venerdì 11 gennaio 2008

INTERVENTO DI PAOLO CECCO SULL'ABORTO

Chi può godere della Libertà e…chi ne è privato

La libertà, generalmente, indica lo stato in cui una persona può agire senza costrizioni possedendo la capacità di determinarsi secondo un’autonoma scelta dei fini e dei mezzi adatti a conseguirli.
Gli antichi concepirono la libertà in riferimento all’autonomia dello stato, piuttosto che in relazione agli individui.
Con il pensiero cristiano il concetto classico di libertà muta profondamente passando dalla schiavitù esteriore(rapporti con lo stato)a quella interiore(rapporti con Dio).
Cartesio, in epoca moderna, definisce la libertà come “ scelta concreta, che apre la via, mediante il dubbio, alla ricerca della verità”.la libertà, dunque, concerne il potere di agire.
Leibniz, nei Nuovi Saggi, afferma che “ quando si discute intorno alla libertà del volere, non si domanda se l’uomo possa far ciò che vuole, bensi’ se nella sua volontà vi sia sufficiente indipendenza”.
Secondo il Padre dell’Illuminismo J. Stuart Mill(un parere espresso,quindi,non certo da un esponente dell’Opus Dei, né da un fanatico crociato…) “su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo l’individuo è libero e sovrano” ovviamente “il bene dell’individuo, sia esso fisico o morale,”-se reca danno alla società o ad individui-“non è una giustificazione sufficiente”. ( in soldini Il suicida è libero di ammazzarsi poiché è lui il sovrano della sua vita, solo lui dispone della sua SINGOLA vita. Con l’aborto si dispone della vita ALTRUI.)
Nella Critica della ragione pratica, Kant, dichiara che l’uomo deve “necessariamente postulare”la propria libertà, poiché pieno responsabile delle proprie azioni, non avrebbe senso, dunque, doveri e divieti se la libertà non fosse libera.
Pure Kierkegaar ribadi’ la dimensione radicalmente individuale e personale della libertà, definendo l’uomo” l’essere della scelta e della decisione”.
Secondo Sartre,(”L’essere e il nulla”) la libertà caratterizza l’assurdità della condizione umana, poiché l’uomo è condannato ad essere libero in quanto la sua continua negazione del dato naturale non può trascendersi in un valore stabile e assoluto.
Pareyson individua nella libertà non semplicemente una prerogativa dell’essere umano ma la dimensione fondamentale dell’essere.
MacCallum afferma che la libertà è sempre di qualcuno, da qualcosa, di fare,avere o diventare qualcosa; nel suo saggio:”Libertà negativa e positiva”, pone tre fondamentali questioni che ci si deve sempre porre in riferimento alla libertà: “che cosa si riferisce il termine persona o soggetto; che cosa s’intende per ostacolo; che cosa per azione intenzionale e deliberata.”
La libertà, secondo l’ottica di Sen, è definita:” individuale come impegno sociale”;mentre Rawls ha individuato nella libertà il primo e fondamentale principio su cui debba fondarsi una giusta società.
Sempre secondo Rawls tra le libertà fondamentali sono comprese anche le “opportunità di procurarsi le basi sociali necessarie ad assicurarsi il rispetto di sé e la dignità individuale”.
In sintesi La Libertà, come è stata tratteggiata in questo breve e scarso riassunto, costituisce il cardine dell’essenza umana, la stella polare della nostra più intima umanità, il tratto inalienabile ed intramontabile della nostra specificità, quali esseri viventi.
Bene…mi domando allora cosa partoriamo?di sicuro non si partoriscono esseri umani, magari alieni o pezzetti di carne ma non esseri degni da essere denominati Persone.
Se, come abbiamo visto, i tratti caratterizzanti la libertà- facenti parte dunque del nostro dna- sono la responsabilità, l’individualità, l’azione,la scelta, l’autonomia,l’indipendenza, la sovranità ecc…i feti che, in autonomia e libertà, andiamo a privarli del solo bene che possiedono -della vita- non provengono dal nostro genere, non appartengono alla razza umana visto che se appartenessero alla nostra specie, dovremmo concedergli la grazia di vivere per far si che una volta cresciuti, sia loro concesso (come lo è stato a noi) di vivere mossi dalla libertà di decidere cosa farne del loro destino e dalla responsabilità di come compierlo.
Non siamo ipocriti dunque attribuendo una status (essere umani) privandolo del suo contenuto, del senso che questa parola (l’uomo) apporta e del significato che da sempre ci accompagna.
I 46(QUARANTASEI)milioni di feti che annualmente soffochiamo, secondo una nostra alchimistica libertà, non sono figli nostri ma di altre “razze” cosi indegne e sudice da non meritarsi il nostro stesso status.
Se effettivamente riconosciamo in quelle “carni” una parte di noi, una nostra carne ,evitiamo falsi bilinguismi, evitiamo il “latinorum” alla don Abbondio, evitiamo le ambiguità e lo sputtanamento della libertà;poiché la libertà se non adoperata dal solo ente/proprietario che se ne può in egoistica autonomia servire è semplicemente tortura mascherata.
Termino donando una citazione di Ronald Reagan (non certo Torquemada o la Santa Inquisizione Spagnola):” Ho notato che tutti gli abortisti sono già nati”

Paolo Cecco

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Segnalo questo mio intervento sull'argomento:

http://movimentoarancione.blogspot.com/2008/01/laborto-e-la-societa-del-terzo.html

Movimento Arancione ha detto...
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