venerdì 20 dicembre 2013

ARRIVEDERCI PROF



Si è spenta, nel primo pomeriggio del 19 dicembre 2013 la Professoressa Maria Teresa Bruscolini in Bellato.
Al Liceo, dove forse brillavo per l'arte di arrangiarmi, non certo per bravura e impegno, la Professoressa Bellato era un'istituzione; oltre all'insegnamento dedicava molto tempo al teatro, disciplina extrascolastica che adorava e incoraggiava tra gli studenti.
Per far colpo su una ragazza mi misi anch'io a frequentare l'ambiente liceale della commedia ma, non avendo alcuna intenzione di mandare a memoria le battute, mi improvvisai tecnico delle luci, inserviente - nel senso più letterale del termine, credo - e aiuto regista del mitico Cosma Ambrosini.
Stupita da cotanto mio “impegno”, la Prof mi citava nelle classi come esempio di “redenzione”.
Debbo dire che non ho le ho mai rivelato la verità. Nemmeno anni dopo, quando la trovavo in centro e la accompagnavo sino a casa aiutandola a portare la spesa.
Era una sognatrice, senza grande senso pratico, la mia Prof.
Ricordo un anno in cui, trascorsa appena una settimana dalla ripartizione dei fondi per le attività extrascolastiche, venne da me – rappresentante degli studenti – per dirmi che il teatro aveva finito i soldi.
Non mi capacitai del motivo sin quando mi accorsi che qualche sarto l'aveva convinta ad acquistare costosissimi tessuti di broccato, anziché i soliti stracci usa e getta da commedia scolastica.
Tra i più bei ricordi di lei, quello della mia maturità.
La commissione era andata per le lunghe, ed essendo ormai ora di pranzo, tutti gli amici che erano venuti per assistere alla mia prova orale se n'erano andati a casa, incoraggiati peraltro da me.
Tuttavia non potevo certo allontanare la Professoressa Bellato, che volle assistere a tutti i costi per provare in qualche modo a sostenermi.
All'epoca la prova orale consisteva nell'interrogazione su due materie: io avevo scelto italiano e filosofia.
Superata – miracolosamente – indenne la prova di lettere, sentii la prof – seduta giusto dietro di me - alzarsi e gridare un liberatorio “bravo fanciullo, ce l'abbiamo fatta”.
Toccò a me tranquillizzarla e riportala all'amara realtà: l'interrogazione continua.
Le ricordai quell'episodio giusto qualche settimana fa, quando andai a trovarla a casa sua, dov'era costretta a letto da un brutto male.
Per la prima volta ebbi il coraggio di dirle quello che ho sempre pensato e che, paradossalmente, non si dice mai, ovvero che le volevo bene.
Non rivelerò cosa mi disse, con un sorriso appena accennato – non sorrideva molto - e lo sguardo sempre profondo e generoso.
Ma uscii convinto che talvolta si può lasciare un buon segno nella vita anche solo con un po' di umanità.

mercoledì 11 dicembre 2013

“Crack Fioroni” tra malasorte, scelte politiche sbagliate ed un futuro low cost

Ma la politica se ne frega e in Commissione manca il numero legale


Tanto ci tenevano i politici legnaghesi alla questione Fioroni che ieri, in Commissione consiliare, non è stato raggiunto il numero legale per defezioni targate Lega, Pdl e Upl.

Malgrado ciò, in via informale, si è proceduto egualmente all'audizione della Presidentessa e del Direttore della Fondazione.

Dal confronto è emerso un quadro di difficile situazione economica, con una crisi che ha radici profonde e origini lontane nel tempo.

La difficoltà attuale è figlia di di spese che non hanno trovato più copertura e di disavanzi ormai importanti che hanno portato alla drammatica decisione di licenziare due ottimi dipendenti, l'archivista e la bibliotecaria, con il Comune impegnato a reperire 30mila euro per ripianare i debiti e a cercare una soluzione per mantenere in vita il servizio bibliotecario pomeridiano.

Ma andiamo con ordine e proviamo a ripercorrere insieme gli ultimi dieci anni di governo dell'organismo voluto da Maria Fioroni.

2004: assunzione a tempo indeterminato di una bibliotecaria. Da lì a pochi mesi la Regione Veneto cessa di erogare l'annuale e costante contributo di 40mila €;

2007: assunzione a tempo indeterminato di archivista. Viene radicata, contro la Fondazione, la causa denominata “legato Bertolini”: entra in gioco un consistente pezzo di patrimonio della Fondazione. Si devono sostenere spese di risanamento del capitale edilizio per le quali si rende necessario vendere altri immobili della Fondazione.
Sempre secondo quanto riferito dalla Prof.ssa Baratella, la Giunta Gandini viene invitata a prendere atto della già pesante difficoltà finanziaria dell'Ente.

2009: nell'anno in cui la maggioranza di centrosinistra - nessuno escluso, nemmeno Ambrosini - riconferma piena fiducia a Luciana Baratella alla guida della Fondazione Fioroni, l'Ente in parola, per ripianare i debiti accumulati nelle tre annualità precedenti, vende altri immobili. La Fondazione si aggiudica inoltre l'orribile bando – sempre elaborato dall'amministrazione di centrosinistra - per la gestione del Centro Ambientale Archeologico.
Il bando è orribile per la Fondazione, perché essa – che intanto assume altri tre dipendenti - quale ente aggiudicatario, incassa dal Comune annualmente 90mila euro per la gestione dell'antico ospedale “alla prova” ma ne spende 115mila, intaccando così i 40mila euro di incassi lordi annui fatturati dai due Musei (sic!).

2012 – 2013: la Fondazione vende un altro immobile per coprire i buchi di bilancio, con la tirata d'orecchi della Regione Veneto che manifesta contrarietà a siffatti tentativi di galleggiamento.

2013: per coprire i buchi di bilancio vengono licenziati l'archivista e la bibliotecaria.

Maggio 2013: scadenza del bando per la gestione del Centro Ambientale Archeologico. Altri tre dipendenti rischiano il posto.

Dinnanzi a tale situazione va da sé che il futuro non può essere roseo per uno dei centri culturali più importanti non solo di Legnago, ma di tutta la Provincia.
La soluzione, proposta dal consigliere di UPL Casari, di commissariare l'attuale Cda della Fondazione per radicarvene uno composto da “tecnici” bipartisan con un mandato di sei mesi, al fine di cercare risorse alternative ed evitare i due licenziamenti, non convince le altre forze politiche e nemmeno il Direttore della Fondazione stessa: consumare i 30mila euro comunali per il pagamento degli stipendi dei due licenziati per un semestre significherebbe procrastinare l'agonia dell'incertezza dei lavoratori e del bilancio della Fondazione.

Purtroppo risulta più corretto pensare ad un futuro low cost, con la costituzione di una società cooperativa in cui far entrate tutte quelle figure di alta preparazione culturale che, diversamente, la Città di Legnago rischia di perdere. É in esame anche la più semplice ipotesi di collaborazioni individuali, insomma, contratti con partita iva. Un'ipotesi che – tuttavia .- incontra numerosi ostacoli di ordine giuridico non facili da superare.

giovedì 5 dicembre 2013

C'eravamo tanto amati (Ma ora siam pronti a cambiare...a parole)



Per dieci anni siam stati pappa e ciccia
ma tra di noi ora solo si bisticcia.

Vogliateci bene, usate clemenza
non fate troppo caso alla scarsa coerenza

Ecomostro è il grattaciel di Rettondini,
mentre il nostro, a Porto, piaceva a grandi e piccini.

Scioperi della fame facciam contro il troppo cemento,
infatti il nuovo bronx di Porto è comparso per divino intervento

Ogni Piru o variante in consiglio comunale
la firmava un nostro consigliere, che circostanza accidentale!

La Baratella abbiam voluto entrambi alla Presidenza della Fioroni
ma ora una non la conosce, l'altro la vuol fuori dai maroni.

Forse alla biblioteca si poteva dare una vera aggiustatina
ma non sia mai che ci mancasse la pubblica aspirina.
La Farmacia Pubblica infatti non abbiamo venduto
ed era l'unica in perdita, ha fatto un grande buco!

Soles, Sive, DRV e Lese
abbiam creato un carrozzone pubblico al mese
E non ci abbiamo mica messo i parenti!
I nostri stessi consiglieri, col 40 bis, ficcavamo negli enti

Pd, UpL e Città Intelligente
cambiano i nomi ma siamo la sinistra... essenzialmente!


Claretta e Damiano