mercoledì 5 ottobre 2011

Zamperlin resta solo e si autocandida a capogruppo Pdl

LEGNAGO. La richiesta avanzata a Bertacco

Il commissario ha chiesto intanto una sanzione per lui e Venturato

Da L'Arena, Mercoledì 05 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 26

Da consigliere «ribelle», che per mesi ha tenuto in scacco la maggioranza con il collega Alessandro Rettondini, ad unico interlocutore ufficiale del Pdl in Consiglio comunale. Potrebbe essere questo il destino di Stefano Zamperlin, l'unico esponente del Popolo della libertà non coinvolto nella «congiura» che, con la benedizione della Lega, ha estromesso dalla Giunta l'assessore Paolo Longhi e strappato la fascia di vicesindaco a Loris Bisighin. Ed in questa direzione si è mosso il pidiellino, che fa capo alla corrente di Massimo Venturato, autocandidandosi a neo capogruppo consiliare al posto di Riccardo Bariani, esautorato venerdì dai vertici scaligeri del movimento berlusconiano.
Nemmeno il tempo da parte del coordinamento provinciale di approvare all'unanimità la procedura di espulsione, con sospensione immediata dal partito, avanzata dal commissario Stefano Bertacco per i cinque protagonisti del «golpe» intestino - il capogruppo Riccardo Bariani, suo fratello Alessio, assessore esterno e neo vicesindaco, il presidente del Consiglio Maurizio Raganà, il consigliere Rettondini ed il suo mentore Agostino Rossini - che Zamperlin ha spedito una mail allo stesso Bertacco e, per conoscenza, al coordinatore Aldo Brancher. Con l'intento di ottenere una sorta di «legittimazione per esclusione». «Dopo i fatti succedutesi ed in attesa che i probiviri si pronuncino sull'espulsione», scrive Zamperlin, «ritengo, salvo smentite da parte tua, di essere in questo momento l'unico a rappresentare il Pdl in Consiglio. Quindi, ti chiedo di farmi avere una comunicazione scritta in tal senso al fine di costituirmi legittimamente quale capogruppo». Tuttavia, quello che al portavoce Pdl appare un percorso naturale non lo è per il commissario. «Valuteremo nel prossimo direttivo», annuncia Bertacco, «la richiesta di Zamperlin che, pur non avendo preso parte agli ultimi vergognosi sviluppi, ha messo per mesi in serie difficoltà il partito e la maggioranza con il suo comportamento. Tant'è che nella relazione presentata al coordinamento ho auspicato anche una reprimenda per lui ed il suo referente Venturato». S.N.




COMMENTO

Si riporta per completezza di cronaca una vecchia intervista di Zamperlin (in realtà trattavasi di intervista scritta da Massimo Venturato e sottoscritta da Stefano) la quale ha dato il là alla crisi politica dell'amministrazione.
Da notare che, convocata una riunione di maggioranza, Stefano cercò in qualche modo di giustificare tale presa di posizione che - a mio avviso - non sentiva affatto sua; ho ragione di pensare che gli fosse stata imposta dalla riconoscenza per Venturato che l'aveva messo in lista.
Raggiunsero in serata il tavolo di confronto i reggenti del PDL, Claudio Persona, Roberto Groppello e Agostino Rossini.
Tutti - anche Rossini - furono molto espliciti nel determinare la caducazione da capogruppo di Zamperlin in quanto le sue critiche alla "giunta muta" (senza dialogo) vennero giudicate strumentali ad ottenere un rimpasto che favorisse la componente di Venturato.
Pubblicherò ancora altri stralci di episodi in grado da soli di evidenziare come tanto sui giri di valzer di alleanze quanto sui tintinnar di sciabole l'unica stella polare fu sempre solo quella della carega.

Stefano zamperlin, capogruppo Pdl
«Ci tagliano fuori
ma noi non ci stiamo»


da L'Arena, Martedì 09 Febbraio 2010 PROVINCIA, pagina 31

Stefano Zamperlin
Il capogruppo del Popolo della libertà Stefano zamperlin, in quota alla corrente Conta-Galan-Venturato, batte i pugni e denuncia «il clima ormai insostenibile venutosi a creare all’interno del Pdl legnaghese». Con l’obiettivo, da un lato «di ridare dignità ed un peso politico al partito, che è sempre più in balìa della Lega». E, dall’altro, «di spingere gli assessori e la segreteria a coinvolgere i consiglieri nelle decisioni rigurdanti la città».
Cosa c’è che non va?
La situazione è insopportabile poichè c’è un evidente scollegamento tra i componenti di Giunta ed i consiglieri. Tant’è che il gruppo consiliare si è riunito e ha poi incontrato gli assessori per manifestare loro che non è più possibile andare avanti così.
A cosa si riferisce?
Finora abbiamo sopportato un modo di agire che si ripete da luglio: ovvero quello di trovarci di fronte a scelte mai discusse a livello politico. E questo perchè abbiamo dato fiducia a questa amministrazione e speravamo in un cambiamento. Mi riferisco a varie delibere, da quella sull’aumento delle indennità agli assessori a quelle relative ai tagli sui contributi per gli anziani e i disagiati.
Si preannuncia una rottura?
Non è in ballo un problema politico bensì amministrativo: è infatti nostra intenzione sostenere l’amministrazione ma non come gregari della Lega bensì in veste di alleati. E per farlo vogliamo partecipare alle scelte amministrative quando vengono progettate e non soltanto quando vengono adottate.
Ma non viene invitato alle riunioni di pre-Giunta?
Sì, da quando sono subentrato a Paolo Castagna passato nel frattempo alla Lega. In queste occasioni non si parla però di programmazione mentre sarebbe indispensabile un confronto tra le componenti politiche dei partiti al governo. Il problema è che il Pdl a Legnago è senza una segreteria vera e propria. E, con questa scusa, la Lega fa un po’ quello che vuole.
Un esempio?
La trattativa in corso per la cessione di quote della Lese all’Amia presieduta dal leghista Paolo Paternoster. Noi del Pdl non siamo contrari ad analizzare soluzioni per far funzionare al meglio la nostra discarica ma che la vendita dei gioielli di famiglia passi per un favore che ci fa Verona ci sembra troppo. La soluzione va ricercata semmai nella politica attraverso un piano di programmazione come è stato fatto recentemente con le autorizzazioni regionali per il trattamento dei rifiuti speciali. Non è necessario, insomma, passare sotto il controllo di Verona ed è per questo che, in linea di principio, non siamo d’accordo sulla cessione.
Altre questioni aperte?
La rottura degli accordi con l’Ikc per l’insediamento della città della conoscenza italo-indiana nell’Edificio 13. Abbiamo appreso la vicenda dai giornali in quanto nessuno di noi consiglieri del Pdl è mai stato interpellato prima di discuterne.
A cosa mirate?
Cercare soluzioni per lo sviluppo della città e per il bene dei legnaghesi partendo dalla programmazione e dal bilancio di previsione. Ossia dal documento principale di un Comune, che è stato approvato dalla Giunta senza venire discusso a livello politico con i consiglieri di maggioranza.
La sua corrente non ambisce, quindi, ad entrare in Giunta?
Non siamo a caccia di poltrone. Semplicemente, intendiamo rimarcare che il Pdl a Legnago esiste, che non è succube di nessuno e che vuole partecipare attivamente a tutte le decisioni. Altrimenti potrebbe essere rischioso....
Cioè?
Senza il nostro voto le delibere in Consiglio non passano. E se si continua a tirare la corda si sa che alla lunga può anche spezzarsi. Forse è meglio pensarci prima......

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo Venturato è un "senza voti" che da temo cerca di condizionare la vita politica legnahese per interesse personale.
Se si candiderà alle prossime elezioni prenderà 10 voti......

Anonimo ha detto...

mi auguro vivamente che venga espulso anche Venturato dal PDL!

____ ha detto...

Venturato è senz'altro più abile che amato... E nella politica di oggi resiste meglio lui del sottoscritto.