Tanto ci tenevano i politici legnaghesi
alla questione Fioroni che ieri, in Commissione consiliare, non è
stato raggiunto il numero legale per defezioni targate Lega, Pdl e
Upl.
Malgrado ciò, in via informale, si è
proceduto egualmente all'audizione della Presidentessa e del
Direttore della Fondazione.
Dal confronto è emerso un quadro di
difficile situazione economica, con una crisi che ha radici profonde e origini lontane nel tempo.
La difficoltà attuale è figlia di di
spese che non hanno trovato più copertura e di disavanzi ormai
importanti che hanno portato alla drammatica decisione di licenziare
due ottimi dipendenti, l'archivista e la bibliotecaria, con il Comune
impegnato a reperire 30mila euro per ripianare i debiti e a cercare
una soluzione per mantenere in vita il servizio bibliotecario
pomeridiano.
Ma andiamo con ordine e proviamo a
ripercorrere insieme gli ultimi dieci anni di governo dell'organismo
voluto da Maria Fioroni.
2004: assunzione a tempo indeterminato
di una bibliotecaria. Da lì a pochi mesi la Regione Veneto cessa di
erogare l'annuale e costante contributo di 40mila €;
2007: assunzione a tempo indeterminato
di archivista. Viene radicata, contro la Fondazione, la causa
denominata “legato Bertolini”: entra in gioco un consistente
pezzo di patrimonio della Fondazione. Si devono sostenere spese di
risanamento del capitale edilizio per le quali si rende necessario
vendere altri immobili della Fondazione.
Sempre secondo quanto riferito dalla
Prof.ssa Baratella, la Giunta Gandini viene invitata a prendere atto
della già pesante difficoltà finanziaria dell'Ente.
2009: nell'anno in cui la maggioranza
di centrosinistra - nessuno escluso, nemmeno Ambrosini - riconferma
piena fiducia a Luciana Baratella alla guida della Fondazione
Fioroni, l'Ente in parola, per ripianare i debiti accumulati nelle
tre annualità precedenti, vende altri immobili. La Fondazione si
aggiudica inoltre l'orribile bando – sempre elaborato
dall'amministrazione di centrosinistra - per la gestione del Centro
Ambientale Archeologico.
Il bando è orribile per la Fondazione,
perché essa – che intanto assume altri tre dipendenti - quale ente
aggiudicatario, incassa dal Comune annualmente 90mila euro per la
gestione dell'antico ospedale “alla prova” ma ne spende 115mila,
intaccando così i 40mila euro di incassi lordi annui fatturati dai
due Musei (sic!).
2012 – 2013: la Fondazione vende un
altro immobile per coprire i buchi di bilancio, con la tirata
d'orecchi della Regione Veneto che manifesta contrarietà a siffatti
tentativi di galleggiamento.
2013: per coprire i buchi di bilancio
vengono licenziati l'archivista e la bibliotecaria.
Maggio 2013: scadenza del bando per la
gestione del Centro Ambientale Archeologico. Altri tre dipendenti
rischiano il posto.
Dinnanzi a tale situazione va da sé
che il futuro non può essere roseo per uno dei centri culturali più
importanti non solo di Legnago, ma di tutta la Provincia.
La soluzione, proposta dal consigliere
di UPL Casari, di commissariare l'attuale Cda della Fondazione per
radicarvene uno composto da “tecnici” bipartisan con un mandato
di sei mesi, al fine di cercare risorse alternative ed evitare i due
licenziamenti, non convince le altre forze politiche e nemmeno il
Direttore della Fondazione stessa: consumare i 30mila euro comunali
per il pagamento degli stipendi dei due licenziati per un semestre
significherebbe procrastinare l'agonia dell'incertezza dei lavoratori
e del bilancio della Fondazione.
Purtroppo risulta più corretto pensare
ad un futuro low cost, con la costituzione di una società
cooperativa in cui far entrate tutte quelle figure di alta
preparazione culturale che, diversamente, la Città di Legnago
rischia di perdere. É in esame anche la più semplice ipotesi di
collaborazioni individuali, insomma, contratti con partita iva.
Un'ipotesi che – tuttavia .- incontra numerosi ostacoli di ordine
giuridico non facili da superare.
5 commenti:
Vero. La politica se ne frega. Purtroppo, aggiungo io. Infatti, qualche mese fa anche la Biblioteca di Porto si trovava in una fase di emergenza particolarmente grave sul piano del personale e, di conseguenza, del servizio offerto dalla biblioteca. Ricordo che nel momento in cui il Comitato di Gestione aveva elaborato proposte concrete per risolvere la situazione e le aveva presentate all'Amministrazione Comunale, tali proposte non sono state sostenute da nessuna delle forze politiche e civiche rappresentate in Consiglio Comunale; nemmeno da UPL, che ora non può pretendere di fare la voce grossa sulla vicenda della Biblioteca Fioroni tanto più se non si presenta ai lavori della Commissione consiliare che si occupa della questione.
Marco Caregaro
Mi sembra che la soluzione proposta da Paolo Longhi e Facciamo per Legnago sia solo di tipo tecnico, a mio parere denota la mancanza di una visione strategica a medio lungo raggio sulla cultura e sui musei legnaghesi. Quello che emerge dalla ricostruzione degli eventi e' che da metà' 2009 ad oggi l'attuale amministrazione non ha fatto nulla o pochissimo per modificare il corso delle cose ! D'altronde la mancanza di un assessore o delegato alla cultura dice tutto, non servono parole.... Al sig che parla della biblioteca di Porto vorrei ricordare che i canali per evidenziare queste cose ci sono e possono essere i giornali o scrivere direttamente ai consiglieri comunali ! Non mi stupisce che il partito che ha contribuito alla sua elezione alla fine l'abbia lasciato solo ! Spero che non ne faccia parte! D'altronde è' quello che emerge da quanto racconta ! Ricordo che anche a Legnago esistono le dimissioni !
Io non avrò una visione strategica, gentile anonimo. Ma forse lei non ha capito la questione
dai leghisti che insultano Cecile Kyenge, che pensano ai diamanti di Belsito, alle lauree albanesi, cosa volevate aspettarvi?
per i leghisti legnaghesi,Fioroni, sono solo dei grossi fiori.........
E gli altri politici che hanno fatto saltare il numero legale? Di loro cosa dovremmo dire?
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