Malcontento assicurato in
cambio di un incerto risparmio di spesa di appena 100mila euro
L'ennesimo taglio dei
trasferimenti erariali ha comportato un ammanco, per le secche casse
comunali di Legnago, pari ad € 1.800.000,00.
Per far quadrare il
bilancio, a Palazzo De Stefani hanno deciso di sforbiciare qua e la,
tra i consueti capitoli.
Insomma: meno
manutenzione strade, meno sfalcio dell'erba, meno manifestazioni,
meno agevolazioni per le associazioni sportive.
Solo il capitolo del
sociale non è stato intaccato. Mentre l'addizionale Irpef è passata
dal 3 per mille al 6 per mille (si poteva innalzare sino all'8 per mille).
Per la prima volta si è
deciso di tagliare anche nella spesa destinata alla scuola per
100mila euro.
Una somma di non grande
rilevanza e che, come, vedremo, non è detto che venga effettivamente
risparmiata.
L'unica certezza, ad
oggi, è l'aumento del malcontento e delle polemiche tra i genitori.
Infatti, per cercare di
ottenere detto sperato risparmio di centomila euro,
l'amministrazione si è impelagata nella selva oscura della
rimodulazione dei costi dei buoni pasto nelle mense scolastiche,
determinando -in aggiunta – la diminuzione della qualità del
servizio
I PASTI SCOLASTICI DAL 2009 AL 2012
I PASTI SCOLASTICI DAL 2009 AL 2012
Ma andiamo con ordine
ricostruendo alcuni passaggi della vicenda che ci occupa.
Il bando elaborato
dall'amministrazione di centrosinistra per l'affidamento del servizio
mensa venne vinto, nel 2009, dalla cooperativa CIR FOOD di Reggio Emilia.
Un pasto confezionato per
le scuole costa € 5,25 cadauno.
Per calmierare detto
costo il Comune interviene pagando una somma pari ad un terzo della
spesa complessiva per detti pasti.
Nel 2012 i pasti sono
costati complessivamente circa 750mila €.
Le famiglie – che
pagano a seconda della propria capacità contributiva (calcolata
secondo il modello ISEE) – si sono sobbarcate la spesa di circa
500mila € mentre il Comune ha conferito alla CIR la rimanente somma
di c.ca 250mila €.
MARZO 2013, LA PRIMA RIMODULAZIONE DEL COSTO DEI BUONI PASTO
MARZO 2013, LA PRIMA RIMODULAZIONE DEL COSTO DEI BUONI PASTO
Nel marzo 2013, come si
diceva sopra, il Comune – per non alzare ulteriormente
l'addizionale IRPEF – diminuiva di 100mila € il suddetto
contributo per l'acquisto dei pasti.
E rimodulava gli
scaglioni di costo dei relativi buoni in relazione al reddito ISEE
delle famiglie.
Anno 2012 - 2013
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Anno 2013 – 2014 (marzo 2013)
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Da 0 € a 3000 € → 1,04 € (costo
singolo buono pasto)
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Da 0 € a 6000 € → 1,20 €
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Da 3.000 € a 13.000 € → 3,30 €
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Da 6000 € a 15.000 € → 3,95 €
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Da 13.000 € in su → 3,84 €
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Da 15.000 € in su → 5,25 €
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MAGGIO 2013, LE PROTESTE DELLA COMMISSIONE MENSA, MENU' AL RISPARMIO
A maggio 2013, si
riunisce la commissione mensa
(http://legnago.nqcontent.it/media/urp/regolamenti/RegolamentoRefezioneScolastica.pdf),
organismo istituzionale in cui siedono direttori didattici e presidi,
il responsabile del settore Igiene dell'Aulss 21, il rappresentante
legale della ditta appaltatrice del servizio di refezione scolastica,
due rappresentanti del Comune, eletti dal Consiglio comunale (uno dei
quali espresso dalla minoranza), un rappresentante dei docenti per
ogni plesso scolastico con servizio di refezione e un rappresentante
effettivo - ed uno supplente - dei genitori con almeno un figlio che
frequenta la mensa per ogni plesso scolastico1
Emergono in tale sede
critiche al prospettato aumento dei buoni pasto, in particolare per
la considerevole impennata subita dallo scaglione più alto
dell'ISEE.
Secondo l'assessore
Bisighin, la commissione, chiamata a giudicare due proposte (anche
cumulabili tra loro), per la riduzione del costo del pasto, avrebbe a
maggioranza optato per il risparmio più alto possibile, ovvero per:
- sostituzione della materia prima biologica con altra di qualità convenzionale, con due giornate al mese per l'utilizzo – anche a scopo didattico – dei prodotti bio;
- cessazione dell'invio ai genitori del menù in forma cartacea e pubblicazione dello stesso in via telematica;
- sospensione della merenda pomeridiana nella scuola d'infanzia (uno yogurt) (sarebbe emerso che il prodotto non veniva apprezzato dai bambini che, sovente, non lo consumavano).
La revisione al ribasso
dell'offerta di refezione avrebbe portato ad un abbassamento del
costo del pasto di € 0,26: ogni singolo pasto costerebbe ora 4.99
€.
AGOSTO 2013 IL MENU' PERDE L'ACQUA IN BOTTIGLIA
Successivamente le
istituzioni sono riuscite ad ottenere, dai distributori dei buoni
pasto, una loro diminuzione del ricavato sulla vendita del buono
pasto: passata dal 3% al 2%.
E, quindi, consultati
questa volta solo alcuni rappresentanti dei genitori del primo
distretto (sinistra Adige) viene deciso di eliminare l'acqua in
bottiglia in favore di quella del rubinetto.
Sul punto va detto che
ogni plesso scolastico dovrebbe risultare servito dall'acquedotto e
quindi l'acqua dovrebbe essere potabile in quanto controllata alla
fonte (tuttavia andrebbe verificata anche la possibile incidenza di
impurità che possono determinarsi attraverso le condutture; Cir Food
ha assicurato al Comune di aver compiuto tutte le operazioni di
sanificazione dei filtri volte a rimuovere eventuali residui che con
il tempo si sono depositati sugli stessi).
Da quanto mi risulta La
CIR Food avrebbe programmato per questa settimana le analisi
microbiologiche sui vari punti di prelievo dell’acqua destinata al
consumo per gli utenti delle mense scolastiche e saranno valutati e
ricercati i parametri di legge come stabilito dall’Allegato I,
Parte A del D.Lgs. 31/2001 (Streptococchi fecali ed Enterococchi).
Ad agosto 2013, dunque,
il costo dei buoni pasto cambia ancora:
Costo buono pasto agosto 2013 per capacità
contributiva famigliare
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Da 0 € a 6.000 € → 1,20 €
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Da 6000 € a 15.000 € → 3,75 €
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Da 15.000 € in su → 4,89
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Nell'annualità 2012 –
2013 i bimbi iscritti al servizio mensa scolastica sono stati 1284;
oggi – ad anno scolastico appena iniziato sono già oltre 1300.
CONCLUSIONI
Il costo dei pasti, in
forza dell'abbassamento della loro qualità, è diminuito.
Ma ad incidere sulla
somma complessiva che dovrà sborsare il Comune sono molteplici
fattori, tra i quali a farla da padrone sono il numero di bambini che
usufruiranno del servizio mensa, il numero di famiglie che
acquisteranno i buoni ad un prezzo nettamente inferiore al valore del
pasto.
La media prevista
annualmente nel bando di gara 2009 – 2015 è di 151mila pasti.
Morale della favola: non
è assolutamente garantito che – a fronte di tanto rumore e
malcontento – si riuscirà a conseguire il risparmio di centomila
euro. Il Comune potrebbe essere costretto ad un conguaglio o, ancora, potrebbe risparmiare più del previsto.
Nel frattempo, dopo le
proteste occorre passare alle proposte per configurare un buon bando
per il servizio di ristorazione scolastica, magari determinando già
a monte un prezzo a base di gara da non superare. L'appalto in vigore
avrà termine nell'agosto 2015. Le forze politiche hanno tutto il
tempo per verificare la validità della rimodulazione dei costi dei
buoni pasto e per predisporre un bando adatto a questi tempi
economicamente difficili.
1I
rappresentanti dei docenti e dei genitori sono nominati dai consigli
di circolo e di istituto con scrutinio segreto