martedì 19 maggio 2009

POSTE ITALIANE. ULTIMA ESILE SPERANZA PER SALVARE LA FILIALE LEGNAGHESE.




Nel novembre 2008 l’Azienda Poste Italiane aveva presentato alle organizzazioni sindacali nazionali un progetto di accorpamento delle centoquaranta filiali italiane, prevedendo la chiusura di venticinque filiali.
Per quella di Legnago era stato previsto l’accorpamento con Verona; presso gli stabili scaligeri. Ovviamente.

Secondo questo piano, Viale dei Tigli dovrebbe dire addio alla filiale dal prossimo luglio.

A nulla sono valsi un’interpellanza parlamentare del 28 ottobre 2008 e l’accorato appello del Consiglio comunale legnaghese.

Quando, nell’aprile 2009, il progetto di accorpamento viene riveduto e corretto da Poste Italiane - con dieci filiali salvate dalla mannaia dei tagli - Legnago non sembra giovare di alcun trattamento di favore.

Certo, come correttamente ha sottolineato Poste Italiane, non si perderanno posti di lavoro in forza del menzionato accorpamento.

Ma siamo certi che il livello del servizio all’utente non ne risentirà?

Oggi la filiale di Legnago gestisce e coordina ottanta uffici in tutto il territorio di competenza: da Villafranca a San Bonifacio, da Gazzo Veronese a Terrazzo.
Inoltre funge da punto di riferimento per tutti i servizi di cui un ufficio postale efficiente e ben funzionante ha bisogno. Tratta tutte le pratiche relative a reclami, chiarimenti, controversie, gestione conti correnti, successioni, ricerche titoli ed altro ancora. Svolge pure corsi di aggiornamento di tutto il personale e fornisce supporto operativo, informatico e tecnico agli uffici.

E dei buoni risultati raggiunti dal 2000 - anno dell’apertura della filiale legnaghese di Poste Italiane - ne danno contezza le classifiche stilate dalla stessa società e relative all’efficienza delle proprie strutture: Legnago è sempre risultata tra le prime dieci filiali italiane.

Da luglio, se non si riuscirà ad espungere Legnago dal piano tagli, tanti cittadini non avranno la stessa veloce risposta su cui hanno potuto contare sino ad oggi e si troveranno a dover perdere una giornata lavorativa per recarsi a Verona e risolvere le proprie incombenze.

Alla faccia dei tanto decantati “asset strategici”, delle innovative strategie per valorizzare le risorse umane: a volte basterebbe tagliare là dove serve, chirurgicamente incidere sugli sprechi.

Senza pregiudicare strutture che ottengono risultati positivi.

E allora, fatta questa considerazione, dobbiamo credere e insistere per salvare l’ottima filiale di Legnago. L’esile speranza ci viene dal fatto che è stato di recente nominato un nuovo direttore. Ma a cosa serve un re di maggio (e giugno)?

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