Giù
le saracinesche anche a Legnago e a Nogara.
Motivo?
Troppo
basso il numero di biglietti venduti.
È
vero: fai prima ad acquistare il ticket su internet o in una qualsiasi agenzia
di viaggio. E spesso in stazione trovi una fila mostruosa perché c’è il
vecchiotto (con o senza cappello) che sembra sia venuto solo per farti
perdere tempo.
Ma
comunque non piace a nessuno chiudere un servizio. Non solo per quell’affetto
che si nutre nei confronti di abitudini antiche. Ma anche perché sostituire una
persona con una macchina è decisamente grigio. Significa perdere contatti umani
ed anche posti di lavoro.
Soprattutto
significa penalizzare le categorie deboli, quelle persone che più di altre
utilizzano i mezzi pubblici e che hanno bisogno di aiuto per acquistare il
biglietto.
Ma
i tagli della scure non guardano in faccia nessuno.
Trenitalia
dà la colpa di questi tagli alla Regione: “in riferimento alla notizia diffusa
oggi dai media sulla prossima chiusura di alcune biglietterie ferroviarie
regionali, occorre precisare che tali servizi sono commissionati e finanziati
dalla Regione Veneto nell'ambito del Contratto sottoscritto con Trenitalia. L'apertura
e la chiusura delle biglietterie, come l'istituzione o la cancellazione di
corse ferroviarie, competono infatti alla Regione nella sua veste di ente
finanziatore e committente di tali servizi. E' evidente che le scelte compiute
dalla Regione sono coerenti alle effettive risorse che l’amministrazione
regionale può destinare a tale settore e sono, ne siamo certi, orientate a dare
le migliori risposte possibili agli utenti, sempre in coerenza con tali risorse”.
La
Regione restituisce al mittente, lamentandosi per i numerosi inadempimenti
contrattuali.
Giusta
a tal proposito la proposta dell’assessore Renato Chisso: viaggio gratis se non
funzionano le emettitrici automatiche delle biglietterie.
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