domenica 2 ottobre 2011
Resa dei conti nel Pdl. Sospesi i cinque «ribelli»
LEGNAGO. Primo effetto della procedura di espulsione avviata dal coordinamento provinciale
Stefano Nicoli
La sanzione colpisce i fratelli Bariani, Rettondini, Raganà e Rossini dopo il rimpasto che ha silurato Longhi e ridimensionato Bisighin
Da L'Arena, Domenica 02 Ottobre 2011, pagina 34
Il «golpe» pidiellino, che ha strappato la fascia di vicesindaco a Loris Bisighin e sfrattato dalla Giunta l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Longhi all'insaputa dei vertici del partito, non è rimasto impunito. È arrivata infatti la sospensione sine die per i cinque esponenti del Pdl che due settimane fa avevano impallinato, con l'avallo degli alleati leghisti, i due colleghi più votati della lista in cambio di un rimpasto che rischiano ora di pagare salato. Anche perchè quello pronunciato l'altra sera a Verona, dove il «caso Legnago» è finito sotto la lente del coordinamento provinciale del Popolo della libertà riunito nella sede di via del Perlar, è soltanto un giudizio di primo grado. Per conoscere il verdetto finale i «cecchini» responsabili del fuoco amico dovranno infatti attendere la conclusione del procedimento di espulsione ufficializzato nella riunione dal commissario Stefano Bertacco in calce ad una dettagliata relazione, controfirmato dal coordinatore provinciale Aldo Brancher e condiviso all'unanimità da tutto il direttivo al quale ha preso parte anche la senatrice Cinzia Bonfrisco.
Un cartellino giallo, insomma, quello consegnato, per il momento, dai vertici scaligeri al presidente del Consiglio Maurizio Raganà, al consigliere Alessandro Rettondini, al capogruppo Riccardo Bariani, a suo fratello Alessio, assessore esterno alle Finanze e nuovo braccio destro del sindaco, e ad Agostino Rossini: il referente locale dei Popolari liberali che, grazie al regolamento di conti intestino, è riuscito a piazzare un suo uomo (Moreno Nalin ndr) nell'esecutivo al posto del giorgettiano Longhi. «Ho ritenuto doveroso», riferisce Bertacco, che è anche vice di Brancher, «chiedere severe misure disciplinari per i cinque protagonisti di questa brutta pagina politica che, con il ricatto e per mero tornaconto personale, hanno agito fuori da ogni regola e senza alcun rispetto per i vertici e gli elettori. Con l'effetto di danneggiare il partito e creare un grave precedente che, se non punito, potrebbe avere ripercussioni a cascata su scala nazionale».
A questo punto, fintantochè non si pronunceranno le gerarchie superiori, i cinque sospesi non rappresentano più il Pdl. Pertanto, non possono stringere accordi per conto del partito, indire assemblee, candidarsi in ruoli di segreteria o presentarsi ad eventuali elezioni sotto il simbolo pidiellino. Così come non potranno fregiarsi di un capogruppo in consiglio. «Ogni questione sarà vagliata dal sottoscritto e dalla segreteria provinciale, gli unici legittimati a dettare la linea politica e a trattare con la Lega», precisa Bertacco.
COMMENTO
La misura adottata all'unanimità dal direttivo provinciale del PDL contro i congiurati lergnaghesi è senz'altro interessante.
Sarà infatti curioso capire cosa sceglieranno di fare i "ribelli senza tetto" nonché le loro sponde nella Lega Nord; in primis il loro segretario Daniele Masin che con Rossini si era sforzato - riuscendoci - di andare d'accordo, al punto da invitare i suoi a considerare il dentista come l'unico interlocutore credibile del PDL.
Conoscendo i congiurati, c'è da immaginare che i più faranno finta di nulla e tireranno dritto, cercando di spartirsi le poltrone rimaste; compito, questo, addirittura reso loro più semplice dal venir meno della necessità di rispondere a logiche di partito.
Probabilmente Agostino cercherà di smuovere qualche big nel partito per influenzare il giudizio del coordinamento regionale sull'espulsione; Massimo Venturato proverà a giocare la carta della legittmazione per esclusione: L'unico uomo non sospeso dal partito in Consiglio comunale è Stefano Zamperlin ed è solo con lui che il partito deve trattare.
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5 commenti:
Raganà: «Abbiamo salvato la Giunta»
Da L'Arena Domenica 02 Ottobre 2011, pagina 34
Di fronte alla prima sanzione disciplinare che ha colpito i cinque pidiellini coinvolti nel discusso rimpasto di Giunta, c'è chi alza i calici e chi passa al contrattacco come Maurizio Raganà. «Al pari dei miei colleghi», assicura il presidente del Consiglio, «non ho nulla da rimproverarmi e lo rifarei anche domani visto che urgeva un atto di responsabilità per salvare l'amministrazione. Semmai, se ha dignità, dovrebbe dimettersi Bertacco che non ha mosso un dito per risolvere la crisi malgrado sia stato sollecitato più volte ad intervenire». Applaudono invece alla punizione inferta ai «golpisti» l'assessore Loris Bisighin e Roland Tedesco, presidente di Giovane Italia, presenti entrambi al coordinamento: «È la naturale conseguenza di un'operazione scandalosa che, per sete di poltrone, ha calpestato la volontà popolare colpendo soprattutto Paolo Longhi, il più votato della lista. Pertanto, la sospensione è il minimo in attesa che vengano, come ci auguriamo, espulsi». S.N.
COMMENTO
Monsieur Le President è sempre Monsieur Le President....
Lascio qui un commento in qualità di semplice persona e neo cittadino di Legnago: parlando e discutendo con le persone, di qualsiasi appartenenza politica (dx, sx, lega...) esse siano, unanimemente viene condannato l'atto di violenza fatto a Paolo Longhi ed ai cittadini naturalmente. Ripeto, a prescindere dall'appartenenza politica.
Ciò significa che è stato passato il limite dettato, in primis, dalla morale e successivamente dalle norme che regolamentano l' "agir pubblico": fare del potere politico un uso privato.
Bocciati!
Alla Scuola di Medicina Militare di Firenze, nel 1991, poco prima della fine della prima guerra del Golfo, un colonnello molto burbero e dai ciglioni cespugliosi ci insegno' la differenza tra strategia e tattica. Strategia significa programmare una vittoria a lungo termine, tenendo conto delle debolezze e forze proprie del nemico e di se stessi. Tattica significa affrontare i problemi man mano che vengono, tentando di aggiustare la mira in ogni situazione prima che lo faccia l'avversario. Di solito in guerra e in politica servono entrambe, ma la Storia ci insegna che sono i bravi strateghi a sopravvivere e a vincere le guerre molto piu' spesso dei bravi tattici. Idem in agricoltura (visto che si parla di Bassa). C'e' il contadino stratega che pianifica su scala di anni rotazioni di campi e culture alternate. E c'e' il boaro tattico della disperazione che, dovendo porre rimedio davanti alla minaccia di un cattivo raccolto, cambia fertilizzante all'ultimo momento senza preoccuparsi di seminare in terreni nuovi. Paolo e' uno stratega. I pseudo-politici che l'hanno temporaneamente defenestrato sono dei tattici. La resa dei conti, cioe' della guerra, si vedra' solo alle elezioni, quando sara' il popolo a giudicare, cioe' a mietere cio' che e' maturato. Quindi questo povero contadino Ragana' ha poco da esultare. Se il suo campo e' sterile e si ritrova senza semi, laddove Paolo e quelli come lui hanno seminato ovunque e in abbondanza, alla fine rimarra' al secco come nel deserto. Quindi Forza Paolo, questi nemici fanno ridere anche i polli. Tuo Aramis
questa amministrazione, votata da migliaia di legnaghesi, doveva cadere per le 300 preferenze di Longhi?
Vi pare?
O quelli che contano sono solo i tuoi elettori Paolo?
Va a lavorare valà!
All'ultimo anonimo, probabilmente un fan accanito della saga della carega dico solo questo: accolgo senza timore l'invito ad andare a lavorare; l'ho sempre fatto e continuerò a farlo.
Questa amministrazione era stata votata da migliaia di legnaghesi che hanno vista tradita la propria fiducia in quanto, gente con poche decine di preferenze ha ricattato sin da subito giunta e sindaco per implementare le proprie quotazioni politiche.
Semplicemente, "caro" anonimo CUOR DI LEONE, la invito a firmarsi con nome e cognome la prossima volta che lancia di queste sue assurde invettive. Ma soprattutto la invito ad informarsi. Io di sicuro posso accettare il fatto che i ruoli in politica siano effimeri. Ma non posso accettare che un gruppo politico sia cancellato di sana pianta per l'appetito di qualche capobastone senza voti.
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