sabato 10 maggio 2008

GIORGIA MINISTRO. CHE MERAVIGLIA



I nostri complimenti a Giorgia per la sua nomina quale ministro per le politiche giovanili. Finalmente una persona capace a guidare un dicastero importante.
Il neo ministro mi ha scritto (sms, notare la semplicità e la disponibilità verso gli ultimi dei suoi militanti!):
... La nave è partita, ora spetta a noi affrontare il mare aperto tracciando nuove rotte. Ti abbraccio! Giorgia

7 commenti:

  1. Giorgia Meloni ministro è un sogno che si avvera!

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  2. grande giorgia, chissà se riesce ancora a trovare un po di tempo per venire a legnago!

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  3. Alle elezioni comunali spero che venga. A Cerea ha portato fortuna!
    P.S.
    caro Mattia, ottima serata in quel di Sanguinetto con le note meravigliose di D.J. Jano. Ottimo l'organizzatore Sganzerla.

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  4. Congratulazioni a Giorgia Meloni nella speranza che riesca ad invertire veramente la rotta...SIMONE

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  5. Vai Giorgina, sei la speranza di tutti noi!

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  6. E' proprio una meraviglia 'sta donnina!

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  7. http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo413704.shtml

    Meloni:rilanciare l'estro giovanile

    "Ho 31 anni, in tutti i modi mi sento legata alla mia generazione,
    sono una ragazza come tutte le altre, vado al cinema, leggo i libri,
    esco con gli amici, vado a cena fuori, faccio le vacanze. Sono una
    persona normale, o almeno ho la presunzione di esserlo". Parole e
    musica (rigorosamente dei Red Hot Chili Peppers, la sua grande
    passione) di Giorgia Meloni, ministro delle Politiche Giovanili del
    Berlusconi IV.
    E' appassionata di rugby, tennis, scacchi e immersioni, colleziona
    angeli ("ma non ne parlo più, che detta così sembra new age oscena") e
    l'ultima volta che è andata al cinema ha visto "Into the wild".
    Alla seconda legislatura, già vicepresidente della Camera (la più
    giovane della storia della Repubblica), l' "enfant prodige" del
    quartiere romano della Garbatella si è tuffata nel nuovo incarico con
    entusiasmo, tracciando le linee guida per una serie di interventi su
    cui ancora preferisce non sbilanciarsi.
    Lavoro e casa sono due delle priorità da affrontare, non crede?
    Certamente, ma a me pare che si voglia schematizzare l'operato di un
    ministero che non sia schematizzabile. Noi dovremo dimostrare una certa
    discontinuità col tema delle politiche giovanili cercando di ragionare
    non per compartimenti stagni e iniziative-spot ma dando un perimetro al
    lavoro che si vuole fare. Immaginare quindi che tipo di Italia
    costruire domani, che tipo di generazione si vorrebbe. La condizione di
    precarietà nella quale versano molti giovani non consente di affrontare
    il tema sul piano esclusivamente professionale, perché rimane il
    problema della casa. Si deve inoltre tenere conto della formazione
    scolastica e universitaria, renderla più vicina al mondo del lavoro.
    Quindi passando al concreto...
    Ci sono una serie di iniziative che erano già previste nel programma
    del Pdl. Per il lavoro precario, ad esempio, si ipotizzava il credito
    d'imposta per chi stabilizza i lavoratori a tempo determinato, o ancora
    si prospettavano una serie di incentivi per le giovani imprese per dare
    opportunità anche se non si hanno gli strumenti iniziali istituendo
    prestiti d'onore e no-tax. Il piano casa parte dal basso, dall'edilizia
    residenziale popolare ai mutui agevolati. Si dovrebbe dare la
    possibilità di riscattare il proprio affitto nelle case di proprietà
    pubblica come parte del mutuo per permettere alle famiglie meno
    abbienti di diventare proprietarie. Noi vogliamo partire dal programma,
    e poi disegnare un perimetro.
    Lei fa politica da ormai quindici anni, ha visto formarsi una
    generazione. Concorda sul fatto che molti giovani accettano
    passivamente certe situazioni di comodo e che sono in pochi a volersi
    dare veramente da fare?
    Io penso che sia più difficile trasmettere oggi valori positivi alle
    giovani generazioni. Ma si tratta di ragazzi, esattamente come lo sono
    stati i loro padri e i loro nonni, ragazzi che sono molto diversi da
    come vengono raccontati. Sembra che nessuno però abbia voglia di
    parlare delle difficoltà che loro hanno per raggiungere la metà dello
    spazio che chi li ha preceduto aveva nella società. Si semplifica
    raccontando una generazione che non ha valori, il problema vero è che
    la stragrande maggioranza dei ragazzi che non corrisponde a
    quest'etichetta finora non ha avuto la possibilità e la determinazione
    di farsi sentire.
    E quindi...
    Quindi bisogna puntare sulla formazione della giovane impresa. Un
    elemento che non si calcola mai negli studi economici è quello che si
    potebbe definire il "genio", l'estro, la disponibilità al sacrificio,
    il coraggio dei singoli. Credo che ci sia bisogno di sostenere questi
    ragazzi nella formazione, che ci sia bisogno di fare in modo che quanto
    si investe rimanga in quel territorio e non emigri portando ricchezza
    in altre regioni. Penso al Mezzogiorno, si potrebbe rimanere
    valorizzando anche quelle che sono le vocazioni naturali, come il
    turismo.
    Politiche giovanili vuol dire occuparsi anche di natalità. I giovani
    italiani non fanno più figli...
    Sostegno a maternità e incentivo a natalità sono necessari con una
    legislazione attraverso la quale lo Stato scelga di combattere come
    priorità per il proprio futuro la crisi demografica. Nel 2050 oltre il
    35% della nostra popolazione avrà più di 65 anni, ciò significa che il
    nostro sistema non potrà reggere. Il nostro obiettivo dovrebbe tendere
    a fare figli a costo zero. Personalmente ho presentato una proposta di
    legge nella scorsa legislatura, che prevede tra le altre cose
    l'introduzione del "quoziente familiare" per la determinazione del
    reddito imponibile ai fini fiscali, detrazioni per tutto quello che
    riguarda la cura del bambino, sostegno alla formazione dei figli fino
    al 18mo anno, una maggiore divisione di responsabilità tra madri e
    padri. Si deve far in modo che la maternità sia percepita come una
    scelta di libertà e non un sacrificio, perché io credo che in
    quest'ottica molte donne non avrebbero scelto di abortire in tutti
    questi anni.
    E in tal senso, qual è la sua posizione sulla 194?
    Penso che la 194 sia in primis una legge da applicare. C'è tutta una
    parte che riguarda la prevenzione, il sostegno alle madri e la
    possibilità di conoscere quali sono le strade alternative
    all'interruzione della gravidanza che non è stata mai applicata. Penso
    che avere un'ottica integrale della legge darebbe un altro senso al
    dibattito in corso, per capire meglio se effettivamente a trent'anni
    dall'entrata in vigore la 194 sia perfettibile oppure no.
    Per finire, gli italiani si aspettano molto da lei. Secondo un
    sondaggio Ipr Marketing lei è risultata quella con un gradimento del
    62%, il più alto tra i ministri del nuovo governo.
    Mi fa piacere, è una responsabilità ma anche una difficoltà. Con un
    gradimento basso si può migliorare, mentre un gradimento alto è più
    difficile mantenerlo. Mettiamola così, sul piano dell'incarico
    ministeriale non può che essere uno stimolo a produrre.

    Domenico Catagnano

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