venerdì 5 luglio 2019

La Casta che non c’è. Ovvero dei politici comunali e dei loro “stipendi”



Correva l’anno 2005. Un anno difficile, anche se la crisi doveva ancora soffiare il proprio veleno sul Belpaese.
E così il Parlamento, nel varare la finanziaria 2006, decise di tagliare le indennità di funzione … si ma non quelle degli onorevoli. Non sia mai! Si sforbiciarono quelle degli amministratori comunali, per un 10%.
I “salari” dei politici nostrani sono stati determinati con una tabella ministeriale del 2000: espressi in lire e mai più aggiornati, seppur convertiti in euro.
Gli amministratori dell’inizio degli anni 2000 non solo guadagnavano di più di quelli attuali in forza dell’inflazione, ma potevano cumulare – come hanno fatto, anche a Legnago – detta indennità con gli emolumenti di incarichi pubblici dirigenziali e amministrativi di vertice in società partecipate e negli altri enti, istituti, consorzi, aziende, sui quali l’ente locale di appartenenza esercitasse il controllo o la vigilanza.
La “pacchia” è definitivamente terminata nel 2012, con la determinazione di nuove incompatibilità; tant’è che malgrado il tanto vituperato aumento dello stipendio, il Sindaco Rettondini percepiva circa la metà dell’indennità di funzione del suo predecessore Gandini, non potendo cumulare altri incarichi retribuiti e, poi, neppure gratuiti.
I miei pochi lettori sanno quanto scarsa sia la simpatia che nutro per l’antipolitica. Soprattutto quando questa si rifocilla con falsi miti quali quello della Casta che non c’è.
Nel 2014, tuttavia, in omaggio alla crescente sfiducia per le istituzioni - del tutto legittimamente e volontariamente - l’amministrazione Scapin toglieva ai propri amministratori comunali un ulteriore 10% dell’indennità, facendo confluire i risparmi in un fondo per aiutare i bisognosi.
La nuova amministrazione ha ritenuto di non ripetere, almeno per i componenti della Giunta (e di riflesso per la carica di Presidente del Consiglio Comunale, la cui indennità è parificata a quella di un assessore) il taglio in parola, pur mantenendo ai minimi tabellari le indennità e applicando la riduzione del 10% prevista dalla finanziaria 2006.
Era possibile per il Comune di Legnago aumentare le indennità dei propri politici nella misura massima prevista dalla tabella ministeriale. Ma ciò non è stato fatto.
Per questo il titolo del quotidiano L’Arena “Sindaco e assessori si aumentano lo stipendio” nonché il trafiletto vergato “Cangrande”, nella prima pagina del medesimo giornale, risultano provocatori.
Alcuni gruppi dell’opposizione, com’era prevedibile e naturale, hanno polemizzato sul presunto aumento (meglio sarebbe dire: sulla mancata riduzione) delle indennità.
Quale unico Presidente del Consiglio comunale del Triveneto non invitato alle riunioni di Giunta, ho appreso anch’io, solo con la notifica delle delibere giuntali ai capi – gruppo, della mancata conferma del taglio alle indennità.
Poiché vale il principio che uno dei propri denari possa fare ciò che vuole ho tosto comunicato al Sindaco e agli Uffici la mia decisione di decurtare la mia indennità non del 10%, non del 20% ma del 21%. Ora risulto essere, dunque, il Presidente del Consiglio comunale più a buon mercato della storia amministrativa legnaghese.
A voler dar retta a certe tesi, dunque, costando meno di tutti i miei predecessori, dovrei essere anche il più bravo...

lunedì 1 luglio 2019

La rottamazione delle cartelle esattoriali come l'amore di Platone

All'unanimità nell'ultima seduta consiliare è stato approvato il regolamento per la definizione agevolata delle entrate tributarie e patrimoniali non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale, ai sensi dell'art. 15 del D.L. 34/19.
Tutti d'accordo in Consiglio ma fuori, tra gli extra - consiliari del PD, qualche "malpancista".
Peccato che la prima rottamazione dei ruoli di Equitalia partì con un decreto del governo Renzi nell'autunno del 2016.
Poi, altri interventi.
Passavano i governi, venivano rottamati i rottamatori e con loro anche le cartelle di Equitalia; il tutto al grido di "pecunia non olet".
Tu chiamala, se vuoi, "pace fiscale".
Ma poiché non c'è pace senza equità, non ci può essere equità se si possono rottamare solo le cartelle di Equitalia e non quelle di altri concessionari per la riscossione.

Noi, a Legnago, ci avvaliamo di Abaco, non di Equitalia.

Grazie a questa delibera anche i debitori legnaghesi potranno godere (quasi) dello stesso trattamento dei cittadini di comuni viciniori.
Quanto alle polemiche, pare corretto ricorrere al Simposio di Platone, e all'insegnamento della sacerdotessa Diotima di Mantinea: Amore non è bello né brutto, né buono né cattivo, né immortale né mortale, ma è intermedio tra questi opposti. Egli è nato da Povertà ed Espediente.
Un po' come le rottamazioni delle cartelle.