venerdì 28 dicembre 2012

Ex Caserma Rebora e il gioco dell'oca. Si ritorna al via.

La procedura per il trasferimento del vecchio palazzo deve iniziare da Venezia e non da Roma

Il vecchio insediamento del Reggimento Pontieri è oggi un edificio ridotto piuttosto male. Ma è sito in centro che più in centro non si può. A due passi dal Municipio.
Nel 1955 il Comune di Legnago per farsene riconoscere la proprietà iniziò una causa che poi perse contro il Ministero della Difesa. La Caserma Rebora non è del Comune di Legnago ma appartiene al Ministero della Difesa.
Ogni tanto i funzionari e rappresentanti ministeriali giungono a Legnago per cercare un accordo con le amministrazioni che si susseguono alla guida di palazzo De Stefani ma senza mai riuscirci.
Ministero della Difesa e del Tesoro – come ho avuto modo di appurare in un incontro tenutosi in una calda mattinata d'agosto, quand'ero ancora assessore – chiedono un bel gruzzoletto al Comune di Legnago per l'improprio utilizzo dell'immobile a far data dal secondo dopoguerra.
Anni addietro l'Amministrazione Gandini (la prima, addirittura, 1999 – 2004) aveva proposto questa soluzione: cessione al Ministero della Difesa di sei alloggi per ufficiali da realizzarsi presso l'area PEEP di Porto.
Peccato che i funzionari incaricati da vagliare tale proposta transattiva abbiano avvallato la stessa quando ormai non solo non c'era più Gandini al governo di Legnago, ma – soprattutto – non c'erano più né i lotti né le risorse per realizzare i sei alloggi in zona PEEP a Porto.
Nell'incontro tenutosi nella torrida estate del 2010, feci una proposta giudicata interessante dai funzionari ministeriali: Comune e Ministero avrebbero promosso un bando per la vendita del vecchio immobile. Tale bando avrebbe previsto l'obbligo per il vincitore di realizzare sei alloggi per ufficiali dell'esercito. L'ulteriore ricavato sarebbe entrato nelle casse comunali.
Si tentava già allora di capire come relazionare tale situazione con le statuizioni del federalismo demaniale.
Come può notarsi anche oggi con un semplice click sul link http://benidellostato.agenziademanio.it/BeniPatrimoniali/index.php/patrimoniostato/ricerca l'ex Caserma Rebora non è stata inserita nell'ambito dei beni statali dismissibili.
L'assessore Bariani andò a parlare col Dirigente del Ministero della Difesa convinto di portare a casa un risultato, sospinto dal suo mentore Rossini.
Tutti i giornali diedero eco a questo importante incontro.
Sembra tuttavia – ma dai media forse non lo sapremo mai – che nemmeno questo incontro sia stato fruttuoso e che si debba ripartire da Venezia.
É la vecchia Caserma Rebora ma pare il gioco dell'oca.

mercoledì 19 dicembre 2012

In memoria dell'Amico Piero

Piero Frattini ha lasciato la sua Legnago.
Non credo di poter essere smentito nel sostenere che fosse il più celebre tra i legnaghesi illustri viventi.
Conobbi Piero nel 2001. Quando tornò ad avere una rubrica fissa sulla carta stampata.
Non erano più “Le frattinate” su L'Arena ma “Il salotto di Piero Frattini” su Il Nuovo Giornale.
Nel piccolo e magico mondo in cui mi aveva inserito il buon Giuliano Lunardi, titolare del periodico, l'arrivo di Piero in redazione segnava uno dei momenti più particolari.
Piero arrivava a piedi in Via Marchesi, allungava il suo pezzo battuto a macchina in segreteria; talvolta io e Giuliano andavamo – non ricordo il perché e il percome – fino a Casette per far di un foglio un file e poter pubblicare “Il salotto” sul quindicinale.
In quella rubrica c'era ancora un po' di stiletto ma che si accompagnava, e spesso cedeva il passo, a bonari e malinconici ricordi di gioventù.
E quante cose aveva Piero da raccontare.
Io gli avrò sentito narrare mille e mille volte la storia dei suoi pochi esami di giurisprudenza o quella della “Garda Cola”. Quando lo interrompevo per anticipargli il resto del racconto rideva sornione.
Era un grande onore stare in sua compagnia, guardare le partite della nostra Juve al centro scommesse di Via XX Settembre e accompagnarlo in macchina alla cena natalizia de Il Nuovo Giornale.
Il mio “Salotto” preferito si intitolava “Quei quattro quarei smarzi” ed era dedicato alla scoperta dei ruderi di Porta Mantova.
Era un pezzo piuttosto cattivo perché quello era l'umore della vulgata legnaghese, piuttosto refrattaria alle novità, conservatrice per beffa della novità impegnata.
Penso che Piero – pur essendo profondo conoscitore della vita politica legnaghese – sentisse il dovere di offrire un qualche rilievo alla chiacchera da bar, che come la leggenda ha sempre un fondo di verità.
Tempo fa mi capitò per le mani un suo libercolo che raccoglieva le sue vecchie “frattinate” pubblicate su l'Arena: tra le sue chicche rammento la capacità di pigliare in giro l'Intelligencija legnaghese dopo un buon successo della sinistra in una prova elettorale. Piero affermava che sarebbe stato necessario declinare tutti i nomi in cirillico; il tutto per far trasformare Renzo Massaron in Renzo Makkaron.
Era anche un grande esperto di calcio e in particolare delle sue regole. Avrebbe potuto insegnarle agli arbitri.
A noi legnaghesi ha provato a insegnare l'importanza di sorridere, anche di noi stessi. Che non è poco. Ciao Piero.