giovedì 18 novembre 2010

Bacchettate ai commissari edilizi? No, bacchetta magica di Primo Giornale






















Questa mattina, nel leggere il periodico Primo Giornale - numero 19 del 16 novembre 2010 - sono trasalito.
Mi ritrovo inconsapevolmente bacchettatore di commissari edilizi leghisti e volenteroso di esautorare la commissione edilizia dei suoi poteri.
Queste in particolare le espressioni usate: “E l’assessore Longhi bacchetta i leghisti in Commissione Edilizia”; ("Longhi n.d.r.)che subito dopo ha scritto una lettera di fuoco alla stessa commissione, esautorandola di ogni potere";

A detrimento di ciò espongo ai miei lettori il contenuto della mia nota inviata alla commissione.

Oggetto: sedute commissione edilizia

Com’è noto la commissione edilizia non può comporsi di figure politiche.
Su ciò ha fatto definitivamente chiarezza la circolare 27 aprile 2005 n. 1 del Ministero dell’Interno.
Questa nota interviene dunque precedentemente all’inizio dei lavori e vorrebbe avere una funzione chiarificatrice.
Le ultime modifiche normative hanno determinato un nuovo bilanciamento tra la competenza tecnica del Vostro Collegio consultivo e il controllo edilizio dell’organo politico.
Ora sono il dirigente o il responsabile del servizio a detenere la competenza al rilascio delle autorizzazioni o delle concessioni il cui rilascio pure presuppone accertamenti e valutazioni anche di natura discrezionale, nel rispetto di criteri predeterminati dalla legge, da regolamenti, da atti generali di indirizzo (art. 107 T.U.E.L.).
Questa Amministrazione ha comunque ritenuto di confermare la presenza tra gli enti necessari del Comune della Commissione, pur avendo essa perso il Suo carattere di Organo necessario.
A tal riguardo è opportuno che, raccogliendo le esperienze maturate in questa sede e quindi i suggerimenti che ne derivano, il Comune specifichi nel regolamento edilizio gli interventi da continuare a sottoporre al preventivo parere consultivo della Commissione.
Quanto al funzionamento del Consesso, faccio presente che le indicazioni date dal Segretario Generale dell’Ente vanno nel senso di intendere come favorevoli i pareri assunti con il voto positivo della maggioranza dei votanti.
Ai fini della redazione del verbale di seduta, pare opportuno che ciascun commissario possa esprimere le proprie personali motivazioni che suggerisco siano immediatamente raccolte per iscritto con firma autografa e data.
Nell’augurare a ciascuno un proficuo e buon lavoro l’occasione mi è gradita per formulare
Cordiali saluti
L’assessore ai LL.PP., Urbanistica, Edilizia Privata, Viabilità,Trasporti, Riforme Regolamentari e Statutarie
Avv. Paolo Longhi



ho quindi pensato di richiedere la seguente rettifica:
Caro Direttore,
non ho bacchettato i commissari edilizi, come titola il tuo periodico al numero 19 del 16 novembre 2010. Nemmeno li ho esautorati dai loro poteri. Peraltro non potrei farlo.
Ti ringrazio per aver riportato per intero (quasi per intero, in realtà) la mia nota. E penso che ciò possa contribuire a far capire a tutti il vero intento sotteso alla stessa, volta a dissipare alcuni dubbi sorti in seno all’organismo consultivo.
Che la commissione edilizia non possa più comporsi di figure politiche e non sia più un organismo necessario lo ha ribadito un’interpretazione autentica del Ministero dell’Interno datata 2005, poi seguita con univocità dalla magistratura amministrativa. (ma i Consigli comunali possono scegliere se conservare o meno la Commissione. E la nostra maggioranza l'ha conservata)
Ovviamente né il Ministero, né il mio predecessore – che da quella data non ha più potuto partecipare alle riunioni della commissione – sono stati accusati di avercela coi componenti (fossero leghisti, pidiellini o democratici). La stessa cosa dovrebbe valere per me.
Per cogliere astio e bacchette dalla mia nota ci vuole dunque un grande sforzo. Mi devo impegnare meno, paradossalmente, per immaginare che la mancata partecipazione di figure politiche nella commissione comunale “barbieri e parrucchiere”, poi tolta dall’allora assessore di riferimento, Damiano Ambrosini, fosse una sorta di rivincita dei calvi.
Ti saluto cordialmente


Al di là delle battute, resta fermo che ciascuno possa e debba interpretare come meglio crede i dati. Vorrei però evidenziare ai miei lettori che, a seguito della "missiva di fuoco", ho incontrato i commissari che hanno ritenuto (tutti, anche quelli nominati dalla minoranza) validi e opportuni i chiarimenti ed i suggerimenti.
Che dire?
Serviva proprio una bacchetta magica per trasformare in polemica questa innocua nota.

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