lunedì 27 gennaio 2014

CONFRONTO SEMISERIO ALL'INVIDIA CAFE'


Ieri pomeriggio, all'Invidia Cafè, si è tenuto il primo dibattito politico di questa campagna elettorale.
Un grazie per l'invito al bravo Giovanni Mascolo, candidato alle primarie del centrosinistra; il giovanotto, per quanto alla prima esperienza, ha dimostrato non solo di avere entusiasmo ma anche tanta capacità.
Ovviamente l'happening – studiato da Giovanni soprattutto per attrarre al voto gli elettori più giovani – non voleva avere le caratteristiche del confronto aggressivo e borioso. E non le ha avute (per fortuna... almeno di Domenica!).
Nei panni del moderatore c'era Federico Zuliani che ha condotto un talk a mio avviso – almeno a tratti - interessante, comunque districandosi con bravura tra il serio e il faceto.
Matteo Spigolon ha tentato la ripresa dell'evento. E ora lotta contro cattiva luce e brusio per riprodurlo sul sito Legnago24.
Tanti i punti di convergenza tra me e Giovanni: dalla politica economica, alla sicurezza -  da ottenere sposando la tecnologia alla rivitalizzazione della Città - alla necessità di attrarre fondi europei.
Quanto alle politiche giovanili mi sono permesso una critica nei confronti di chi crede di ingabbiare i giovani negli schemi rigidi e stupidi della cooptazione politica. I giovani devono essere liberi di autodeterminarsi, anche nella formazione della Consulta a loro dedicata; le istituzioni dovrebbero essere loro semplicemente di aiuto per reperire i fondi extracomunali che ad oggi non sono mai stati percepiti e utilizzati.
C'è stata una generazione che ha scaricato i costi delle proprie scelte su quelle successive e non vorrei che ci fossero nuove generazioni politiche disposte a farsi governare dai soliti vecchi tromboni.

In chiusura Zulie mi ha chiesto cosa invidiassi al mio contraddittore: chiamato a sedersi vicino a me il buon Claudio Marconi, indicando quest'ultimo, ho senza esitazioni indicato la sua maga, quella che cura l'herpes.

domenica 19 gennaio 2014

LEGNAGO E TRIBUTI: PAGA, E' TASI!


In arrivo la nuova tassa che colpisce anche gli inquilini in affitto

C'era “una volta” - ma oggi non c'è più - il rimborso erariale del gettito Imu sull'abitazione principale.
In pratica, per accontentare Silvio, il Governo ha rinunciato a far pagare questa imposta - nei limiti suddetti - e ha restituito ai Comuni i soldi che questi non hanno incassato.
Ma lo Stato di soldi ne ha sempre di meno e per il 2014 cesserà i rimborsi.
E i poveri comuni?
Il Governo ha previsto per loro il ruolo dello Sceriffo di Nottingham, vale a dire l'antipaticissimo compito dell'esattore, e ha partorito un mostro a tre gambe: la IUC (nuova imposta unica comunale).
Dicevamo delle tre gambe, dunque: Imu, Tari (tassa sui rifiuti sorella gemella della Tares, ma è bello cambiar nome) e la Tasi (che qui da noi in Veneto assume anche una declinazione imperativa, il famoso “paga e tasi!”).
Idealmente lo Stato non obbliga i Comuni ad imporre la Tasi ma tant'è, vedrete che a Legnago e quasi ovunque non si potrà farne a meno (il gettito Imu complessivo per i Comuni era di 4mld di €, ora sarà di 1mld si €).
Dunque conosciamo il nemico: è una tassa sui servizi indivisibili, ovvero illuminazione pubblica, manutenzione e le migliorie per le strade e il verde pubblico, vigilanza urbana etc.;  si paga in relazione ai fabbricati.
Gli esegeti più ottimisti l'hanno definita una tassa federalista, perché i Comuni hanno grandi possibilità per plasmarla secondo le proprie esigenze.
Regole auree: la somma dell’aliquota Tasi e di quella Imu non deve superare il limite del 10,6 per mille della rendita catastale; inoltre l'aliquota massima della Tasi per l'abitazione principale ha un suo tetto massimo (sembra che questa settimana il Governo abbia acconsentito all'aumento da parte dei Comuni dal 2,5 per mille al 3,3 per mille... ma vedremo).
Altra grande novità: la Tasi non la pagheranno solo i proprietari di casa. No. Dovranno sganciarne una percentuale anche quelli che vivono in affitto (i Comuni decideranno se dovranno pagare una quota dal 10% al 30%).

Veniamo a noi. Avremo, bene o male, altri due milioni di euro di mancati trasferimenti erariali (quelli dell'Imu abitazione principale).
Quindi o aumenterà l'Imu sugli altri immobili o sarà introdotta la Tasi.
A tal riguardo, nella speranza che chi ci amministra faccia la scelta migliore per la nostra Città, mi permetto di far mia una riflessione sul concetto di abitazione principale.
Il tema è stato troppe volte affrontato in modo ideologico.
Un conto è la famigliola di Paperino che con un mutuo ancora sul groppone – e un'ipoteca legale sulla testa - ha acquistato la propria unica casetta per viverci.
Un altro è la famiglia benestante di Paperone che – certo – vive in un'abitazione, che è detta principale, ma ne ha anche una seconda, una terza, una quarta e così via.
Ecco le imposte sugli immobili possono (finora non l'hanno fatto) oggi, con la Tasi, distinguere tra le due fattispecie che potremmo sinteticamente riconoscere in a) abitazione principale (perché Paperone ne ha altre); b) abitazione unica (perché Paperino solo quella ha).

Se non distinguiamo - esentando dal pagamento il proprietario della propria unica abitazione - non solo rischiamo di vessare, con una nuova tassa, anche chi lo merita meno degli altri, ma vedremo demolito ogni bel discorso politico sul dogma dell'intangibilità fiscale dell'abitazione principale.



lunedì 13 gennaio 2014

mettiamo radici a sinistra... d'Adige!



Roberto Bronuzzi, Werther Masolini e Vito Occhi, i costituenti del “Comitato Civico Porto Canove San Vito Insieme”, hanno deciso di supportare la mia candidatura a Sindaco.
Ovviamente ci sono diversi motivi per i quali sono orgoglioso di questo endorsement.
Innanzitutto la scelta è avvenuta spontaneamente da parte di persone che stimo e che sono impegnate a vario titolo in attività del volontariato cittadino e che, precedentemente, erano state “corteggiate” da altri gruppi politici.
In seconda battuta credo nella bontà di un progetto autenticamente civico ed orgogliosamente territoriale.
Non dimentichiamo che Porto è stato a lungo un Comune autonomo da Legnago e ha, ancora oggi, la caratura di una cittadina importante, malgrado una spending review barbara e ignorante che l'ha privato di taluni servizi - come il centro prelievi - che avevano contribuito nel tempo a fare di questo quartiere il centro più importante della vasta area della sinistra d'Adige.
Ma anche San Vito, snodo cruciale del transito verso il padovano e Canove, l'unico autentico Borgo rimasto in Legnago, necessitano di una maggiore attenzione da parte della politica.
Basti osservare come tali quartieri si presentino – in determinate zone – ancora oggi, nel 2014, privi di acquedotto, fognature ed illuminazione pubblica.
Un vasto territorio dimenticato chiede di contare di più. Laddove oggigiorno si perdono risorse umane ed economiche e cresce solo la criminalità.
Sappiamo tuttavia che la crisi non ha impedito a questa sponda legnaghese di primeggiare per qualità delle manifestazioni – una su tutte, SoundVito, oramai kermesse musicale di interesse nazionale – e generosità tant'è che ha sede qui “legnagofilodiretto” uno dei sodalizi a sfondo sociale più importanti della Pianura veronese.
Con tali premesse il simbolo non poteva non essere che un grande cuore che campeggia su colori caldi.