OVVERO: QUANDO LO STATO SMENTISCE SE' STESSO
L’ho scritto più volte: i Comuni,
anche in consorzio tra loro, possono salvare gli Uffici del Giudice di Pace
destinati per legge alla soppressione. E tale è quello di Legnago.
Per farlo dovrebbero farsi carico
delle spese di funzionamento degli uffici, incluso il fabbisogno del personale
amministrativo. Lo Stato centrale continuerebbe a pagare soltanto l’indennità
dei giudici onorari.
E la prova, già di per sé assai
ardua, in tempi di grave crisi per i forzieri comunali, è in realtà ancora più
difficile, per non dire diabolica.
Infatti, come ha sancito la
sezione regionale di controllo della Corte dei Conti lombarda (parere n.
522/2012 – Cfr articolo ItaliaOggi, segnalatomi dall'Amico e Collega Avv. Francesco Tregnaghi),
i Comuni non dovranno soltanto tirar fuori abbondanti quattrini per pagare
uffici, bollette e personale, ma tali esborsi dovranno pure fare i conti
(scusate il gioco di parole) con il patto di stabilità interno e con la
disciplina in materia di contenimento della spesa di personale, come previsti
dall'articolo 1, comma 557 della legge finanziaria 2007.
In parole povere lo Stato centrale ha detto ai Comuni che
questi potrebbero assumere spese di fatto vietate da altre norme emanate dallo
stesso Stato centrale.
Un cane che si morde la coda o semplicemente norme scritte
da cani?
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