venerdì 27 gennaio 2012

Legnago
ACCADEMIA
DEGLI AVVOCATI
AL FIORONI
Oggi, alle 15, al museo Fioroni si apre il nuovo ciclo di convegni dell´Accademia degli avvocati. Tema dell´incontro sarà «Oltre la colpa, la responsabilità civile». Relatori gli avvocati Mirko Arena e Renato Savoia. E.P. 

giovedì 26 gennaio 2012

"impiegatizzazione" (e non liberalizzazione) della professione d'avvocato: una cagata pazzesca



La nostra professione è tacciata ottusamente di corporativismo. Ma è una casta chiusa l’avvocatura italiana che conta nella Penisola un quarto degli avvocati di tutta Europa? No. L’avvocatura – com’è noto - non è un sistema a numero chiuso in Italia. E qui il cosiddetto pacchetto liberalizzazioni nasconde insidie pericolosissime. Novità che torneranno utili – forse - solo alla grande impresa.
Già perché se non si capisce che una cosa è l’impresa un’altra la professione intellettuale, si rischiano danni incalcolabili.
L’impresa ha generalmente il fine di ammucchiare soldi offrendo al mercato libero una ars meccanica; la nostra professione ha in carico l’ars liberalis di tutelare la libertà, i diritti e gli interessi dei cittadini.
E ogni avvocato può perseguire questi obiettivi solo se è e resta indipendente ed autonomo; per questo deve ricevere un dignitoso corrispettivo professionale; abolire le tariffe vuol dire togliere questa forma di garanzia che tutela allo stesso tempo anche i clienti.
A proposito di indipendenza dell’avvocato, nella legge di stabilità è prevista la possibilità di costituire società di capitali per l’esercizio della professione di avvocato, società che potranno essere partecipate da soci non professionisti che abbiano finalità di investimento.
Ci aspetta un prossimo futuro in cui le banche ci assumeranno come impiegati del diritto.
Il tutto in nome della tutela del consumatore. Dicono.
Peccato che il consumatore riceverà una risposta alla sua domanda di giustizia sempre più scadente: anche gente che crede che il diritto sia il modo più efficace per colpire una pallina da tennis potrà fare da mediatore per risolvere le controversie in via stragiudiziale.
Inoltre domandare giustizia sarà sempre più arduo, tenuto conto della revisione della geografia giudiziaria effettuata senza il minimo interesse per la peculiarità del territorio e per il valore della giustizia di prossimità.

sabato 21 gennaio 2012

Spread del Poeta Luciano Rossi di Vangadizza





Fulmine a ciel seren, in television
oncó s'ha sentìo na parola strania,
de matina bonora, a colazion,
dita con devozion e tanta smania.
A l'improviso , senza traduzion ,
" spread ", che ho pensà ch'el fusse un novo spritz .
Me son turbà , messo in agitazion.
“ Un spread - g'ho dito al bar - col limonitz ".
Conoscendo tante lingue el barista
el m‟ha portà proprio un spritz col limon .
“ G‟ho dito giusto alora , son un artista “ ,
g'ho pensà mi guardando i altri aventori
che i se disea : “ Spread l'è 'na spremuta ;
al bar i capisce quel che i vol lori "


Luciano Rossi
27 novembre 2011





La poesia dedicata a Facciamo per Legnago da Don Romeo, parroco di Vangadizza


Curiosità
(Paolo Veronese)

Humus fecondo è il suolo di Vangadizza:
sforna personalità che si impongono a prima vista;
dotate di talento nelle diverse arti e mestieri,
danno lustro alla civiltà in molteplici cantieri.
Il genio dell'arte ha sposato queste nostre terre
che vantano tra i figli illustri... un Cavalcaselle,
e poi il Cotta, perfino il Veronese:
qui affondano le loro radici vere.

Il nostro ambiente è culla e cantiere:
concepisce progetti che sfociano in alte sfere;
il respiro degli spazi e la pace delle terre
formano una gestazione che coltiva dimensioni eterne.

Non solo l'ambito profano si contraddistingue,
anche quello ecclesiastico di significative presenze è pingue:
persone semplici, normali ed insieme eccezionali
amanti della propria origine e legate da stima con i compaesani.

Ancor oggi spiccano ricche intelligenze,
sorgive di possibilità per le risorse immense:
se incanalate nell'alveo dell'umiltà,
irrigano la vita di variegata fecondità.

La loro presenza traccia la direzione.
con autorevolezza affiancano nella quotidiana azione:
ci si trova a crescere con speciali e specifici apporti,
grazie a quanto si riceve si diventa maggiormente accorti.

Legnago che si pavoneggia delle nostre glorie,
deve prestare più attenzione alle locali storie
e, riconoscendo il bene, anche favorirlo
dando merito al merito, senza smentirlo.
don Romeo

15 gennaio 2012

martedì 17 gennaio 2012

Giudici di pace, corsa per la salvezza



LEGNAGO-SOAVE. Molte iniziative per salvare gli uffici dislocati nei due paesi, a Isola della Scala e a Caprino, che un decreto vuole eliminare. I numeri dei due centri dov'è attivo anche il Tribunale sono buoni ma non bastano a garantire la sopravvivenza della giustizia locale
17/01/2012
Zoom Foto
Tribunali e uffici dei giudici di pace della provincia a rischio chiusura
Legnago-Soave. Se per i gli uffici del giudice di pace provinciali - Legnago, Soave, Caprino ed Isola della Scala - c'è chi si prepara a recitare il de profundis - e non a torto - per i tribunali sedi staccate di quello di Verona, bisognerebbe già fissare il funerale. Lo schema di decreto legislativo da poco emanato dal Governo che inserisce i quattro uffici del giudice di pace del Veronese tra quelli che verranno soppressi, lascia loro comunque un margine - un piccolo margine - di possibilità di scampo. Per i tribunali invece questo margine non c'è. Alla notizia è scattata la mobilitazione generale. Avvocati in prima linea, i quali stanno cercando, come associazione a Soave e come Foro di Legnago, di correre ai ripari, con interventi, pareri, riunioni, coinvolgendo amministrazioni a più livelli. Il decreto riporta numeri precisi e dai numeri pare non esserci scampo, né per gli uffici dei giudici di pace, né per le sedi periferiche dei tribunali. Facciamo l'esempio di Legnago. Secondo i parametri di «sopravvivenza» del decreto, il giudice di pace della capitale della Bassa dovrebbe produrre almeno 568 procedimenti. E fin qui ci siamo, perché nell'ufficio della città del Torrione, nel 2010 ne sono stati definiti 1396 procedimenti civili e 103 penali; nel 2011, conclusi 1058 procedimenti civili e 113 penali. Ma non basta. Perché il decreto vuole che l'estensione del territorio di competenza sia almeno di 10.000 abitanti e Legnago non ce la fa. Pur essendo un servizio per 16 comuni, non raggiunge la cifra. Così come non ce la fanno a raggiungerla il comprensorio giuridico di Soave, e, tanto meno quelli di Isola della Scala e di Caprino: i destini di quest'ultimi, infatti, sono davvero segnati. Il decreto però lancia una scialuppa di salvataggio, laddove dice che le varie sedi territoriali possono accorparsi, per raggiungere il tetto minimo dei 10 mila abitati però lo Stato, fatto salvo il personale di magistratura, non si farà più economicamente carico del servizio. A supplire dovrebbero essere i Comuni e in un periodo in cui gli enti locali a mala pena chiudono i bilanci in attivo: ricordiamo che hanno bilanci «blindati» e non possono permettersi di assumere personale.  Il Foro di Legnago, diretto da Paolo Longhi, ha già inviato al proprio Comune, in cui è anche consigliere di maggioranza, il proprio parere che è, insieme, anche una proposta che sta girando ai territori limitrofi: «Trasferiamo l'ufficio del giudice di pace dalla sede di via XXIV Maggio nel Tribunale di Piazza San Martino, dove si trovava prima. Il Comune risparmierebbe 35 mila euro all'anno di affitto e questo risparmio potrebbe servire alla gestione dell'ufficio del giudice di pace, un servizio di alto valore, non solo sociale, ma anche economico». Longhi prosegue: «Abbiamo anche chiesto agli altri Comuni di appoggiare l'idea di contribuire, economicamente, al mantenimento del servizio, ma fino ad oggi solo Sanguinetto ci ha risposto». Insomma, i Comuni da questo orecchio non ci sentono molto bene: e come dargli torto? Gli accorpamenti sembrano dunque cosa difficile da farsi e specialmente entro i 60 giorni che dà il ministero per effettuarli. Ci sono municipalità relativamente vicine a Legnago: Isola della Scala per esempio, si occupa di Nogara, ma le altre potrebbero fare resistenza a far riferimento alla città della Bassa.  Anche l'ufficio del giudice di pace di Soave ha i numeri per stare in piedi: 900 procedimenti civili nel 2011 e 117 penali, con 154 definiti. Ma anche questo ufficio non raggiunge, col suo territorio, i 10 mila abitanti. Anche peggio la situazione dei tribunali, come dicevamo. Sia quelli di Legnago che di Soave, secondo i dettami dello schema del provvedimento di Governo, pur avendo entrambi un'altissima produttività non possono contare sul cosiddetto «accorpamento su richiesta». «Perciò la loro chiusura sarà calata dall'alto», chiosano gli avvocati. Quest'ultimi, comunque, non si danno per vinti e stanno coinvolgendo, nell'Est, ad esempio, i comuni di San Bonifacio e, naturalmente, tutti quelli del circondariod i Soave
Daniela Andreis 



Commento
Non dirigo il "Foro di Legnago" e - ahimè - non sono nemmeno consigliere comunale, malgrado il record di preferenze raggiunto nel 2009.
Ad ogni modo una flebile speranza per la giustizia di prossimità è legata agli sviluppi di una commissione provinciale, voluta da Clara Scapin, e che coinvolgerà deputati veronesi e associazioni di categoria. Anche i Comuni, erano stati avvisati della mannaia che stava e sta per abbattersi sulla giustizia di prossimità, grazie ad un'iniziativa degli iscritti dell'Accademia degli Avvocati, un'associazione di cultura e formazione giuridica che opera con particolare impegno nell'ambito della Pianura veronese. Purtroppo non sono tempi di vacche grasse per gli enti locali e lo sforzo di consorziarsi tra loro per garantire il mantenimento degli uffici giudiziari è forse fuori dalla loro portata. Certo è che il Comune di Legnago, avrebbe potuto gestire al meglio e con maggiore impegno questa delicata partita.

venerdì 13 gennaio 2012

Per un punto Martin perse la cappa… e Legnago il Giudice di Pace



Lo schema di decreto legislativo ora nelle mani del Presidente Napolitano non lascia grandi spiragli per la sopravvivenza degli uffici giudiziari di conciliazione del veronese diversi da quello del Capoluogo.
Anche l’Ufficio del Giudice di Pace di Legnago è destinato alla soppressione.
Il Governo garantisce che l’individuazione delle sedi giudiziarie da sopprimere è avvenuta attraverso un raffronto tra i carichi di lavoro dei singoli uffici, la produttività media (assunta quale valore soglia di riferimento, pari a 568,3 procedimenti nell’anno solare) ed il rispettivo bacino di utenza delle sedi giudiziarie, considerando opportuno il mantenimento di un presidio giudiziario in presenza di una popolazione residente pari ad almeno centomila abitanti.
A Legnago i procedimenti definiti sono stati 1058 civili e 113 penali. A fregare il Capoluogo della bassa è stato il bacino di utenza: solo 90.068 abitanti rispetto ai centomila richiesti.
La chiusura si sarebbe potuta evitare qualora fosse stato preventivamente accorpato con Legnago l’Ufficio del Giudice di Pace di Isola Della Scala, determinando così la stessa competenza territoriale valida ad oggi per le cause avanti al Tribunale.
Infatti, diversamente dalla Sezione Distaccata del Tribunale di Verona in Legnago, l’Ufficio del Giudice di Pace non è territorialmente competente per Comuni quali Bovolone, Isola Rizza, Roverchiara, oltre alla stesa Isola della Scala.

giovedì 12 gennaio 2012

La battaglia a difesa del tribunale finisce sotto la lente della Provincia


LEGNAGO. Mozione del consigliere Giuseppe Campagnari del Sel 

La battaglia a difesa del tribunale
finisce sotto la lente della Provincia

Gli avvocati legnaghesi lanciano invece un appello a tutti i sindaci della Bassa per chiedere sostegno


L'Arena mercoledì 11 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 32
Non si ferma la battaglia per salvare i presidi giudiziari legnaghesi dalla scure governativa, che rischia di privare la Bassa sia della sezione distaccata del tribunale di piazza San Martino che dell´Ufficio del giudice di pace. Malgrado il rischio sia al momento scongiurato - l´emendamento approvato lo scorso settembre dalla commissione Bilancio del Senato per delegare l´allora governo Berlusconi ad emanare uno o più decreti legislativi volti, per l´appunto, ad accentrare le funzioni nei capoluoghi di distretto, è rimasto inapplicato - si moltiplicano le iniziative per non mandare in fumo l´antichissima tradizione giudiziaria di Legnago. E per evitare, prima che sia troppo tardi, i problemi che, in caso di smantellamento, si troverebbero ad affrontare 27 Comuni della pianura e i loro 158mila residenti.
A dare man forte all´ordine del giorno «salva tribunale» approvato dal Consiglio comunale e alla petizione, con 500 firme in calce, promossa dagli avvocati del foro cittadino capeggiati da Lelio Limoni e dall´ex assessore Paolo Longhi, è sceso ora in campo il consigliere provinciale Giuseppe Campagnari. Oggi, alle 14.30, nella riunione congiunta della prima e sesta commissione, l´esponente di Sinistra ecologia libertà (Sel) presenterà una mozione, da sottoporre poi al Consiglio provinciale, dal titolo eloquente «Non deve chiudere la sezione staccata del tribunale di Legnago». Nell´istanza, che impegna il presidente e la Giunta «ad attivarsi con il ministero della Giustizia e tutte le sedi opportune per fermare un´azione dannosa, fonte di notevoli disagi e di maggiori spese per i cittadini e gli operatori a sud di Verona», Campagnari esprime «netta contrarietà alla soppressione ventilata».
Nel frattempo, gli avvocati hanno scritto a tutti i sindaci del territorio lanciando loro un appello condensato in due proposte: offrire la disponibilità a distaccare proprio personale nelle sedi di giustizia; accollarsi i costi manutentivi e delle utenze degli immobili
dove si esercita la giurisdizione. S.N.