giovedì 9 ottobre 2008

L’integrazione dei sinti costa al Comune 3mila euro al mese (oltre ai contributi provinciale)

Rinnovata sino a dicembre la convenzione con Maestra Teresa e il don Calabria per la prosecuzione del progetto Monica, “progetto educativo e di sostegno per i minori sinti residenti nel Comune di Legnago”, finanziato anche dalla Provincia relativamente agli interventi a favore dei minori riconosciuti da un solo genitore (i padri sinti non riconoscono quasi mai i loro pargoli).
Il comune concorrerà con 3mila euro mensili “da destinare principalmente alla copertura dei costi per la retribuzione degli educatori”.
Incrocio le dita perché il futuro di questi minori sia diverso da quello della maggior parte dei loro genitori sinti.
Ma mi si permetta una riflessione.
A Legnago da anni gli zingari danno un sacco di problemi. Le abbiamo tentate tutte per l’integrazione nella società. Gli assistenti sociali si dannano l’anima. I sinti hanno avuto centinaia di possibilità per tirarsi fuori da una vita di sporcizia, furti e violenza.
Quando nel ’97 si era tentato di inviare una roulotte scuola nel campo nomadi per fermare l’abbandono scolastico i nomadi accolsero la novità incendiando la struttura.
Quando il Comune evidenziò la necessità di pulire l’area di Villaggio san Francesco dalle immondizie create dai “nomadi”, questi ultimi non lo volevano fare e così qualche responsabile dell’associazione che li seguiva e li segue pensò bene di incentivarli alle pulizie pagandoli!
E in effetti i sinti ricevettero un contributo per ripulire l’area gentilmente loro concessa dalle loro immondizie (io e l’amico Rettondini chiedemmo provocatoriamente un contributo per aver ripulito dalle foglie un giardino).
Poi è giunta l’ora dell’assegnazione delle case popolari. Con la commissione emergenza abitativa in molti sinti sono passati davanti a tante famiglie autoctone: l’obiettivo era sgomberare il campo in previsione dell’apertura del centro commerciale.
Non dico che sia sbagliato dare una possibilità ed una mano – anche due – a chi ha bisogno. Però facciamo attenzione a non fare del perdonismo e del buonismo la declinazione della solidarietà.
Alcune famiglie sinte creano un sacco di problemi nelle case popolari. Sono stato contattato più volte da famiglie che lamentavano minacce, soprusi e comportamenti paradossali ed antipatici dei nuovi inquilini.
Siamo certi che sia interesse nostro e soprattutto dei minori sinti vivere in ambienti che non paiono poter assicurare una cura morale e materiale idonea?
P.S. oltre a codesti costi per l'integrazione dei minori molti sinti ricevono sussidi quali appartenenti a nuclei famigliari indigenti, contributi una tantum assai più elevati rispetto ad altri, contributi pagamenti bollette gas ed elettricità, contributi per l'acquisto di medicinali etc etc etc...

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