Giovedì
23 Ottobre il consigliere comunale Renzo Sandrini, rappresentante
della Lista Civica per Legnago – Longhi Sindaco, ha rassegnato le
dimissioni immediate da Palazzo De Stefani.
Sul
rapporto tra Renzo e i vari politicanti legnaghesi se ne sono scritte
tante e se ne scriveranno ancora, almeno nei prossimi giorni.
Vorrei
tuttavia raccontarvi il “mio” Renzo, di come l'ho conosciuto ed
apprezzato; vorrei spiegarvi perché per me è stato e resta un Uomo
genuino e speciale.
Correva
l'anno 2010 quando bussò alla mia porta in Comune - facevo ancora
l'assessore ai lavori pubblici – per domandarmi, cosa più unica
che rara, non un favore personale ma un intervento per la sua amata
frazione di Vigo.
Renzo
era vicepresidente del Comitato del quartiere. Quel giorno
cominciammo a prenderci in simpatia.
Mi
piaceva quel suo essere tenace ma comunque garbato.
Della
politica di Palazzo a Renzo è sempre importato poco o nulla. Però,
per la stima che si era creata tra noi, si convinse a iscriversi al
Pdl (sic!) e a votare al congresso provinciale per la mia parte.
Lo
ritrovai tra i più grandi attivisti di Facciamo per Legnago prima e
della Civica per Legnago poi.
Il
cambio fu dovuto ad un fatto di omonimia con Paolone Sandrini il
quale, essendo tra i fondatori del mio primo gruppo civico, aveva la
precedenza a candidarsi nella lista originaria.
In
campagna elettorale è stato tra i più bravi; e non solo per le
preferenze prese.
Più
che un attivista era un vero e proprio pāsdārān.
Gazebo
alle nove di mattina? Lui all'alba era già lì, col grande Sergio
Bonomo, a montare i trabiccoli, per assicurarci i posti migliori.
Le
sue “fassette” con cui aggiustava tutto e il tormentone “Paolo,
posso fare 'na domanda?” resteranno per sempre scolpite nella
storia, sfortunata, di questa nostra pazza campagna elettorale.
Visto
il successo della sua Lista, Renzo – con poco più di cinquanta
preferenze (la mole di candidature aveva abbassato notevolmente le
cifre individuali) - venne eletto in Consiglio Comunale.
Vi
ho già detto che a Renzo interessa ben poco della politica di
Palazzo. Mi correggo, Renzo Sandrini ha una vera e conclamata
allergia per il Palazzo: non ne capisce gli intrighi, detesta il
teatrino consiliare e le disquisizioni politiche. Insomma, va un po'
dove un lo porta il cuore.
Così,
quando un suo amico, convertito alla causa padana, tentò di
acquisirlo all'esercito di Lucianone, Renzo non seppe rifiutare né
gli inviti, né le disquisizioni politiche che lo convinsero ad una
preferenza leghista alle elezioni provinciali.
Sbagliate
se credete che sia stato comprato, perché Renzo non è in vendita.
Semplicemente
sognava che tutti gli amici potessero battersi per una causa comune.
Forse
lui non aveva capito le malevole intenzioni leghiste, o forse sbaglio
io a pensar male.
Sta
di fatto che, con le sue dimissioni, intrise di orgoglio, Renzo ha
messo a tacere ogni ipotetico tentativo del Carroccio per tornare in
consiglio comunale dalla finestra dopo il terrificante tonfo
elettorale.
É
la vittoria della dignità sulle furbizie e sulle bugie. Mica nulla.
Grazie
Renzo
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