venerdì 29 maggio 2015

CONSIGLIO COMUNALE DI LEGNAGO. CRONACA DI UNA NOTTE DI FOLLIA



Dopo una vita, ad un anno esatto dalla mia sconfitta elettorale, ieri sera ho assistito ad un'intera seduta del Consiglio comunale di Legnago.
Iniziano i lavori e i consiglieri “samurai” formalizzano l'uscita dal gruppo consiliare del PD per fare ingresso nel gruppo misto.
Sono in cinque, più il presidente del consiglio. Potrebbero tenere in scacco la maggioranza ma, per bocca del loro capogruppo, Giovanni Mascoolo, annunciano che voteranno sia il bilancio di previsione che il programma triennale delle opere pubbliche. Da dissidenti a “dis – seduti”.
La montagna di fumo grigio sull'invocato rimpasto di giunta sembra – dunque – aver partorito un topolino.
Sembrava. In verità.
Già, perché, giunto il momento della discussione sul piano triennale delle opere pubbliche, recante i nuovi indirizzi economici sulla caserma dei carabinieri e – soprattutto - sulla materna di Vigo, gli animi si surriscaldano.
Il neo capogruppo PD, Giovanni Falduto, propone un emendamento formato supercazzola sulla scuola di Vigo (in buona sostanza, ad un attento esegeta, l'emendamento pare affermare che il restyling si farà se ci sarà il placet dei samurai... “Come se fosse antani...” cit).
Nel mentre, taluni cittadini di Vigo, capeggiati dall'ex Sindaco Silvio Gandini (candidato alle regionali per il PD), sollevano cartelloni per invitare all'approvazione del rifacimento del plesso scolastico.
Il consigliere pentastellato Federico Castelletto fa notare che l'atteggiamento dell'ex primo cittadino parrebbe tipico di una campagna elettorale. Ma Gandini non ci sta: ribatte ad alta voce e non abbassa il cartellone.
Il Presidente dell'assemblea, Simone Pernechele, dapprima invita il pubblico alla calma, con la minaccia di sospendere altrimenti la seduta. Poi, proseguendo gli schiamazzi, dichiara sospesi i lavori.
La maggioranza si ritira in sala giunta. Qui devono succederne di ogni; tant'è che, malgrado le porte chiuse, su odono nitidi gli sbraiti.
Dopo un'ora la seduta viene dichiarata definitamente chiusa, con buona pace del pubblico che, dalle sette di sera, aveva cominciato ad affollare le gradinate di Palazzo De Stefani per sapere se a Legnago continuerà ad esserci una caserma dei carabinieri ed una scuola materna per il borgo di Vigo.
Speriamo che arrivi presto il commissario prefettizio. Espunta da queste tragicomiche interpretazioni del ruolo politico, la macchina comunale potrebbe ripartire con dignità.



venerdì 22 maggio 2015

OK IL PREZZO E’ GIUSTO – TRUCCHETTI ANNI SETTANTA NEL MERCATO DELLA POLITICA LEGNAGHESE


La giunta Scapin non cadrà.
A meno di clamorosi colpi di scena, i registi della crisi troveranno la quadratura del cerchio.
E intanto fervono le trattative sul prezzo della pace.
Al mercato delle vacche c’è chi offre e c’è chi compra: chi vuole tanto pagando poco, chi intende cedere poco incassando tanto.
Ed ecco tornare in auge delazioni e trucchetti; taluni particolarmente datati; di questo non c'è da stupirsi: a Legnago, son sempre quelli, perlopiù, che comandano.
Immaginiamo per un momento che i “samurai” raccontino in giro che giammai scenderanno a compromessi. Ergo, il prezzo della pace si alza.
Quale migliore strategia di risposta, allora, del disinteresse?
Basterebbe avanzare l’ipotesi di una stampella politica da parte della minoranza per ricondurre le trattative a un punto di caduta accettabile.

In un modo o nell’altro, a prescindere dalla scuola di Vigo, dal campo di Casette, dalle giostre – per dire - in Piazza Garibaldi, qualcuno, ad un tratto, sospinto dal bonario ricordo della trasmissione di Iva Zanicchi certificherà: Ok il prezzo è giusto!