lunedì 12 dicembre 2011

Stazione dei treni. Addio alla biglietteria




















Chiudono le biglietterie ferroviarie regionali anche nella Pianura Veronese.
Giù le saracinesche anche a Legnago e a Nogara.
Motivo?
Troppo basso il numero di biglietti venduti.
È vero: fai prima ad acquistare il ticket su internet o in una qualsiasi agenzia di viaggio. E spesso in stazione trovi una fila mostruosa perché c’è il vecchiotto (con o senza cappello) che sembra sia venuto solo per farti perdere tempo.
Ma comunque non piace a nessuno chiudere un servizio. Non solo per quell’affetto che si nutre nei confronti di abitudini antiche. Ma anche perché sostituire una persona con una macchina è decisamente grigio. Significa perdere contatti umani ed anche posti di lavoro.
Soprattutto significa penalizzare le categorie deboli, quelle persone che più di altre utilizzano i mezzi pubblici e che hanno bisogno di aiuto per acquistare il biglietto.
Ma i tagli della scure non guardano in faccia nessuno.
Trenitalia dà la colpa di questi tagli alla Regione: “in riferimento alla notizia diffusa oggi dai media sulla prossima chiusura di alcune biglietterie ferroviarie regionali, occorre precisare che tali servizi sono commissionati e finanziati dalla Regione Veneto nell'ambito del Contratto sottoscritto con Trenitalia. L'apertura e la chiusura delle biglietterie, come l'istituzione o la cancellazione di corse ferroviarie, competono infatti alla Regione nella sua veste di ente finanziatore e committente di tali servizi. E' evidente che le scelte compiute dalla Regione sono coerenti alle effettive risorse che l’amministrazione regionale può destinare a tale settore e sono, ne siamo certi, orientate a dare le migliori risposte possibili agli utenti, sempre in coerenza con tali risorse”.
La Regione restituisce al mittente, lamentandosi per i numerosi inadempimenti contrattuali.
Giusta a tal proposito la proposta dell’assessore Renato Chisso: viaggio gratis se non funzionano le emettitrici automatiche delle biglietterie.

venerdì 9 dicembre 2011

COMMISSIONE EDILIZIA. PROFEZIA AZZECCATA PER META'



Con beffarda naturalezza Laura Maron, già commissaria edilizia eletta dalla minoranza consiliare, è stata rieletta in quota alla maggioranza.
Come dice il saggio al buon intenditor: “un bel maron xè bon in tute le stajon, ora in maggioranza prima in opposizion”.
Non è andata bene invece a Nicola Fante del PDL - quota Venturato-Zamperlin.
Malgrado i tentativi di Padron Rossini per mediare con i ribelli, il sindaco non ha inteso sentir ragioni e con fierezza è tornato a declinare un noto postulato: "No ai ricatti politici...di Venturato...su quelli di Rossini...parlemoghene".




mercoledì 7 dicembre 2011

Addio Porta Mantova. I resti delle fondamenta sepolti tra “vangelo” ed eresie



Ancora pochi giorni è “la Busa”, come è stata soprannominata dai legnaghesi, sarà coperta.


Costi e gelivite
Le fondamenta di Porta Mantova vennero portate alla luce nel 2004.
La riesumazione la pagò in gran parte un Istituto di Credito; il Comune si accollò la spesa di 84mila euro e avrebbe dovuto occuparsi della conservazione dei ritrovamenti.
Tuttavia le cure apprestate ai laterizi non furono efficaci e così, poco dopo, la gelivite fece ammalorare i laterizi.
Passava il tempo ma tra Porta Mantova e gran parte dei legnaghesi non sbocciava l’amore. Piero Frattini nel suo “Salotto” ospitato sul periodico “Il Nuovo Giornale” la definì : “quei quattro quarei smarzi”; alcuni maleducati presero ad utilizzare gli scavi come pattumiera; inoltre la riesumazione era costata il posto alle piste ciclabili originariamente previste nell’ambito della riqualificazione di Corso della Vittoria, per la gioia dei passanti che vedevano volare i vassoi dei baristi, accidentalmente colpiti da qualche ciclista.
Visto lo sbriciolarsi dei manufatti si pensò di sostituirli con dei mattoncini nuovi su consiglio della stessa Soprintendenza.
Non mi intendo di restauri ma questa mi è sempre parsa una cosa senza senso: un bene antico sta andando in malora? Lo sostituisco con uno nuovo che gli rassomigli. Un po’ come se al posto dell’Arena di Verona ci facessimo il nuovo stadio Bentegodi.
Nel frattempo si fecero dei lavori appena giù dal Ponte Principe Umberto, a Porto.
Spunta “Porta Padova”. Qualche rilievo e l'antichità fu lestamente ricoperta… Errare è umano, perseverare è diabolico, avrà pensato qualche saggio amministratore.


Porta Mantova o Porta Voti?
Lega e Pdl avevano inserito la chiusura degli scavi nel proprio programma elettorale.
Il centrosinistra – che li aveva riesumati – li voleva invece lasciare lì.
Sta di fatto che attorno a questi “quarei”, ormai in gran parte di recente fattura, si venne a creare una vera e propria divisione ideologica che ha impedito ogni possibilità di dialogo tra gli schieramenti e anche all’interno degli stessi.
Il mio amico Tommy Casari, che milita tra i banchi della minoranza, non è stato ligio al verbo del preservare ad ogni costo. Tant’è che a settembre 2010, quando si trattò di votare la delibera di ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi, si beccò la ramanzina di Silvio Gandini per aver osato dirsi favorevole alla copertura dei resti.
In maggioranza – ora lo posso svelare – c’era anche chi sosteneva che non fosse così urgente “querzar la busa”. Nelle riunioni di maggioranza ho sempre palesato le mie perplessità: spendere 175mila euro per coprire i resti (difficilmente basteranno ndr) mi sembrava un’abnormità, dinnanzi alla crisi finanziaria e alla scarsità delle risorse per migliorare la viabilità legnaghese.
In subordine avevo ipotizzato di lasciare alla luce il ponticello, la parte a mio avviso più suggestiva delle fondamenta. Tale ipotesi avrebbe tuttavia impedito la riapertura al traffico di Corso della Vittoria e la pavimentazione del resto degli scavi avrebbe unicamente consentito la realizzazione di un plateatico pedonale: una sorta di prosecuzione di piazza Garibaldi. Ma questa idea non piaceva ai più e la accantonai per spirito di gruppo.
Tanto a sinistra quanto a destra non c’è molto spazio per ammorbidire certe posizioni quando la politica ci ficca la coda.
E dev’essere stata la politica a suggerire al consigliere Stefano Zamperlin un’alternativa che lasciò di stucco l’intero consiglio comunale: ricostruire la Porta con il legno creando così uno spazio da adibire a bar per gli happy hour (Cfr L’Arena mercoledì 17 marzo 2010 pagina 32).


Ai posteri
Cari amministratori del 2050, se vorrete riesumare Porta Mantova fate attenzione: i mattoni non sopportano gli sbalzi di temperatura dei politicanti. 

FACCIAMO PER LEGNAGO, VARATO LO STATUTO

Cari amici, nell'ultima riunione di "Facciamo per Legnago" è stato varato lo statuto del sodalizio, è stato scelto il simbolo e sono stati affidati alcuni incarichi sociali.
Grazie a Paolone Sandrini è stato realizzato un sito internet su cui potete trovare tutte le informazioni www.facciamoperlegnago.it anche ai fini dell'iscrizione.