venerdì 11 gennaio 2013

I COMUNI ALLA PROVA DIABOLICA PER SALVARE I GIUDICI DI PACE


OVVERO: QUANDO LO STATO SMENTISCE SE' STESSO

L’ho scritto più volte: i Comuni, anche in consorzio tra loro, possono salvare gli Uffici del Giudice di Pace destinati per legge alla soppressione. E tale è quello di Legnago.
Per farlo dovrebbero farsi carico delle spese di funzionamento degli uffici, incluso il fabbisogno del personale amministrativo. Lo Stato centrale continuerebbe a pagare soltanto l’indennità dei giudici onorari.
E la prova, già di per sé assai ardua, in tempi di grave crisi per i forzieri comunali, è in realtà ancora più difficile, per non dire diabolica.
Infatti, come ha sancito la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti lombarda (parere n. 522/2012 – Cfr articolo ItaliaOggi, segnalatomi dall'Amico e Collega Avv. Francesco Tregnaghi), i Comuni non dovranno soltanto tirar fuori abbondanti quattrini per pagare uffici, bollette e personale, ma tali esborsi dovranno pure fare i conti (scusate il gioco di parole) con il patto di stabilità interno e con la disciplina in materia di contenimento della spesa di personale, come previsti dall'articolo 1, comma 557 della legge finanziaria 2007.
In parole povere lo Stato centrale ha detto ai Comuni che questi potrebbero assumere spese di fatto vietate da altre norme emanate dallo stesso Stato centrale.
Un cane che si morde la coda o semplicemente norme scritte da cani?

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