giovedì 16 luglio 2009

da Ansa.it


AFGHANISTAN: A ROMA LA SALMA DEL CAPORALE UCCISO
CIAMPINO (ROMA)


- E' stata una cerimonia breve, ma straziante, soprattutto per i familiari e la fidanzata, quella che si è appena conclusa all'aeroporto di Ciampino, dove, intorno alle 9, è atterrato il C130 con la salma del primo caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, ucciso in Afghanistan. La bara, avvolta nel tricolore, è stata trasporta a spalla fuori dall'aereo da sei paracadutisti dello stesso reggimento - l'8/o Genio guastatori di Legnago - in cui prestava servizio Di Lisio. Al feretro si sono quindi avvicinate le autorità, per rendergli omaggio: il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è soffermato in silenzio davanti alla bara dove poì ha appoggiato brevemente la mano. Insieme a lui c'erano il ministro della difesa Ignazio La Russa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, diversi parlamentari (Rosa Calipari, l'ex generale Mauro Del Vecchio, Gianfranco Paglia, il parà rimasto ferito nella missione in Somalia e ora su una sedia a rotelle, deputato del Pdl) e i vertici militari.

A rendere gli onori al paracadutista caduto in Afghanistan un picchetto Interforze: alcuni parà avevano su un cuscino il basco amaranto e le decorazioni del loro collega e un trombettiere della Folgore ha intonato il Silenzio ed è stato questo il momento in cui lo strazio dei parenti è stato a tutti evidente. Il papà di Alessandro, Nunzio e la mamma Addolorata, sono stati sostenuti per tutto il tempo da due militari e hanno avuto il conforto continuo dell'Ordinario militare, mons. Vincenzo Pelvi, che ha benedetto la salma. Angosciate anche le sorelle del giovane parà, Maria e Valentina e la fidanzata, Mariangela: le tre si sono fatte forza l'un l'altra, abbracciate agli amici. Nel suo ultimo viaggio di ritorno in Italia il primo caporal maggiore Di Lisio è stato accompagnato dal cappellano militare di Herat, il capitano di Vascello Adriano Scalin e dal generale Giovanni Valotto, capo del Coi, il comando operativo Interforze. Tra le autorità militari che erano a Ciampino ad accogliere il feretro, il capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporin, e quello dell'Esercito, (la forza armata in cui prestava servizio Di Lisio), Fabrizio Castagnetti. Tutti, autorità e familiari, si sono accodati alla bara per un breve corteo sulla pista dell'aeroporto di Ciampino fino al carro funebre, che trasporterà la salma all'Istituto di medicina legale. Qui verrà svolta l'autopsia (sull'attentato in cui è morto il parà ed altri tre suoi colleghi sono rimasti feriti è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Roma): successivamente, la bara sarà trasferita all'ospedale militare del Celio dove è possibile che altre autorità possano portare il loro cordoglio. Il trasferimento del feretro a Oratino (Campobasso), il paese originario di Di Lisio, è previsto per questa sera. Domani, alle 16,30 nel Duomo di Campobasso, i funerali solenni.

Nella notte invece erano rientrati i tre militari italiani feriti. L'aereo, un Falcon 900 dell'Aeronautica Militare con cui hanno viaggiato i tre para', tenente Giacomo Donato Bruno, primo caporalmaggiore Simone Careddu e il pari grado Andrea Maria Cammarata, e' atterrato all'aeroporto militare di Ciampino alle 00.20. Sottobordo dell'aereo i tre militari feriti sono stati trasferiti su autoambulanze militari che hanno lasciato lo scalo romano dirette all'ospedale militare Celio di Roma.


di Vincenzo Sinapi
ROMA - Nuovi mezzi blindati per i militari italiani in Afghanistan e l'impiego dei caccia Tornado non più solo per ricognizione, ma anche per azioni di copertura aerea armata. E' la risposta del Governo alla "recrudescenza degli attacchi" degli 'insorti', caratterizzata - ha detto alla Camera il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - da una "crescente potenzialità offensiva degli ordigni". Come quello che è costato la vita al primo caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, fabbricato con "50-70 chili di esplosivo".

La Russa, dopo aver espresso "partecipazione all'immenso dolore" dei familiari, ha ricostruito nel dettaglio la dinamica dell'attentato, compiuto con un "elevato e inusuale quantitativo di carica" che ha reso "vulnerabile la protezione del Lince", un mezzo "che in passato ha sempre assicurato un elevato livello di sopravvivenza" degli uomini a bordo. Una vulnerabilità che ha riguardato, in particolare, il mitragliere in ralla, cioé il militare che sporge dalla torretta, "come era drammaticamente il militare che ha perso ieri la vita". E' quella, ha detto La Russa, "la posizione sempre più delicata" ed è per questo che la Difesa ha pensato di intervenire a cominciare proprio da lì, mettendo a punto un nuovo sistema di protezione balistica, in pratica una nuova torretta, i cui primi esemplari "saranno distribuiti a partire dai prossimi mesi".

Ma non è tutto. Infatti è anche "in fase di sviluppo" una nuova versione del VTLM Lince "che offrirà una maggiore protezione al personale e maggiori prestazioni complessive", ed é "in corso di realizzazione" anche un veicolo di classe superiore, denominato VTMM, realizzato secondo le stesse concezioni del Lince ma più grande e pesante più del doppio (17mila chili contro 6.200) "che offre un livello di protezione ancora più elevato". Infine c'é il 'Freccia': "un veicolo 8X8 da 28mila chili, dotato di torretta servocomandata con cannone da 25 millimetri, capace di offrire una protezione balistica e anti-mina di livello molto elevato". La Russa ha spiegato che "i primi esemplari sono appena entrati in servizio e, a partire dai prossimi mesi, si procederà alla graduale acquisizione di altri veicoli per un primo lotto di 54".

Altro aspetto è quello della copertura aerea alle operazioni militari, che oggi "é assicurata solo da aerei non italiani. I nostri Tornado, infatti - spiega La Russa - hanno solo compiti di ricognizione e sorveglianza" e questo provoca "un po' di imbarazzo, perché i nostri soldati devono ricorre agli altri quando hanno bisogno di copertura aerea, mentre gli altri non possono ricorrere alla copertura aerea italiana". Da qui la necessità di "un approfondimento, che è in corso, sul possibile utilizzo dei Tornado a supporto delle forze sotto attacco, come avviene per gli elicotteri Mangusta, che già in queste condizioni operano e intervengono". Il ministro ribadisce che "la sicurezza del nostro personale resta la priorità delle priorità, assolutamente vincolante. I nostri militari devono continuare ad avere il massimo possibile in termini di mezzi, addestramento e strumenti di difesa" e non c'é, ha aggiunto, ristrettezza di bilancio che tenga. Tanto più in un Paese, come l'Afghanistan, dove "da sud a nord, da est a ovest, permane una situazione di evidente pericolosità" e dove "la sicurezza al 100 per 100 non esiste".

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