venerdì 6 marzo 2009

Da L'Arena 6.03.09

La polemica non ferma il restauro del Torrione

Stefano Nicoli

Da Regione e Cariverona arriveranno 170mila euro per superare gli imprevisti emersi in corso d’opera

Il Torrione di piazza della Libertà dopo il primo restauroIl simbolo per eccellenza della città non diventerà un cantiere infinito imbrigliato nella sfilza di imprevisti tecnici che hanno «bruciato» anzitempo i 300mila euro stanziati dal Comune per riportarlo all’antico splendore. Entro l’estate, il quattrocentesco Torrione di piazza della Libertà verrà, infatti, restituito ai legnaghesi e potrà così essere adibito, dopo due anni e mezzo di lavori rallentati da fessurazioni, muri friabili ed altri inconvenienti strutturali, a spazio espositivo.
Mentre in città non si placano le polemiche su un restauro conservativo che vede sotto accusa soprattutto le «merlature» aggiunte alla copertura esistente, la giunta ha approvato la seconda perizia di variante predisposta dagli architetti Maria Grazia Eccheli e Riccardo Campagnola, progettisti del contestato recupero della rocca circolare. «Un passaggio che si è reso necessario», sottolinea il sindaco Silvio Gandini, «per completare il risanamento in quanto durante i lavori sono emersi una serie di problemi di cui in partenza si ignorava l’esistenza, che hanno allungato i tempi di consegna e fatto lievitare i costi. A cominciare dal muro di sostegno del tetto, che poggiava praticamente sul nulla, e dalla crepa larga 20 centimetri venuta alla luce smantellando il pavimento del piano terra». Tutte «sorprese» che hanno richiesto un ulteriore investimento di 170mila euro: importo coperto per 100mila euro da un contributo della Regione e per la somma residua da un assegno staccato dalla Fondazione Cariverona, che comprende, oltre al consolidamento, alle rifiniture e agli arredi, anche la sistemazione del marciapiedi tra il ponte e via Frattini.
Il completamento del restauro non smorza tuttavia le critiche degli «Amici del Torrione»: l’associazione, costituita da una trentina fra tecnici e cultori di storia locale, che da quando sono stati tolti i ponteggi non ha smesso di contestare «l’oggettiva fedeltà del restauro all’originale». «Le scelte dei progettisti», spiega l’architetto Roberto Danieli, presidente del sodalizio, «si possono condividere come no ma non si può creare un falso storico sconvolgendo la fisionomia del Torrione. Quello che non condividiamo è invece il sistema seguito per autorizzare un progetto del genere, che andava condiviso con i cittadini».

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