venerdì 16 settembre 2011

Il Pdl silura l'assessore Longhi e chiede la sua testa alla Lega


LEGNAGO. La richiesta avanzata ieri agli alleati leghisti dal presidente Raganà e dai consiglieri Bariani e Rettondini


Stefano Nicoli

Il rimpasto voluto dai pidiellini per superare la crisi di governo con l'appoggio dell'ala Rossini L'interessato: «Non mi dimetto»


Venerdì 16 Settembre 2011, pagina 32


La «testa» dell'assessore pidiellino ai Lavori pubblici Paolo Longhi, chiesta agli alleati della Lega dai suoi stessi compagni di partito, in cambio di una stabilità amministrativa che consentirebbe alla Giunta del «doge» Roberto Rettondini di veleggiare senza ulteriori scossoni sino a fine mandato. Complice un rimpasto lampo nell'esecutivo di Palazzo de' Stefani che, massimo entro lunedì, vedrebbe accomodarsi sulla poltrona, liberata a forza dal recordman di preferenze del Popolo della libertà votato nel 2009 da 358 legnaghesi, l'architetto 39enne Moreno Nalin. Con l'effetto, accolto come un balsamo provvidenziale dal Carroccio nostrano, di condurre alla resa la corrente di Agostino Rossini rappresentata in Consiglio da Alessandro Rettondini, che da mesi tiene in scacco il governo della città in tandem con quella capeggiata Massimo Venturato, referente dell'ex capogruppo Stefano Zamperlin.
La crisi politica, che ormai da un anno costringe la maggioranza ad amministrare col defibrillatore in tasca tra numeri risicati, consigli saltati ed un assessore esterno già impallinato sempre per guerre interne al Pdl (la delegata al Bilancio Anna Maria Torelli dimessasi ai primi di marzo e sostituita da Alessio Bariani ndr) , sembrerebbe arrivata al capolinea. E a togliere le castagne dal fuoco alla Lega, che aveva ormai perso le speranze di uscire dal tunnel di fronte all'immobilismo della segreteria provinciale dei pidiellini, ci hanno pensato ieri mattina il presidente del Consiglio Maurizio Raganà, il capogruppo Riccardo Bariani ed il consigliere Rettondini. I quali, con una lettera a sorpresa, hanno sollecitato ufficialmente la segreteria della Lega, e quindi il sindaco, a silurare, togliendogli seduta stante le deleghe, il loro compagno di partito, uomo di punta a Legnago dell'assessore regionale Massimo Giorgetti. Prendendo il pretesto dalla mozione di sfiducia proposta a maggio in Consiglio dai «ribelli» Rettondini e Zamperlin, e passata col puntello dell'opposizione, per dare il benservito all'ex aennino.
«Non potendo aspettare oltre per il bene di Legnago», hanno dichiarato i tre consiglieri pidiellini, «il gruppo consiliare ha chiesto agli alleati di effettuare immediatamente una verifica per dare stabilità e rilancio all'attività amministrativa, che dovrà avvenire con la massima collegialità affinchè si possa giungere al termine del mandato conferitoci da 3.197 cittadini». «Questa decisione», hanno poi precisato, «ci è stata suggerita, oltre che dalla sfiducia votata dall'assemblea, da un'attività consiliare legata sempre ad incertezze e dal fatto che il commissario Stefano Bertacco non ha adottato finora alcun provvedimento per far amministrare in modo costruttivo il Comune». La patata bollente è già passata nelle mani del segretario circoscrizionale della Lega, l'assessore Maurizio De Lorenzi, e di quello cittadino, Daniele Masin, i quali si sono limitati «a prendere atto della volontà del Pdl, che apre una schiarita attesa da mesi mettendoci nelle condizioni di amministrare compatti e di realizzare il programma nell'interesse dei cittadini». Tant'è che hanno preso subito la palla al balzo affidando al sindaco lo scomodo ruolo di cecchino. «Io devo rimettermi alle decisioni della mia segreteria e, seppur con grande dispiacere personale, ho già prospettato la situazione a Longhi che dovrà ora dimettersi altrimenti sarò costretto a togliergli le deleghe» confida Rettondini.
Ma il delegato ai Lavori pubblici non ha alcuna intenzione di levare il disturbo come fece a suo tempo la Torelli. «Il sindaco», dichiara amareggiato ma sereno Longhi, «mi ha chiesto di dimettermi magari per trovarmi un posto in qualche Cda. Ma preferisco che sia lui a destituirmi accollandosene la responsabilità. I cittadini di Legnago mi hanno eletto con il maggior numero di preferenze di tutta la coalizione ed interpreterò perciò il mio ruolo per la città con impegno e senso del dovere sino in fondo». «Anche perchè», aggiunge, «non ho nulla da rimprovermi se non di aver fatto il mio dovere con onestà e trasparenza»

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

Tieni duro Paolo ci vuole coraggio sono altri gli incompetenti da cacciare