giovedì 11 giugno 2009


LEGNAGO. Ventiquattro ore dopo la sua vittoria sulla «Rosa» il nuovo primo cittadino ha già le idee chiare sulle prime mosse: «Città controllata con la Folgore»

Il sindaco Rettondini chiama i militari

Stefano Nicoli
La Lega ha triplicato i consensi rispetto a cinque anni fa Pdl alleato «zoppo»: perde voti ma Longhi ha fatto il pieno

Mercoledì 10 Giugno 2009 PROVINCIA, pagina 37 e-mail print

Il ciclone Lega ha travolto anche una delle ultime roccaforti rosse governate dal centrosinistra nella sempre più verde provincia scaligera. Il Carroccio, trainato da Roberto Andrea Rettondini - geometra 53enne di Porto, schierato con i bossiani dal 1992 e con all’attivo 15 anni di combattiva presenza sui banchi del consiglio - è riusciuto a strappare al primo turno il municipio di Legnago alla «Rosa» di Damiano Ambrosini, saldamente al timone di palazzo de’ Stefani da 10 anni.
E senza ricorrere tra l’altro - come accreditavano le previsioni della vigilia preannunciando una sfida al fotofinish tra i due principali contendenti con Matteo Limoni di «Nuova città» e Francesco Salvatore dell’Udc calati nel ruolo di potenziali aghi della bilancia - al ballottaggio con le tre civiche guidate dal «cardinale» al quale il «doge» leghista ha rifilato un distacco di 2.208 preferenze. Arrivando così a triplicare i consensi incassati alle amministrative del 2004: cinque anni fa la Lega, sempre con Rettondini, si fermò infatti al 9,3 per cento mentre in questa tornata è balzata al 31,60.
Un trionfo mezzo annunciato, complice non solo il vento politico in poppa ma anche una campagna elettorale senza risparmio studiata nei minimi dettagli dal commercialista Luciano Giarola: l’ex assessore della giunta Piva, figlio del patriarca della Dc Mario e grande regista della clamorosa vittoria della Lega. Che, non bastasse la batosta inferta alla maggioranza uscente, non ha nemmeno grossi debiti di riconoscenza nei confronti degli alleati del Popolo della libertà bloccati - a fronte di una partenza ritardata e dai difficili equilibri tra le anime di Forza Italia - ad un magro 21,64 per cento: tre punti in meno del 2004 nonostante l’exploit dell’ex capogruppo di An Paolo Longhi, il più votato con 358 voti del cartello di centrodestra. Ma ormai è tutta acqua passata. Mentre «La Rosa» si prepara a sgomberare il Comune e l’ex presidente di An Roberto Groppello preannuncia «una riflessione interna al Pdl in attesa di celebrare il primo congresso cittadino», il neo sindaco alza il calice e guarda avanti. Reduce da una notte di festeggiamenti con caroselli di auto e sventolii di bandiere padane, Rettondini ieri mattina è entrato per la prima volta in municipio da sindaco in pectore. E, dopo aver dedicato la fascia tricolore al papà Adriano scomparso tre anni fa ed aver rimarcato che la sua «è la vittoria di una squadra che ha colto il malessere e l’esigenza di cambiamento dei cittadini», ha ribadito i suoi primi impegni.
«In primo luogo», ha esordito, «potenzieremo la sicurezza urbana ed i controlli affinchè i legnaghesi possano uscire liberamente di casa senza il timore di essere derubati o aggrediti. E lo faremo ricorrendo ad assistenti civici volontari e, non appena avremo il via libera del ministero dell’Interno, anche ai militari della Biscese». Tra le priorità segnate nell’agenda del successore di Silvio Gandini figura poi la riorganizzazione dei servizi sociali. «Basta con i contributi a pioggia e con le regalìe a nomadi ed immigrati secondo una logica assistenzialista: daremo la precedenza alla nostra gente», ha promesso Rettondini prima di ricevere le congratulazioni di Ambrosini intento a imballare, come il resto della giunta, i suoi effetti personali.
«È prevalso», ha dichiarato il cardinale immerso tra gli scataloni, «un vento politico che non siamo riusciti ad arginare nonostante un progetto civico-amministrativo basato sulla continuità e sulle persone del territorio. Comunque non ho nulla da rimproverarmi ed ora, assieme a tutto il gruppo, ci rimboccheremo le maniche con un’opposizione che sarà propositiva ma anche di pungolo e di controllo».
E gli altri due protagonisti della corsa elettorale come hanno accolto il verdetto? «Vista la travolgente onda verde», dichiara Limoni fermatosi al 4,82 per cento «già l’aver fatto un consigliere per noi è un successo che ci ripaga del lavoro svolto in questo anno e mezzo. Proseguiremo sulla strada intrapresa votando secondo coscienza per il bene della città». Dal canto suo «France» Salvatore è soddisfatto di come è andata al di là del magro bottino. «Che fosse una battaglia senza speranze» sostiene l’ex patròn dell’Ac Legnago Salus, «lo sapevamo in partenza anche perchè l’Udc ha sciolto le riserve sul filo di lana arrivando da una tribolata fase di transizione. Tuttavia, i 555 voti raccolti li considero una vittoria personale oltre che una dignitosa affermazione per l’Udc».

3 commenti:

signa ha detto...

Ciao caro Paolo!!!auguro a te e alla tua squadra di soddisfare le esigenze della cittadinanza legnaghese...sul tuo impegno non ho dubbi...vedremo su quello deglia altri...anzi se vuoi sul mio blog ho scritto un post di analisi post elezioni...dimmi che ne pensi...sa com'è...ciao!!!

BIO ha detto...

Ciao Paolo! Come esponente di Nuova Città approvo quanto detto da Matteo Limoni, la sua elezione a consigliere comunale è il coronamento di un duro lavoro di tante persone iniziato quasi due anni fa e che ci vede soddisfatti del risultato ottenuto visto appunto lo strapotere della lega che l'ha fatta da padrone in queste elezioni.

Anonimo ha detto...

Paolo maledetto basta con questa politica di secondo livello! Parliamo di cose serie, della vera politica! Torneo Oronzo Canà 2009... mancano 10 giorni e con tutti i prosecchini che hai bevuto mi sa tanto che pagherai pegno....!!!!
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