All’unanimità dei presenti (complice
il ricorso all’Aventino delle minoranze di cui dirò) il Consiglio comunale
di Legnago, su proposta del consigliere
Mattia Lorenzetti, ha inoltrato alla Camera dei Deputati una formale petizione ai sensi dell’articolo 50 della
Costituzione per attualizzare le norme
sull’affidamento eterofamiliare dei
minori, regolando in modo uniforme i controlli
e la rilevazione dati sulle comunità
ospitanti.
Che io rammenti è la prima volta che ciò accade a
Legnago e, vista la friabilità applicativa dell’istituto - che affida alla volubilità degli onorevoli l’approfondimento del
merito delle richieste – comprendo le diffidenze di alcuni consiglieri.
Capisco un po’ meno – ma evidentemente sono duro di comprendonio
– la decisione di tutti i gruppi di minoranza, da Legnago Futura a Forza
Italia, di uscire dall’aula al
momento della votazione di questo o.d.g.
Da quel poco che si è inteso, la contrarietà starebbe nella previsione della proposta - da condividere nella conferenza dei sindaci – di interessare, da parte della Ulss, anche le amministrazioni locali (Sindaci e Assessori al sociale) ed i loro uffici (Servizi Sociali) nelle procedure di affidamento minori senza il consenso dei genitori.
Da quel poco che si è inteso, la contrarietà starebbe nella previsione della proposta - da condividere nella conferenza dei sindaci – di interessare, da parte della Ulss, anche le amministrazioni locali (Sindaci e Assessori al sociale) ed i loro uffici (Servizi Sociali) nelle procedure di affidamento minori senza il consenso dei genitori.
Il bestiario delle critiche – davvero poco convincenti – va dalla
politicizzazione della tutela minori alla perdita di tempo.
Peccato che il Sindaco sia per
legge autorità sanitaria locale, peccato che in materia di tutela minori
il primo cittadino (la pubblica autorità) debba disporre tutti gli interventi
urgenti da assumere nella fase anteriore all’affidamento (art. 403 c.c.) e che, soprattutto, un confronto in più tra istituzioni può
anche favorire soluzioni alternative all’allontanamento
di un bambino dalla sua casa e dalla sua famiglia.
Nemmeno la sospensione del consiglio comunale e le riflessioni in conferenza
dei capigruppo si sono rivelate fruttuose.
La cosa che più stupisce è che anche Forza
Italia si sia voluta accodare
alle posizioni
“aventiniane” della sinistra e ciò malgrado le finalità
del documento proposto da Lorenzetti ricalcassero le istanze della presidente della Commissione bicamerale per
l’Infanzia, Licia Ronzulli …. di
Forza Italial'o.d.g. "Lorenzetti più altri" |
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