sabato 29 ottobre 2011

Poco personale ed in tribunale si prospettano disagi operativi

Da L'Arena, sabato 29 ottobre 2011, pagina 36
Nuove ombre si addensano sugli uffici giudiziari di Legnago. Non bastasse l´emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato, che potrebbe tradursi nell´accentramento delle funzioni di giustizia nei capoluoghi di distretto, a minare la sopravvivenza della sezione distaccata del tribunale di Verona e dell´ufficio del giudice di pace potrebbe concorrere la progressiva riduzione di personale. In barba alle 500 firme raccole dagli avvocati del Foro di Legnago per scongiurarne la chiusura. Che la situazione non sia rosea si è avuta conferma ieri, in occasione dell´arrivo al Palazzo di giustizia del presidente del tribunale scaligero Gianfranco Gilardi, che ha incontrato cancellieri, ufficiali giudiziari, giudici ed avvocati. I presidi cittadini hanno già perso infatti un´operatrice di cancelleria, una delle due giudici togate è in partenza, mentre il Comune di Legnago ed altre amministrazioni hanno richiamato i propri dipendenti in prestito.
«Di fronte a questa situazione», riferisce l´avvocato Paolo Longhi, «il presidente ha evidenziato che saranno adottati provedimenti di limitazione dell´apertura al pubblico della cancelleria civile e che alcune procedure verranno avocate alla sede centrale». «Ecco perchè», aggiunge, «il nostro Foro si attiverà in tutti i 27 Comuni del territorio di competenza affinchè contribuiscano a tutelare la sezione distaccata anche prolungando i comandi del loro personale». S.N.

giovedì 27 ottobre 2011

Maxi panca in piazza Costituzione


Da L'Arena, giovedì 27 ottobre 2011, pagina 34


Il radicale restyling di piazza Costituzione ora è completato. Ed il «salotto buono» di Porto, inaugurato lo scorso 6 luglio dall´ex assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi dopo sei mesi di lavori ed una spesa di 365mila euro, si è arricchito di un elemento d´arredo di forte impatto, che favorirà l´aggregazione nel quartiere di sinistra Adige senza prevaricare la storica funzione commerciale dell´agorà occupata ogni mercoledì dal mercato. Ossia di una maxi panca a doghe lignee, piantumata al proprio interno, che è stata progettata dall´architetto Elisabetta Magnani dell´ufficio tecnico sul modello di quella esistente in piazza Mazzini a Jesolo. Con l´installazione della particolare seduta sul lato di via Pio X, che va a sommarsi al rifacimento della pavimentazione, degli allacciamenti e dei lampioni, piazza Costituzione è definitivamente riqualificata. E questo grazie ai 273mila euro erogati dalla Regione, che hanno permesso di aprire i cantieri e di fermare un incalzante degrado. S.N.

NELLA FOTO UN EVENTO IRRIPETIBILE. IL SINDACO RETTONDINI INAUGURA UN'OPERA CON ME E MASSIMO GIORGETTI; D'ALTRA PARTE RETTONDINI PREFERISCE ROSSINI

EX ITALGAS. QUELLA TORRE CHE NON PIACEVA ALLA LEGA

Il neo assessore ai lavori pubblici si fa bello su L’Arena raccogliendo i risultati di una mia faticosa semina.
Mi riferisco in particolare alla deliberazione per l’alienazione dell’area di proprietà comunale “Ex Italgas”, attualmente destinata a parcheggio della superficie complessiva di 2.304 mq, votata nel dicembre scorso e che oggi sembra aver dato i frutti sperati..
Il Comune infatti aveva ed ha bisogno di danaro per completare le opere del piano triennale; questa alienazione poteva e può essere una boccata d’ossigeno: per questo avevo cercato di rendere appetibile l’acquisto dell’area attraverso la previsione della possibilità di derogare all’altezza massima degli degli edifici, prevista per le zone B1 in 16,50 metri, attraverso una specifica variante al PRG.
Ancora, per evitare malumori tra i cittadini avevo inserito una clausola che obbligasse l’acquirente a mantenere il parcheggio pubblico.
Ma si sa, come nel caso della variante al piano particolareggiato Ex Zuccherificio, alla maggior parte dei neoleghisti e ad alcuni pidiellini gli edifici particolarmente alti non piacciono. O almeno non piacevano. Probabilmente loro amano consumare il territorio e in particolar modo la nostra campagna.
Portare in aula questa delibera è stato un trauma. Non averlo fatto significava non poter finanziare le opere previste.
E ora pare che il superamento dei vincoli di altezza sia scontato: La maggioranza - sembra di capire dalle parole di Nalin - voterà compatta la variante al PRG prevista per la prossima seduta consiliare. Anche Fabio Donella e Michele Menini?

venerdì 21 ottobre 2011

LO STRANO CASO DEL DOTTOR ROSSINI E MISTER AGO


quando gli ultimi diventano i primi e i carnefici salvano la Patria


Leggo su Primo Giornale 18.10.11 a pag. 5 l'articolo “RIDATO UN GOVERNO ALLA CITTA'”.
Agostino Rossini, 40 preferenze da capolista dell'UDC nel 2004 (quando disponeva anche del candidato Sindaco) e ultimo classificato alle provinciali 2009, si diletta - nell'intervista che concede al periodico in parola - ad insegnarci la politica.
Ovviamente inanella una serie di contraddizioni che riescono a renderlo quasi simpatico.
Quasi.
Inizia così:

“Noi abbiamo dato stabilità a Legnago e credibilità ad un Pdl che l'aveva perduta”.


Peccato che la stabilità l'Amministrazione legnaghese l'avesse persa per colpa anche della sua componente politica – i popolari liberali – che a Legnago, per mezzo del consigliere Alessandro Rettondini, disertava i consigli comunali invocando a più riprese un rimpasto in Giunta pena l'ingovernabilità.
Insomma è come se un medico provocasse continue sofferenze ad un suo paziente e ne pretendesse la riconoscenza una volta terminato di infliggerle.

La stessa cosa valga per la credibilità del PDL, minata da continui smottamenti in consiglio comunale: quattro capigruppo nominati in due anni e mezzo per questioni di capricci che poco hanno a che fare con la dignità di una classe dirigente seria, due assessori e un vicesindaco fatti saltare per meri appetiti politici.

Ma andiamo avanti, accantonando per ora il busillis sulla sospensione da partito sua e degli altri congiurati, non prima di aggiungere che – problemi formali o no – se l'intero direttivo provinciale del tuo partito ti censura non è certo motivo di vanto.

Afferma il Dottor Rossini di non aver mai richiesto la mia estromissione dalla Giunta. E che questa richiesta è partita spontanea dai consiglieri.


La spontaneità è stata tale che sono stati necessari mesi, dal voto di sfiducia richiesto da Alessandro Rettondini e Stefano Zamperlin, per giungere alla mia caducazione.
E ancora – se fosse nato tutto dagli amministratori - come mai anche i due Bariani e Raganà sottoscrissero con me e Bisighin, in data 28.4.11, un documento politico per condannare il comportamento ricattatorio di Rossini, Venturato, Zamperlin e Alessandro Rettondini?

Dulcis in fundo, la ricetta per il paese:

Attuare i progetti in corso e in addivenire. Per esempio sulla Casa di Riposo secondo noi nella scelta del luogo dove realizzare la nuova struttura sarà fondamentale il piano economico, che deve essere sostenibile. Altri progetti che sono in itinere e su cui vogliamo accelerare sono quelli della nuova sede dei vigili urbani e della caserma dei carabinieri”.


“Struca struca” è la solita minestra riscaldata. Tutte cose già preparate in principal modo dal sottoscritto a cui contribuisce con osservazioni – specie quelle sulla casa di riposo – che sono lapalissiane. É ovvio che se c'è la copertura economica una cosa la fai, altrimenti no. E il piano economico inizialmente presentato trova qualche ostacolo a Venezia.
Ad ogni modo l'unico effetto certificato di questo rimpasto è stata la perdita di tempo su questi progetti importanti ed ambiziosi.
Complimenti dunque al Dottor Rossini e al Mister Hide, anzi, Mister Ago. Era difficile interpretare nell'ambito della modesta politica legnaghese sia il ruolo di carnefice che quello di salvatore della Patria. Lui c'è riuscito... D'altra parte gli ultimi saranno i primi!

martedì 18 ottobre 2011

Giovanardi, pace contestata

LEGNAGO. L'estromissione di Longhi dalla Giunta «normale operazione politica»: ma la protesta esplode sulla strada



Stefano Nicoli
Il sottosegretario «benedice» il rimpasto nell'esecutivo ma lo aspettano urla, fischi e slogan «contro i traditori»

Da L'Arena Martedì 18 Ottobre 2011, pagina 26

Urla, fischi, sfottò, cartellini rossi e slogan «anti caregari» intonati da una quarantina di scatenati sostenitori dell'ex assessore pidiellino ai Lavori pubblici Paolo Longhi, estromesso un mese fa dalla Giunta dai suoi stessi compagni di partito con l'avallo degli alleati leghisti. Non poteva ricevere un commiato peggiore il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Carlo Giovanardi, che ieri sera è arrivato a Legnago, su invito del referente veronese dei Popolari liberali Agostino Rossini, per legittimare «una normale operazione politica». Convinto che il rimpasto che ha assegnato ad un uomo della sua corrente - l'architetto Moreno Nalin - la poltrona sgombrata a forza dal giorgettiano Longhi «non giustifichi affatto la procedura di espulsione aperta dai vertici provinciali del partito nei confronti di alcuni consiglieri ed assessori, sulla scorta di quanto è avvenuto in situazioni analoghe verificatesi a Bolzano e a San Giovanni».
Dopo aver impartito l'assoluzione piena al burrascoso riassetto di esecutivo, nella conferenza stampa convocata da Rossini nella sede dei Popolari liberali di Corso della Vittoria, Giovanardi è stato infatti salutato all'uscita da una contestazione tenuta a bada da un ingente spiegamento delle forze dell'ordine. Con lo stesso Longhi, recordman di preferenze della lista Pdl nel 2009, in prima fila a gridare a squarciagola «contro i traditori» con il supporto dei militanti della Giovane Italia, di tanti ex aennini e dei consiglieri comunali di Verona Ciro Maschio, Elena Traverso e Stefano Ederle, ormai senza voce per reclamare l'espulsione dei responsabili del fuoco amico.
Un sit in durato 20 minuti che, fatta eccezione per un paio di calci sferrati nella calca al consigliere rossiniano Alessandro Rettondini, non è sfociato in violenze e tafferugli alla black block. Malgrado il clima rovente ed il secco rifiuto rivolto a Giovanardi, che prima di infilarsi sull'auto blu di servizio, si è avvicinato tranquillo ai contestatori «per confrontarsi con loro» invitandoli «a lavorare tutti assieme per il bene del Pdl». Tutto inutile. Anzi, i manifestanti hanno alzato il tiro amplificando fischi ed insulti con cori da stadio.
Questo è stato però solo l'epilogo della tappa mordi e fuggi in città del sottosegretario, che fa parte anche dell'ufficio di presidenza del Pdl. Una visita iniziata con una cronistoria di Rossini sugli ultimi sviluppi politici. «Eventi», ha detto il leader dei Popolari liberali, «che, grazie ad un'azione coraggiosa dei consiglieri spronata dalla latitanza del commissario, hanno permesso non solo di garantire una rappresentanza alla nostra componente inizialmente esautorata». «Ma anche», ha aggiunto, «di dare stabilità all'amministrazione e di rilanciare il Pdl».
Quindi ha preso la parola Giovanardi: «È inconcepibile ricorrere alle sanzioni per risolvere quella che è una questione politica fisiologica in un partito, usando tra l'altro due metri e due misure visto che quando è successo con un assessore della nostra componente andava tutto bene mentre se si tocca un ex An si arriva a questi estremi quasi surreali». «In Veneto». ha aggiunto il sottosegretario, «sarei più preoccupato a tenere chi se ne va dal Pdl come Fabio Gava e Giustina Destro piuttosto che colpire chi ha perfezionato, nell'interesse del partito, un legittimo accordo politico senza cambiare schieramento o far cadere la Giunta». Infine, prima di affrontare i manifestanti, Giovanardi ha lanciato un invito: «Mi appello ai direttivi provinciale e regionale affinchè ci ripensino utilizzando tutte le energie per risalire la china nel processo di democratizzazione interna iniziato da Angelino Alfano e che sta per culminare nei congressi».


COMMENTO

Di manifestati ne ho contati più di 100. Non erano affatto tutti ex An. C'erano molte persone precedentemente iscritte in Forza Italia.
Un grazie a tutti loro e soprattutto a quelli che sono rimasti al freddo e al gelo non per venti minuti ma per circa 2 ore (motivo per cui all'uscita del sottosegretario c'era meno gente a contestare). Grazie a coloro che, pur non essendo legnaghesi son giunti a gridare il proprio dissenso: Giovanni Pesenato, Silvia Dal Cero, Barbara Carpi, Elena Traverso, Stefano Ederle, Ciro Maschio, Pippo Mutascio e Matia Martini.
Grazie a chi avrebbe voluto venire, non l'ha fatto ma era lì col cuore.


Passando dall'altra parte della barricata è assolutamente interessante notare come alcuni sostenitori di Bendinelli alle regionali 2010 (Stefano Michelazzi, Laura Leonardo Maron) siano saliti nella "stanza dei bottoni", ovvero l'ufficio politico di Rossini & C.


Quanto poi al rifiuto di conversare con Giovanardi, esso è stato dato in forza delle provocazioni lanciate da quest'ultimo, il quale ha etichettato il gruppo dei contestatori come "fascistelli", brandendo provocatoriamente una minaccia che nessuno ha capito: la richiesta di espulsione di Maurizio Gasparri.

domenica 16 ottobre 2011

ANIMALI SOTTO SCACCO


ZAMPERLIN RIMETTE LA DELEGA AGLI ANIMALI D'AFFEZIONE. MA I RICATTI DELLA "CORRENTE VENTURATO" ORA SCATENANO ILARITA' IN MAGGIORANZA

Da L’Arena, 15/10/2011 - pag. 34

Il pidiellino Stefano Zamperlin, tagliato fuori con il suo referente Massimo Venturato dal «golpe» intestino benedetto dalla Lega, ha restituito infatti la delega agli Animali. «Sin dall'inizio», ha motivato, «non sono stato coinvolto nelle scelte amministrative forse perchè appartengo ad una parte politica scomoda, malgrado sia ora l'unica legittimata a rappresentare il Pdl in Consiglio stanti gli ultimi eventi». «Quindi, visto che non vengo considerato», ha concluso, «rimetto l'incarico fintantochè il sindaco, che ha tradito i patti elettorali, non rivedrà le proprie decisioni tramite le segreterie. Resto comunque in maggioranza ma voterò in modo critico».
La replica del sindaco non si è fatta attendere: «Sono dispiaciuto della scelta di Zamperlin anche se non ne comprendo le ragioni. Ha iniziato infatti un anno e mezzo fa ad accusare l'operato della Giunta per poi disertare le sedute più volte facendoci fare una bruttissima figura con gli elettori». S.N.


Commento


Mi raccontano che durante la comunicazione di Zamperlin, rimasto a sedere in maggioranza, in prima fila, in compagnia di Donella e Menini, sia scapato qualche sorrisino tra i consiglieri leghisti e del PDL.
Oramai le sue ribellioni non fanno più paura a nessuno.
Tutt'al più, gli unici che avranno qualcosa da rimettere dalle bizze di Stefano e del suo comandante Massimo Venturato saranno gli animali d’affezione.
Stefano, proprio su mio consiglio, si era cimentato – anche con impegno e qualche successo – su questo tema delicato.
Purtroppo per lui – come sa bene per essersi prestato ai torbidi ricatti di cui poi è stato vittima – il merito e la capacità non contano più nulla in questa maggioranza.
Conta il numero dei consiglieri, indipendentemente dalle preferenze raccolte alle elezioni. E ora la maggioranza di Palazzo c’è.
Gli animali non alzano la mano.

giovedì 13 ottobre 2011

Il divorzio tra Marconi e Ambrosini va in scena in consiglio comunale

Nel consiglio comunale di questa sera si celebrerà il divorzio tra Marconi e Gandini.
A dire il vero da mesi si sentiva discutere di questa sfaldatura nel centrosinistra.
Negli ultimi tempi il progetto civico della Rosa aveva visto suoi importanti protagonisti sposare la causa del Partito democratico: Clara Scapin si è candidata con successo alla provincia di Verona, Silvio Gandini si è cimentato con le difficilissime elezioni europee non venendo eletto ma raggiungendo un notevole risultato.
Poi qualcosa, dopo la sconfitta elettorale di Damiano Ambrosini, non ha più funzionato.
Scapin vince il congresso del PD contro Tommy Casari ma questi le subentra in consiglio comunale. Ambrosini nel frattempo prende le distanze dal partito.
Altro congresso comunale del PD: si contendono la segreteria Claudio Marconi e Gianfranco Falduto, sostenuto da Gandini e Casari.
Vince Claudio il rosso. E giustamente vorrebbe far valere anche a palazzo De Stefani una sorta di coerenza politica: siamo del PD, facciamo le nostre feste democratiche, abbiamo il nostro giornalino…. Perché mai dovremmo continuare a nasconderci dietro una civica?
Ma Casari e Gandini non ci stanno. I partiti, si sa, non vanno di moda. Restare in un partito oggi non è certo un affare. La gente ti associa comunque alla casta, anche se a Legnago un consigliere comunale si fa un mazzo tanto per portarsi a casa poche centinaia di euro l’anno.
La scelta di Claudio Marconi è dunque più coerente; quella di Casari e Gandini è invece forse più astuta.
In ogni caso ritengo che le elezioni siano ancora lontane.
L’attuale amministrazione “Rossini Raganà e Menini” (col povero Sindaco in ostaggio) terminerà il mandato.
Ci sarà il tempo di sparigliare le carte e di capire come i partiti tradizionali affronteranno questo prossimo agone politico.
Uno dei nodi più critici è quello dell’UDC. Nella segreteria locale gli storici militanti non sono molto convinti di ammainare lo scudo crociato a favore di una civica; ma altri tesserati – come Mauro Saldi e Giuseppe Losi – già compagni di viaggio nell’esperienza amministrativa della Rosa, la pensano diversamente.

venerdì 7 ottobre 2011

Scheletri nell’armadio


Scheletri nell’armadio

Alcuni notabili legnaghesi, responsabili del blitz che ha portato al rimpasto di palazzo De Stefani, hanno dichiarato che il sottoscritto ne avrebbe combinate di cotte e di crude, trovando così una giustificazione nobile al mio allontanamento.
Hanno dichiarato, sempre sottovoce, che alcuni facoltosi imprenditori avrebbero pagato la mia campagna elettorale in cambio di favori.
E inoltre hanno evidenziato la certezza di ritrovare nell’armadio del mio ex ufficio la prova provata di liste neri di tecnici da non invitare a collaborare con il Comune di Legnago.
È sin troppo facile blandire tali accuse: la mia campagna elettorale del 2009 è costata circa 300 €; non sono ricco ma fin qui posso assicurare di arrivarci con le mie finanze.
A tal proposito basta ricordare che il sottoscritto è stato uno dei pochi candidati del PDL a non realizzare nemmeno i manifesti elettorali. Ho acquistato e pagato solo i cosiddetti “santini” e ho provveduto a distribuirli personalmente o a mezzo di amici e amiche.
Quanto alla lista di proscrizione dei tecnici, essa ovviamente non esiste.
Al di là del fatto che ho sempre ritenuto preferibile far svolgere ai dipendenti comunali tali attività, quando ciò non è stato possibile ho sempre chiesto ai consiglieri e assessori di fornirmi nominativi di tecnici da incaricare per ogni singolo servizio professionale del Comune, mettendoli peraltro in gara in base al prezzo.
Per carità: che la ricerca degli scheletri nel mio armadio abbia pure inizio; sarebbe tuttavia preferibile che tali soggetti, anziché frugare tra le mie carte, si occupassero con maggiore dedizione della Città e delle sue reali esigenze, dopo due anni nei quali si sono prevalentemente interessati di careghe per sé, per i propri famigliari o capobastone, coinvolgendo nelle brutte figure anche quei bravi amministratori (e ce ne sono, basti pensare a Nicola Negri, a Loris Bisighin a Erika Ferraresi e ad altri ancora) che hanno assunto l’incarico con spirito di sacrificio e capacità.

mercoledì 5 ottobre 2011

INCONGRUENZE. BARIANI E RETTONDINI: TUTTE LE SCELTE AMMINISTRATIVE SONO SEMPRE CONDIVISE TRA CONSIGLIERI E GIUNTA (11 febbraio 2010)

Abbiamo già palesato le crepe della giustificazione del ribaltone addotta dai Bariani, Raganà & C.
Ora dicono che tra assessori e consiglieri non c'era dialogo, ieri dicevano il contrario.
La riprova ce la dà un vecchio articolo de L'Arena, pubblicato in data 11 febbraio 2010.
I consiglieri del PDL avevano dato il benservito a Zamperlin che perdeva, per le critiche mosse all'amministrazione, il suo ruolo di capogruppo; ruolo che aveva ereditato da Paolo Castagna, scappato dal partito dopo un furibondo diverbio con Rossini.
Nell'occasione quest'ultimo riusciva a piazzare il fido Rettondini Alessandro quale nuovo capogruppo; il terzo in tre mesi.
Ne seguirà un quarto, Riccardo Bariani, ad oggi diffidato dall'utilizzare tale qualifica dopo l'ultimo direttivo provinciale.

Ma veniamo al gustoso pezzullo:

“(...) Dopo aver preso le distanze dal loro rappresentante, «che, senza avvertirci, ci ha illeggittimamente coinvolti in elucubrazioni politiche apprese con stupore e rammarico dalla stampa», Alessandro Rettondini e Riccardo Bariani - gli altri due consiglieri rimasti a tenere alta la bandiera del Pdl dopo il passaggio alla Lega di Paolo Castagna, il loro primo timoniere - hanno revocato il «mandato» a Zamperlin «essendo venuti meno i presupposti di fiducia e rappresentatività». Non prima però di aver evidenziato «una dicotomia tra la realtà e le affermazioni del nostro collega visto che nella riunione settimanale di pre-Giunta è possibile partecipare attivamente alla formazione delle scelte per il governo della città sin dalla fase embrionale». Quindi, il ruolo di nuovo capogruppo è stato assunto da Rettondini".

Lettere a L'Arena

Spregevole
degrado



Da L'Arena, Mercoledì 05 Ottobre 2011, pagina 17

Da troppo tempo assistiamo increduli e sgomenti agli avvenimenti che accadono all'interno dell'Amministrazione comunale di Legnago. Sin dalla sua nascita, una serie di ricatti e di mediocrità ha rappresentato la costante di questa amministrazione. Una maggioranza che ha dimostrato di non possedere un disegno strategico per lo sviluppo sociale ed economico di Legnago, indaffarata solo ad accaparrarsi posti di potere. Gli ultimi avvenimenti, di così spregevole degrado, frutto di intollerabili ricatti, rappresentano il punto più basso, e di non ritorno, di una pseudo politica che nulla ha da spartire con la buona amministrazione, ma al contrario di disdoro per sé, e di riflesso anche per i propri riferimenti politici.
In questo contesto di difficile situazione economica, la nostra città avrebbe bisogno di amministratori in grado di guardare lontano, capaci di predisporre azioni politico-amministrative atte a raccogliere ogni possibile opportunità di rilancio: per il presente e per il futuro. Legnago, quale importante centro di servizi, legittimamente ha sempre rivendicato il ruolo di immagine e punto di riferimento per tutto il Basso Veronese. In passato, alcune buone idee hanno consentito a Legnago di creare nuove ed efficaci prospettive economiche, di lavoro e culturali, e contestualmente offrire motivo di orgoglio ai legnaghesi, ed ottenere il rispetto degli altri. Siamo certi che Legnago, pur nell'attuale difficoltà generale, possa riprendere il proprio cammino di progresso e di fierezza. La prima ed irrinunciabile condizione, però, perché questo si avveri, è che l'attuale compagine amministrativa, così irrimediabilmente screditata, senta l'obbligo morale di lasciare, e permettere ai cittadini legnaghesi di riappropriarsi della loro città: lo potranno fare esprimendo la loro libera volontà con il voto, dando credito a bravi amministratori che sappiano reggere con competenza e serietà le sorti della città.
Renzo Massaron
Gruppo laico-riformista
Legnago

Zamperlin resta solo e si autocandida a capogruppo Pdl

LEGNAGO. La richiesta avanzata a Bertacco

Il commissario ha chiesto intanto una sanzione per lui e Venturato

Da L'Arena, Mercoledì 05 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 26

Da consigliere «ribelle», che per mesi ha tenuto in scacco la maggioranza con il collega Alessandro Rettondini, ad unico interlocutore ufficiale del Pdl in Consiglio comunale. Potrebbe essere questo il destino di Stefano Zamperlin, l'unico esponente del Popolo della libertà non coinvolto nella «congiura» che, con la benedizione della Lega, ha estromesso dalla Giunta l'assessore Paolo Longhi e strappato la fascia di vicesindaco a Loris Bisighin. Ed in questa direzione si è mosso il pidiellino, che fa capo alla corrente di Massimo Venturato, autocandidandosi a neo capogruppo consiliare al posto di Riccardo Bariani, esautorato venerdì dai vertici scaligeri del movimento berlusconiano.
Nemmeno il tempo da parte del coordinamento provinciale di approvare all'unanimità la procedura di espulsione, con sospensione immediata dal partito, avanzata dal commissario Stefano Bertacco per i cinque protagonisti del «golpe» intestino - il capogruppo Riccardo Bariani, suo fratello Alessio, assessore esterno e neo vicesindaco, il presidente del Consiglio Maurizio Raganà, il consigliere Rettondini ed il suo mentore Agostino Rossini - che Zamperlin ha spedito una mail allo stesso Bertacco e, per conoscenza, al coordinatore Aldo Brancher. Con l'intento di ottenere una sorta di «legittimazione per esclusione». «Dopo i fatti succedutesi ed in attesa che i probiviri si pronuncino sull'espulsione», scrive Zamperlin, «ritengo, salvo smentite da parte tua, di essere in questo momento l'unico a rappresentare il Pdl in Consiglio. Quindi, ti chiedo di farmi avere una comunicazione scritta in tal senso al fine di costituirmi legittimamente quale capogruppo». Tuttavia, quello che al portavoce Pdl appare un percorso naturale non lo è per il commissario. «Valuteremo nel prossimo direttivo», annuncia Bertacco, «la richiesta di Zamperlin che, pur non avendo preso parte agli ultimi vergognosi sviluppi, ha messo per mesi in serie difficoltà il partito e la maggioranza con il suo comportamento. Tant'è che nella relazione presentata al coordinamento ho auspicato anche una reprimenda per lui ed il suo referente Venturato». S.N.




COMMENTO

Si riporta per completezza di cronaca una vecchia intervista di Zamperlin (in realtà trattavasi di intervista scritta da Massimo Venturato e sottoscritta da Stefano) la quale ha dato il là alla crisi politica dell'amministrazione.
Da notare che, convocata una riunione di maggioranza, Stefano cercò in qualche modo di giustificare tale presa di posizione che - a mio avviso - non sentiva affatto sua; ho ragione di pensare che gli fosse stata imposta dalla riconoscenza per Venturato che l'aveva messo in lista.
Raggiunsero in serata il tavolo di confronto i reggenti del PDL, Claudio Persona, Roberto Groppello e Agostino Rossini.
Tutti - anche Rossini - furono molto espliciti nel determinare la caducazione da capogruppo di Zamperlin in quanto le sue critiche alla "giunta muta" (senza dialogo) vennero giudicate strumentali ad ottenere un rimpasto che favorisse la componente di Venturato.
Pubblicherò ancora altri stralci di episodi in grado da soli di evidenziare come tanto sui giri di valzer di alleanze quanto sui tintinnar di sciabole l'unica stella polare fu sempre solo quella della carega.

Stefano zamperlin, capogruppo Pdl
«Ci tagliano fuori
ma noi non ci stiamo»


da L'Arena, Martedì 09 Febbraio 2010 PROVINCIA, pagina 31

Stefano Zamperlin
Il capogruppo del Popolo della libertà Stefano zamperlin, in quota alla corrente Conta-Galan-Venturato, batte i pugni e denuncia «il clima ormai insostenibile venutosi a creare all’interno del Pdl legnaghese». Con l’obiettivo, da un lato «di ridare dignità ed un peso politico al partito, che è sempre più in balìa della Lega». E, dall’altro, «di spingere gli assessori e la segreteria a coinvolgere i consiglieri nelle decisioni rigurdanti la città».
Cosa c’è che non va?
La situazione è insopportabile poichè c’è un evidente scollegamento tra i componenti di Giunta ed i consiglieri. Tant’è che il gruppo consiliare si è riunito e ha poi incontrato gli assessori per manifestare loro che non è più possibile andare avanti così.
A cosa si riferisce?
Finora abbiamo sopportato un modo di agire che si ripete da luglio: ovvero quello di trovarci di fronte a scelte mai discusse a livello politico. E questo perchè abbiamo dato fiducia a questa amministrazione e speravamo in un cambiamento. Mi riferisco a varie delibere, da quella sull’aumento delle indennità agli assessori a quelle relative ai tagli sui contributi per gli anziani e i disagiati.
Si preannuncia una rottura?
Non è in ballo un problema politico bensì amministrativo: è infatti nostra intenzione sostenere l’amministrazione ma non come gregari della Lega bensì in veste di alleati. E per farlo vogliamo partecipare alle scelte amministrative quando vengono progettate e non soltanto quando vengono adottate.
Ma non viene invitato alle riunioni di pre-Giunta?
Sì, da quando sono subentrato a Paolo Castagna passato nel frattempo alla Lega. In queste occasioni non si parla però di programmazione mentre sarebbe indispensabile un confronto tra le componenti politiche dei partiti al governo. Il problema è che il Pdl a Legnago è senza una segreteria vera e propria. E, con questa scusa, la Lega fa un po’ quello che vuole.
Un esempio?
La trattativa in corso per la cessione di quote della Lese all’Amia presieduta dal leghista Paolo Paternoster. Noi del Pdl non siamo contrari ad analizzare soluzioni per far funzionare al meglio la nostra discarica ma che la vendita dei gioielli di famiglia passi per un favore che ci fa Verona ci sembra troppo. La soluzione va ricercata semmai nella politica attraverso un piano di programmazione come è stato fatto recentemente con le autorizzazioni regionali per il trattamento dei rifiuti speciali. Non è necessario, insomma, passare sotto il controllo di Verona ed è per questo che, in linea di principio, non siamo d’accordo sulla cessione.
Altre questioni aperte?
La rottura degli accordi con l’Ikc per l’insediamento della città della conoscenza italo-indiana nell’Edificio 13. Abbiamo appreso la vicenda dai giornali in quanto nessuno di noi consiglieri del Pdl è mai stato interpellato prima di discuterne.
A cosa mirate?
Cercare soluzioni per lo sviluppo della città e per il bene dei legnaghesi partendo dalla programmazione e dal bilancio di previsione. Ossia dal documento principale di un Comune, che è stato approvato dalla Giunta senza venire discusso a livello politico con i consiglieri di maggioranza.
La sua corrente non ambisce, quindi, ad entrare in Giunta?
Non siamo a caccia di poltrone. Semplicemente, intendiamo rimarcare che il Pdl a Legnago esiste, che non è succube di nessuno e che vuole partecipare attivamente a tutte le decisioni. Altrimenti potrebbe essere rischioso....
Cioè?
Senza il nostro voto le delibere in Consiglio non passano. E se si continua a tirare la corda si sa che alla lunga può anche spezzarsi. Forse è meglio pensarci prima......

martedì 4 ottobre 2011

Addio a Guido Giarola, l'avvocato gentiluomo

Legnago. È morto a 82 anni l'ex assessore alla Cultura della prima Giunta leghista, che esordì in Consiglio con la Dc

Assieme al fratello Mario costituì nel 1962 l'Api I funerali si svolgeranno domani mattina in duomo

Da L'Arena, Martedì 04 Ottobre 2011, pagina 26

Legnago ha perso un altro pezzo della sua storia, un personaggio carismatico che è stato uno dei protagonisti di una vivace stagione politica e culturale in cui la sua famiglia ha giocato un ruolo di primo piano ai tempi della Democrazia cristiana. L'altra sera, dopo una lunga malattia, è morto a 82 anni, nella sua casa di via Cavalcaselle, Guido Giarola: avvocato, ex consigliere ed ex assessore comunale, revisore di importanti società italiane e fondatore nel 1962 con il fratello maggiore Mario - uno dei notabili della Dc veneta scomparso nel 2006 - dell'Api, l'Associazione piccole e medie imprese della provincia di Verona arrivata a contare oltre mille aziende con 16mila addetti.
Giarola, che in città veniva chiamato l'«avvocato gentiluomo» per i suoi modi raffinati, la bontà d'animo e la rettitudine riconosciutagli anche dagli avversari politici, era nato nel 1929 a San Pietro di Morubio. Rimasto orfano in tenera età è stato cresciuto dalla mamma e dai tre fratelli che, vista la sua propensione per lo studio ed in particolare la sua passione per la storia coltivata per tutta la vita, l'hanno poi incoraggiato a frequentare il liceo al termine del quale si iscrisse all'università conseguendo la laurea in Giurisprudenza. Cresciuto a pane, codici e scudocrociato, Giarola, che aveva frequentato le aule dei tribunali fino a 75 anni nella duplice veste di civilista e penalista, si era avvicinato alla politica attiva nei primi anni Sessanta diventando consigliere e quindi assessore nella Giunta di Nereo Mazzocco. Dopo una lunga pausa assecondata dalla diaspora democristiana si era avvicinato dapprima alla Liga veneta e successivamente alla Lega, che aveva appoggiato, con il nipote Luciano, anche alle amministrative del 2009. E fu proprio con la Giunta del Carroccio, guidata dal 1993 al 1996 da Roberta Visentin, che l'ex membro del Coreco ritornò in municipio da assessore alla Cultura grazie all'accordo stretto dai leghisti con la lista Primavera. I funerali di Giarola, che lascia la moglie Sylvia Cordes, quattro figli e sette nipoti, si terranno domani alle 9.30 in duomo. S.N.

COMMENTO

Conobbi Guido una decina d'anni fa.
Lo ritrovai all'inizio della mia esperienza da assessore; mi intrattenne in casa sua, proprio dietro il Municipio, in compagnia della moglie Sylvia, raccontandomi della sua passione per la storia, in particolare per la Repubblica di Venezia - argomento di cui trattò anche all'Università del Tempo Libero - e di quanto non fosse particolarmente convinto dell'intenzione di coprire i resti di Porta Mantova.
Poi partimmo per la campagna. Raggiungemmo una via isolata, ai confini con Villa Bartolomea, per la quale mi chiedeva maggiore manutenzione.
Non ho altri ricordi di Guido. Ma per quanto poco l'abbia conosciuto mi è parso un vero gentiluomo ed una brava persona.

domenica 2 ottobre 2011

Resa dei conti nel Pdl. Sospesi i cinque «ribelli»


LEGNAGO. Primo effetto della procedura di espulsione avviata dal coordinamento provinciale

Stefano Nicoli

La sanzione colpisce i fratelli Bariani, Rettondini, Raganà e Rossini dopo il rimpasto che ha silurato Longhi e ridimensionato Bisighin



Da L'Arena, Domenica 02 Ottobre 2011, pagina 34

Il «golpe» pidiellino, che ha strappato la fascia di vicesindaco a Loris Bisighin e sfrattato dalla Giunta l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi all'insaputa dei vertici del partito, non è rimasto impunito. È arrivata infatti la sospensione sine die per i cinque esponenti del Pdl che due settimane fa avevano impallinato, con l'avallo degli alleati leghisti, i due colleghi più votati della lista in cambio di un rimpasto che rischiano ora di pagare salato. Anche perchè quello pronunciato l'altra sera a Verona, dove il «caso Legnago» è finito sotto la lente del coordinamento provinciale del Popolo della libertà riunito nella sede di via del Perlar, è soltanto un giudizio di primo grado. Per conoscere il verdetto finale i «cecchini» responsabili del fuoco amico dovranno infatti attendere la conclusione del procedimento di espulsione ufficializzato nella riunione dal commissario Stefano Bertacco in calce ad una dettagliata relazione, controfirmato dal coordinatore provinciale Aldo Brancher e condiviso all'unanimità da tutto il direttivo al quale ha preso parte anche la senatrice Cinzia Bonfrisco.
Un cartellino giallo, insomma, quello consegnato, per il momento, dai vertici scaligeri al presidente del Consiglio Maurizio Raganà, al consigliere Alessandro Rettondini, al capogruppo Riccardo Bariani, a suo fratello Alessio, assessore esterno alle Finanze e nuovo braccio destro del sindaco, e ad Agostino Rossini: il referente locale dei Popolari liberali che, grazie al regolamento di conti intestino, è riuscito a piazzare un suo uomo (Moreno Nalin ndr) nell'esecutivo al posto del giorgettiano Longhi. «Ho ritenuto doveroso», riferisce Bertacco, che è anche vice di Brancher, «chiedere severe misure disciplinari per i cinque protagonisti di questa brutta pagina politica che, con il ricatto e per mero tornaconto personale, hanno agito fuori da ogni regola e senza alcun rispetto per i vertici e gli elettori. Con l'effetto di danneggiare il partito e creare un grave precedente che, se non punito, potrebbe avere ripercussioni a cascata su scala nazionale».
A questo punto, fintantochè non si pronunceranno le gerarchie superiori, i cinque sospesi non rappresentano più il Pdl. Pertanto, non possono stringere accordi per conto del partito, indire assemblee, candidarsi in ruoli di segreteria o presentarsi ad eventuali elezioni sotto il simbolo pidiellino. Così come non potranno fregiarsi di un capogruppo in consiglio. «Ogni questione sarà vagliata dal sottoscritto e dalla segreteria provinciale, gli unici legittimati a dettare la linea politica e a trattare con la Lega», precisa Bertacco.


COMMENTO

La misura adottata all'unanimità dal direttivo provinciale del PDL contro i congiurati lergnaghesi è senz'altro interessante.
Sarà infatti curioso capire cosa sceglieranno di fare i "ribelli senza tetto" nonché le loro sponde nella Lega Nord; in primis il loro segretario Daniele Masin che con Rossini si era sforzato - riuscendoci - di andare d'accordo, al punto da invitare i suoi a considerare il dentista come l'unico interlocutore credibile del PDL.
Conoscendo i congiurati, c'è da immaginare che i più faranno finta di nulla e tireranno dritto, cercando di spartirsi le poltrone rimaste; compito, questo, addirittura reso loro più semplice dal venir meno della necessità di rispondere a logiche di partito.
Probabilmente Agostino cercherà di smuovere qualche big nel partito per influenzare il giudizio del coordinamento regionale sull'espulsione; Massimo Venturato proverà a giocare la carta della legittmazione per esclusione: L'unico uomo non sospeso dal partito in Consiglio comunale è Stefano Zamperlin ed è solo con lui che il partito deve trattare.

sabato 1 ottobre 2011

CONGIURATI SOSPESI

DA PRIMOWEB

Sospesi dal partito i fratelli Bariani, Maurizio Raganà, Alessandro Rettondini ed Agostino Rossini. È il primo effetto "politico" del discusso rimpasto di giunta della scorsa settimana a Legnago. Un cambio di assessori che è stato promosso con una lettera dai tre consiglieri Alessio Bariani, Maurizio Raganà ed Alessandro Rettondini, che hanno chiesto al sindaco di Legnago Roberto Rettondini la testa del loro compagno di partito Paolo Longhi (a dire il vero subito "fornita" dal primo cittadino leghista). Stasera, il comitato provinciale del Pdl, su richiesta di Stefano Bertacco, il commissario inviato a Legnago mesi fa per cercare di risolvere le questioni, ha sospeso il fratelli Bariani, Raganà, Rettondini e Rossini (quest'ultimo mentore dell'operazione) in attesa delle decisioni sulla loro espulsione proposta da Bertacco. Reprimenda, invece, per l'altra ala del del Pdl "dissidente" ma sempre allineata e finora tagliata fuori, a dire il vero, da tutti i giochi della giunta Lega-Pdl di Legnago: quella di Massimo Venturato e Stefano Zamperlin.

Trenta nuovi loculi prefabbricati nel cimitero esaurito

VANGADIZZA. Risolta l'emergenza sepolture

Approvato anche l'ampliamento

Da L'Arena, Sabato 01 Ottobre 2011, pagina 32

L'emergenza loculi che incombe sul cimitero di Vangadizza, dove da mesi si registra il tutto esaurito, è arrivata al capolinea. Tra l'altro, con un doppio risultato, che premia la crociata portata avanti negli ultimi due anni dai residenti della frazione, capeggiati dal consigliere Lucio Martinelli, proprio per spingere l'amministrazione ad accelerare la costruzione di nuove tombe nella struttura che serve anche il vicino quartiere di Vigo.
Da un lato, è stato infatti collaudato il blocco prefabbricato di 30 loculi in vetroresina su intelaiatura metallica, che il Comune ha realizzato investendo 40mila euro per garantire le sepolture in attesa di dar corso all'ampliamento del camposanto. Dall'altro, la Giunta ha approvato il progetto esecutivo del terzo stralcio che, a fronte di una spesa di 450mila euro, consentirà di ricavare nell'ala nuova, ai confini con lo scolo Pisani, 136 loculi in muratura, 304 cellette ossario ed un campo di inumazione. «Finalmente», commenta Martinelli, «è stato risolto un problema molto sentito dai 3.600 abitanti delle due frazioni, costretti finora in caso di necessità a chiedere la tomba in prestito a parenti ed amici pur di evitare il trasferimento delle salme nel capoluogo. Se siamo riusciti a vincere questa importante battaglia lo dobbiamo in primo luogo all'ex assessore Paolo Longhi, che ci ha sempre sostenuti impegnandosi con l'ufficio tecnico per sbloccare la situazione». Il prossimo passo sarà l'apertura del cantiere che assicurerà la disponibilità di tombe per i prossimi 10 anni. «Dopo aver ottenuto i pareri favorevoli del Consorzio di bonifica veronese e dell'Ulss 21», informa Moreno Nalin, «neo assessore ai Lavori pubblici, «lunedì è stato completato l'iter progettuale. A questo punto, nel giro di un mese indiremo una gara con procedura negoziata in modo da appaltare i lavori entro fine anno». S.N.