mercoledì 27 giugno 2012

LEGNAGO. TRIBUNALE ADDIO

I TAGLI ALLA GIUSTIZIA. Nella nuova geografia delle circoscrizioni giurisdizionali la capitale della Bassa perde la sua sede e anche la provincia

Tribunali, Rovigo si prende Legnago

Daniela Andreis

Nel rapporto preparato per il ministro Severino soppressioni drastiche che salvano i capoluoghi L´amministrazione legale di Soave passa a Verona

mercoledì 27 giugno 2012 PROVINCIA, pagina 25
 
Il tribunale di Legnago in piazza San Martino
Ancora una volta sotto l´egida del risparmio, che ogni settore pubblico investe, la mannaia dello Stato è alacremente al lavoro. E stavolta i tagli sono profondi, anzi rivoluzionari, visto che comporteranno anche il cambiamente di storici confini giurisdizionali. Ora i «condannati» sono, paradossalmente, chi le condanne le emette: i tribunali. Molti spariranno, altri verranno assorbiti, e in men che non si dica. Entro il 13 settembre, infatti, la rivoluzione sarà completata. La clamorosa notizia per la nostra provincia è che il tribunale di Legnago, che nell´amministrazione della giustizia locale ha già perso il giudice di pace - l´ufficio ancora lavora ma sarà soppresso - sarà inglobato in quello di Rovigo. Il tribunale di Soave, invece, prenderà armi e bagagli per fondersi con Verona.
Tutto ciò è scritto nero su bianco sul corposo rapporto di Luigi Birritteri, il capo del Dipartimento dell´organizzazione giudiziaria, documento, approvato dal Consiglio superiore della magistratura e dall´associazione magistrati, già nelle mani del ministro della Giustizia Paola Severino. Poi passerà, tradotto in decreto, dal Governo, quindi riceverà il parere obbligatorio ma non vincolante del Parlamento, tornerà a Palazzo Chigi e sarà firmato dal presidente Giorgio Napolitano. Forse qualche ritocco al piano avverrà, tra un passaggio e l´altro, ma è improbabile che Legnago e Soave si salvino. La logica che sta sotto il progetto - stilato dopo aver raccolto i dati in tutta Italia - è quella di salvare i tribunali che si trovano in città che fanno provincia, anche a discapito di quelli che gestiscono, in proporzione, una mole di lavoro maggiore e portano a compimento più cause in tempi più brevi. Uno di quelli da salvare era appunto Rovigo, che non raggiungeva la quota abitanti - 100 mila - per sopravvivere secondo i nuovi parametri del decreto legge del 13 agosto del 2011. Legnago «porterà» a Rovigo i suoi 27 comuni e ben 159.719 abitanti - quasi il doppio di una sezione distaccata media - di riferimento, un magistrato, e tutto il personale che ora lavora nel palazzo di piazza San Martino. E, naturalmente, tutte le cause di cui si occupava, ammesso che questa grossa fetta di provincia, la maggior parte nella Bassa, non si scoraggi a rivolgersi alla giustizia per lontanza fisica, e non solo, con Rovigo. Pericolo affatto campato per aria. Con la chiusura del tribunale a Legnago, se ne va una parte di storia della cittadina capoluogo della Bassa
Ma i giochi sembrano fatti. Salvo ritocchi, il decreto dovrebbe, nello sforzo di risparmiare 80 milioni, eliminare 33 tribunali, 37 procure, 160 sezioni distaccate e 674 uffici di giudice di pace. Questa la proposta del Governo.
Piene di amarezza le reazioni, dopo che si sono spesi mesi per salvare tribunali e giudici di pace, con il coinvolgimento di parlamentari i quali, secono l´avvocato Paolo Longhi del Foro di Legnago, «nel migliore dei casi non hanno fatto nulla».
L´associazione degli avvocati di Soave si limita a dire sconsolata, per bocca di Vittorio Giordani, che «la nostra battaglia non è servita. I disagi saranno moltissimi».
A Soave manca il giudice titolare e da molti mesi anche l´ufficiale giudiziario: resta loro il registro del penale, anche se da anni la sede non tratta più queste cause.
Per il sindaco di Legnago Roberto Rettondini è l´ennesima tegola che gli piomba in testa, senza nulla sapesse. Il Consiglio comunale approvò all´unanimità un ordine del giorno, a dicembre 2011, in cui si esprimeva «netta contrarietà alla soppressione dei presidi prossimali di giustizia». Così come si tenne una commissione in Provincia, con gli stessi intenti. Ora la cruda realtà: «Non mi viene in mente altro che ridicolo, pensando a questo piano calato dall´alto da un Governo neanche votato dalla gente. Mi sento avvilito e non capisco perché si tolgano i servizi alla gente, non ne comprendo il disegno».


LE REAZIONI. I fori di Legnago e di Soave, conti alla mano, non comprendono la riorganizzazione

Avvocati arrabbiati: dopo le battaglie
la delusione verso politici e governo

Limoni: «Perdita grave e che non porta benefici» Longhi: «C´è da augurarsi che cada questo esecutivo»

mercoledì 27 giugno 2012 PROVINCIA, pagina 25
Lelio Limoni (Foro di Legnago)
| Paolo Longhi (Foro di Legnago)
I più arrabbiati sono gli avvocati. Essi sono sempre stati in prima linea nella battaglia per la salvezza delle sedi staccate dei tribunali di Legnago e di Soave. Hanno prodotto documenti circostanziati, petizioni e appelli da inviare al ministero. Ma non c´è stato nulla da fare.
«Oltre a Legnago, Rovigo ingloberebbe, così pare, anche Este, mentre Adria sarà unita a Chioggia», spiega Lelio Limoni, presidente del Foro di Legnago. «Si tratta di un perdita grave, nell´indifferenza dei politici. Si chiuderà un tribunale che funziona egregiamente», dice Limoni, che ebbe ad osservare, qualche tempo fa, che le grandi aggregazioni, la creazione di luoghi di dimensioni industriali per amministrare la giustizia, non avrebbe dato alcun beneficio, tanto meno economico. E avrebbe indotto le persone a rinunciare alla sacrosanta tutela dei proprio diritti, con una perdita di produttività. Attualmente il tribunale di Legnago tratta circa 1000 cause civili ordinarie e 700 speciali all´anno. Le cause penali portate a termine in tempi spesso dimezzati rispetto le «grandi» sedi, sono circa 300 l´anno: stessi tempi, per le civili, a Soave.
«Pensiamo poi», aggiunge Paolo Longhi del Foro di Legnago, «all´impatto economico sul territorio derivante dalla chiusura del tribunale, il cosiddetto indotto. Poi che si vada a "morire" a Verona o a Rovigo, non fa differenza. È una grande delusione. Il risparmio sperato non ci sarà. Secondo il Consiglio nazionale forense, i 37 tribunali soppressi costano allo Stato 26 milioni di euro, le 160 sezioni staccate, 15,9 milioni: siamo lontani dagli 80 perseguiti». «Che dire, poi, dei 250 mila euro investiti dal Comune per il restauro del palazzo di giustizia: soldi buttati». Discorso a parte, e non meno esplosivo, sarà quello del personale: c´è da movimentare 461 magistrati e 7000 addetti dipendenti amministrativi. «A questo punto c´è da augurarsi che cada il governo».D.A.

mercoledì 20 giugno 2012

SuperPorto, il vendicatore mascherato di sinistra Adige

Un caro signore che abita da anni in Porto di Legnago ha preso a cuore il "suo" territorio e puntualmente mi segnala (continua a farlo anche ora che non sono più assessore) idee e proposte per ravvivare il quartiere oltre a denunciare cattive abitudini o disfunzioni.
Lui si definisce, un "frantumazebedei" ma io ritengo che i suoi spunti, le sue riflessioni e le sue critiche possano essere assai utili.
SuperPorto, come lo chiameremo per celarne l'identità, se la prende con:
POTATURE FAI DA TE IN VIA PADANA INFERIORE EST
 "Ho avuto modo di segnalare da anni il taglio "personalizzato" delle siepi su via Padana Inferiore Est (...) vi provvedono i frontisti, che evidentemente si ritengono danneggiati da
arbusti troppo invadenti: trattasi probabilmente di un primo momento di
privatizzazione dei servizi!!! (...)  I primi cento, centocinquanta metri di siepe (siepe venduta
a suo tempo come eccezionale sistema di difesa del ciclista/pedone
dall'invadenza dei motori e dall'inquinamento dagli stessi prodotto, anche
in virtù delle essenze messse a dimora opportunamente selezionate fra quelle che meglio
assorbono ossidi vari) presentano un'altezza di qualche decimetro mentre
dallo scolo Terrazzo in avanti la siepe è alta almeno due metri e svolge il
suo effettivo ruolo. Aggiungo che i privati che si danno così generosamente
da fare, e che magari poi si lamentano perché pagano troppe tasse, nemmeno
raccolgono i rami tagliati che rimangono in loco, assieme a immondizie di
varia natura, risultato peraltro della diffusa maleducazione".

PANCHINA DANNEGGIATA DOPO LO SCOLO TERRAZZO
"La prima panchina subito dopo il Terrazzo, da anni ed anni è gravemente danneggiata, senza che nessuno se ne dia pensiero alcuno: la sosta dei "peripatetici" lì è decisamente sconsigliata:
rischiano l'osso del collo"
.
CADITOIE INTASATE
Una delle concause - anche se minore - dei continui allagamenti in Porto potrebbe stare nell'ostruzione di centinaia di caditoie.
Ultimamente, dopo una segnalazione è stata ripulita la caditoia all'angolo tra via De
Stefani e via Bixio anche se "la monnezza scaricata, molto ecologicamente, sull'antistante parco-giardino!"
CASE ATER A QUANDO LA CONSEGNA?
Sembra terminato l'edificio Ater di Via Volta ma a quando la sua consegna ai meno abbienti?
"Da quasi un anno, nessuno si "accasa", se non, probabilmente, pantegane e gatti randagi".
"il cantiere si è spostato di pochi metri e sta provvedendo alla edificazione delle altre due palazzine; suppongo che pure quelle dovranno stagionare per mesi o anni, prima d'essere assegnate agli aventi diritto!" ultimate

lunedì 4 giugno 2012

CIAO GIULIANO, CUORE GRANDE E FRAGILE

Caro Giulio,
non mi sembra vero ma è così. Ci hai lasciato.
In queste ore ho avuto modo di sentire alcuni amici che, con me, avevi coinvolto nell'avventura del tuo periodico, IlNuovoGiornale, cominciata nel 2001.
E la tristezza ha fatto riemergere la doverosa riconoscenza che in molti ti dobbiamo.
Qualcuno ha fatto strada nel mondo della carta stampata. Altri no.
Ma poco importa.
Tutti abbiamo cominciato, più o meno, scrivendo dei risotti delle sagre o delle inutili baruffe in qualche consiglio comunale della Bassa.
Era bello attendere l'uscita del Nuovo. Vedere il proprio nome stampigliato accanto ad un pezzullo e immaginare che ciascuno di noi aveva così contribuito a rendere un po' di gloria a questa pianura dimenticata.
La cena natalizia il momento più atteso.
Lì i nomi dei collaboratori - prima associati alle imprecazioni per le infinite correzioni e i tagli agli articoli - assumevano sembianze umane. Si brindava e si faceva conoscenza. Poi parlavi tu.
Era facile per un uomo di radio - come sei stato - catalizzare l'attenzione. Avevi buona dialettica, usavi modi gentili e ti rivolgevi agli interlocutori sempre con il Lei.
Non era diffidenza o distacco, ma la tua professionalità che te lo imponeva.
Inizialmente solo io e Giuliano Zulin ti davamo del tu. Peraltro ti facevamo scherzacci in continuazione. Ricordo che ti riempivamo la macchina fotografica digitale - una delle prime - di foto assurde di noi due, sapendo che poi, nello scaricarle, ti saresti scompisciato dalle risate.
Quelle foto non le buttasti via. Le salvasti su un cd e me le regalasti.
Avevi anche l'ironia del gentleman. Quando venni a trovarti in ospedale per il cuore che faceva le bizze, mi raccontasti ridendo di un signore che ti aveva lasciato con un quanto mai inopportuno "auguri di cuore!".
La politica poi ti piaceva. Purtroppo tu non piacevi molto a certi notabili.
Ricordo che nel 2008 io, l'attuale Sindaco e Loris Bisighin cenammo con te che ci spiegavi come ti sarebbe piaciuto riavvicinarti alla politica attiva.
Il PDL sarebbe stata la tua prima scelta. Ma "l'oracolo di Porto", Claudio Bariani - padre di Riccardo, silente capogruppo consiliare, nonché di Alessio, primo esempio italico di "vicesindaco tecnico" - non ne volle sapere e mise un assurdo veto che venne ascoltato dai maggiorenti.
Optasti dunque per la Lega. E quando mi comunicasti questa scelta mi arrabbiai tantissimo. Ovviamente non con te ma con una classe dirigente del centrodestra incapace di comprendere, tutelare e avvicinare persone delle tue qualità.
Da ultimo la tua passione per la "fotonatura". Eri bravissimo. E anche generoso, come dimostra la mostra fotografica da te organizzata per devolvere fondi ai terremotati.
Ciao Giuliano, cuore grande e fragile. Quanto pagherei per poterti abbracciare ancora e offrirti un caffè, rigorosamente deca  e lungo. "Così dura di più".
 

   La foto sopra mi ritrae insieme a Giuliano Lunardi e a Roberto Rettondini, intenti a scrivere il programma delle elezioni comunali 2009. Giuliano mi misura - per scherzo - un ceffone. Continuavo infatti a far cambiare decine e decine di volte la forma.

sabato 2 giugno 2012

il gatto di porto ci riprova con pianura protagonista

Il Gatto, al secolo Massimo Venturato, non molla. Anzi, raddoppia.
Aveva creato Rialzati Legnago e adesso sta costituendo Pianura Protagonista. Obiettivo politico? Sempre lo stesso. Qualche poltrona in più.
Ma chi gliele darà? Forse il suo amico/nemico Agostino Rossini, a cui potrebbe riavvicinarsi: entrambi hanno in comune il fatto d'aver sostenuto la Lista Tosi a Verona.
Ancora si mormora che le truppe rossiniane potrebbero ulteriormente infoltirsi con un "acquisto" sino a qualche tempo addietro da ritenersi fantapolitica.
Non si può dir molto di più. Per ora.