giovedì 6 settembre 2007

COMPENSI COL SILENZIATORE

Sinistra reticente, da Roma a Legnago nascosti i compensi degli amministratori delle società partecipate

Legnago ha qualcosa in comune con Roma. Si, la violazione della legge finanziaria 2007.
Occorre infatti sapere che la legge n. 296 del dicembre 2006 (la legge finanziaria 2007, appunto) ha istituito l’obbligo di pubblicità degli incarichi e dei compensi degli amministratori di società a totale/parziale partecipazione pubblica.
E se il Sole 24ore, nei giorni scorsi, a buon titolo si lagnava delle reticenze del sindaco Veltroni, candidato alla guida del partito democratico, il suo collega, di ruolo e schieramento, Silvio Gandini non ha fatto meglio, tacendo sul sito internet comunale dei compensi dei suoi amministratori in Le.se., Si.Ve. e So.Le.s.
V’è da osservare come gli enti citati siano già stati oggetto di feroci critiche da parte dei consiglieri del centrodestra.
Il motivo?
Presto detto. A comporre i consigli di amministrazione sarebbero “per la maggior parte dei politici di sinistra trombati o desiderosi di denaro”, sbotta Paolo Longhi di Alleanza Nazionale.
Le.Se. s.p.a., la società a partecipazione mista pubblico – privato con il compito di gestire la discarica di Torretta schiera tra le proprie fila il Presidente Maurizio Dusi (Margherita) e i consiglieri di amministrazione Onorevole Federico Testa (Democratici di Sinistra) e Giorgio Soffiati (Democratici di Sinistra). E i costi per i compensi, nel 2006, hanno sfiorato il 50% degli utili societari.
Si.Ve. srl, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti, vede impegnato nel consiglio di amministrazione il consigliere comunale Giuseppe Zampieri (Margherita) mentre So.Les., che dovrebbe gestire la farmacia comunale, è presieduta dal consigliere comunale Palmiro Zardin (Legnago Viva Legnago Solidale).
I legnaghesi non possono ad oggi sapere quanto guadagnano i “tecnici” che l’amministrazione comunale ha inviato a gestire i loro servizi e risorse.
Una mancanza, questa, che secondo i dettami della legge finanziaria, dovrebbe essere sanzionata dal Prefetto con una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 10mila euro.

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