.
Questo sistema, consentirebbe di ridurre al minimo il consumo di suolo, di evitare le code e quindi un flusso del traffico scorrevole e con minore inquinamento e si attaglierebbe in modo particolare alla configurazione di un’arteria che si connoterà per l’accessibilità diffusa (un ingresso ogni 5 Km c.ca).
Il team di accademici dello Iuav, incaricato di seguire la formazione del PAT per il Comune di Legnago, studierà, tra i vari argomenti, anche quello relativo agli spazi di risulta del nuovo casello di Vangadizza.

sabato 4 dicembre 2010

IL CONTADINO E LA SERPE

ESOPO

Un vecchio contadino durante la stagione dell'inverno, avendo trovato una serpe intirizzita dal freddo e avendone avuto compassione, la prese e se la mise in seno. Quella poi, riscaldandosi e riprendendo la propria natura, ferì il benefattore e lo uccise.
Allora lui morendo disse: "Ho quello che mi merito, poiché ho avuto compassione di quella malvagia".
La favola mostra che i malvagi sono immutabili, anche se sono trattati con estrema bontà.