martedì 17 gennaio 2012

Giudici di pace, corsa per la salvezza



LEGNAGO-SOAVE. Molte iniziative per salvare gli uffici dislocati nei due paesi, a Isola della Scala e a Caprino, che un decreto vuole eliminare. I numeri dei due centri dov'è attivo anche il Tribunale sono buoni ma non bastano a garantire la sopravvivenza della giustizia locale
17/01/2012
Zoom Foto
Tribunali e uffici dei giudici di pace della provincia a rischio chiusura
Legnago-Soave. Se per i gli uffici del giudice di pace provinciali - Legnago, Soave, Caprino ed Isola della Scala - c'è chi si prepara a recitare il de profundis - e non a torto - per i tribunali sedi staccate di quello di Verona, bisognerebbe già fissare il funerale. Lo schema di decreto legislativo da poco emanato dal Governo che inserisce i quattro uffici del giudice di pace del Veronese tra quelli che verranno soppressi, lascia loro comunque un margine - un piccolo margine - di possibilità di scampo. Per i tribunali invece questo margine non c'è. Alla notizia è scattata la mobilitazione generale. Avvocati in prima linea, i quali stanno cercando, come associazione a Soave e come Foro di Legnago, di correre ai ripari, con interventi, pareri, riunioni, coinvolgendo amministrazioni a più livelli. Il decreto riporta numeri precisi e dai numeri pare non esserci scampo, né per gli uffici dei giudici di pace, né per le sedi periferiche dei tribunali. Facciamo l'esempio di Legnago. Secondo i parametri di «sopravvivenza» del decreto, il giudice di pace della capitale della Bassa dovrebbe produrre almeno 568 procedimenti. E fin qui ci siamo, perché nell'ufficio della città del Torrione, nel 2010 ne sono stati definiti 1396 procedimenti civili e 103 penali; nel 2011, conclusi 1058 procedimenti civili e 113 penali. Ma non basta. Perché il decreto vuole che l'estensione del territorio di competenza sia almeno di 10.000 abitanti e Legnago non ce la fa. Pur essendo un servizio per 16 comuni, non raggiunge la cifra. Così come non ce la fanno a raggiungerla il comprensorio giuridico di Soave, e, tanto meno quelli di Isola della Scala e di Caprino: i destini di quest'ultimi, infatti, sono davvero segnati. Il decreto però lancia una scialuppa di salvataggio, laddove dice che le varie sedi territoriali possono accorparsi, per raggiungere il tetto minimo dei 10 mila abitati però lo Stato, fatto salvo il personale di magistratura, non si farà più economicamente carico del servizio. A supplire dovrebbero essere i Comuni e in un periodo in cui gli enti locali a mala pena chiudono i bilanci in attivo: ricordiamo che hanno bilanci «blindati» e non possono permettersi di assumere personale.  Il Foro di Legnago, diretto da Paolo Longhi, ha già inviato al proprio Comune, in cui è anche consigliere di maggioranza, il proprio parere che è, insieme, anche una proposta che sta girando ai territori limitrofi: «Trasferiamo l'ufficio del giudice di pace dalla sede di via XXIV Maggio nel Tribunale di Piazza San Martino, dove si trovava prima. Il Comune risparmierebbe 35 mila euro all'anno di affitto e questo risparmio potrebbe servire alla gestione dell'ufficio del giudice di pace, un servizio di alto valore, non solo sociale, ma anche economico». Longhi prosegue: «Abbiamo anche chiesto agli altri Comuni di appoggiare l'idea di contribuire, economicamente, al mantenimento del servizio, ma fino ad oggi solo Sanguinetto ci ha risposto». Insomma, i Comuni da questo orecchio non ci sentono molto bene: e come dargli torto? Gli accorpamenti sembrano dunque cosa difficile da farsi e specialmente entro i 60 giorni che dà il ministero per effettuarli. Ci sono municipalità relativamente vicine a Legnago: Isola della Scala per esempio, si occupa di Nogara, ma le altre potrebbero fare resistenza a far riferimento alla città della Bassa.  Anche l'ufficio del giudice di pace di Soave ha i numeri per stare in piedi: 900 procedimenti civili nel 2011 e 117 penali, con 154 definiti. Ma anche questo ufficio non raggiunge, col suo territorio, i 10 mila abitanti. Anche peggio la situazione dei tribunali, come dicevamo. Sia quelli di Legnago che di Soave, secondo i dettami dello schema del provvedimento di Governo, pur avendo entrambi un'altissima produttività non possono contare sul cosiddetto «accorpamento su richiesta». «Perciò la loro chiusura sarà calata dall'alto», chiosano gli avvocati. Quest'ultimi, comunque, non si danno per vinti e stanno coinvolgendo, nell'Est, ad esempio, i comuni di San Bonifacio e, naturalmente, tutti quelli del circondariod i Soave
Daniela Andreis 



Commento
Non dirigo il "Foro di Legnago" e - ahimè - non sono nemmeno consigliere comunale, malgrado il record di preferenze raggiunto nel 2009.
Ad ogni modo una flebile speranza per la giustizia di prossimità è legata agli sviluppi di una commissione provinciale, voluta da Clara Scapin, e che coinvolgerà deputati veronesi e associazioni di categoria. Anche i Comuni, erano stati avvisati della mannaia che stava e sta per abbattersi sulla giustizia di prossimità, grazie ad un'iniziativa degli iscritti dell'Accademia degli Avvocati, un'associazione di cultura e formazione giuridica che opera con particolare impegno nell'ambito della Pianura veronese. Purtroppo non sono tempi di vacche grasse per gli enti locali e lo sforzo di consorziarsi tra loro per garantire il mantenimento degli uffici giudiziari è forse fuori dalla loro portata. Certo è che il Comune di Legnago, avrebbe potuto gestire al meglio e con maggiore impegno questa delicata partita.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.archeoveneto.it/portale/wp-content/uploads/2011/01/Corso-Archeologia-2011.pdf

GO BATU' L'OCIO SU STA PAGINA. MA EL SIMBOLO GHE' SOMEIELO MIA MASSA AL TUO.
CHIELO CHE L'HA COPIA'? CHI GHE' NATO PRIMA, L'OVO O LA GALINA?

____ ha detto...

Beh, la raffigurazione di mura e Fiume c'è in entrambi i simboli ma a parte questo non trovo grande somiglianza.

Anonimo ha detto...

Iè COMPAGNI!!!

____ ha detto...

A mio modesto giudizio non è così. Ma ognuno ha il diritto di pensarla come vuole.