La nostra professione è tacciata ottusamente di corporativismo.
Ma è una casta chiusa l’avvocatura italiana che conta nella Penisola un quarto degli
avvocati di tutta Europa? No. L’avvocatura – com’è noto - non è un sistema a numero
chiuso in Italia. E qui il cosiddetto pacchetto liberalizzazioni nasconde insidie
pericolosissime. Novità che torneranno utili – forse - solo alla grande
impresa.
Già perché se non si capisce che una cosa è l’impresa un’altra
la professione intellettuale, si rischiano danni incalcolabili.
L’impresa ha generalmente il fine di ammucchiare soldi
offrendo al mercato libero una ars
meccanica; la nostra professione ha in carico l’ars liberalis di tutelare la libertà, i diritti e gli interessi dei
cittadini.
E ogni avvocato può perseguire questi obiettivi solo se è e
resta indipendente ed autonomo; per questo deve ricevere un dignitoso
corrispettivo professionale; abolire le tariffe vuol dire togliere questa forma
di garanzia che tutela allo stesso tempo anche i clienti.
A proposito di indipendenza dell’avvocato, nella legge di
stabilità è prevista la possibilità di costituire società di capitali per l’esercizio
della professione di avvocato, società che potranno essere partecipate da soci
non professionisti che abbiano finalità di investimento.
Ci aspetta un prossimo futuro in cui le banche ci
assumeranno come impiegati del diritto.
Il tutto in nome della tutela del consumatore. Dicono.
Peccato che il consumatore riceverà una risposta alla sua
domanda di giustizia sempre più scadente: anche gente che crede che il diritto
sia il modo più efficace per colpire una pallina da tennis potrà fare da
mediatore per risolvere le controversie in via stragiudiziale.
Inoltre domandare giustizia sarà sempre più arduo, tenuto
conto della revisione della geografia giudiziaria effettuata senza il minimo
interesse per la peculiarità del territorio e per il valore della giustizia di prossimità.
3 commenti:
Un commento solo sulla "revisione geografica" della giustizia: Legnago corre il rischio di perdere ancora una volta un servizio, speriamo di no.
Una propostaccia potrebbe essere tentare una unione di comuni con Cerea al fine di acquisire peso demografico e contrattuale nei confronti delle altre amministrazioni pubbliche e tentare di salvare tutti i servizi rimanenti in pianura.
Magari!
Saluti Matteo
Ciao Matteo,
è di assoluto interesse la tua proposta tesa a rafforzare la collaborazione tra Legnago e Cerea per molti servizi.
Comunque per quanto riguarda l'ufficio del GdP di Legnago, esso ha competenza anche per Cerea.
Fuori tema: si scrive ars mechanica non ars meccanica, che ha un sapore un po' "folenghiano".
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