Non mi vergogno a scrivere che mi sono
commosso al funerale di Marco Zerbinati.
Le parole di Ennio - in un ricordo
molto intimo, tra lo scherzo e l'amarezza – sembravano ritagliate
su misura per rammentare a ciascuno di noi quanto sia importante
lasciare un buon segno della nostra avventura terrena.
E Marco a Legnago ha dato tantissimo
senza chiedere mai nulla in cambio.
il Tode premiato da Marco e Luca quale miglior attore non protagonista |
Molti l'avevano preso come capro
espiatorio della crisi economica. E questo perché chi si dà da fare
oggigiorno, magari a gratis, sa che sarà lui a dover pagare almeno
il prezzo dell'impopolarità.
Marco era generoso, disponibile e
riservato.
Ammetto di averlo scoperto tardi. Ma
per fortuna in tempo per poterlo apprezzare.
Ogni tanto facevo capolino nel suo
negozio, forse il più piccolo di Via Roma. Tuttavia se entravi e
parlavi con Marco, ti accorgevi che in quei pochi metri calpestabili
era custodito il motore di tante belle iniziative che hanno ravvivato
la Città.
Era sempre molto aggiornato sui temi
degli esercenti e si divertiva ad assecondare le iniziative di noi
giovanotti un po' matti che cercavamo di indagare il futuro della
famosa “Vasca” legnaghese.
Un'ultima cosa: non mi ha mai rivelato
di essere malato.
Una mattina, l'anno scorso, con grande
discrezione, mi disse che avremmo dovuto rinviare un appuntamento in
quanto doveva fare delle visite per qualche problemino di
respirazione.
Era un grande Marco: anche in quella
occasione era prevalso in lui il desiderio di non dare carico ad
altri delle proprie sofferenze.
Ciao Marco!
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