venerdì 2 settembre 2011

GIÙ LE MANI DAL NOSTRO TRIBUNALE

Proposta di ordine del giorno per salvaguardare i nostri presidi di giustizia


Nell’ambito delle misure al vaglio del Governo per la riduzione della spesa pubblica si rinviene anche quella riguardante la soppressione, pare indiscriminata, delle sezioni distaccate di tribunale e di taluni uffici del giudice di pace.
Nel contesto di essa, anche la città di Legnago, e il vasto territorio della Pianura Veronese che ad essa tradizionalmente fa capo, potrebbe vedere cancellata l’amministrazione della giustizia di prossimità, sradicandosi da essa l’esercizio di quella fondamentale funzione istituzionale che da sempre ne ha regolato la vita civile.
La datata e storica presenza in Legnago delle corti di giustizia era, e deve costituire tuttora, il doveroso apprezzamento della necessità della sua popolazione d’essere amministrata sul posto; ciò per la lontananza dai capoluoghi di provincia - ove si vorrebbe accentrare tutto - e, soprattutto, per i suoi numerosi abitanti che identificavano, e tuttora vedono, nell’edificio di Piazza San Martino la sede del proprio giudice.
Non si ignorano i tempi che corrono e le infelici condizioni della economia nazionale. Non di meno però la misura della chiusura in Legnago delle sedi di giustizia, o anche di una sola di esse, col conseguente trasferimento nel capoluogo veronese, appare essere di mera facciata: perché toglie la spesa in un posto per aggiungerla ad un altro e non per eliminarla; perché sarebbe adottata senza una doverosa disamina economica, comprendente anche la produttività locale, che è superiore a quella circondariale, al solo scopo di rappresentare “tagli”, anche inesistenti o di ridotta portata, che dovrebbero incontrare l’emotivo gradimento degli amministrati.
Questo taglio costituirebbe invece un sacrificio patito non solo dai professionisti che prestano la loro opera per l’amministrazione della giustizia, ma soprattutto, ed è quel che conta, da tutti gli amministrati abitanti nella Pianura Veronese, ai quali il ricorso alla giustizia diventerebbe più oneroso e disagevole.
L’indebitamento nazionale dovrebbe comunque evitare di far venir meno l’erogazione dei servizi civili fondamentali e tra questi l’ amministrazione della giustizia dalla quale pure si traggono risorse economiche.
La rivisitazione della geografia giudiziaria, con scorpori e aggregazioni territoriali e della popolazione anche prescindendo dagli obsoleti confini provinciali, può risultare peraltro utile ove però non si proceda con iniziative radicali adottate ciecamente, senza indagini scrupolose sulla efficacia ed efficienza, e senza l’esame, appunto, del territorio e della popolazione.
Ogni diversa forma d’agire che si sostanzi nel taglio della scure costituisce un’offesa alla dignità stessa dei cittadini. Ed è questa dignità che questa amministrazione intende tutelare in modo fermo chiedendo che non si tolga a Legnago e alla Pianura Veronese nessuna delle sue corti di giustizia, sezione distaccata di tribunale e giudice di pace, tradizionalmente bene operanti a presidio, sul posto, della legalità.
Tutto ciò esposto
IL CONSIGLIO COMUNALE
Esprime netta contrarietà alla soppressione dei presidi di giustizia in Legnago ed invita l’Amministrazione ad inviare detto ordine del giorno al Ministro della Giustizia, ai parlamentari veronesi, al Presidente del Tribunale di Verona e al Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Verona

5 commenti:

Alberto Casalini ha detto...

Ottima iniziativa Paolo.
Vedo con piacere che sei sempre 'sul pezzo'.
Non è difficile comprendere che non si risolvono i mali della giustizia denegandola sul territorio.
Nè la soppressione delle sezioni distaccate può costituire un toccasana finanziario per le casse del nostro paese.
Ogni addetto ai lavori lo sa: un provvedimento come quello minacciato nuoce alla giustizia (e al nostro territorio).
Alberto Casalini

____ ha detto...

Grazie caro Bebo!
Purtroppo le prese di posizione dei politici in materia (vedi Sole24Ore di oggi) dimostrano come costoro - in lungo e in largo percorrendo l'arco parlamentare - siano talmente avulsi dalla realtà al punto da fare a gara tra loro nel rivendicare la paternità della proposta considerandola l'unico punto fermo in una fantomatica possibilità di collaborazione nell'ambito della manovra finanziaria.

Anonimo ha detto...

ma se vogliono spazzolare le pensioni di tutti gli italiani volete che pensino al tribunale di Legnago ?

____ ha detto...

Io si, lo vorrei. E non sono l'unico, gentile anonimo.
Per ragazzi come me - che la pensione manco la vedranno - almeno il lavoro connesso alle funzioni pubbliche nel proprio territorio è da salvaguardare, sia esso dato da scuole, ospedali o - come in questo caso, da tribunali

Alberto Casalini ha detto...

Ricordo che qualche anno fa, quando ancora qualcuno si mosse per la soppressione delle sezioni distaccate, il Presidente di una Commissione parlamentare, in una nota che fu pubblicata sul Sole 24 Ore, confermò che tutte le motivazioni addotte a sostegno della soppressione non meritavano condivisione, nemmeno nell'ottica 'ragionieristica'!!
Cercherò quell'articolo per darne divulgazione.