giovedì 8 marzo 2018

Ciao CenteMario!


Mario Crocco ha lasciato la vita terrena.

Grande Ufficiale, Commendatore e Cavaliere della Repubblica , per molti, forse per tutti, semplicemente Mario; già perché l’affetto che Legnago riversava su di lui – pienamente ricambiato e con gli interessi – ne usciva più vivido nella familiarità.

Proprio per questo vorrei ricordare il mio CenteMario, come spesso lo chiamavo, nell’introspezione della nostra amicizia.
Mario aveva – anche superati i cent’anni – una incredibile voglia di vivere e di donarsi al prossimo, mettendosi in gioco, pure per gioco.
Fu così che accettò di buon grado di entrare nella “compagnia poco stabile” (in tutti i sensi) che si esibisce al Teatro Salus nelle commedie ideate da Margherita Ferrari per riportare ai fasti storie dimenticate della nostra cittadina.
Mario si divertiva tantissimo nella veste di attore; ad ogni prova improvvisava una battuta nuova. Troppo grande, lui, per restare incollato ad un copione, troppi ricordi e tante cose da trasmettere per non aggiungere del suo.

L’anno scorso, per omaggiarlo, storpiammo il titolo della Pièce ne “Il Croccodillo della Bragadina”, con Mario che si fingeva ammalato per poi comparire sul finale – nel tripudio del pubblico – a rappresentare la coscienza di Legnago giunta ad ammonire, dal palco, “gli avari e i creduloni, i pigri e gli intraprendenti” sull’importanza della chiesetta di San Salvaro, un tesoro da preservare con la sua dote di preghiere, sospiri, lacrime e sorrisi.
Le stesse lacrime, miste ad un sorriso di profonda riconoscenza, che ho versato dopo essere andato a trovarlo, con Bebo, nei giorni scorsi.
Il nostro era bloccato a letto, nella Casa di Riposo che l’aveva visto presidente, ormai privo di forza fisica ma ancora lucido e, in un certo senso, forte: con la poca energia rimasta mi ha chiamato per nome e mi ha tenuto la mano.

Caro Mario, da lassù veglia sui tuoi cari e sulla tua amata città. Ciao!