giovedì 13 giugno 2013

AUTOEROTISMO POLITICO A LEGNAGO

Uno dei punti focali della seduta consiliare di questa sera sarà un ordine del giorno per la secessione del Veneto dall'Italia.
I fini giuristi potrebbero obiettare che si tratti di aria fritta. Di "seghe mentali", direbbero i più cafoni tra loro
Dimissioni dal gruppo consiliare del PDL del consigliere Paolo Castagna
(di solito i fini giuristi sono anche cafoni e sgrammaticati).
Però c'è un però: la coerenza.
Un consigliere deve dimostrarla anche con dei segnali forti che a volte potrebbero apparire ai meno attenti come vacui.
Invito a tal proposito - e a proposito di autoerotismo politico -  tutte queste lingue biforcute a saggiare la coerenza del consigliere proponente l'odg venetista, l'amico Paolo Castagna,  il quale,  in un concitato pizzino di qualche anno fa, abbandonando il gruppo consiliare del PDL,scrisse appunto di essere passato alla.....


6 commenti:

Federico Zuliani ha detto...

Il primo della lunga rotazione di capigruppo del PdL...a parte Raganà (impossibilitato in quanto presidente del C. C.), lo sono stati tutti gli eletti del PdL. Poi, avendo finito il giro, si è passati al capogruppo unico Menini della Lega...

____ ha detto...

Verissimo, e a mio modo di vedere fu anche il migliore tra i capigruppo pidiellini.
Figuriamoci gli altri

Anonimo ha detto...

“L'uomo è nato libero e ovunque si trova in catene”, mi è balzata alla mente questa massima del filosofo Rousseau, mentre presenziavo, ieri sera, alla discussione dell'ordine del giorno relativo all'emanazione della legge referendaria per l'indipendenza del Veneto. Per più di un'ora, a nobilitare l'assise consiliare, sono stati gli eterni vocaboli di libertà, nazione, autodeterminazione dei popoli, referendum; si è citato il Risorgimento italiano ed il leone Marciano; davvero un importante lessico che impone un minimo di attenzione e che vieta ogni banalizzazione gossispica, come oramai siamo abituati a concepire la politica e la vita civica. In particolare, due sono stati gli interventi- a mio avviso- degni di nota: quello del Primo Cittadino, Roberto Rettondini e del Consigliere di Uniti per Legnago, Tommaso Casari. Della requisitoria esposta dall'esponente di minoranza, ho ammirato la cultura intrisa di italianità, il rispetto per i valori che hanno fatto da balia alla Nazione, il ricordo di chi ha versato lacrime e sangue per l'unita, quello spirito da Libro Cuore, ahimè annacquato nel tritacarne modernista che concepisce i cittadini solo come correntisti bancari o clienti da spolpare. “ Non lasciare che il passato ti dica chi sei, ma lascia che sia parte di ciò che diventerai ”, recitava uno slogan di qualche anno fa. Casari si è soffermato sul Risorgimento Ottocentesco ma io aggiungerei anche il Novecento di Vittorio Veneto ed il 4 Novembre, i sacrari di Asiago e Redipuglia, l'Ossario del Monte Grappa, la fortezza dello Spielberg , gli irridentisti trentini e di chi ha sacrificato la propria esistenza per un ideale, per un senso civico di libertà e dignità. Ed è proprio sul tema della libertà che ha illuminato l'altro intervento che ho udito con piacere: quello del Sindaco Rettondini. Confesso, mi ero presentato alla serata con dei preconcetti sia dovuti alla mia cultura (novecentesca, sociale, corporativista, nazionalista, cattolica) che in devozione allo spirito dei tempi che dovrebbe dare l'urgenza a problemi più stringenti in questo periodo economicamente depresso . A mio parere questo ordine del giorno non si doveva nemmeno presentare. Tuttavia, il Primo Cittadino, è riuscito ad esporre un argomento che poteva sfociare benissimo nella caciara ed nel populismo, in una solida lectio sullo strumento – quello referendario- di esercizio della sovranità popolare, sulla democrazia diretta e sulla consultazione degli elettori nel rispetto delle loro volontà. Riprendendo l'aforisma con il quale ho aperto questo scritto, se effettivamente sussiste un gruppo di cittadini, più o meno organizzato, di associazioni e di enti civici che hanno la sensazione di trovarsi in catene e chiedono ambasceria e legittimazione di riconoscenza perché non coinvolgere francamente i governati? Quindi, con l'augurio che questo esercizio di democrazia non comporti ingenti spese e risorse (da destinare alle aziende o alle ingenti fascie di cittadini in difficoltà), culturalmente appoggio la questione che siano i gli elettori, liberi e sovrani, a decidere del loro futuro. Naturalmente mi presenterò alle urne marcando un fermo NO alla scissione di una regione che tanto ha sacrificato per il suolo Patrio. Ringrazio, infine, i consiglieri della città del Salieri: in un periodo di influenza relativista, crisi della memoria e dei valori, dove a farla da padrona sono solo gli spread, le letterine di Draghi, l'omologazione della privacy (oramai considerata come l'oracolo di Delfi ) ed i diktat della Bce, riscaldare il cuore dagli immortali sentimenti ( Patria , libertà , sovranità , cittadinanza ) che hanno imbevuto innumerevoli generazioni, costituisce la nostra più veritiera carta d'identità ad una cittadinanza conscia, piena, olistica, da vivere con passione, responsabilità e lucidità.



Paolo Cecco

Anonimo ha detto...

Ma se lega e pdl in 10 anni di governo centrale non sono riusciti a portare avanti il tanto decantato federalismo fiscale, riempendo il Veneto e i veneti di balle grandi come tutta l'Italia, dove volete che vadano i leghisti legnaghesi ?

Poi parlando di capigruppo dove volete che vada Menini, che carica copre in comune ?

Può essere definito Ministro senza portafoglio, sì perchè come delegato alla polizia locale non conta nulla, infatti è consigliere e non assessore e la legge ( la 65/86) prevede che "Il sindaco o l'Assessore da lui delegato, nell'esercizio delle funzioni di cui al precedente articolo 1, impartisce le direttive, vigila sull'espletamento del servizio e adotta i provvedimenti previsti dalle leggi e dai regolamenti".

Ergo, Menini non è Sindaco, né Assessore perciò la sua carica serve solo come il fumo negli occhi.

Paolo, chiedi al "delegato" alla polizia locale in questi 4 anni di mandato quante riunioni ha fatto con i vigili, chiedi quante volte si è interessato delle problematiche dei vigili, chiedi dove sia in municipio il "suo" ufficio di ricevimento del pubblico, chiedi gli orari di ricevimento del pubblico.

Risposta (scontata) IL NULLA !!!

A dire il vero una riunione (di lontanissima memoria 4 anni addietro subito dopo le votazioni) l'ha organizzata con tutti i vigili, l'esito di questa ? penso stia ancora scappando dopo aver sentito che aria tirava e tira ancora.....

chiedo scusa se non firmo ma puoi ben intendere......

Anonimo ha detto...

MA RETTONDINI VIVE A LEGNAGO ?

Posto qui un commento.

Ricevo il giornalino LegnagoInforma e leggo a pag. 3 alcune considerazioni del "nostro primo" cittadino.

Leggendo le sue disquisizioni sulla sicurezza reale e quella percepita si capisce che la sua visione della materia è alquanto ristretta, parla solo di furti e telecamere.

L’insicurezza è un rischio che richiede risposte diverse da quelle della semplice visione delle telecamere, ciò vuol dire che il fatto è già stato perpetrato. Allora dove è la prevenzione?

E la sicurezza di:
attraversare la strada da parte di bambini e anziani ?
camminare sui marciapiedi rotti ?
andare al supermercato o all'ospedale senza essere importunati da accattoni vari ?
circolare per la strada senza rischiare di essere investiti da qualche ubriaco al volante ?
ecc.

Poi continua dichiarando "Legnago la vedo tranquilla con molti meno nullafacenti".

Ma dove vive Rettondini ?
Basta andare davanti ai supermercati o all'ospedale per essere importunati da questi soggetti che vivono al margine della società.
Per non parlare del mercato del sabato dove pullulano i questuanti che ormai entrano anche in bar e negozi a chiedere soldi ai negozianti e anche ai clienti.


E alla domenica mattina, gli accattoni, davanti alle chiese ?
Diventa difficile per qualcuno andare anche a messa.

La questione è che manca meno di un anno alle elezioni e ci si vuole preparare la strada per tempo.

Ma i legnaghesi hanno capito ormai da tempo che la campagna elettorale precedente che ha permesso a Rettondini di diventare sindaco era solo "campagna elettorale" infatti gli accattoni ci sono sempre, anzi sono aumentati e non diminuiti, mentre le prostitute "pure".

MA RETTONDINI VIVE A LEGNAGO ?

____ ha detto...

Gentile anonimo. Mutuando una massima di Andreotti, potremmo dire che i candidati possono raccontare balle solo se pensano di durare una sola consiliatura; proprio come un mercante può vendre patacche una volta sola