domenica 12 ottobre 2014

ELEZIONI PROVINCIALI. UNO SCHIFO


Un passo indietro per la democrazia, non per la partitocrazia

Si vota oggi per il rinnovo della Provincia di Verona.
Ricorderete le polemiche circa l'utilità dell'Ente provinciale; vanno avanti praticamente dal 1970, anno di costituzione delle Regioni ordinarie come Enti.
Ebbene, il nostro legislatore – sulla proposta del braccio destro di Renzi, Graziano Delrio – non ha abolito (o ridotto) le province ma, in buona sostanza, solo il diritto dei cittadini di votare per i propri rappresentanti provinciali.
Siamo tornati di fatto alla Prima Repubblica perché i Presidenti non li eleggono più i cittadini, bensì i sindaci e i consiglieri comunali (gli assessori, anche se eletti con centinaia di preferenze, nelle cittadine con più di quindicimila abitanti non votano).
Per rendere ancora più incredibile la discrasia tra elezione diretta dei sindaci ed elezione di secondo livello per la Provincia, troviamo altre differenze anche sulla durata del mandato.
I sindaci durano in carica cinque anni? Bene, il mandato del Presidente della Provincia sarà di quattro anni e quello dei consigli provinciali di due anni!
Hai voglia a quanti bei casi di ingovernabilità si verificheranno nel caso il Presidente eletto avrà a che fare, dopo due anni, con un rinnovato consiglio provinciale.
Peraltro di cosa si occuperanno le nuove Province?
Programmazione e pianificazione in materia di ambiente (evviva la sovrapposizione con i compiti di pianificazione delle Regioni!), trasporto, rete scolastica, elaborazione dati, assistenza tecnico‐amministrativa per gli enti locali (serve un organo politico per fare 'sta roba qui?), gestione dell’edilizia scolastica, controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale” (sic!).


Sono contento di non essere più consigliere comunale se non altro per non dover votare in questo schifo di elezioni.

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