mercoledì 20 aprile 2011

Il sacrificio arboreo di V.le Cadorna e quello (inosservato di Via Nino Bixio)

I FATTI

da L'Arena 19 aprile 2011


LEGNAGO. Fioccano le proteste di Pd e Liberinsieme sulle piante tagliate in viale Cadorna per ricavare nuovi parcheggi
Via i platani e spazio alle auto
Il centrosinistra alza gli scudi

Per la Giunta «intervento necessario anche per questioni tecniche» Marconi ha presentato un'interpellanza da discutere in Consiglio

Le motoseghe sono ritornate in azione in città per abbattere alcuni platani svettanti da oltre 30 anni in viale Cadorna in cambio di nuovi parcheggi. E, puntuali come un orologio svizzero, si sono alzate le proteste di opposizione ed ambientalisti, che contestano alla Giunta «l'ennesimo scempio ai danni della natura, del tutto inopportuno tanto più trattandosi di esemplari sani, che non creavano alcun disturbo». E che perciò «potevano continuare a vivere senza problemi a vantaggio dell'ambiente e dei cittadini alle prese con un inquinamento arrivato ormai alle stelle».
La diatriba - destinata ad animare il prossimo Consiglio comunale, complice un'interpellanza protocollata dal consigliere del Pd Claudio Marconi e già condivisa dalla collega Donatella Ramorino di «Liberinsieme» - corre attorno ai tronchi delle sei piante trasformate nei giorni scorsi in legna da ardere. Ad indurre la Giunta a firmare la «condanna a morte» degli alberi in questione è stata una serie di considerazioni, incoraggiate innanzitutto «dall'esigenza di creare nuovi parcheggi nel viale che collega la stazione a via Lungo Bussé»: la stessa strada salita più volte alla ribalta per la presenza di prostitute ed un incessante viavai di clienti nelle ore serali. «L'abbattimento», spiega Paolo Longhi, assessore ai Lavori pubblici, «si è reso necessario non solo per riqualificare il viale e rendere più sicura la viabilità con la creazione di altri stalli per le auto e nuovi tratti di marciapiedi. Ma anche per risolvere gli annosi inconvenienti lamentati dai residenti a causa delle foglie che ostruivano le grondaie delle abitazioni, oscuravano i lampioni e richiedevano una continua pulizia».
La scelta è stata poi suggerita all'amministrazione anche da questioni tecniche, che per Marconi e Ramorino rappresenterebbero tuttavia «solo un comodo pretesto per giustificare un'altra colata di asfalto e cemento a scapito del verde». «Avevamo messo in preventivo le critiche ma al di là della riorganizzazione in corso e dei disagi patiti dai frontisti», sostiene Graziano Lorenzetti, assessore all'Ecologia, «era indispensabile sfoltire i platani che a suo tempo erano stati collocati ad una distanza troppo ravvicinata e che inibivano pertanto uno sviluppo adeguato delle chiome oltre a creare problemi all'apparato radicale». «In ogni caso», aggiunge, «si è già provveduto a compensare gli alberi tagliati piantumando sette esemplari di platano certificato di una certa dimensione al parco ed un'altra quindicina più piccoli in via del Pontiere per rimpiazzare quelli decimati dagli attacchi parassitari».
Tutte ragioni che non inducono però il centrosinistra ad abbassare gli scudi. «Come non bastasse la scellerata riconferma del luna park al parco per altri due anni in barba alla salute del maestoso filare di platani che rischia di ammalarsi per lo schiacciamento delle radici», attaccano Marconi e Ramorino, «sono stati segati dalla sera alla mattina sei esemplari rigogliosi di quasi due metri di circonferenza. Siamo perciò indignati come lo sono i tanti legnaghesi che ci stanno avvicinando per gridare tutto il loro dissenso».


IL COMMENTO DI UN CITTADINO, PERVENUTO VIA POSTA ELETTRONICA

Egregio assessore,
vedo che il centrosinistra tutto insorge di fronte al tremendo "sacrificio" di 6 (?) platani da lei voluto e si erge ad impavido paladino dell'ecologia.
Evidentemente non era su queste posizioni quando, sull'altare del parcheggio, ha sacrificato una porzione non marginale di una delle pochissime zone a parco in quel di Porto, quella di via Nino Bixio.
Eppure la Riello era ormai lontana e i posti auto non mancavano proprio in zona!
In quell'occasione peraltro anche il quotidiano L'Arena, che qualche cittadino volonteroso tentò di coinvolgere nella figura del suo caporedattore Bruno Fabris, omise di dare opportuno rilievo allo scempio (quello sì vero!) che si stava perpetrando per favorire un paio di bar adiacenti!!!
Come cambiano i tempi! O, per dirla come saprebbe un preside di liceo (mah...!!!): O tempora, o mores!
Non se ne adonti e buon lavoro! V.V.

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