Dopo
una vita, ad un anno esatto dalla mia sconfitta elettorale, ieri sera
ho assistito ad un'intera seduta del Consiglio comunale di Legnago.
Iniziano i lavori e i consiglieri “samurai” formalizzano l'uscita dal
gruppo consiliare del PD per fare ingresso nel gruppo misto.
Sono
in cinque, più il presidente del consiglio. Potrebbero tenere in
scacco la maggioranza ma, per bocca del loro capogruppo, Giovanni
Mascoolo, annunciano che voteranno sia il bilancio di previsione che
il programma triennale delle opere pubbliche. Da dissidenti a “dis
– seduti”.
La
montagna di fumo grigio sull'invocato rimpasto di giunta sembra –
dunque – aver partorito un topolino.
Sembrava.
In verità.
Già,
perché, giunto il momento della discussione sul piano triennale
delle opere pubbliche, recante i nuovi indirizzi economici sulla
caserma dei carabinieri e – soprattutto - sulla materna di Vigo,
gli animi si surriscaldano.
Il
neo capogruppo PD, Giovanni Falduto, propone un emendamento formato
supercazzola sulla scuola di Vigo (in buona sostanza, ad un attento
esegeta, l'emendamento pare affermare che il restyling si farà se ci
sarà il placet dei samurai... “Come
se fosse antani...” cit).
Nel
mentre, taluni cittadini di Vigo, capeggiati dall'ex Sindaco Silvio
Gandini (candidato alle regionali per il PD), sollevano cartelloni
per invitare all'approvazione del rifacimento del plesso scolastico.
Il
consigliere pentastellato Federico Castelletto fa notare che
l'atteggiamento dell'ex primo cittadino parrebbe tipico di una campagna
elettorale. Ma Gandini non ci sta: ribatte ad alta voce e non abbassa
il cartellone.
Il
Presidente dell'assemblea, Simone Pernechele, dapprima invita il
pubblico alla calma, con la minaccia di sospendere altrimenti la
seduta. Poi, proseguendo gli schiamazzi, dichiara sospesi i lavori.
La
maggioranza si ritira in sala giunta. Qui devono succederne di ogni;
tant'è che, malgrado le porte chiuse, su odono nitidi gli sbraiti.
Dopo
un'ora la seduta viene dichiarata definitamente chiusa, con buona
pace del pubblico che, dalle sette di sera, aveva cominciato ad
affollare le gradinate di Palazzo De Stefani per sapere se a Legnago
continuerà ad esserci una caserma dei carabinieri ed una scuola
materna per il borgo di Vigo.
Speriamo
che arrivi presto il commissario prefettizio. Espunta da queste
tragicomiche interpretazioni del ruolo politico, la macchina comunale
potrebbe ripartire con dignità.
1 commento:
he he he le careghe le careghe e ancora careghe altro che caserma dei carabinieri
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