mercoledì 29 febbraio 2012

L’ultima dei “caregari”: L’Abuso edilizio di Nalin? Colpa di Paolo Longhi




Cari amici, volete un capro espiatorio? Non importa il motivo: chiamatemi. Sarà comunque colpa mia.
La prendo in ridere. Non vale nemmeno la pena che mi arrabbi per le esternazioni del nuovo assessore ai lavori Pubblici di Legnago il quale, ieri sera, in Consiglio comunale, ha pensato bene di togliersi dall’imbarazzo addebitando a me le colpe di un provvedimento del Capo dello Stato che ha censurato come abusivo un manufatto da lui progettato e di cui era stato direttore dei lavori.
Secondo il j'accuse la mia colpa starebbe nel non aver fatto costituire l’Ente nel giudizio amministrativo promosso contro la società costruttrice.
Ora che c’è lui la Giunta ha rimediato incaricando un legale e scucendo diecimila euro, soldi pubblici.
Premesso che un assessore dovrebbe occuparsi di indicare gli obiettivi generali da perseguire oltre che tentare di agganciare qualche finanziamento pubblico – e non mi risulta che Nalin abbia avuto grande successo - va chiarito che non è certo compito di un politico quello di sindacare sull’attività tecnica, connessa al rilascio di titoli abilitativi, in capo ai funzionari e ai dirigenti.
In altre parole i politici non dovrebbero occuparsi di abusivismo edilizio
Comunque, se anche fosse toccato a me - e solo a me – decidere, avrei preferito impegnare in asfaltature o contributi sociali il danaro oggi speso per la tutela legale.
Detto questo mi auguro, che l’assessore Nalin risolva al più presto questi problemi.

lunedì 27 febbraio 2012

ABUSI EDILIZI? SE SEI ASSESSORE GLI AVVOCATI TE LI PAGANO I CITTADINI


Di seguito è riportato un passaggio della delibera n. 55 della Giunta di Legnago, con la quale si incarica un pool di legali per far revocare il Decreto del Presidente della Repubblica con cui Napolitano aveva "stoppato" l'attuale assessore ai Lavori Pubblici, Moreno Nalin, censurando come abusive alcune opere da quest'ultimo seguite in qualità di progettista e direttore lavori.

L'azione giudiziale sarebbe promossa dal Comune "affinché sia chiarita la situazione fattuale, sia ai fini di eventuali successivi provvedimenti amministrativi, sia in relazione ad altri procedimenti giurisdizionali pendenti".

Questo "chiarimento", utile - ad avviso di chi scrive - più al privato che al Comune, costa, per ora, 10mila euro; danaro attinto dal magro bilancio comunale e quindi dalle tasche dei contribuenti.

Siamo certi che il Comune avrebbe operato nello stesso modo qualora il progettista non avesse ricoperto il ruolo di assessore ai lavori pubblici?

Più di qualche dubbio rimane. E resta anche una solida certezza: a pagare son sempre i cittadini.


A proposito di certi appetiti politici

In una dispensa s’era versato del miele. Le mosche, accorse, se lo succhiavano, e la dolcezza era tale che non sapevano staccarsene. Quando però le loro zampe vi rimasero impigliate e, incapaci di levarsi a volo, esse si sentirono affogare, esclamarono: “Poverette noi! Per un attimo di dolcezza ci rimettiamo la vita”. 
Così la ghiottoneria è causa di numerosi guai per molte persone.

FACCIAMO PER ... SAN VITO

La politica ha spesso il torto di chiedere voti, danaro, impegno senza dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini.
Facciamo per Legnago ha voluto agire nella direzione ostinatamente contraria.
Grazie ad una cena conviviale è stato possibile raccogliere 580 euro in favore di Stella di San Vito, il sodalizio che promuove il tempo pieno a favore dei bimbi della locale scuola primaria.
Nella foto, da sin.: Luigi Zamperlin, presidente di Stella di San Vito, Paolo Longhi (direttivo Facciamo per Legnago), Daniela De Grandis (presidentessa Facciamo per Legnago), Paolo Cecco (direttivo Facciamo per Legnago) e Simone Tebon (vice presidente Facciamo per Legnago)

venerdì 24 febbraio 2012

Erodiade in Casa di Riposo



 
Casa di Riposo. Matteo De Lorenzi, consigliere dell’Ospizio guidato da Roberto Groppello e figlio dell’assessore leghista Maurizio, chiede di spostare i giorni previsti per le assemblee del cda per motivi di lavoro.
Groppello subito acconsente. Mai avrebbe immaginato che questo suo riguardo per uno dei “figli d’arte” avrebbe scatenato le ire dell’altro, Luca Raganà, figlio di Maurizio, Presidente del Consiglio Comunale.
“Le Président” va da Groppello e protesta per conto di suo figlio: il venerdì non va bene al suo Luca.
E per aver prestato minor riverenza al sommo Raganà rispetto a De Lorenzi ora Groppello rischia di essere rimosso dalla Presidenza della Casa di Riposo.
Da indiscrezioni sembra che il Presidente del Consiglio Comunale stia infatti cercando compari per far saltare “la testa” di Groppello.
La frase “voglio la testa di” la pronunciò anche Salomè, convinta dalla madre Erodiade a chiedere in premio ad Erode Antipa la decapitazione di San Giovanni Battista.

martedì 21 febbraio 2012

Inceneritori di credibilità




Il Sindaco di Legnago ha firmato la petizione degli ecologisti contro la centrale a biomasse di San Pietro.
Non trascorre una settimana e scopre che la sua partecipata Le.Se., col beneplacito del suo assessore all’ambiente, sta costituendo una società con Amia per realizzare un’altra centrale a Torretta per bruciare pollina ed altro materiale.
Pochi giorni ancora e vien fuori che il nuovo assessore ai lavori pubblici, sempre designato dal Sindaco, ha firmato il progetto e diretto i lavori di un palazzone con due piani abusivi.
Altro da aggiungere?

lunedì 13 febbraio 2012

Tutti sono i giorni del ricordo. Lettera di Paolo Cecco


Certo, non si può essere schiavi del passato né rivolgere ad esso il nostro agire e le nostre scelte quotidiane ma della memoria, specie se collettiva, bisogna conservarne la sua sacralità senza mai disperdere il suo lascito morale ed identitario.
Scrivo quest'articolo in occasione della commemorazione del “Giorno del Ricordo”, istituito con legge n. 92 il 30 Marzo 2004; in memoria delle innumerevoli vittime (si parla di cifre che vanno dai 15 mila fino a toccare i 30mila morti) delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Nell'appiattimento culturale e valoriale scaturito dalla società consumistica- edonistica, il peso della Storia si fa più lieve; le date perdono il loro significato, il calendario è unicamente tracciato in una nuova gerarchia delle utilità: consuma, consuma ed ancora consuma. Il sapere, l'affiliazione con la propria terra e la genuina, quanto gelosa, custodia del surplus valoriale ed identitario, vengono sbranati e sacrificati come le domeniche ai centri commerciali e come quella pigrizia che ci rimbambisce il “di di festa”. Ritengo, invece, che sia basilare per una collettività, ricordare e poggiarsi su quelle colonne portanti che, nei momenti più drammatici come in quelli più salvifici, hanno condizionato irrimediabilmente il destino umano e spirituale di una nazione. Possibile che l'epopea delle costituzioni e dei diritti non sia così arcigna nel difendere il “Diritto alla memoria” e al rispetto alla terra dei propri antenati? Certo, è un modesto, quasi irrispettoso, tributo quello riservato al “consumo delle memorie”: il gioco di ruolo, inscenato dalla società turbo-capitalistica che, per un istante (specie nei momenti focali), utilizza la maschera del compianto al solo fine di barattare “anima e cuore” della mercanzia esposta. La commemorazione ed il rispetto del proprio passato deve andare ben oltre a queste tragicomiche Colonne d'Eracle. L'orrenda società che dai “ fantastici ” anni '60 (quelli di Marilyn, di Kennedy, della Televisione e del consumo di massa) ci massacra, con il suo relativismo e il suo menefreghismo storico, conscia della sua anoressia identitaria, ha ideato il più malefico dei circhi: il “super market emozionale”. Obiettivo del “mercato dei sentimenti” è procurare una sensazione di dolore, gioia, felicità, eccitazione, o tragedia a seconda del momento che si sta commemorando; poi si getta la maschera, il sipario cala e si ritorna ad indossare le sole vesti che si addicono a questo costrutto sociale: quella degli spietati consumatori. La società tecnicizzata ( e tecnocratica) non poggia sul nulla, dunque, conscia della sua frugalità esistenziale, si cela come realtà umana, sensibile e pensante per un istante ma rimane fortemente radicata nella sua spietatezza ed ancestralità umanoide. Occorre uscire da questa assuefatta realtà, e ripensare ad un modello di società relazionale, emotiva, culturale, identitaria, paternalistica. Il mio ricordo del 10 Febbraio (come altre date che hanno destato sul nostro essere italiani), deve andare oltre ad un limitato arco temporale di 24 ore; la relazione, l'amore, il rapporto con la nostra cultura italiana deve essere vissuto teologicamente tutto l'anno. Non appiattiamoci su un “riciclaggio culturale”, l'ultima frontiera del supermercato edonistico; emancipiamo il nostro agire in direzione di una cultura, di un “addestramento” mentale e spirituale che possa, davvero, poggiare su solidissime basi. La nostra cultura, la nostra Patria, l'identità corale che ci hanno lasciato i nostri antenati rappresentano la fortuna più grande che abbiamo. Non disperdiamo questo Eldorado negli sconti famiglia e nelle carte di credito, nuovi regolatori sociali e del tempo presenti. Il nostro sentirci Italiani, l'armonioso rispetto del nostro passato (glorioso e tragico), deve rappresentare l'ossatura della nostra esistenza; il tempo e lo spazio sono infiniti e ripetibili; la nostra essenza (composta da valori e ideali), invece, è finita, unica ed eccezionale. Ricordiamo, quindi, questo 10 Febbraio non solo nella seconda settimana di Febbraio e stringiamoci il petto quanto sentiamo parlare della terra che ci ospita: perchè è una terra bella, feconda di idee, valori, sensazioni, profumi, gusti, tradizioni, uomini, tragedie, vittorie che hanno fatto da faro (non da giornata da sconto) per innumerevoli popoli, nazioni, epoche. Siamo fieri di essere Italiani, oggi, domani, sempre!

Paolo Cecco

giovedì 2 febbraio 2012

OSTRACISMO IN SALSA PADANA


LEGNAGO. In programma 42 lezioni in sala civica fino al 16 maggio 

Parte il nuovo ciclo dell´università
Polemiche sull´esclusione di Longhi 

L´ex assessore pidiellino è stato escluso dai relatori Ester Bonfante: «Il diritto è materia troppo pesante»

mercoledì 01 febbraio 2012 PROVINCIA, pagina 30

L´ex assessore Paolo Longhi
Prende il via oggi alle 15.30, in sala civica, con una lezione sul tema «Dal Big Bang alla particella di Dio» tenuta da Michele Gelain, il nuovo ciclo di appuntamenti proposto fino al 16 maggio dall´università del tempo libero. I 42 incontri, che vedono l´inserimento di 10 nuovi relatori, toccheranno le consuete tematiche. Saranno seguiti, inoltre, alcuni filoni particolari come quello legato alle donne, che vedrà approfondimenti su figure del calibro di Tina Merlin ed Edith Stein. Sotto i riflettori arriveranno anche Venezia e Roma che, in vista di due gite, saranno studiate sotto gli aspetti più inediti. Soddisfatto dell´andamento dell´anno accademico è il rettore Luigi Manfrin: «Con la nuova gestione, l´Utlep è passata da 60 ad 80 lezioni annuali, facendo salire in cattedra, da ottobre 2009, 65 nuovi relatori».
Intanto, a rovinare l´atmosfera è la polemica scoppiata attorno all´avvocato, nonchè ex assessore ai Lavori pubblici del Pdl, Paolo Longhi. Il quale, dopo essere stato interpellato da Manfrin per tenere una lezione di diritto, sarebbe stato «stoppato» da alcuni politici leghisti. A confermarlo è il diretto interessato, che sostiene «di essere finito nel mirino di alcuni esponenti di bassa Lega che pare abbiano deciso di bandirmi da qualunque forma di partecipazione alla vita pubblica di Legnago». Ester Bonfante, delegata alla Cultura, getta però acqua sul fuoco: «Non si è trattato di escludere una persona ma una materia come il diritto giudicata troppo pesante dagli anziani che siedono nel comitato. Al pari di Longhi, infatti, è stato escluso anche un altro avvocato. La politica, come testimoniano molti relatori schierati a sinistra, non c´entra nulla». E.P. 

COMMENTO: OSTRACISMO IN SALA PADANA
Lo dico senza polemica: sono molto legato all'Utlep e sono certo che il Rettore Luigi Manfrin - da me proposto nel 2009 - farà anche quest'anno un ottimo lavoro.
Debbo però evidenziare tutto il mio stupore nell'apprendere dalla stampa che mi sarei dovuto occupare di diritto; infatti non avevo concordato col Rettore alcun tipo di lezione.
Luigi mi aveva cercato e avevo dato la mia disponibilità ad intervenire, ovviamente a titolo gratuito.
Poi il revirement. Non servi più. Pazienza.
Nei giorni successivi vengo a sapere da fonti padane amiche che Il vice Rettore dell'Utlep, Guarinon (Lega), aveva insistito per l'espunzione del mio nome dalla lista dei relatori.
Questo col rammarico sia di Ester Bonfante - con la quale ho conservato un buon rapporto - sia ovviamente del Rettore Manfrin.
Così, magari senza saperlo, la Lega legnaghese ha rinverdito i fasti dell'ostracismo ateniese.
Poche ma importanti le differenze. Mentre il provvedimento greco colpiva con l'esilio solo il diretto interessato, i padani cercano vendette anche nei confronti dei miei sostenitori. Inoltre l'esilio dell'ostracizzato durava, illo tempore, dieci lunghi anni. Credo che il mio avrà un decorso più breve.