venerdì 11 aprile 2008

LA NOGARA MARE E I MAL DI PANCIA DELLA SINISTRA

Il consiglio ha licenziato la delibera sul progetto preliminare e studio di impatto ambientale dell'autostrada Nogara Mare.

Tra i COMMENTI troverete l'intervento in aula del consigliere Paolo Longhi.

Un elemento interessante: parte dei consiglieri del centrosintra ha continuato per ore a sostenere che il tracciato è sbagliato e che l'autostrada proprio non ci serve.
Peccato che la delibera che questi signori hanno approvato esprimesse parere favorevole al tracciato dell'autostrada.
E quando, coerentemente, la consigliera Orlando di legnago Democratica ha proposto un emendamento per dichiarare l'inutilità e la dannosità del tracciato la maggioranza si è astenuta.
Da notare che pochi minuti prima il consigliere Lucio Piccoli (Partito Socialista) aveva parlato in dissenso col proprio capo gruppo Maggioni, esprimendo importante aspettative legate alla realizzazione dell'autostrada.

1 commento:

____ ha detto...

C'è un primo dato politico: ci si pronuncia solo in ordine alla compatibilità ambientale per l'inserimento dell'opera nell’atto aggiuntivo all’accordo quadro Regione – Governo sulle infrastrutture e poi nella legge obiettivo.
Regione e Ministro Di Pietro si sono trovati in sintonia nel riconoscere la Nogara - Mare quale infrastruttura di interesse e utilità regionale e nazionale, quale asse sud del corridoio europeo 5.
Hanno insieme previsto una data per l'ultimazione dei lavori: 2013.
Insomma, Regione di centrodestra e Governo di centrosinistra hanno ritenuto strategica l’infrastruttura. Di fatto – ed è ciò che conta - assestando un calcio nel sedere alle obiezioni avanzate dai comitati no autostrada e da questa amministrazione comunale erettasi a loro paladina.
Non dimentichiamo che questa amministrazione aveva impugnato – nell’estate 2006 - la dichiarazione di utilità dell’autostrada, enunciata da Regione Veneto e da tutti gli altri comuni del veronese interessati.
Così peraltro risulta riportato nel sito degli alfieri di Pecoraro Scanio, innamorati più che mai dell’atteggiamento nimby del centrosinistra legnaghese.
L’assessore regionale Renato Chisso, con comunicato del 30 maggio 2006, aveva avvertito l’amministrazione del Torrione: “se Gandini affida la questione ad un legale non mi pare che dimostri la volontà di dialogo”.
Il tempo e Di Pietro hanno dato ragione a Chisso.
Morale della favola: abbiamo sprecato un bel po’ di soldini ingaggiando un principe del foro per un ricorso che ora – dati gli sviluppi sopra accennati – ha dato alla luce un pugno di mosche.
E che l’amministrazione abbia inteso percorrere un vicolo cieco lo dimostra anche un altro dato politico di assoluta rilevanza.
Il progetto include una variante C, quale alternativa al tracciato base.
La variante è frutto della capacità di fare squadra dei nostri cugini cereani.
Anziché prodursi in costosi ed inutili ricorsi amministrativi Bonfante e Marconcini si sono dati da fare per salvaguardare il centro abitato di Aselogna.
E mentre a Legnago la sinistra, con la sua solita supponenza, non ha mai pensato, nemmeno per un momento, di indire un tavolo di discussione col centrodestra per portare a casa un risultato positivo – preferendo dialogare con la sinistra l’arcobaleno – beh…a Cerea anche l’idolatrato Bonfante, punto di riferimento del PD legnaghese, lavorava per la tutela della propria terra, alla faccia di Legnago.
E questa delibera lo dice apertamente: la variante C danneggia l’abitato di Casoni Rampin, con sconfigurazione del borgo rurale.
Il dato politico è supportato pure da un articolo pubblicato recentemente nel Corriere di Verona.
Dato atto di quanto accaduto è ora comunque quanto mai opportuno fare fronte comune dinnanzi ad un’opera che, proprio per la sua importanza, non può non determinare un grande impatto ambientale sul nostro territorio.
D’altra parte non si può pensare di dotare il nostro territorio di un’infrastruttura in grado di potenziare l’asse mediopadano, transpolesano e di inserirlo nel più importante corridoio europeo senza pagare dazio.
Si tratta di riuscire nell’intento di pagare il minor prezzo possibile per lo sviluppo.
Bene, dunque, le osservazioni volte a non determinare tagli sulla continuità urbanistica dell’abitato di Rampin.
Bene, ancora, le osservazioni volte scongiurare un eccessivo flusso di traffico nell’abitato di Vangadizza.
Volentieri, dunque, licenzio queste osservazioni.
Resta il rammarico, già più volte ribadito in quest’aula, di aver ricevuto diniego, anni or sono, dalla maggioranza, all’istituzione di un tavolo ufficiale di confronto sul tema; un tavolo che ci avrebbe forse permesso di ribadire con più forza le istanze di Legnago e, forse, anche di promuovere l’obiettivo – ora sfumato – di vedere una pianura veronese parlare con una sola voce relativamente alle aspettative e problematiche connesse alla realizzazione di questa fondamentale infrastruttura.