Scriveva
Max Weber nel 1918 in 'La politica come professione': «I programmi
di governo hanno un significato quasi puramente fraseologico». Sono
cioè solo «parole, parole, parole» per citare una vecchia canzone
di Mina.
Io
di programmi elettorali per le elezioni comunali di Legnago ho
contribuito a scriverne due; quello del 2004 – quand'ero ancora un
pischello – per il Polo; quello del 2009 per il PDL, poi fuso con
quello della Lega Nord.
Passato
qualche anno posso svelarvi che Weber aveva ragione.
Del
resto non sto squarciando il Velo di Maya: se la gente i programmi
non li legge vuol dire che è risaputo che si tratta perlopiù di aria
fritta.
Funziona
un po' così: ci si trova tra maggiorenti di una coalizione e si
cerca di interpretare i desiderata della gente. Ovviamente tutti i
mal di pancia devono essere addebitati o a congiunture astrali ed
economiche (quando si è in maggioranza) o a chi ha mal governato la
Città (quando si sta all'opposizione). Poi si prende qualche giovane
di belle speranze e gli si lascia l'arduo compito di buttare giù
qualche riga che abbia un senso logico su alcuni fogli a4 pinzati da
depositare in Comune. Ed ecco a voi il programma.
I
politici sanno che col sistema bipolare (anche le civiche a Legnago
son sempre state sino ad oggi, espressione di centrodestra o
centrosinistra) la gente si dividerà, con la stessa razionalità con
la quale si sceglie di tifare una squadra di calcio.
I
programmi – nel mare di civiche più o meno capaci di amalgamare
spezzoni di centrodestra e di centrosinistra – potrebbero tornare
utili strumenti per pesare la credibilità dei candidati.
Noi
di Facciamo per Legnago proviamo a credere a questo assunto e,
all'uopo, abbiamo lanciato la nostra sfida programmatica che abbiamo
voluto chiamare “diAmoci una mano”.
Il
nome vorrebbe essere evocativo del metodo che si seguirà per
redigere il programma. La parola chiave sarà il confronto. In primis
con le associazioni territoriali, sportive culturali e di categoria.
Chiediamo
a ciascuno almeno cinque idee – quante sono appunto le dita di una
mano – per migliorare la nostra Città.
In
sintesi: il nostro programma lo scriveranno direttamente gli
elettori.
Tentar
non nuoce. Chi accetta la sfida?