In questo agosto, diviso tra la calura afosa e le tempeste, si
è conclusa la vicenda terrena di Andrea Castels Castelli.
Non era molto che conoscevo Andrea. L’avevo avvicinato per
via delle elezioni comunali di qualche anno fa.
Mi avevano colpito il suo impegno incessante e la sua
profonda umanità.
Non aveva, all’epoca, un lavoro stabile. Si arrangiava come
poteva per mantenere i figli, con l’aiuto dei familiari e dell’amatissima
moglie Lara; eppure quel poco che possedeva provava ad investirlo nelle
battaglie in cui credeva.
Ricordo che aveva creato un punto di raccolta di viveri per
una famiglia sfrattata di Terranegra. Finì che Andrea restò da solo, finché
poté – come capita sovente ai generosi – ad offrire un contributo.
Ad ogni modo il Castels non demordeva. Non si piangeva
addosso. Se il destino pareva avverso cercava di cambiarne le sorti.
Da qui il suo attivismo tra gli animalisti ed infine il suo
impegno civico.
Il tutto senza mai dimenticare i suoi affetti più cari,
tutti rivolti alla sua famiglia.
Quante risate ci hai fatto fare, vecchio mio: dalla guida
del camion-vela alla sistemazione della sede o dei gazebo … tu dovevi saperne
sempre una più degli altri, l’ultima parola era sempre la tua.
Talvolta la sparavi grossa e allora era d’obbligo prenderti
in giro. Dicevamo che ti eri nascosto un cuscino sotto la maglietta, per via di
quella pancia prominente che ti rendeva ancora più simpatico.
Quando gli venne diagnosticato quel male incurabile, Andrea aveva
appena trovato un buon lavoro.
Talvolta è davvero beffardo e malevolo il destino.
Non c’era nulla da fare ma Andrea ha resistito più di quanto
i medici avessero immaginato.
Del resto nella sua vita non si è mai arreso. Mai!
Anche per questo è stato un onore avergli voluto bene,
essergli amico.
La caparbietà di una persona buona, semplice e sfortunata
come Andrea resti testimonianza per tutti noi che lo abbiamo amato.
Ciao Castels!
1 commento:
Ciao figli o mio eri proprio un guerriero
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