LEGNAGO. La Corte dei conti ha ravvisato un danno erariale nei 5.200 euro spesi dall'ex sindaco
Stefano Nicoli
L'esposto depositato quattro anni fa dall'opposizione di centrodestra L'ex primocittadino: «Non si trattò di propaganda politico-elettorale »
Da L'Arena Martedì 28 Giugno 2011, pagina 34
La lettera spedita nel 2007 dall'ex sindaco Silvio Gandini a tutte le famiglie legnaghesi, per tracciare un bilancio sull'attività amministrativa ed invitarle ad un ciclo di incontri pubblici, rischia di costare cara al primo cittadino più longevo della storia di Legnago. Oltre che al vice segretario che avallò la spesa degli ex inquilini di Palazzo de' Stefani. La Procura regionale della Corte dei conti ha ravvisato infatti un danno erariale nei 5.200 investiti quattro anni fa dalla Giunta di centrosinistra per la stampa e l'invio dell'oposculo con il consuntivo di metà mandato e le date dei 10 confronti con la popolazione.
Tant'è che il procuratore, ritenendo la missiva in questione «non rientrante tra le attività di comunicazione istituzionali del Comune pur non intravedendovi una finalità politica», ha dato corso all'esposto presentato all'epoca dalla Casa delle libertà in cui sedevano anche l'attuale sindaco Roberto Rettondini e l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi. Con l'effetto di invitare Gandini ed il funzionario a produrre le controdeduzioni nel termine di 30 giorni prima di citarli in giudizio o di archiviare la denuncia depositata dal centrodestra con contestuale reclamo al difensore civico del Veneto. «Quando ho ricevuto la raccomandata», commenta l'ex sindaco, «mi è sembrato di vivere una vicenda kafkiana talmente assurdi e paradossali sono i rilievi che mi vengono mossi in base ad una contestazione strumentale dell'ex minoranza. Quei soldi non sono stati infatti spesi per finanziare una propaganda politico-elettorale a carico della comunità bensì per illustrare ai legnaghesi, come trasparenza esige, il nostro operato». «Nei miei due mandati», aggiunge scandalizzato Gandini, «abbiamo limitato all'osso i costi per pubblicità ed informazione privilegiando gli interventi sotto gli occhi di tutti. Quindi ho la coscienza a posto e non ho nulla da rimproverami».
«Da garantista e da leale avversario di Gandini», replica Longhi, «non posso che augurarmi che l'ex sindaco possa fornire alla Corte dei conti quelle spiegazioni che non diede al centrodestra e al difensore civico circa il carattere elettorale di quella iniziativa pagata con soldi pubblici».
Aggiungo che non penso affatto vi siano responsabilità erariali:Però ribadisco l'inopportunità politica di una comunicazione dai toni decisamente ridondanti ad appannaggio della sola maggioranza con l'esclusione (votata dall'allora maggioranza di centrosinistra) di un qualsivoglia contributo all'informazione dei cittadini (che tale informativa hanno pagato) da parte del centrodesra all'epoca in minoranza.
martedì 28 giugno 2011
venerdì 24 giugno 2011
Super rettore fai da te con la licenza media
LEGNAGO. Luigi Manfrin dirige in provincia sette Università del tempo libero con 800 iscritti
Stefano Nicoli
Il 57enne commerciante di Casaleone si è formato da autodidatta Ha letto oltre 2mila libri. A 11 anni si propose come bibliotecario
Da L'Arena, Giovedì 23 Giugno 2011, pagina 28
La volontà di imparare e la cultura fai da te, forgiata dagli oltre duemila libri di storia, arte e letteratura divorati dopo aver sudato per una giornata alla catena di montaggio, a volte possono aprire più porte di un pezzo di carta. E capita così che un autodidatta, costretto da bambino a fermarsi alla licenza media perchè la famiglia non navigava nell'oro, diventi non solo un magnifico rettore, seppur senza stola d'ermellino. Ma arrivi a dirigere, a ridosso della pensione, ben sette Università del tempo libero e dell'educazione permanente (Utlep) e a collaborare con un ottavo ateneo della provincia. Con la soddisfazione di poter contare più di 850 iscritti, in prevalenza anziani curiosi di imparare cose nuove, e su un corpo di quasi 200 relatori di qualsiasi fede politica. Perchè lui «da vecchio democristiano va d'accordo con tutti ed il sapere ha il sopravvento sulle tessere di partito anche se qualche amministratore non è d'accordo».
Il super rettore in questione è il 57enne Luigi «Gigi» Manfrin: un commerciante di ferramenta di Casaleone, che fino a 22 anni, prima di dedicarsi alle vendite, ha faticato in fonderia alle Industrie meccaniche legnaghesi. A quel tempo, la passione per lo studio e la lettura, che nei giorni scorsi gli hanno assicurato la riconferma alla guida dell'Utlep di Legnago, era però già sbocciata. Ed il «professore» self made man frequentava già con avidità librerie, biblioteche, mostre e musei in nome di quella sete di conoscenza che l'ha portato poi a gestire nel 2007 l'Università di Cerea e due anni più tardi quella cittadina prima di assumere le redini degli atenei di Montecchia, Minerbe, San Pietro di Morubio, Casaleone e Salizzole mentre a Gazzo è supervisore.
«Questi incarichi», confida Manfrin, sostenuto nel suo hobby dall'inseparabile moglie Vittoria, «mi riempiono di soddisfazione e mi ripagano dall'aver dovuto interrompere in gioventù gli studi». «Sin da bambino», prosegue il rettore, «ho avuto infatti la passione per l'insegnamento e i libri. Al punto che ad 11 anni mi proposi come bibliotecario nel collegio dei Pavoniani di Montagnana dove rimasi fino ai 14 quando indossai la tuta da metalmeccanico».
E fu proprio svolgendo quell'incarico che Manfrin acquistò il primo dei duemila tomi che l'hanno fatto diventare un esperto di pittura e storia dell'arte, con una predilezione per il Rinascimento, Michelangelo e l'amata Venezia dove fa spesso da guida ai suoi alunni. Oltre che della Legnago antica da cui è andato per un decennio a lezione da don Cirillo Boscagin, l'ex cappellano dell'ospedale autore di un'importante storia della città. «Ricordo che accantonai le mance di tre domeniche per comperarmi un'edizione, oggi rarissima, del Napoleone di Hilaire Belloc che costava 350 lire e quello fu uno dei giorni più felici della mia vita», racconta «Gigi il rettore», che quest'anno ha centrato a Legnago un altro record superando i 200 iscritti.
Stefano Nicoli
Il 57enne commerciante di Casaleone si è formato da autodidatta Ha letto oltre 2mila libri. A 11 anni si propose come bibliotecario
Da L'Arena, Giovedì 23 Giugno 2011, pagina 28
La volontà di imparare e la cultura fai da te, forgiata dagli oltre duemila libri di storia, arte e letteratura divorati dopo aver sudato per una giornata alla catena di montaggio, a volte possono aprire più porte di un pezzo di carta. E capita così che un autodidatta, costretto da bambino a fermarsi alla licenza media perchè la famiglia non navigava nell'oro, diventi non solo un magnifico rettore, seppur senza stola d'ermellino. Ma arrivi a dirigere, a ridosso della pensione, ben sette Università del tempo libero e dell'educazione permanente (Utlep) e a collaborare con un ottavo ateneo della provincia. Con la soddisfazione di poter contare più di 850 iscritti, in prevalenza anziani curiosi di imparare cose nuove, e su un corpo di quasi 200 relatori di qualsiasi fede politica. Perchè lui «da vecchio democristiano va d'accordo con tutti ed il sapere ha il sopravvento sulle tessere di partito anche se qualche amministratore non è d'accordo».
Il super rettore in questione è il 57enne Luigi «Gigi» Manfrin: un commerciante di ferramenta di Casaleone, che fino a 22 anni, prima di dedicarsi alle vendite, ha faticato in fonderia alle Industrie meccaniche legnaghesi. A quel tempo, la passione per lo studio e la lettura, che nei giorni scorsi gli hanno assicurato la riconferma alla guida dell'Utlep di Legnago, era però già sbocciata. Ed il «professore» self made man frequentava già con avidità librerie, biblioteche, mostre e musei in nome di quella sete di conoscenza che l'ha portato poi a gestire nel 2007 l'Università di Cerea e due anni più tardi quella cittadina prima di assumere le redini degli atenei di Montecchia, Minerbe, San Pietro di Morubio, Casaleone e Salizzole mentre a Gazzo è supervisore.
«Questi incarichi», confida Manfrin, sostenuto nel suo hobby dall'inseparabile moglie Vittoria, «mi riempiono di soddisfazione e mi ripagano dall'aver dovuto interrompere in gioventù gli studi». «Sin da bambino», prosegue il rettore, «ho avuto infatti la passione per l'insegnamento e i libri. Al punto che ad 11 anni mi proposi come bibliotecario nel collegio dei Pavoniani di Montagnana dove rimasi fino ai 14 quando indossai la tuta da metalmeccanico».
E fu proprio svolgendo quell'incarico che Manfrin acquistò il primo dei duemila tomi che l'hanno fatto diventare un esperto di pittura e storia dell'arte, con una predilezione per il Rinascimento, Michelangelo e l'amata Venezia dove fa spesso da guida ai suoi alunni. Oltre che della Legnago antica da cui è andato per un decennio a lezione da don Cirillo Boscagin, l'ex cappellano dell'ospedale autore di un'importante storia della città. «Ricordo che accantonai le mance di tre domeniche per comperarmi un'edizione, oggi rarissima, del Napoleone di Hilaire Belloc che costava 350 lire e quello fu uno dei giorni più felici della mia vita», racconta «Gigi il rettore», che quest'anno ha centrato a Legnago un altro record superando i 200 iscritti.
Vangadizza. Black out nel quartiere. È protesta
Da L'Arena, Venerdì 24 Giugno 2011, pagina 33
L'illuminazione pubblica di Vangadizza è andata di nuovo in tilt lasciando al buio il quartiere circostante la chiesa. L'altra sera, un misterioso black out ha interessato via Mazzanta, via Redentore, via Cellini, il piazzale della parrocchiale ed il parco della lottizzazione Perez. Con l'effetto di lasciare spenti i lampioni fino a ieri mattina e di far ripiombare un centinaio di famiglie nell'incubo vissuto sino a qualche mese fa quando la stessa zona era stata interessata da ripetute interruzioni prima che una ditta specializzata risolvesse l'inconveniente. Tant'è che si sono subito scatenate le proteste ed il consigliere Lucio Martinelli è stato subissato di richieste affinché sollecitasse la riparazione del guasto ai tecnici comunali. Cosa che ha fatto protocollando un'istanza in municipio per scongiurare altri disagi. «Ci auguriamo», auspica Martinelli, «che venga individuata al più presto la causa del black out anche perchè il buio agevola le già frequenti incursioni dei ladri e la settimana prossima inizierà il torneo alla vita». L'intervento del Comune non si è fatto attendere. «Alle 8 di questa mattina (ieri ndr)», informa Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «un nostro elettricista era già sul posto e l'impianto funzionava. Il guasto rimane perciò un mistero e non escludiamo un'azione vandalica». S.N.
Da L'Arena, Venerdì 24 Giugno 2011, pagina 33
L'illuminazione pubblica di Vangadizza è andata di nuovo in tilt lasciando al buio il quartiere circostante la chiesa. L'altra sera, un misterioso black out ha interessato via Mazzanta, via Redentore, via Cellini, il piazzale della parrocchiale ed il parco della lottizzazione Perez. Con l'effetto di lasciare spenti i lampioni fino a ieri mattina e di far ripiombare un centinaio di famiglie nell'incubo vissuto sino a qualche mese fa quando la stessa zona era stata interessata da ripetute interruzioni prima che una ditta specializzata risolvesse l'inconveniente. Tant'è che si sono subito scatenate le proteste ed il consigliere Lucio Martinelli è stato subissato di richieste affinché sollecitasse la riparazione del guasto ai tecnici comunali. Cosa che ha fatto protocollando un'istanza in municipio per scongiurare altri disagi. «Ci auguriamo», auspica Martinelli, «che venga individuata al più presto la causa del black out anche perchè il buio agevola le già frequenti incursioni dei ladri e la settimana prossima inizierà il torneo alla vita». L'intervento del Comune non si è fatto attendere. «Alle 8 di questa mattina (ieri ndr)», informa Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «un nostro elettricista era già sul posto e l'impianto funzionava. Il guasto rimane perciò un mistero e non escludiamo un'azione vandalica». S.N.
San Pietro. Via libera al nuovo campo da calcio
La struttura sportiva sarà realizzata dall'impresa Cavicchini
Aggiudicati i lavori dell'impianto
Da L'Arena Giovedì 23 Giugno 2011, pagina 28
Anche l'ultimo tassello per realizzare il nuovo campo di calcio a San Pietro è andato a posto. E, tempo di completare le procedure di gara, partiranno così i cantieri inseguiti dal 2008, tra alterne vicende, dal Comune. Il quale è pronto ora ad investire 510mila euro, 226mila dei quali finanziati dalla Regione, per garantire alla frazione un impianto a norma, immediatamente omologabile, illuminato e dotato di parcheggi.
La scorsa settimana si è svolta la gara per appaltare sia la costruzione della struttura sportiva che la nuova strada di collegamento tra via Randazzo e via Albero inserita nel progetto per consentire il collegamento diretto con gli spogliatoi esistenti: ad avere la meglio, con un ribasso del 27,30 per cento sulla base d'asta, è stata l'impresa «Cavicchini costruzioni generali» di Bagnolo San Vito (Mantova), che attende ora l'aggiudicazione definitiva e la sottoscrizione del contratto per spedire le gru sui 13.180 metri quadrati dove sorgerà il campo. «Gli uffici», sottolinea Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «stanno comunque valutando se sussistono concrete ragioni d'urgenza, afferenti alla scadenza del contributo regionale, per autorizzare, nelle more della stipula, l'immediata consegna dei lavori. L'obiettivo è infatti quello di dar corso a settembre ad un'opera molto attesa dalla comunità».
Nel frattempo, il Comune ha preso possesso dell'area che ospiterà partite ed allenamenti dell'Us Sampietrina. Con il vantaggio, tra l'altro, di non dover nemmeno scucire i 329.500 euro per indennizzare i 12 titolari dell'appezzamento. E questo grazie all'accordo di pianificazione, lincenziato a marzo dal Consiglio, in base al quale i proprietari hanno rinunciato all'indennità di esproprio in cambio dell'edificazione dei restanti 32.800 metri quadrati agricoli. S.N
Aggiudicati i lavori dell'impianto
Da L'Arena Giovedì 23 Giugno 2011, pagina 28
Anche l'ultimo tassello per realizzare il nuovo campo di calcio a San Pietro è andato a posto. E, tempo di completare le procedure di gara, partiranno così i cantieri inseguiti dal 2008, tra alterne vicende, dal Comune. Il quale è pronto ora ad investire 510mila euro, 226mila dei quali finanziati dalla Regione, per garantire alla frazione un impianto a norma, immediatamente omologabile, illuminato e dotato di parcheggi.
La scorsa settimana si è svolta la gara per appaltare sia la costruzione della struttura sportiva che la nuova strada di collegamento tra via Randazzo e via Albero inserita nel progetto per consentire il collegamento diretto con gli spogliatoi esistenti: ad avere la meglio, con un ribasso del 27,30 per cento sulla base d'asta, è stata l'impresa «Cavicchini costruzioni generali» di Bagnolo San Vito (Mantova), che attende ora l'aggiudicazione definitiva e la sottoscrizione del contratto per spedire le gru sui 13.180 metri quadrati dove sorgerà il campo. «Gli uffici», sottolinea Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «stanno comunque valutando se sussistono concrete ragioni d'urgenza, afferenti alla scadenza del contributo regionale, per autorizzare, nelle more della stipula, l'immediata consegna dei lavori. L'obiettivo è infatti quello di dar corso a settembre ad un'opera molto attesa dalla comunità».
Nel frattempo, il Comune ha preso possesso dell'area che ospiterà partite ed allenamenti dell'Us Sampietrina. Con il vantaggio, tra l'altro, di non dover nemmeno scucire i 329.500 euro per indennizzare i 12 titolari dell'appezzamento. E questo grazie all'accordo di pianificazione, lincenziato a marzo dal Consiglio, in base al quale i proprietari hanno rinunciato all'indennità di esproprio in cambio dell'edificazione dei restanti 32.800 metri quadrati agricoli. S.N
mercoledì 22 giugno 2011
È ritornato il grande cinema
LEGNAGO. Questa sera, a distanza di tre anni dalla chiusura dell'«Italia», verrà inaugurata la prima multisala della città
Alza il sipario «Cinecentrum»
Stefano Nicoli
Nell'«Edificio 13» ricavati bar, sala giochi e cinque sale con una capienza di 550 posti
Da L'Arena, Mercoledì 22 Giugno 2011, pagina 28
Sarà una doppia prima visione quella che questa sera terrà a battesimo il ritorno del grande cinema a Legnago a distanza di tre anni dalla chiusura dello storico «Italia» di via Matteotti. Per il taglio del nastro di «Cinecentrum» - la nuova multisala allestita al piano terra dell'Edificio 13, che aprirà i battenti alle 20 con un galà riservato ad amministratori, autorità, rappresentanti del mondo associativo, culturale e scolastico - verrà proiettato infatti «Cars 2», l'atteso film di animazione della Walt Disney in uscita oggi in Italia.
Al di là delle avventure dell'irraggiungibile auto Saetta McQueen e dell'amico carro attrezzi Cricchetto, l'evento è circondato da molto interesse in città poichè va a coronare un sogno inseguito dal 2008 quando i cinefili della zona videro restringersi improvvisamente l'offerta al parrocchiale «Salus». Un sogno che, grazie ad una corsa contro il tempo facilitata dal Comune con l'adozione di una variante ed un determinante sostegno tecnico-burocratico, la società «Cinema&Co» ha trasformato ora in una realtà formata da cinque sale - si va da un minimo di 87 posti ad un massimo di 145 - con una capienza complessiva di 550 persone. Numeri ai quali vanno a sommarsi cinque proiettori digitali ed una macchina da 35mm per permettere la visione di film più datati disponibili solo in pellicola. Oltre ad una tecnologia all'avanguardia: uno dei cinema è infatti già abilitato per le proiezioni in 3D mentre un altro è stato intanto predisposto per accogliere un impianto analogo.
La prima multisala della Bassa - che domani alle 21.30 verrà aperta al pubblico con la proiezione gratuita di quattro film di seconda visione (Thor, Romeo e Giulietta, Scream 4 e Dylan Dog) in attesa di iniziare venerdì la programmazione normale - è stata poi completata dalla realizzazione di una sala giochi e di un bar-caffetteria frequentabili anche senza passare dalla biglietteria. «Il nostro obiettivo», spiega Luca Gardinale, responsabile del Cinecentrum, che fa capo ai Gentileschi, la nota famiglia di Lonigo (Vicenza) impegnata nel settore dal 1944, «non è infatti solo quello di mettere a disposizione una forma di intrattenimento di cui si sentiva fortemente l'esigenza nel bacino di Legnago. Ma anche quello di ricreare un luogo di ritrovo e convivialità secondo la formula delle vecchie sale di paese ormai scomparse perchè inghiottite dai meccanismi dell'industria cinematografica».
In questa direzione, il «Cinecentrum» sarà disponibile anche per spettacoli alternativi, dal teatro alla danza alle partite di calcio, proiettabili in diretta o in differita, così come per videoconferenze, assemblee e feste.
«Questa apertura», assicura Paolo Longhi assessore ai Lavori pubblici, «costituisce perciò un grande risultato per la nostra comunità sotto il profilo ricreativo e sociale oltre che un incentivo per lo sviluppo economico. Non va poi trascurato nemmeno il risvolto occupazionale visto che per l'occasione sono state assunti 10 giovani disoccupati».
martedì 21 giugno 2011
San Pietro. Marciapiede salvavita per gli alunni
Da L'Arena, Martedì 21 Giugno 2011, pagina 32
I genitori degli alunni delle elementari «Don Trecca» di San Pietro hanno vinto la battaglia per rendere più sicura l'uscita da scuola dei loro figli. Ed hanno così scongiurato il rischio, latente da anni, di veder travolti i bambini dagli automobilisti indisciplinati che sfrecciano a velocità sostenuta tra la via ed il vicolo dedicati a San Salvaro. Sulla scorta della richiesta inoltrata ancora all'inizio dell'anno dai rappresentanti dei genitori all'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi, il Comune ha aperto infatti i cantieri per la realizzazione di un marciapiedi di 70 metri in grado da settembre di tutelare l'incolumità degli studenti. Il tutto a fronte di una spesa di 15mila euro, che ha consentito per l'appunto nei giorni scorsi di affidare i lavori all'impresa Tavellin. «Dopo aver provveduto a migliorare subito la segnaletica orizzontale», spiega Longhi, «abbiamo atteso l'ultima campanella per iniziare la costruzione di un marciapiede, che proteggerà gli scolari dall'uscita del plesso al perpendicolare vicolo San Salvaro. All'altezza dell'attraversamento pedonale sorgerà invece una piattaforma da cui si raggiungerà in tutta sicurezza il parcheggio». S.N
mercoledì 15 giugno 2011
UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO. LA SINISTRA RISCHIA LA SPACCATURA SULLA NOMINA DEL VICE RETTORE
Utlep. L’acronimo sta per “Università del Tempo Libero per l’Educazione Permanente” e ieri sera il Consiglio Comunale ha provveduto alla nomina del suo Corpo Accademico.
Al PDL spettava la scelta del rettore ed ha riconfermato il grande Luigi Manfrin, molto apprezzato da tutti gli iscritti e dai consiglieri di entrambi gli schieramenti, data la preparazione ma soprattutto il carattere bonario e accomodante.
Sia al gruppo della Lega che alla minoranza nel suo insieme spetta un componente cadauno del corpo accademico.
Peccato che il centrosinistra faccia presentare, nei giorni scorsi, non uno bensì due curricula.
Si tratta di due professoresse: Stellina Cirincione - la cui candidatura è sostenuta dal PD ed in particolar modo da Claudio Marconi, Clara Scapin e accoliti – e l’uscente Lucia Zardin.
Radio Scarpa afferma che, complici scambi al vetriolo su facebook, la zarina del PD abbia voluto il braccio di ferro sui nomi per dimostrare a Damiano Ambrosini che non è più lui ad avere la leadership del centrosinistra.
Ma la sfida tanto attesa non si consuma. Merito – racconta sempre Radio Scarpa – di una mediazione operata in extremis dallo stesso rettore uscente Manfrin.
Il buon Gigi avrebbe chiesto a Marconi un passo indietro rispetto alla nomina della Cirincione; e ciò per salvaguardare il rodato e buon rapporto di collaborazione avviato dal 2009 con Lucia Zardin. “Diversamente dovrò dire agli anziani che siete stati voi a privarli di un’ottima vice rettrice” pare abbia detto Manfrin.
Vuolsi così colà dove si puote… Manfrin è stato accontentato. L’opposizione ha votato la Zardin con buona pace di tutti.
Damiano due anni fa si era stracciato le vesti per i modi informali usati da Manfrin (“reo” di aver organizzato il calendario delle lezioni all’Utlep prima dell’investitura ufficiale a rettore). Oggi, forse, lo dovrebbe ringraziare.
Al PDL spettava la scelta del rettore ed ha riconfermato il grande Luigi Manfrin, molto apprezzato da tutti gli iscritti e dai consiglieri di entrambi gli schieramenti, data la preparazione ma soprattutto il carattere bonario e accomodante.
Sia al gruppo della Lega che alla minoranza nel suo insieme spetta un componente cadauno del corpo accademico.
Peccato che il centrosinistra faccia presentare, nei giorni scorsi, non uno bensì due curricula.
Si tratta di due professoresse: Stellina Cirincione - la cui candidatura è sostenuta dal PD ed in particolar modo da Claudio Marconi, Clara Scapin e accoliti – e l’uscente Lucia Zardin.
Radio Scarpa afferma che, complici scambi al vetriolo su facebook, la zarina del PD abbia voluto il braccio di ferro sui nomi per dimostrare a Damiano Ambrosini che non è più lui ad avere la leadership del centrosinistra.
Ma la sfida tanto attesa non si consuma. Merito – racconta sempre Radio Scarpa – di una mediazione operata in extremis dallo stesso rettore uscente Manfrin.
Il buon Gigi avrebbe chiesto a Marconi un passo indietro rispetto alla nomina della Cirincione; e ciò per salvaguardare il rodato e buon rapporto di collaborazione avviato dal 2009 con Lucia Zardin. “Diversamente dovrò dire agli anziani che siete stati voi a privarli di un’ottima vice rettrice” pare abbia detto Manfrin.
Vuolsi così colà dove si puote… Manfrin è stato accontentato. L’opposizione ha votato la Zardin con buona pace di tutti.
Damiano due anni fa si era stracciato le vesti per i modi informali usati da Manfrin (“reo” di aver organizzato il calendario delle lezioni all’Utlep prima dell’investitura ufficiale a rettore). Oggi, forse, lo dovrebbe ringraziare.
domenica 12 giugno 2011
Volontari aggrediti. A processo un ventenne
LEGNAGO. Iniziato il procedimento per lesioni agli iscritti della Verbena presi a botte sull'argine
Alberto Cogo
L'imputato non si è presentato e la conciliazione è sfumata Il presidente Antoniazzi: «Spiace ma non è arrivata alcuna scusa»
Da L'Arena, Sabato 11 Giugno 2011, pagina 40
Maurizio Antoniazzi dopo l´aggressione avvenuta sull´argine È cominciato ieri il processo ad uno degli aggressori dei volontari della Verbena che lo scorso agosto erano stati assaliti in riva all'Adige. Ma l'imputato di lesioni personali, R.V., 21 anni, legnaghese, non si è presentato in aula. Due dei tre aggrediti e querelanti, il presidente dell'associazione Maurizio Antoniazzi e il volontario della stessa, Giuseppe Boccafoli, si sono costituiti parte civile, attraverso i legali Riccardo Shahine e Paolo Malaguti. Un altro volontario, Maurizio Sambugaro, sarà teste nel dibattimento. L'assenza dell'imputato maggiorenne - gli altri del «branco» erano minori - ha fatto sfumare la possibilità di conciliazione. Il dibattimento è aggiornato al 9 dicembre.
Nell'estate 2010 i volontari erano sull'argine per ripulire l'area da erbe infestanti. Nel loro percorso avevano trovato un cestino sfasciato. Poco distante c'era un gruppo di giovani e giovanissimi. Alla richiesta di spiegazioni sul bidone danneggiato, era iniziato un battibecco, traformatosi rapidamente in «un'aggressione fatta di pugni e di colpi con assicelle di legno». La prognosi dei malcapitati era stata di diversi giorni. «Avremmo preferito evitare il processo», spiega Antoniazzi, «ma non abbiamo ricevuto scuse né spiegazioni, dunque siamo andati avanti per vie legali. Uno solo si è detto dispiaciuto e me l'ha fatto sapere su facebook».
Questa brutta vicenda, ha fornito, suo malgrado, «pubblicità» ad Antoniazzi. «Ho ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà», dice, «e sono aumentati considerevolmente gli iscritti all'associazione». E, da quel giorno, i frequentatori dell'argine invece che diminuire sono aumentati. «L'aumento delle frequenze ha fatto diminuire i vandalismi», sostiene Antoniazzi. La Verbena intanto è sempre attiva: «Siamo impegnatissimi, soprattutto nelle scuole e presto ci sposteremo al carcere, non per quanto accaduto l'anno scorso, ma per un progetto a carattere sociale». Un po' come nella rivoluzione dei garofani in Portogallo, quando nei fucili dei soldati venne messo un fiore, la Verbena, da un fatto di violenza, trae gesti di pace con le piante.
Alberto Cogo
L'imputato non si è presentato e la conciliazione è sfumata Il presidente Antoniazzi: «Spiace ma non è arrivata alcuna scusa»
Da L'Arena, Sabato 11 Giugno 2011, pagina 40
Maurizio Antoniazzi dopo l´aggressione avvenuta sull´argine È cominciato ieri il processo ad uno degli aggressori dei volontari della Verbena che lo scorso agosto erano stati assaliti in riva all'Adige. Ma l'imputato di lesioni personali, R.V., 21 anni, legnaghese, non si è presentato in aula. Due dei tre aggrediti e querelanti, il presidente dell'associazione Maurizio Antoniazzi e il volontario della stessa, Giuseppe Boccafoli, si sono costituiti parte civile, attraverso i legali Riccardo Shahine e Paolo Malaguti. Un altro volontario, Maurizio Sambugaro, sarà teste nel dibattimento. L'assenza dell'imputato maggiorenne - gli altri del «branco» erano minori - ha fatto sfumare la possibilità di conciliazione. Il dibattimento è aggiornato al 9 dicembre.
Nell'estate 2010 i volontari erano sull'argine per ripulire l'area da erbe infestanti. Nel loro percorso avevano trovato un cestino sfasciato. Poco distante c'era un gruppo di giovani e giovanissimi. Alla richiesta di spiegazioni sul bidone danneggiato, era iniziato un battibecco, traformatosi rapidamente in «un'aggressione fatta di pugni e di colpi con assicelle di legno». La prognosi dei malcapitati era stata di diversi giorni. «Avremmo preferito evitare il processo», spiega Antoniazzi, «ma non abbiamo ricevuto scuse né spiegazioni, dunque siamo andati avanti per vie legali. Uno solo si è detto dispiaciuto e me l'ha fatto sapere su facebook».
Questa brutta vicenda, ha fornito, suo malgrado, «pubblicità» ad Antoniazzi. «Ho ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà», dice, «e sono aumentati considerevolmente gli iscritti all'associazione». E, da quel giorno, i frequentatori dell'argine invece che diminuire sono aumentati. «L'aumento delle frequenze ha fatto diminuire i vandalismi», sostiene Antoniazzi. La Verbena intanto è sempre attiva: «Siamo impegnatissimi, soprattutto nelle scuole e presto ci sposteremo al carcere, non per quanto accaduto l'anno scorso, ma per un progetto a carattere sociale». Un po' come nella rivoluzione dei garofani in Portogallo, quando nei fucili dei soldati venne messo un fiore, la Verbena, da un fatto di violenza, trae gesti di pace con le piante.
PREMIO PICCINATO 2001 VI EDIZIONE
di Elisabetta Papa
da L'Arena, Domenica 12 Giugno 2011, pagina 27
Sono il Comune di San Martino Buon Albergo e l'architetto Giovanna Mar dello «Studio architetti Mar srl» di Mestre - rispettivamente per la sezione riservata alle pubbliche amministrazioni e per quella dedicata ai singoli progettisti - i due vincitori del «Premio per l'urbanistica e la pianificazione territoriale Luigi Piccinato» consegnato ieri mattina al «Piccolo Salieri» di Legnago.
Nessun riconoscimento, invece, per la terza categoria di cui si compone il concorso, cioè quella che premia il miglior progetto nella sezione «giovani architetti», andata deserta. Il premio, istituito dalla Regione nel 2005 con l'obiettivo di «promuovere i progetti, i processi amministrativi, le pratiche e le realizzazioni pubbliche e private che hanno come scopo quello di tutelare, di valorizzare e di arricchire il paesaggio e le strutture insediative del territorio», ha avuto come filo conduttore dell'edizione 2010 il tema «Progettare il recupero del territorio».
Particolarmente significativi, in tal senso, sono risultati appunto «Idee e progetti per il territorio», realizzato dal Comune di San Martino in collaborazione con lo studio di architettura «Ardielli associati» per interventi di interesse collettivo e ambiti residenziali critici sul territorio comunale, ed il progetto «Black boxes, edifici commerciali e ricettivo nel comprensorio AEV del Terraglio» ideato da Giovanna Mar non come un semplice accostamento di capannoni, ma come un sistema di insediamento con ampi spazi pedonali e verdi, che privilegiano lo spirito di aggregazione.
La cerimonia di premiazione - che ha avuto ancora una volta come teatro Legnago, città d'origine dell'urbanista Luigi Piccinato - è stata preceduta dal saluto del sindaco Roberto Rettondini e dell'assessore comunale ai Lavori pubblici Paolo Longhi, «orgogliosi di poter onorare con un premio di tale spessore, curato da un ente di ricerca di livello accademico, la figura e l'opera di questo nostro grande concittadino».
Ad aprire i lavori del convegno sono stati il vicepresidente della Giunta regionale e assessore al Territorio Marino Zorzato, e il presidente dell'Ordine degli architetti del Veneto, Arnaldo Toffali. Per gli approfondimenti sui progetti inseriti in questa sesta edizione e sui diversi aspetti del paesaggio e delle dinamiche paesaggistiche sono intervenuti Ugo Soragni, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici oltre che presidente della giuria del premio, Roberto Masiero e Bruno Dolcetta (presidente del comitato scientifico del premio), della facoltà di Architettura dell'Iuav Venezia. Subito dopo, le premiazioni.
Ai due vincitori, oltre che il riconoscimento regionale è andata anche la speciale formella del Comune di Legnago, che raffigura il volto di Piccinato sullo sfondo del primo piano regolatore della città, da lui progettato nel secondo dopoguerra. La giuria ha inoltre assegnato quattro menzioni speciali, una alla Provincia di Treviso per un progetto sui «Percorsi ecoturistici e valorizzazione urbanistica del territorio rivierasco del fiume Piave» e tre per progettisti: a «Arbau studio» di Mestre, a «Borchia studio architetti associati» di Padova e agli architetti Filippo Semprebon, Claudia Brentegani, Marco Semprebon e Simona Manara di Caprino.
Il premio è stato affiancato da un'esposizione relativa ai progetti presentati. La mostra, sarà visitabile all'ingresso del «Piccolo Salieri» anche oggi, per l'intera giornata, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
da L'Arena, Domenica 12 Giugno 2011, pagina 27
Sono il Comune di San Martino Buon Albergo e l'architetto Giovanna Mar dello «Studio architetti Mar srl» di Mestre - rispettivamente per la sezione riservata alle pubbliche amministrazioni e per quella dedicata ai singoli progettisti - i due vincitori del «Premio per l'urbanistica e la pianificazione territoriale Luigi Piccinato» consegnato ieri mattina al «Piccolo Salieri» di Legnago.
Nessun riconoscimento, invece, per la terza categoria di cui si compone il concorso, cioè quella che premia il miglior progetto nella sezione «giovani architetti», andata deserta. Il premio, istituito dalla Regione nel 2005 con l'obiettivo di «promuovere i progetti, i processi amministrativi, le pratiche e le realizzazioni pubbliche e private che hanno come scopo quello di tutelare, di valorizzare e di arricchire il paesaggio e le strutture insediative del territorio», ha avuto come filo conduttore dell'edizione 2010 il tema «Progettare il recupero del territorio».
Particolarmente significativi, in tal senso, sono risultati appunto «Idee e progetti per il territorio», realizzato dal Comune di San Martino in collaborazione con lo studio di architettura «Ardielli associati» per interventi di interesse collettivo e ambiti residenziali critici sul territorio comunale, ed il progetto «Black boxes, edifici commerciali e ricettivo nel comprensorio AEV del Terraglio» ideato da Giovanna Mar non come un semplice accostamento di capannoni, ma come un sistema di insediamento con ampi spazi pedonali e verdi, che privilegiano lo spirito di aggregazione.
La cerimonia di premiazione - che ha avuto ancora una volta come teatro Legnago, città d'origine dell'urbanista Luigi Piccinato - è stata preceduta dal saluto del sindaco Roberto Rettondini e dell'assessore comunale ai Lavori pubblici Paolo Longhi, «orgogliosi di poter onorare con un premio di tale spessore, curato da un ente di ricerca di livello accademico, la figura e l'opera di questo nostro grande concittadino».
Ad aprire i lavori del convegno sono stati il vicepresidente della Giunta regionale e assessore al Territorio Marino Zorzato, e il presidente dell'Ordine degli architetti del Veneto, Arnaldo Toffali. Per gli approfondimenti sui progetti inseriti in questa sesta edizione e sui diversi aspetti del paesaggio e delle dinamiche paesaggistiche sono intervenuti Ugo Soragni, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici oltre che presidente della giuria del premio, Roberto Masiero e Bruno Dolcetta (presidente del comitato scientifico del premio), della facoltà di Architettura dell'Iuav Venezia. Subito dopo, le premiazioni.
Ai due vincitori, oltre che il riconoscimento regionale è andata anche la speciale formella del Comune di Legnago, che raffigura il volto di Piccinato sullo sfondo del primo piano regolatore della città, da lui progettato nel secondo dopoguerra. La giuria ha inoltre assegnato quattro menzioni speciali, una alla Provincia di Treviso per un progetto sui «Percorsi ecoturistici e valorizzazione urbanistica del territorio rivierasco del fiume Piave» e tre per progettisti: a «Arbau studio» di Mestre, a «Borchia studio architetti associati» di Padova e agli architetti Filippo Semprebon, Claudia Brentegani, Marco Semprebon e Simona Manara di Caprino.
Il premio è stato affiancato da un'esposizione relativa ai progetti presentati. La mostra, sarà visitabile all'ingresso del «Piccolo Salieri» anche oggi, per l'intera giornata, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
venerdì 10 giugno 2011
CARCERE? MEGLIO I “LAVORI FORZATI”
L'ESPERIENZA DE LA VERBENA DELL'ADIGE NELL'INSERIMENTO LAVORATIVO DI CONDANNATI
L’ordinamento penitenziario, legge 354 1975, ha istituito gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) che dipendono dall’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.
La nostra Penisola ne conta cinquantotto, tre sono in Veneto.
L’Uepe di Verona si compone di un apparato composito di funzionari: dal personale amministrativo e contabile ai responsabili dell’area sociale che operano avvalendosi di psicologi.
L’obiettivo perseguito è quello di predisporre un programma alternativo alla detenzione in carcere per l’espiazione della pena da parte di condannati maggiorenni.
Per il legislatore (art. 118 Reg. Es. DPR 230/00) ciò consentirebbe una più efficace rieducazione del condannato essendo previsti percorsi di trattamento, riabilitazione e reinserimento sociale anche assistendo la persona nel post pena.
E le statistiche danno ragione a queste previsioni.
Ma non solo i numeri e la saggezza popolare del “lavoro che nobilita l’uomo” stanno dalla parte dell’UEPE.
Grazie all’impegno dell’associazione La Verbena dell’Adige, che ha sottoscritto un patto di servizio con l’UEPE di Verona, è stato possibile sperimentare la partecipazione di condannati alla rieducazione fuori dal carcere attraverso l’esecuzione gratuita di duri lavori lungo la golena dell’Adige.
Uepe ha individuato le persone in esecuzione di pena anche tenendo conto del reato commesso e delle attitudini mentre la Verbena le ha messe al lavoro monitorandole e registrando le presenze.
Basta una sola assenza o addirittura un ritardo per rischiare di tornare in carcere.
Non c’è buonismo in tutto ciò. Ma solo risparmio: un detenuto costa in media 250 euro al giorno. Lavorando gratis, invece, si produce un vantaggio per la nostra comunità che viene quindi, in un certo senso, ristorata del danno provocato.
L’ordinamento penitenziario, legge 354 1975, ha istituito gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) che dipendono dall’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.
La nostra Penisola ne conta cinquantotto, tre sono in Veneto.
L’Uepe di Verona si compone di un apparato composito di funzionari: dal personale amministrativo e contabile ai responsabili dell’area sociale che operano avvalendosi di psicologi.
L’obiettivo perseguito è quello di predisporre un programma alternativo alla detenzione in carcere per l’espiazione della pena da parte di condannati maggiorenni.
Per il legislatore (art. 118 Reg. Es. DPR 230/00) ciò consentirebbe una più efficace rieducazione del condannato essendo previsti percorsi di trattamento, riabilitazione e reinserimento sociale anche assistendo la persona nel post pena.
E le statistiche danno ragione a queste previsioni.
Ma non solo i numeri e la saggezza popolare del “lavoro che nobilita l’uomo” stanno dalla parte dell’UEPE.
Grazie all’impegno dell’associazione La Verbena dell’Adige, che ha sottoscritto un patto di servizio con l’UEPE di Verona, è stato possibile sperimentare la partecipazione di condannati alla rieducazione fuori dal carcere attraverso l’esecuzione gratuita di duri lavori lungo la golena dell’Adige.
Uepe ha individuato le persone in esecuzione di pena anche tenendo conto del reato commesso e delle attitudini mentre la Verbena le ha messe al lavoro monitorandole e registrando le presenze.
Basta una sola assenza o addirittura un ritardo per rischiare di tornare in carcere.
Non c’è buonismo in tutto ciò. Ma solo risparmio: un detenuto costa in media 250 euro al giorno. Lavorando gratis, invece, si produce un vantaggio per la nostra comunità che viene quindi, in un certo senso, ristorata del danno provocato.
Rotonda di Via Garbo. Presto nuovi miglioramenti.
E TAGLIAFERRO ATTACCA GANDINI: LA ROTONDA E' UN MOSTRO CHE STENDE LA GENTE
Palazzo De Stefani, 16 dicembre 2008. Il Consiglio comunale con la delibera 120 – proposta ovviamente dall’allora amministrazione di centrosinistra - partoriva all’unanimità il Piano di lottizzazione Cà Bianca.
Tra le opere imposte ai privati dall’esecutivo guidato allora da Silvio Gandini vi era un’opera fuori ambito: una piccola rotatoria che qualche anno più tardi avrebbe fatto parlare di sé.
Qualcuno l’ha già soprannominata “rotonda della discordia”.
Nell’ultima riunione tenutasi a Vangadizza – inizialmente per parlare di opere cimiteriali – il consigliere Bruno Tagliaferro è intervenuto utilizzando toni molto accesi contro l’opera in parola.
Gli hanno fatto eco le comprensibili proteste di alcuni cittadini. In succo: il rondò non è ben visibile, il manto stradale è distrutto.
Ma il falco dei falchi è stato il consigliere di Legnago al Centro. Tagliaferro ha pensato di blandire le tesi avversarie, volte ad evidenziare che ad una velocità ridotta – quella prescritta dal codice della strada - la rotatoria è affrontabile senza problema alcuno: “ chi va forte va multato non va ammazzato!” ha inveito il buon Bruno.
Sta di fatto che ora L’Arena ci consegna il ritratto di un Tagliaferro intento a raccogliere firme contro il rondò, accompagnato da Lucio Martinelli.
Sia chiaro: questa rotatoria non è certo l’opera più bella di questo pianeta. Ma rappresenta ciò che di meglio si poteva realizzare per garantire la sicurezza di chi esce dalla nuova lottizzazione.
Come tutte le rotonde di piccolo diametro, calate su strade lungo le quali la gente è abituata a correre, ha scatenato e scatena una serie di polemiche, specialmente da parte di chi non vuole rinunciare a pigiare sull’acceleratore.
Bene dunque aveva fatto l’amministrazione Gandini a imporre al lottizzante la realizzazione di questa rotatoria. Stare dalla parte degli Shumacher di Via Garbo non mi pare corretto nei confronti di chi – senza questa rotatoria – uscirebbe di casa rischiando la vita.
Ad ogni buon conto sono già stati approntati, da parte dei lottizzanti e della ditta Zeviani incaricata per l’esecuzione dell’opera, degli accorgimenti atti a migliorarne in sicurezza.
Nei prossimi giorni la rotonda della discordia verrà ulteriormente sistemata per quanto attiene al manto bituminoso e, soprattutto, alla segnaletica verticale e orizzontale. Si ipotizza anche la posa di marker stradali (detti occhi di gatto) ad alto grado di riflettività.
Palazzo De Stefani, 16 dicembre 2008. Il Consiglio comunale con la delibera 120 – proposta ovviamente dall’allora amministrazione di centrosinistra - partoriva all’unanimità il Piano di lottizzazione Cà Bianca.
Tra le opere imposte ai privati dall’esecutivo guidato allora da Silvio Gandini vi era un’opera fuori ambito: una piccola rotatoria che qualche anno più tardi avrebbe fatto parlare di sé.
Qualcuno l’ha già soprannominata “rotonda della discordia”.
Nell’ultima riunione tenutasi a Vangadizza – inizialmente per parlare di opere cimiteriali – il consigliere Bruno Tagliaferro è intervenuto utilizzando toni molto accesi contro l’opera in parola.
Gli hanno fatto eco le comprensibili proteste di alcuni cittadini. In succo: il rondò non è ben visibile, il manto stradale è distrutto.
Ma il falco dei falchi è stato il consigliere di Legnago al Centro. Tagliaferro ha pensato di blandire le tesi avversarie, volte ad evidenziare che ad una velocità ridotta – quella prescritta dal codice della strada - la rotatoria è affrontabile senza problema alcuno: “ chi va forte va multato non va ammazzato!” ha inveito il buon Bruno.
Sta di fatto che ora L’Arena ci consegna il ritratto di un Tagliaferro intento a raccogliere firme contro il rondò, accompagnato da Lucio Martinelli.
Sia chiaro: questa rotatoria non è certo l’opera più bella di questo pianeta. Ma rappresenta ciò che di meglio si poteva realizzare per garantire la sicurezza di chi esce dalla nuova lottizzazione.
Come tutte le rotonde di piccolo diametro, calate su strade lungo le quali la gente è abituata a correre, ha scatenato e scatena una serie di polemiche, specialmente da parte di chi non vuole rinunciare a pigiare sull’acceleratore.
Bene dunque aveva fatto l’amministrazione Gandini a imporre al lottizzante la realizzazione di questa rotatoria. Stare dalla parte degli Shumacher di Via Garbo non mi pare corretto nei confronti di chi – senza questa rotatoria – uscirebbe di casa rischiando la vita.
Ad ogni buon conto sono già stati approntati, da parte dei lottizzanti e della ditta Zeviani incaricata per l’esecuzione dell’opera, degli accorgimenti atti a migliorarne in sicurezza.
Nei prossimi giorni la rotonda della discordia verrà ulteriormente sistemata per quanto attiene al manto bituminoso e, soprattutto, alla segnaletica verticale e orizzontale. Si ipotizza anche la posa di marker stradali (detti occhi di gatto) ad alto grado di riflettività.
Ascensore del ponte fermo per due settimane
LAVORI. L'ultima parte dei lavori all'elevatore richiederà più tempo ma dovrebbe risolvere il problema dei blocchi
Lo stop servirà a operare sulle strutture metalliche Ad oggi la manutenzione è costata 90mila euro
Da L'Arena Venerdì 10 Giugno 2011, pagina 34
Nuovo stop per gli ascensori di ponte principe Umberto e stavolta per 15 giorni. Con buona pace delle centinaia di persone che ogni giorno utilizzano le cabine per raggiungere Porto o piazza della Libertà a Legnago. Assessorato ai Lavori pubblici e ufficio tecnico hanno infatti deciso di sospendere da martedì 14 all'ultima settimana del mese, l'uso dell'ascensore. «Il provvedimento permetterà l'ultima parte dei lavori di manutenzione straordinaria programmati un anno fa dal Comune per la sistemazione meccanica e la coibentazione degli ascensori», spiega l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi, «e ciò ci consentirà di porre fine non solo ai disagi provocati dal malfunzionamento degli ascensori fin dal 2005, anno della loro inaugurazione, ma anche di contenere al minimo i costi di manutenzione che finora sono stati di ben 90mila euro». Insomma, i numerosissimi guasti tecnici verificatisi - che spesso hanno provocato autentico panico come accaduto una ventina di giorni fa ad un 70enne rimasto bloccato per 20 minuti e poi svenuto - dovrebbero finalmente terminare. L'ultimo stop agli elevatori è stato, per una settimana, in aprile per eliminare infiltrazioni della pavimentazione ed evitare danni o blocchi dell'impianto. «Ora si metterà mano, con 60mila euro dello stanziamento», prosegue Longhi, «al ripristino delle strutture metalliche interne: ultima fase di un enorme lavoro compiuto sugli ascensori».E.P.
Lo stop servirà a operare sulle strutture metalliche Ad oggi la manutenzione è costata 90mila euro
Da L'Arena Venerdì 10 Giugno 2011, pagina 34
Nuovo stop per gli ascensori di ponte principe Umberto e stavolta per 15 giorni. Con buona pace delle centinaia di persone che ogni giorno utilizzano le cabine per raggiungere Porto o piazza della Libertà a Legnago. Assessorato ai Lavori pubblici e ufficio tecnico hanno infatti deciso di sospendere da martedì 14 all'ultima settimana del mese, l'uso dell'ascensore. «Il provvedimento permetterà l'ultima parte dei lavori di manutenzione straordinaria programmati un anno fa dal Comune per la sistemazione meccanica e la coibentazione degli ascensori», spiega l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi, «e ciò ci consentirà di porre fine non solo ai disagi provocati dal malfunzionamento degli ascensori fin dal 2005, anno della loro inaugurazione, ma anche di contenere al minimo i costi di manutenzione che finora sono stati di ben 90mila euro». Insomma, i numerosissimi guasti tecnici verificatisi - che spesso hanno provocato autentico panico come accaduto una ventina di giorni fa ad un 70enne rimasto bloccato per 20 minuti e poi svenuto - dovrebbero finalmente terminare. L'ultimo stop agli elevatori è stato, per una settimana, in aprile per eliminare infiltrazioni della pavimentazione ed evitare danni o blocchi dell'impianto. «Ora si metterà mano, con 60mila euro dello stanziamento», prosegue Longhi, «al ripristino delle strutture metalliche interne: ultima fase di un enorme lavoro compiuto sugli ascensori».E.P.
Tre rotatorie in opera per girare in sicurezza
LEGNAGO. Procedono gli interventi programmati per eliminare i «punti neri» della viabilità
Elisabetta Papa
Ultimi giorni di lavoro al rondò di via Paina, poi sarà la volta di quello in viale Europa all'ingresso dell'area industriale
giornale
Da L'Arena, Venerdì 10 Giugno 2011, pagina 34
Dopo l'avvio dei lavori per la realizzazione della nuova rotatoria di Porto - per mettere in sicurezza l'area all'intersezione tra via Pio X, via Piccinato e via Padana Inferiore Est - il massiccio progetto di interventi previsto dal Comune per rendere più sicuri i tre «punti neri» per eccellenza della viabilità legnaghese, entra in questi giorni nel vivo. Nonostante le piogge abbondanti che non hanno facilitato l'opera di tecnici ed operai, un altro incrocio considerato tra i più pericolosi sotto l'aspetto viabilistico - quello che sul tratto di via Paina, al confine con il Comune di Angiari, porta all'intersezione con la bretella di ingresso alla strada regionale 10 in direzione di Verona - sta infatti per essere definitivamente eliminato. «Anche qui sono in corso poderosi interventi», spiega l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi, «per la costruzione di una rotonda in grado di mettere in sicurezza uno dei punti più ostici della nostra viabilità. Dopo aver proceduto ai lavori per regolare il deflusso delle acque con tombinature dei fossati e scoli di guardia, nell'ultima settimana sono stati eseguiti i rilevati stradali, portando poi in quota il terreno ed immettendo i necessari sottoservizi. Ora, l'ultima fatica è legata allo spostamento della linea elettrica aerea: un lavoro che dovrebbe essere completato in un paio di mesi, prima di passare alla costruzione vera e propria della rotatoria. Confidiamo che il tutto possa essere terminato entro la fine di settembre».
Nel frattempo, in collegamento con la rotatoria di via Paina, si sta procedendo con altre opere per allargare l'innesto sulla regionale 10, in direzione di Padova. Anche in questo caso, gli interventi termineranno tra circa tre mesi. A completare il progetto delle tre rotatorie - a fronte di una spesa complessiva di 750mila euro, sostenuta in parte da contributo regionale di 300mila euro e da uno provinciale di 100mila - sarà la costruzione di un nuovo rondò in viale Europa, all'altezza del primo ingresso alla zona industriale di San Pietro, che verrà intrapresa non appena l'amministrazione comunale otterrà il parere di «Veneto Strade». Per quanto riguarda invece la rotonda di via Padana inferiore a Porto, gli interventi, come dicevamo, sono ormai in dirittura d'arrivo: mancano solo la sistemazione del tappeto di usura del manto stradale, la realizzazione della segnaletica e l'inserimento di una torre di illuminazione.
L'inaugurazione è prevista a metà luglio.
martedì 7 giugno 2011
Legnago. Sinistra ai ferri corti, il ring è facebook.
È bastata una provocazione di Giorgio Soffiati sul suo blog telesioebernardino.blogspot.com per scatenare l’inferno tra le fila del centrosinistra legnaghese.
L’ex Sindaco della giunta del compromesso storico (Pci – DC), dolendosi delle mancanze programmatiche e delle divisioni interne all’opposizione, sbottava in un “forza Lega”: “se si votasse a Legnago, come qualche spirito buono ipotizza, i partiti e le "liste civiche" camuffate sarebbero nei guai. Non c'è un programma, un candidato comune, una volontà di stare assieme. Dunque, tenete duro leghisti legnaghesi!”.
Damiano Ambrosini è scandalizzato. Lui è sempre così premuroso nel ficcare il naso in casa PdL: invoca in Consiglio comunale rimpasti che favoriscano le componenti minoritarie del partito di Berlusconi (come se questi fossero i problemi dei legnaghesi!) e intrattiene amabili conversazioni con i rivoltosi della maggioranza.
Ma al Cardinale Ambrosini deve essere sfuggito un passo del Vangelo secondo Luca: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?”.
La trave emerge dal social network Facebook.
Qui la sinistra se le dà di santa ragione. Da una parte Ambrosini con Porfido, il segretario CGIL di Rovigo Giovanni Nalin e il “travagliato” del Torrione, al secolo Federico Zuliani, giornalista di periodico “PrimoGiornale”; dall’altra Soffiati con il segretario del PD Clara Scapin.
Ecco alcune delle frecciate più velenose:
Federico Zulie Zuliani: Il fatto che non ci sia (ancora) un candidato (fantoccio) del "Sindaco di Porto", non significa che la politica legnaghese sia ferma...qualcuno gli dica ke a forza di stare su un piedistallo autocostruito, vengono le vertigini e non si capisce più un c...avolo...
Giovanni Nalin: Compagno Damiano, meglio tardi che mai. Certo che però ci avete flirtato un bel pò di anni con "il capo del PD di Legnago" senza aprire mai una discussione vera ed esplicita che aiutasse il cambiamento e il rinnovamento. Ciao.
domenica alle 15.39
Damiano Ambrosini: caro Gianni, sai benissiomo che in politica, come diceva un vecchio dc, le frittate si fanno con le uova a disposizione ...ora si è chiusa una stagione, si possono cambiare ingredienti....
domenica alle 15.43
Clara Scapin c'è chi sa fare solo frittate!
domenica alle 15.50
Giovanni Nalin: Beh, c'è anche chi sa rompere solo le uova! Ciao Clara!
domenica alle 15.52
Damiano Ambrosini @clara:hai mangiato frittata x dieci anni, probabilmente ti piacciono ....
domenica alle 16.06 • 1 persona
Giorgio Soffiati: siete proprio divertenti. cmq il mio candidato preferito resta ambrosini:vado sul sicuro.
domenica alle 17.06 • 2 persone
Diego Popo Porfido: il mio candidato preferito resta soffiati !!!!! ops non si è più candidato..... dai ragazzi su... fate tutti sorRIDERE... siete qui a litigare anzichè trovare una quadra. state stancando tutti... anche chi è da poco dentro!! datevi da fare per Legnago e non per voi stessi lavorando solo a una propria candidatura!
19 ore fa • 2 persone
Diego Popo Porfido
se a Telesio "batte la teresina" non è colpa di nessuno....
Clara Scapin il colpevole è sempre uno?
19 ore fa
Diego Popo Porfido: mi sembra di averne indicati molti. basterebbe più sincerità e si sarebbe già risolto tutto. in tanti vogliono fare il candidato..... ma in pochi ahimè potrebbero dire di rappresentare tutti. qualche volta credo che per fare un passo avanti bisognerebbe essere capaci di farne uno indietro.
18 ore fa • 2 persone
Diego Popo Porfido io mi auguro invece di vedere il Prof. Soffiati prendere in considerazione anche l'idea di battersi per una coesione ampia... e mi auguro anche di vederlo candidato alle prossime elezioni nella lista del pd e capire il peso che ha anche fra gli elettori... e poi devo capire chi sosterrà il Prof. come candidato sindaco C.... o C..... (Clara Scapin e Claudio Marconi ndr) mah.... chi la spunterà? :D! insomma io devo ancorà studiare molto :D
16 ore fa • Mi piace
Giorgio Soffiati: beh!se si tratta solo del mio peso elettorale posso stare tranquillo. non credo che mi difetterebbero qualche decina di voti( che so, un centinaio e frazioni)come qualche consigliere comunale in carica.
Giorgio Soffiati: per il resto,mi sono sempre battuto per una ampia coesione,solo perchè sono convinto che solo così si vince.e ho la pretesa, politica, di essermi sempre mosso in quella direzione, ma non accetto prevaricazioni,anche se qualche volta le ho dovute subire.
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