giovedì 19 luglio 2007

LONGHI FA PROLUNGARE LA DATA DI RACCOLTA DELLE FIRME PRO REFERENDUM MA PER L'ARENA E' SOLO MERITO DI GANDINI

ormai ci siamo abituati: L'Arena a Legnago pare La Repubblica in scala minore: pensa a mettere in cattiva luce il centrodestra e a portare in trionfo la sinistra o a insabbiare quanto di scomodo emerga nei confronti dell'amministrazione legnaghese.
O questo è comunque quanto pare ai lettori (sempre meno) che votano centrodestra nella città del Salieri.
Basterebbe dire, ad esempio, che il Difensore Civico del Veneto sta svolgendo delle indagini relativamente alle spese pazze per il finanziamento della campagna elettorale della sinistra pagata coi soldi pubblici.
Ma ci si accontenta di portare questo esempio.
Referendum elettorale. Il consigliere Longhi viene contattato dal segretario generale del comune di Legnago per capire come sia possibile procrastinare il termine per apporre la firma di adesione.
Longhi spiega che nel sito del comitato è fatta presente tale facoltà qualora si stipuli una convenzionre con il comitato centrale volta ad assicurare che la spedizione dei moduli verrà effettuata a carico del Comune richiedente direttamente a Roma.
Così Legnago ha avuto i tempi - pur di qualche giorno - procrastinati.
Ed ecco quel che scrive il quotidiano di Verona ieri. Giudicate voi!






LEGNAGO. Viste le richieste, il sindaco ha ottenuto una proroga dal Comitato promotore

Firme last minute per i referendum

di Stefano Nicoli

Retromarcia, con polemiche incorporate, sulla chiusura della raccolta di firme a sostegno dei referendum elettorali. Di fronte alle proteste di numerosi cittadini - che nell’ultima settimana si sono visti respingere in municipio l’adesione alla campagna referendaria poichè tutti gli incartamenti erano già stati spediti a Roma - il sindaco Silvio Gandini ha ottenuto dal Comitato promotore nazionale una proroga necessaria a placare un crescente malcontento. Pertanto, ci sarà tempo fino a domani per sottoscrivere a palazzo de’ Stefani i tre quesiti finalizzati ad abrogare l’attuale legge elettorale. E questo malgrado il termine ultimo previsto per la restituzione dei moduli fosse fissato per i Comuni entro il 10 luglio e 5 giorni dopo per le schede compilate in altre sedi. Tuttavia, complice un’informazione frammentaria e comportamenti difformi da un ente all’altro, molti elettori erano convinti che si potesse apporre il proprio «autografo» sino al 24 luglio: data che, in realtà, corrisponde al giorno in cui le firme dovranno pervenire alla Corte costituzionale.
Da qui l’equivoco che ha generato confusione ed una catena di reclami. «Solo lunedì mattina», riferisce Ferdinando Caltran, un pensionato di Porto, «eravamo in quattro a protestare in municipio perchè ci veniva impedito di sostenere quest’iniziativa. E tutti all’oscuro delle disposizioni inoltrate ai Comuni». Vista la malparata, il sindaco ha pensato così di chiamare in causa il Comitato nazionale per ottenere una sorta di «last minute» delle sottoscrizioni fintantochè i moduli non saranno esauriti. Se non altro perchè, lo scorso maggio, era stato proprio lui ad aprire la raccolta di firme promossa dal comitato per il Sì alla presenza del costituzionalista Giovanni Guzzetta, autore dei quesiti. «I cittadini», afferma Gandini, «hanno fatto bene a protestare ed io sono dalla loro parte. Ecco perchè ho sollecitato i promotori a concedersi una dilazione».


Una raccolta firme poco pubblicizzata e chiusa troppo in fretta. Così ha vissuto l’adesione al referendum Annalisa Passarin, protagonista di un’odissea per compiere quello che è un diritto costituzionale. «Sono andata all’ufficio anagrafe mercoledì scorso», racconta la donna. «Ho chiesto all’impiegata dove dovevo firmare per la campagna referendaria. Mi è stato risposto che l’incaricata era in ferie e che, perciò, la raccolta era già stata chiusa il giorno prima. Ci sono rimasta male e ho deciso di ritentare nel municipio di Cerea». Dal palazzo di via XXV Aprile hanno dato la loro disponibilità ad accogliere la domanda di Passarin anche se non potevano farla firmare perché la donna non è una cittadina cereana. Visto che in altri municipi era ancora possibile aderire e che era informata che la raccolta firme sarebbe proseguita fino al 24 luglio, la signora non si è data per vinta e si è ripresentata in municipio ad Albaredo due giorni dopo. «Purtroppo», dice Passarin, «è stato tutto inutile: il segretario mi ha spiegato che la chiusura dei termini al 10 luglio era perfettamente regolare». P.B.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bah, ormai non mi stupisco più di niente. Continua così Paolo, perlomeno so di aver votato la persona giusta.

Marco

____ ha detto...

Grazie mille amico mio.