martedì 31 agosto 2010

PUGNI E BASTONATE AI VOLONTARI DEL FIUME

LEGNAGO. Violenza di branco sabato pomeriggio contro tre operatori e il presidente de «La verbena dell’Adige» mentre erano in servizio sul sentiero della golena

Pugni e bastonate ai volontari del fiume

Ragazzini di Legnago e di paesi limitrofi hanno colpito alla testa, al dorso e alle gambe i malcapitati e poi sono fuggiti facendo perdere le loro tracce. Ora sono ricercati

Da L'Arena Martedì 31 Agosto 2010

Il «branco» era in agguato lungo il sentiero della golena dell’Adige. Ma i quattro volontari de «La verbena» - tre operatori e il presidente Maurizio Antoniazzi - non potevano saperlo. Si sono avvicinati alla decina di ragazzini e ragazzine radunati in uno slargo per chiedere loro conto di un cestino rotto, uno dei nuovi contenitori dell’arredo del percorso naturalistico fluviale che parte da Legnago e arriva a Villa Barolomea. È stato l’inizio di un incubo. Da lì in poi sono volati pugni e bastonate. In quattro, giovanissimi, armati di legni, si sono scagliati contro i quattro de «La verbena» i quali, malgrado fossero uomini grandi e grossi, sono stati sopraffatti da una violenza inaudita. Sono stati colpiti al viso - un pugno al presidente - alla nuca, al dorso, alle gambe. Legnate che hanno lasciato lividi e uno spavento che costerà più caro di quanto si pensi. Uno dei volontari, per esempio, inserito nel gruppo che si prende cura del percorso golenale, non andrà «mai più», ha detto, a prestare questo servizio.
ERANO LE TRE di sabato pomeriggio quanto tutto è successo. Antoniazzi e tre volontari erano sul sentiero golenale per ripulirlo da erbe infestanti. Avevano anche raccolto delle bottiglie di plastica vuote e volevano riporle nel cestino. Il cestino però era sfasciato. Lì accanto c’erano i ragazzi: una decina, tutti maschi, un paio di ragazzine, tra i 15 e 20 anni. Antoniazzi, che era passato anche qualche ora prima e aveva lasciato tutto in ordine, ha chiesto loro ragione del contenitore spaccato. Un ragazzo, con aria minacciosa, gli si è fatto sotto, a un millimetro dalla faccia. Così Antoniazzi, istintivamente, l’ha allontanato da sé con le mani.
ARRIVA UN PUGNO da un altro ragazzo, sulla bocca ad Antoniazzi. I tre aiutanti del presidente arrivano a soccorrelo ma a quel punto altri della compagnia di giovani avevano già brandito assicelle di legno, alcune chiodate, e con quelle iniziavano a picchiare furiosamente i malcapitati. «Non so come non sia successo qualcosa di grave», dice Antoniazzi, «ad un certo punto, finché ero a terra, ho sentito un colpo sulla nuca. Se penso a come poteva finire, mi vengono i brividi». Sfogata la violenza, tra le grida di qualche ragazza che pregava i coetanei di smetterla, il branco ha pensato di dileguarsi, anche perché sulla cima dell’argine si era fermata gente che aveva visto.
INIZIA LA FUGA dei ragazzi, che si sparpagliano chi verso il centro di Legnago, chi di Casette. «In attesa dei carabinieri, li abbiamo rincorsi», prosegue Antoniazzi, «e sono riuscito a fermarne uno, ma ha messo una mano in tasca e mi ha detto che se non lo lasciavo in pace mi avrebbe accoltellato. Non so se avesse veramente un coltello. Li riconoscerei, sono giovani del posto, di Legnago o dintorni.
Credo avessero bevuto, c’erano anche bottiglie di liquori sul tavolo dove si erano ritrovati». «Troppa violenza», dice uno dei volontari de «Il Tulipano», il centro dell’Ulss 21 con il quale «La verbena» collabora per il reinserimento sociale di persone con disagi o dipendenze, «e gratuita. Prima andavo da solo a lavorare al sentiero, ora non me la sento più».

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