mercoledì 13 luglio 2016

L’IMMUNITÀ DEL NANO PASQUIN


In molti nella Bassa lo conoscono come il “vecchio pazzo”. E questo potrebbe bastare – a una persona dotata di buon senso e/o carità – per discostarsi dalla corale di prefiche che sta dilagando su facebook in ordine alle esternazioni certamente poco urbane del signor Roberto “Nano” Pasquin.
Ad ogni modo, anche a non voler essere clementi, va detto che al Nano è stata garantita una sorta di immunità proprio da Renzi & C., ovvero dagli alfieri dei suoi contestati contestatori.
Bannato a più riprese dai social (che raggiungeva grazie al suo amatissimo Tablet), Nano non può più pubblicamente salutare il sole che sorge, spiegarvi cosa mangia e cosa tifa, prendersela, infine, per le ragioni più astruse con Tizio o Caio (chi scrive è stata una delle prime vittime legnaghesi dell’ira funesta del nostro).
Se ne ricava che non gli sarà più ascrivibile la diffamazione a mezzo stampa.
Ora, il Nano, per esternare i suoi contorti pensieri, si scaglia, in carne ed ossa, contro la sua vittima.
Essendo presente l’offeso, questo può dire addio all’azione per diffamazione.
Non può, tuttavia, neppure denunciarlo penalmente per ingiuria, visto che il reato è stato depenalizzato (l’articolo 594 c.p. è stato abrogato dall'art. 1, 1° co., lett. c, D.Lgs. 15.1.2016, n. 7, a decorrere dal 6 febbraio 2016).
Se provate a fargli scucire pecunia in sede civile non gli farete neppure il solletico, visto che è nullatenente (casa ipotecata da Equitalia) e vive con un assegno di sussistenza non pignorabile.

Fabula docet ut: stretta la foglia, larga la via, non prendertela con un vecchio pazzo e mettitela via!